Stefano Levantesi Costellazioni Familiari

Stefano Levantesi Costellazioni Familiari Ho lavorato tra l'Italia, l'Argentina, l'Ecuador, lo Sri Lanka, Haiti, l'Uruguay. L'obiettivo è sempre la pienezza della vita...

Sono nato a Porto San Giorgio nel 1976 e per vent'anni ho lavorato nella cooperazione internazionale occupandomi di emergenze umanitarie e progetti di sviluppo. Tra il 2018 e il 2021 mi sono formato come costellatore presso Espacio Dragma a Buenos Aires. Ora faccio costellazioni familiari e sistemiche di gruppo e individuali a Porto San Giorgio, con una particolare attenzione al linguaggio e alla

auto-narrazione dei sistemi familiari e dei gruppi, alla ricerca delle chiavi per "darsi il permesso", risolvere i blocchi, esplorare l'abisso che ci abita.

19/04/2024

Durante gli incontri di Costellazioni Familiari spesso accade che il tema portato dalla persona che fa la consulta finisca per rendere manifesta una dinamica familiare, un irretimento, che viene dal patriarcato.
Il contesto sociale in cui viviamo è intriso di patriarcato e molte sue trame passano inosservate, perché normalizzate da tempi immemori, così come molti condizionamenti e automatismi che ci rendono, tutte e tutti, attori inconsapevoli e prosecutori di attitudini patriarcali, sono invisibili ai nostri occhi.
Se certamente alcuni li vediamo e possiamo elaborarli per decostruirli, molti altri operano ad un tale livello di profondità che solo uno strumento capace di scandagliare l’abisso li può rendere visibili. Questi ultimi, come se fossero la manifestazione di un’identità profonda, ancestrale, tendono a riaffiorare nei momenti di crisi e smarrimento e finiscono per rendere intollerabilmente patriarcale anche la reazione della persona più attenta e consapevole.
Questo tempo è quello delle generazioni di passaggio.
Sento con chiarezza che siamo sulla punta di un molo e non si può tornare indietro.
Alle nostre spalle il continente in fiamme, esausto, della cultura patriarcale; davanti a noi l’oceano e l’orizzonte, incertezza, mancanza di riferimenti e forse il timore di lasciare la terra conosciuta per l’ignoto. Dall’altro lato dell’orizzonte, un continente inesplorato, dove le nuove relazioni e la nuova emotività che nasceranno dovranno essere indicate col dito, perché non hanno ancora nome, come nei primi anni di Macondo; e dove sarà l’esperienza del nuovo a dare i margini della società che verrà, e l’unico modo di conoscere quelle nuove relazioni e quella nuova emotività sarà proprio farne esperienza.
Una Costellazione Familiare può mostrare l’irretimento patriarcale profondo, sfuggente, che segna la vita di un intero lignaggio; al mostrarlo lo rende attaccabile, gli impedisce di nascondersi ancora sotto il fango del fondo dell’abisso, lo porta in superficie e ci permette di vederlo, conoscerlo, riconoscerlo. Ci perette di scegliere di non obbedirgli più, liberando il sistema familiare da quel condizionamento.

18/03/2024

Durante l’incontro di Costellazioni Familiari di domenica scorsa abbiamo avuto modo di affrontare anche il tema del perdono.
Si tratta certamente di un tema immenso e complesso, che non si esaurisce in poche righe; ma propongo una piccola riflessione...
La nostra cultura di riferimento, quella nella quale siamo cresciutx e che ci ha formato, ha un’altissima considerazione del perdono; lo considera lo strumento a disposizione della vittima per guarire le ferite lasciate dal torto subito.
Quante volte abbiamo sentito dire che perdonando si ritrova la serenità?
Ma sarà poi vero?
Forse non vale la pena soffermarsi su ipotesi che riguardano offese e torti che non hanno il potere di incidere sulla vita delle persone in modo radicale; in quei casi è auspicabile che basti buon senso, guardare l’altrx con occhi buoni per comprenderne le ragioni, l’umanità, le contraddizioni, e per ridimensionare l’offesa e far desistere dall’attivare una dinamica vittima-carnefice.
Che succede, invece, quando si è vittima di una aggressione grave, di una violenza ingiustificata, di un abuso?
Cosa succede se si perdona il proprio carnefice?
Personalmente, da costellatore, credo che, quando si perdona, quello che si sta facendo è negare una parte di sé. Si nega la propria condizione di vittima; perché quando si subisce un grave torto, si diventa una vittima.
E perché, in nome di quale legge o precetto, dovremmo rinunciare a quella parte di noi? Perché dovremmo negarci la completezza, la pienezza?
Il torto subito non sarà mai cancellato; il corpo è lo scrigno che conserva la memoria di tutto quello che ci è successo, nel bene e nel male; lì ci sarà sempre un luogo nel quale quel torto, quell’ingiustizia, quella violenza saranno custoditi come il tesoro che sono: la testimonianza di una parte di noi, del nostro essere.
E allora perché ricorrere all’artificio del perdono, per cui fingiamo che quell’evento che ci fa vittime non sia mai successo o cerchiamo di disattivarlo o di dimenticarlo?
Piuttosto, assumiamo il nostro essere anche una vittima – che non significa rimuginare sull’offesa subita, ma saperla parte integrante di noi – e rendiamoci completi.
Quanto al carnefice, che faccia quel che può col suo ruolo; non sta alla vittima occuparsi di lui.
Peraltro vale la pena notare che il carnefice, col suo gesto di offesa, ci segna profondamente; è quindi, per la vittima, per la sua vita, una persona importante.
Perché sminuirlo?
Lasciamolo piuttosto dov’è, senza sconti né indulto, nella sua condizione di colpevole. Lui saprà cosa farci, a lui toccherà occuparsi della sua completezza, della sua pienezza.

Scriveva Fernando Pessoa:
Per essere grande sii intero, niente
di te esagera o escludi.
Sii completo in tutto. Poni quanto sei
nel minimo che fai.
Così in ogni lago la luna intera
splende, perché alta vive.

17/03/2024

Un grazie di cuore alle persone che hanno partecipato all'incontro di Costellazioni Familiari di oggi.
Per me, un incontro speciale, emozionante, per tanti motivi; senza la presenza cosciente e la fiducia di tuttx voi non sarebbe stato possibile affrontare i temi su cui abbiamo lavorato con tanta profondità ed efficacia.
Grazie grazie grazie!

09/03/2024

Con la costellazione familiare entriamo in quella complessa, apparentemente inestricabile, trama che è tessuta dall’amore cieco per il nostro sistema familiare d’origine; essa è fatta di lealtà, implicazioni, dinamiche, spesso invisibili ai nostri occhi.
Le lealtà al sistema sono i fili che compongono il tessuto; le implicazioni di quelle lealtà rappresentano gli incroci tra ordito e trama; le dinamiche familiari sono il disegno che vediamo sulla superficie della tela.
A partire da quel disegno di superficie possiamo andare alla ricerca dei singoli fili, per ordinare ciò che non ha ordine, guarire ciò che duole, includere ciò che manca, cercare la pienezza della vita.

Indirizzo

Porto San Giorgio
63822

Sito Web

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