Dottssa rita bacci fisioterapista

Dottssa rita bacci fisioterapista 👩🏻‍⚕️ Responsabile Fisioterapia e Elba fitness Portoferraio
🧾 Docente Nazionale Pilates
✨ inseg

ACTIVITIES: fisioterapia, riabilitazione, massaggi, pilates, ginnastica postulare, riflessologia, riabilitazione pelvica.

Finalmente è martedì! Benvenuti al quarto episodio di “Neurolandia: il sistema nervoso come non lo avete mai visto!”Oggi...
19/08/2025

Finalmente è martedì! Benvenuti al quarto episodio di “Neurolandia: il sistema nervoso come non lo avete mai visto!”

Oggi parliamo di lui, il più lungo, il più nominato, quello che tutti temono.. anche quando non c’entra nulla! 😅

È il nervo sciatico, un gigante silenzioso che corre lungo la gamba, trasporta informazioni motorie e sensitive, e a volte, quando si infiamma.. ti fa saltare in piedi. Letteralmente.

Dove sta?

Il nervo sciatico nasce a livello lombosacrale, più precisamente dalle radici spinali L4, L5, S1, S2, S3, che si uniscono nel plesso sacrale.

Da lì esce dal bacino attraverso il forame ischiatico maggiore, sotto il muscolo piriforme. Scende lungo la parte posteriore della coscia, accompagnato da vasi e muscoli. Poco sopra il ginocchio, si biforca in due rami terminali: il nervo tibiale e il nervo peroneo comune.

È il nervo più lungo e più spesso del corpo umano!

Che cosa fa?

Il nervo sciatico è misto, con fibre motorie e sensitive. Con le sue fibre motorie innerva i muscoli posteriori della coscia (ischiocrurali) e tutti i muscoli della gamba e del piede tramite i suoi rami terminali.

Con le sue fibre sensitive trasmette la sensibilità da gran parte della gamba e del piede, soprattutto lato posteriore e laterale.

Grazie a lui puoi camminare, piegare il ginocchio, muovere la caviglia e sentire il contatto del piede col suolo.

Come si lamenta?

Quando si arrabbia.. te ne accorgi eccome.

Sintomi tipici sono dolore urente o trafittivo che parte dalla zona lombare o glutea e si irradia lungo la coscia, il polpaccio, fino al piede. Formicolio, intorpidimento, o perdita di forza lungo il decorso.
Difficoltà a stare seduti, camminare, sollevare la gamba (soprattutto da sdraiati).

La causa più attribuita? Una sofferenza delle radici nervose da ernia del disco lombare (L4–S1), ma non solo.

Ruolo nella vita quotidiana

Il nervo sciatico lavora costantemente nella deambulazione, nel controllo della stazione eretta, nella propriocezione del piede e della gamba e nella coordinazione tra anca, ginocchio e caviglia.

Ti permette di stare in equilibrio, camminare senza inciampare e.. non sentire scosse ogni volta che ti siedi.

Patologie e disfunzioni

Radicolopatie lombari (ernia, protrusione, stenosi foraminale)

Sindrome del piriforme (non corretto ma per essere capibili da tutti, compressione nello spazio infrapiriforme)

Neuropatie traumatiche (fratture del bacino o del femore)

Infiltrazioni iatrogene (es. iniezioni glutee mal posizionate)

Sindrome del portafoglio (compressione prolungata da seduta asimmetrica)

Curiosità neurologica

Il nervo sciatico può essere bifido in alcune persone, cioè già diviso in tibiale e peroneo appena esce dal bacino. Questo può rendere alcune sindromi compressive (come quella in zona piriforme) più frequenti o più complesse da diagnosticare.

Inoltre, è spesso accusato ingiustamente: non tutto il dolore che scende lungo la gamba è “sciatica”. Serve valutare con attenzione!

Approccio fisioterapico

Il trattamento fisioterapico va sempre personalizzato in base alla causa e al quadro clinico, ma può includere una valutazione neurodinamica (test di Lasègue/SLR, Slump test), esercizi di mobilizzazione neurale (sliding del nervo sciatico). Tecniche di decompressione lombare e rilascio miofasciale dei glutei con rieducazione posturale e gestione del carico. Lavoro sulla pelvi e sull’arto inferiore per ristabilire simmetrie funzionali, con esercizi per il core e il controllo neuromotorio.

L’educazione sul dolore è fondamentale, per evitare comportamenti di evitamento o paura del movimento.

Conclusione

Il nervo sciatico è un vero maratoneta,
instancabile, robusto, ma anche.. sensibile.

Se comincia a “urlare” lungo la gamba, non sempre è colpa sua.. ma se lo ascolti, ti guida nella direzione giusta.

Ci vediamo martedì prossimo su Neurolandia.. perché quando i nervi parlano, noi impariamo ad ascoltarli. 🤗

Nota bene

Anche se a Neurolandia i nervi parlano.. la diagnosi medica la fa il medico. Quindi, se i sintomi ti fanno compagnia da troppo tempo, ascolta i segnali e confrontati con un neurologo o uno specialista medico. Noi siamo qui per spiegarti come funzionano le cose, ma la cura parte sempre da una valutazione sanitaria. E spesso, il fisioterapista è proprio il primo professionista sanitario a intercettare quei segnali e indirizzare nel modo giusto. 👏

19/08/2025

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

A CASA TUA è un innovativo servizio di fisioterapia domiciliare offerto direttamente nel comfort della propria abitazion...
18/08/2025

A CASA TUA è un innovativo servizio di fisioterapia domiciliare offerto direttamente nel comfort della propria abitazione da professionisti del settore.
Un servizio professionale, incentrato sull'idea che una fisioterapia efficace non necessita per forza né di costose apparecchiature, né dell’esclusività della seduta presso uno studio tradizionale o un centro di riabilitazione.

--- A chi è rivolto il servizio?

A CASA TUA nasce per soddisfare le esigenze di lavoro, familiari o di salute di quei pazienti impossibilitati a recarsi presso i tradizionali studi fisioterapici.
Se gli orari di lavoro non permettono di raggiungere un centro di fisioterapia o questo non è sufficientemente vicino alla propria abitazione, se a causa della patologia da cui si è affetti non si è in grado di utilizzare l'auto o semplicemente si preferisce ricevere le cure nella tranquillità della propria abitazione, A CASA TUA è il servizio ideale a cui rivolgersi.

Si tratta di un servizio domiciliare di qualità che, attraverso un'accurata valutazione fisioterapica, l'ausilio di un comodo e pratico lettino richiudibile o anche senza e un approccio basato sulle evidenze scientifiche, può aiutare il paziente a risolvere un gran numero di disturbi muscoloscheletrici (mal di schiena, cervicalgia, problematiche di spalla, artrosi, dolore al ginocchio e all'anca, tendinopatie, distorsioni ...).
A CASA TUA è particolarmente indicato per chi necessita di un percorso di riabilitazione personalizzato a seguito di interventi chirurgici (protesi di anca e di ginocchio, frattura del femore, ricostruzione del legamento crociato, meniscectomia ...), in quanto consente di minimizzare i disagi del post-operatorio e accelerare i tempi di recupero.

--- Come prenotare il servizio?

Per prenotare il servizio di fisioterapia domiciliare è sufficiente un messaggio wapp al numero 339 6899683 inviare un messaggio attraverso la pagina Facebook Dottssa rita bacci fisioterapista ) oppure inviare una e-mail all'indirizzo dottoressabacci@gmail.com .
Specificare possibilmente:

- la diagnosi o il problema per il quale si richiede la consulenza fisioterapica
- l’indirizzo completo del proprio domicilio
- un recapito telefonico o altro contatto (e-mail ...)

Entro 24 ore si verrà ricontattati per concordare le disponibilità di orario e per fissare la Prima Visita.

--- In cosa consiste il Programma Riabilitativo?

Qualora il programma riabilitativo sia appropriato per la specifica condizione clinica, si propone al paziente un numero indicativo di sedute, tenendo conto anche delle specifiche necessità del paziente e dei suoi obiettivi. Il linea con questo approccio A CASA TUA non prevede pacchetti standard con un numero prestabilito di sedute fisioterapiche in quanto potrebbero risultare eccessive o insufficienti a seconda della specifica situazione clinica.
Durante le sedute possono essere effettuate tecniche di Terapia Manuale, tecniche di trattamento dei tessuti molli (massoterapia specifica e trattamento dei Trigger Point) ed esercizi terapeutici mirati e individuali.
Nel corso del programma al paziente viene fornita un’appropriata informazione circa l'evoluzione della sua situazione clinica, i meccanismi patofisiologici alla base dei sintomi riportati e gli effetti delle terapie applicate.

🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di "Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!" 🎉Oggi ci spostia...
14/08/2025

🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di "Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!" 🎉

Oggi ci spostiamo sul lato ulnare dell’avambraccio per conoscere un muscolo che ha un nome lunghissimo e un lavoro precisissimo: il flessore ulnare del carpo! Quando stringi, pieghi il polso o suoni il pianoforte, lui c’è!

Dettagli anatomici

Il muscolo flessore ulnare del carpo (flexor carpi ulnaris) è un muscolo superficiale e anteriore dell’avambraccio, situato sul lato mediale. Origina da due punti: il capo omerale dall'epicondilo mediale dell’omero e il capo ulnare dal margine mediale dell’olecrano e superficie posteriore dell’ulna.

Si inserisce sull'osso pisiforme, sull'uncino dell’uncinato e sulla base del 5º metacarpo.

Innervazione? Naturalmente nervo ulnare (C7–C8, T1)

Funzioni principali

Flette il polso (in sinergia con il flessore radiale), adduce il polso (deviazione ulnare), stabilizza il polso in movimenti di presa e rotazione e partecipa al controllo dinamico del lato ulnare della mano.

Tipi di dolore

Il flessore ulnare del carpo può essere coinvolto in diverse situazioni.

Epitrocleite (gomito del golfista): dolore sull’epicondilo mediale.

Sindrome del tunnel cubitale (compressione del nervo ulnare).

Tensioni da uso eccessivo in sport di lancio, arrampicata, tennis, canottaggio.

Dolore alla faccia mediale dell’avambraccio o alla base del 5º metacarpo.

Irritazione tendinea nei movimenti ripetitivi di flessione e deviazione ulnare.

Funzione quotidiana

Lavora ogni volta che fai una presa con piegamento del polso (es. sollevare una borsa), suoni il piano o la chitarra, scrivi con una penna tenendo la mano inclinata, tiri una corda o stringi un barattolo e lanci una palla con movimento “a frusta”.

È essenziale per la forza di presa e il controllo fine del polso.

🏋️ Esercizio di allungamento (Stretching in estensione e abduzione)

1. Stai in piedi o seduto, braccio teso davanti a te con il palmo rivolto in alto
2. Con la mano opposta, afferra le dita e tirale delicatamente verso il basso e verso il pollice (deviazione radiale + estensione)
3. Mantieni 20–30 secondi fino a percepire l’allungamento sull’avambraccio, medialmente
4. Ripeti 2–3 volte per lato

Allunga in modo efficace il flessore ulnare del carpo e riduce la tensione lungo il decorso del nervo ulnare.

🏋️ Esercizio di rinforzo (Flessione contro resistenza con elastico)

1. Siediti con l’avambraccio appoggiato sul tavolo, palmo in alto e polso oltre il bordo
2. Tieni un elastico o un piccolo manubrio nella mano
3. Da posizione neutra, flette il polso verso l’alto e verso l’interno (deviazione ulnare)
4. Torna lentamente alla posizione iniziale
5. Ripeti 10–12 volte per lato

Rinforza il flessore ulnare del carpo, migliorando stabilità e forza in presa.

🔬 Curiosità scientifica

A differenza della maggior parte dei muscoli anteriori dell’avambraccio, il flessore ulnare del carpo è innervato dal nervo ulnare, non dal mediano. Questo lo rende particolarmente vulnerabile a disturbi come la sindrome del tunnel cubitale, e importante nei test differenziali delle neuropatie periferiche.

Conclusione

Il flessore ulnare del carpo è un muscolo discreto ma decisivo: ogni volta che afferri, scrivi, tiri o ruoti.. lavora senza sosta per controllare il tuo polso. Prendertene cura significa garantire precisione, forza e protezione per l’avambraccio e la mano.

Ci vediamo giovedì prossimo per un altro episodio di Muscolandia, dove anche i muscoli “laterali” sono protagonisti! ✋

”Non tirarlo così, che gli si lussa il gomito!” Paura esagerata o rischio reale?Quanti genitori hanno sollevato un bambi...
13/08/2025

”Non tirarlo così, che gli si lussa il gomito!”
Paura esagerata o rischio reale?

Quanti genitori hanno sollevato un bambino per le braccia, magari giocando o per evitare una caduta? Quel gesto apparentemente innocuo può in realtà causare una sublussazione della testa radiale, una condizione dolorosa e sorprendentemente frequente nei bimbi piccoli, nota anche come “gomito della balia” (nursemaid’s elbow).

Ma cosa succede davvero dentro il gomito di un bambino?

Nel bambino piccolo, i legamenti sono più elastici e la testa del radio ha una forma meno “a fungo” rispetto all’adulto, quindi può più facilmente scivolare fuori dall’anello legamentoso che la tiene in sede: il legamento anulare.

L’immagine sopra lo spiega benissimo: quando si tira bruscamente un bambino per l’avambraccio in estensione e pronazione (come quando lo si solleva per mano), si può causare una trazione longitudinale sul radio.

Nota importante: nei riquadri in basso l’immagine usa i termini “sublussazione” e “sublussazione subclinica”, ma in realtà il meccanismo del cosiddetto “gomito della balia” non è una “uscita parziale” come in altre articolazioni.

Si tratta invece di scivolamento e intrappolamento della testa del radio: il margine del legamento anulare si sposta dalla sua sede normale e si interpone tra la testa radiale e il capitello omerale, bloccando meccanicamente la prono-supinazione.

Il contatto articolare resta presente, ma il movimento diventa impossibile finché non si esegue la riduzione.

Il bambino, d’un tratto, rifiuta di usare il braccio, tiene il gomito leggermente flesso e pronato, piange se si tenta di muoverglielo.

Perché colpisce solo i più piccoli?

Nei bambini sotto i 5 anni il legamento anulare non è ancora ben sviluppato e ha un diametro relativamente maggiore rispetto alla testa del radio.

Basta poco per provocare un blocco funzionale dell’articolazione radio-omerale: il radio non è rotto, ma la testa radiale resta intrappolata dal legamento anulare e non può più muoversi correttamente nella prono-supinazione.

Cosa fare se succede?

Se sospetti questo tipo di lesione, non forzare il movimento. Porta il bambino dal pediatra o al pronto soccorso. Una manovra molto semplice (riduzione mediante supinazione e flessione) può risolvere tutto in pochi secondi, spesso con immediato ritorno alla funzionalità.

Attenzione: se c’è gonfiore, deformità o trauma diretto, potrebbe essere una frattura, non un semplice incarceramento.

Test interattivo

Secondo te, in quale delle seguenti situazioni il rischio è maggiore?

A. Il bambino viene sollevato con entrambe le mani.

B. Il bambino viene tirato per un braccio mentre cade all’indietro.

C. Il bambino scivola e si aggrappa da solo alla mano del genitore.

D. Il bambino cade mentre è seduto sul triciclo.

Prova ad indovinare.. Scrivilo nei commenti!

In generale, meglio prevenire con piccoli accorgimenti. Come evitare di sollevare o strattonare un bambino per le mani o i polsi. Meglio prenderlo sotto le ascelle o per le braccia se serve sollevarlo.

E se qualcosa non ti torna, un fisioterapista esperto in ambito pediatrico può aiutarti a riconoscere e affrontare anche gli effetti secondari (come rigidità o apprensione al movimento dopo l’episodio).

Finalmente è martedì! Benvenuti al terzo episodio di “Neurolandia: il sistema nervoso come non lo avete mai visto!”Oggi ...
12/08/2025

Finalmente è martedì! Benvenuti al terzo episodio di “Neurolandia: il sistema nervoso come non lo avete mai visto!”

Oggi parliamo di un nervo cranico un po’ snob, che lavora dietro le quinte ma ha un’influenza.. da sollevatore di pesi! È l’undicesimo nervo cranico, noto come nervo accessorio, ma non fatevi ingannare dal nome: qui non c’è niente di secondario.

Anzi, è lui che muove quei due giganti del collo e delle spalle che spesso si caricano tensioni, borse, stress e responsabilità.. Sì, parliamo proprio di sternocleidomastoideo e trapezio.

Dove sta?

Il nervo accessorio ha un’origine mista, unica nel suo genere. Una radice cranica, che si stacca dal bulbo (midollo allungato) e una radice spinale, che origina dai primi segmenti cervicali (C1–C5) del midollo spinale.

Le due radici si uniscono e il nervo entra brevemente nel forame giugulare, per poi.. separarsi di nuovo! La parte cranica si unisce al nervo vago (X). La parte spinale, quella “muscolare”, scende e innerva i muscoli sternocleidomastoideo e trapezio.

Un viaggio breve, ma strategico!

Che cosa fa?

Il nervo accessorio è prevalentemente motorio.

Controlla il muscolo sternocleidomastoideo (SCOM): permette la rotazione e l’inclinazione della testa, e partecipa alla flessione del collo.

Controlla il muscolo trapezio: eleva le spalle (es. movimento dello “shrug”), stabilizza la scapola, contribuisce all’abduzione del braccio oltre i 90°.

Senza di lui, dire “no” con la testa o scrollare le spalle diventa tutt’altro che automatico.

Come si lamenta?

Quando è leso o compresso, il nervo accessorio può manifestare debolezza nella rotazione del capo (difficoltà a girarsi dal lato opposto al muscolo SCOM leso). Incapacità di sollevare la spalla, o asimmetria evidente e scapola alata (perché il trapezio non riesce più a stabilizzarla).

Può dare dolore al collo o alla spalla, anche in assenza di vera lesione, per sovraccarico funzionale.

Le lesioni più comuni avvengono durante chirurgie cervicali (es. linfadenectomie), in seguito a traumi da taglio nel triangolo posteriore del collo, oppure per compressioni miofasciali in persone che tengono le spalle “su di tensione”.

Ruolo nella vita quotidiana

Il nervo accessorio lavora più di quanto immagini, specie se porti borse pesanti sempre da un lato,
tieni le spalle contratte per lo stress o il freddo,
dormi in posizione compressiva sul lato del collo,
o compensi una disfunzione scapolare con il trapezio superiore.

È il classico nervo del “sovraccarico da postura moderna”. 🤯

Patologie e disfunzioni

Lesione iatrogena (chirurgia del collo).

Sindrome da intrappolamento miofasciale.

Sofferenza da compressione cervicale alta (C1-C3) che mima un coinvolgimento accessorio.

Debolezza funzionale del trapezio con scapola alata compensatoria.

Sovraccarico da tensione emotiva o stress posturale.

Curiosità neurologica

Il nervo accessorio è l’unico nervo cranico a emergere (in parte) dal midollo spinale, ma a passare attraverso il forame giugulare, come se fosse un VIP in visita in una zona riservata!

E nonostante sia “cranico”, si comporta a tutti gli effetti come un nervo periferico cervicale.

Approccio fisioterapico

Il lavoro fisioterapico si concentra sulla valutazione attiva e passiva della rotazione del collo e della spalla. Rinforzo mirato del trapezio e dello SCOM (soprattutto se compare debolezza funzionale) e rilascio miofasciale di trapezio superiore, scaleni e zona cervicale alta.

Indispensabile un’educazione posturale e rilassamento attivo, per ridurre il sovraccarico muscolare. Come tecniche di neurodinamica cervicale alta, in caso di sintomi riferiti da irritazione radicolare. O anche tecniche di riattivazione neuromuscolare per ristabilire il corretto timing del trapezio nella dinamica scapolo-omerale.

Conclusione

Il nervo accessorio è come quel coach severo ma fondamentale: non fa rumore, ma se si stanca o si blocca.. te ne accorgi subito!

Prenditene cura, lasciagli spazio (posturale), e magari abbassa quelle spalle: anche lui ha bisogno di respirare. 😁

Ci vediamo martedì prossimo su Neurolandia.. perché quando i nervi parlano, noi impariamo ad ascoltarli. 🤗

Nota bene
Anche se a Neurolandia i nervi parlano.. la diagnosi medica la fa il medico. Quindi, se i sintomi ti fanno compagnia da troppo tempo, ascolta i segnali e confrontati con un neurologo o uno specialista medico. Noi siamo qui per spiegarti come funzionano le cose, ma la cura parte sempre da una valutazione sanitaria. E spesso, il fisioterapista è proprio il primo professionista sanitario a intercettare quei segnali e indirizzare nel modo giusto. 👏

Eccoci pronti per il nostro consueto appuntamento del lunedì con “Anatomia Spassosa: esploriamo il corpo umano con un so...
11/08/2025

Eccoci pronti per il nostro consueto appuntamento del lunedì con “Anatomia Spassosa: esploriamo il corpo umano con un sorriso!” 😄

Oggi scendiamo lungo il braccio fino al polso, dove incontriamo un piccolo osso a forma di sassolino: il pisiforme! Il suo nome in latino significa proprio “a forma di pisello”.

E non è un caso: questo piccolo osso rotondeggiante sembra un chicco incastrato tra tendini e legamenti, ma svolge un lavoro essenziale per il movimento e la forza della mano. Piccolo, ma strategico!

Cos’è e dov’è?

Il pisiforme è un osso sesamoide, cioè un osso incastrato dentro un tendine, situato nella faccia anteriore e mediale del polso. Si trova nella fila prossimale delle ossa del carpo, appoggiato sopra il piramidale (o triquetro, che nome strano!).

È contenuto nel tendine del muscolo flessore ulnare del carpo e si palpa facilmente sul lato del mignolo, nella piega del polso. È un punto di repere fondamentale per orientarsi nelle strutture del tunnel di Guyon.

Curiosità divertente

Il pisiforme è un po’ come il bottone decorativo di una giacca: sembra che sia lì solo per bellezza, ma in realtà tiene insieme tutta la chiusura! Se scomparisse, il tendine del flessore ulnare del carpo perderebbe un punto d’appoggio e il polso diventerebbe meno efficace nei movimenti di flessione e deviazione ulnare.

Funzionamento buffo

Ogni volta che fletti il polso, il pisiforme agisce come una carrucola, aumentando il braccio di leva del tendine e permettendoti di stringere più forte.
È come un piccolo cuscinetto che aiuta il motore del polso a dare il meglio di sé!

Nella vita di tutti i giorni

Quando stringi una bottiglia, quando premi sul palmo per alzarti, quando fai piegamenti sulle mani, il tuo pisiforme lavora dietro le quinte per amplificare la forza di presa e stabilizzare la parte mediale del carpo.

Parole complicate, spiegate semplici

Osso sesamoide: un osso incastrato in un tendine, come un cuscinetto che ne migliora la funzione.

Flessore ulnare del carpo: muscolo dell’avambraccio che piega il polso e lo devia verso il mignolo.

Tunnel di Guyon: canale tra pisiforme e uncino dell’uncinato dove passa il nervo ulnare.

Come può soffrire?

Sindrome del tunnel di Guyon: compressione del nervo ulnare a livello del canale vicino al pisiforme.

Tendinite del flessore ulnare del carpo: infiammazione del tendine del muscolo che passa proprio lì vicino.

Fratture rare: traumi diretti sul palmo, come cadute con mano aperta.

Momento educativo leggero

Evita carichi prolungati sulla parte interna del polso se senti dolore. Esegui mobilizzazioni e stretching per migliorare lo scorrimento del tendine e allena la forza di presa in modo progressivo.

Curiosità scientifica

Il pisiforme si forma in età infantile come ossificazione nel tendine, e in radiologia è un segno indiretto della maturazione scheletrica.
In anatomia comparata, è molto sviluppato nei primati: serve a migliorare la forza di presa sugli alberi.. un retaggio evolutivo che conserviamo ancora oggi!

Conclusione

La prossima volta che appoggi la mano o stringi qualcosa, pensa al tuo pisiforme: un piccolo sassolino con un grande compito.

Ci vediamo la prossima settimana per esplorare un’altra meraviglia del corpo umano.. sempre con il sorriso! 😄

🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di "Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!" 🎉Oggi scendiamo ...
07/08/2025

🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di "Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!" 🎉

Oggi scendiamo in una zona poco conosciuta ma molto importante per la stabilità del bacino e della parete addominale inferiore. Parliamo del muscolo piramidale, il piccolo sorvegliante del p**e!

Dettagli anatomici

Il muscolo piramidale (musculus pyramidalis) è un piccolo muscolo triangolare situato anteriormente al muscolo retto dell’addome, nella parte inferiore della linea alba.

Origina dal ramo superiore del p**e e dalla sinfisi pubica e si inserisce sulla linea alba (inserzione mediana della parete addominale).
E' innervato dal ramo anteriore del nervo subcostale (T12).

Funzioni principali

Tende e stabilizza la linea alba, collaborando con i muscoli addominali profondi per la pressione intra-addominale e stabilizzando la parete addominale bassa durante la contrazione del core.

Nota curiosa: può essere assente in circa il 20% delle persone (unilateralmente o bilateralmente)! Tu sarai in quel 20%? 😝

Tipi di dolore

Il muscolo piramidale non è frequentemente causa diretta di dolore, ma può essere coinvolto in alcune situazioni.

Dolore sovrapubico o inguinale in esercizi che attivano intensamente il core.

Tensioni miofasciali nella zona addominale bassa.

Alterazioni cicatriziali post-chirurgiche (es. cesareo) che coinvolgono la linea alba.

Disfunzioni della sinfisi pubica (in gravidanza o sport da impatto).

Funzione quotidiana

Il piramidale lavora in modo discreto e profondo, ogni volta che contrai l’addome per stabilizzare il bacino, tossisci, espiri con forza o trattieni il respiro, fai un esercizio di core stability e mantieni la postura eretta coinvolgendo il basso addome.

È come il “piccolo gancio” che tiene tutto fermo in basso!

🏋️ Esercizio di rilassamento e scarico della linea alba bassa

1. Sdraiati supino con le gambe distese o leggermente piegate.
2. Appoggia le mani appena sopra il p**e.
3. Inspira profondamente gonfiando l’addome.
4. Durante l’espirazione, lascia rilassare tutta la zona addominale bassa, visualizzando la distensione della linea alba.
5. Ripeti per 5–10 respiri lenti e controllati.

Aiuta a decomprimere il muscolo piramidale e i tessuti fasciali associati, migliorando la sensibilità e il controllo neuromuscolare della zona infraombelicale.

🏋️ Esercizio di rinforzo (Attivazione bassa linea alba)

1. Sdraiati supino, gambe piegate e piedi a terra.
2. Metti le dita poco sopra il p**e, sull’addome basso.
3. Inspira, poi espira lentamente portando l’ombelico verso la colonna e sentendo attivare la zona bassa.
4. Mantieni 5 secondi e rilassa.
5. Ripeti 10 volte.

Attiva i muscoli profondi, inclusi retto addominale (parte inferiore) e piramidale, migliorando la stabilità dell’addome inferiore.

🔬 Curiosità scientifica

Il muscolo piramidale è considerato un residuo evolutivo, ma ha ancora un ruolo clinico: i chirurghi lo usano come punto di riferimento per accedere alla linea alba durante interventi addominali. Inoltre, la sua presenza può influenzare la simmetria della tensione addominale.

Conclusione

Il muscolo piramidale è piccolo, ma svolge un ruolo strategico nella tensione della parete addominale e nella funzione del core. Allenarlo e conoscerlo significa migliorare la stabilità del bacino e la coordinazione profonda del movimento.

Ci vediamo giovedì prossimo per un nuovo episodio di Muscolandia, dove anche i muscoli “minori” hanno una grande storia da raccontare! 💪

Mappa lombare: dove sei quando tocchi una schiena?Tutti parliamo di L4, L5, sacro.. ma sai davvero dove ti trovi quando ...
06/08/2025

Mappa lombare: dove sei quando tocchi una schiena?

Tutti parliamo di L4, L5, sacro.. ma sai davvero dove ti trovi quando palpi?
Questa immagine è una piccola guida visiva che ci aiuta a rimettere ordine anatomico e clinico.

Vediamo le vertebre da T11 al sacro disegnate direttamente sulla pelle, con le coste, il profilo del bacino e le SIPS chiaramente indicate.

Orientarsi con la palpazione: i riferimenti chiave.

T12: in linea con l’ultima costa fluttuante.

L4: solitamente in linea con la cresta iliaca.

S2: a livello della PSIS (in italiano SIPS, spina iliaca postero-superiore).

L5–S1: spesso “il colpevole designato”.. ma davvero è sempre lì il problema?

Pressione, carico, dolore? Sì, ma.. non solo biomeccanica!

E qui entra in gioco il modello biopsicosociale.

L'approccio biomeccanico è utile ma incompleto:

“Dolore lombare? Trattiamo l’ipomobilità tra L4-L5”
“Valutiamo il sacro in torsione”
“Streching del quadrato dei lombi e rinforzo del core”

Ma cosa succede se il paziente..

Dorme male? Lavora seduto 10 ore al giorno, in stress cronico?

Ha paura di muoversi perché qualcuno gli ha detto che ha “una vertebra fuori posto”? Evita l’attività fisica da mesi per timore di peggiorare?

Approccio biopsicosociale: la colonna vertebrale non è solo una mappa ossea.

Bio: valutazione strutturale e funzionale, ok

Psico: che rappresentazione ha il paziente del suo dolore? Lo vive come danno o come messaggio?

Sociale: che impatto ha la sua routine, il lavoro, il contesto familiare o culturale nel perpetuare il problema?

Il dolore lombare non nasce sempre da un segmento, ma da un sistema complesso che coinvolge struttura, percezione e comportamento.

Esempio pratico

Due pazienti, stesso dolore a L5-S1.

1. Atleta, dolore acuto da carico eccessivo: trattamento localizzato, esercizio terapeutico, recupero funzionale.

2. Impiegata sedentaria, dolore cronico, ansia, storia di “diagnosi catastrofiche”: educazione, esercizio terapeutico graduale, ristrutturazione delle credenze, empowerment.

Stessa zona anatomica, piani d’intervento diversi.

Ironia clinica (ma vera): se tocchi L3 ma il paziente crede che il suo problema sia “che la colonna è storta”.. forse devi trattare prima la sua paura, e poi la sua schiena. ☺️

Finalmente è martedì! Benvenuti al secondo episodio di “Neurolandia: il sistema nervoso come non lo avete mai visto!”Ogg...
05/08/2025

Finalmente è martedì! Benvenuti al secondo episodio di “Neurolandia: il sistema nervoso come non lo avete mai visto!”

Oggi parliamo di un nervo celebre, spesso nominato, a volte accusato. Il suo nome lo conoscono in molti, anche i non addetti ai lavori, e probabilmente l’avete già sentito citare tra un “ho la sindrome del tunnel carpale” e un “mi si addormentano le dita di notte”.

Lui è il nervo mediano, il vero trafficante di informazioni tra il cervello e la mano.

Dove sta?

Il nervo mediano nasce dal plesso brachiale, precisamente dall’unione delle radici C5-T1. Dopo aver fatto amicizia con arterie e muscoli, scende lungo il braccio senza innervare nulla (fin qui fa solo il turista), poi comincia a lavorare seriamente nell’avambraccio e nella mano.

Scende lungo la fossa cubitale, passa tra i capo omerale e ulnare del muscolo pronatore rotondo,
attraversa l’arcata del flessore superficiale delle dita, e infine entra nel tunnel carpale, sotto il legamento trasverso del carpo, per raggiungere la mano, dove si divide in rami terminali.

Che cosa fa?

È un nervo misto: ha fibre motorie e sensitive.

A livello motorio, nell’avambraccio innerva i muscoli flessori radiali, pronatori e flessore lungo del pollice. Nella mano, controlla i muscoli tenar (pollice in opposizione!) e i lombricali I e II.

A livello sensitivo porta le informazioni sensitive dal palmo della mano (lato radiale), dal primo, secondo, terzo e metà del quarto dito (versante palmare), e dalla parte distale dorsale delle prime tre dita.

Insomma, se riesci a pinzare una molletta, a sentire il touchscreen del telefono o a fare il gesto “OK”, devi ringraziare il nervo mediano. 🫶

Come si lamenta?

Il nemico numero uno? La sindrome del tunnel carpale. Quando il nervo viene compresso nel canale carpale, iniziano i guai.

Formicolio, intorpidimento e bruciore a pollice, indice, medio e metà dell’anulare. Sintomi notturni o mattutini, spesso con bisogno di “scuotere la mano” per trovare sollievo.

Nei casi avanzati: atrofia dei muscoli tenar, perdita della forza di prensione fine e scivolamento degli oggetti dalla mano.

Può lamentarsi anche più in alto, nell’avambraccio (compressione pronatore rotondo) o al gomito.

Ruolo nella vita quotidiana

Il nervo mediano è il project manager della tua mano: coordina movimenti fini, sensibilità tattile, forza e destrezza.

Lavora duramente quando digiti al computer, usi il mouse o lo smartphone, afferri oggetti, fai il gesto “pollice contro le altre dita” (es. infilare ago, raccogliere monetine, ecc.).

Se perde efficienza, lo noti subito.

Patologie e disfunzioni

Sindrome del tunnel carpale (la più famosa): compressione a livello del polso.

Sindrome del pronatore rotondo: compressione nell’avambraccio.

Neuropatia traumatica (fratture, lussazioni, lesioni iatrogene).

Neuropatia compressiva secondaria (tenosinoviti, edema, gravidanza, diabete).

Curiosità neurologica

La sindrome del tunnel carpale è la neuropatia periferica più comune nella popolazione generale.
Ma attenzione: non tutti i formicolii notturni sono tunnel carpale!

Molti sono disturbi posturali, compressioni più prossimali, o anche disfunzioni del sistema nervoso centrale che mimano la sindrome.

Approccio fisioterapico

Un trattamento mirato può prevedere una valutazione differenziale per escludere cause cervicali, plessiche o metaboliche.

Tecniche neurodinamiche (sliding e tensioning del mediano), mobilizzazione del tunnel carpale e tessuti circostanti, esercizi specifici per migliorare la funzionalità muscolare e il reclutamento motorio (tenar e flessori).

Educazione posturale e modifica delle attività ripetitive sono indispensabili, può essere utile il taping decompressivo e tecniche manuali locali.

Se indicato, l’uso di splint notturni per ridurre la pressione nel tunnel.

Conclusione

Il nervo mediano non ama gli spazi stretti, ma si fa in quattro per farti usare la mano con precisione.
Quando comincia a lamentarsi, non ignorarlo: il tuo pollice potrebbe non perdonarti!

E se ogni notte ti svegli a “scuotere la mano”.. beh, forse è arrivato il momento di ascoltarlo.

Ci vediamo martedì prossimo su Neurolandia.. perché quando i nervi parlano, noi impariamo ad ascoltarli. 🤗

Nota bene
Anche se a Neurolandia i nervi parlano.. la diagnosi medica la fa il medico. Quindi, se i sintomi ti fanno compagnia da troppo tempo, ascolta i segnali e confrontati con un neurologo o uno specialista medico. Noi siamo qui per spiegarti come funzionano le cose, ma la cura parte sempre da una valutazione sanitaria. E spesso, il fisioterapista è proprio il primo professionista sanitario a intercettare quei segnali e indirizzare nel modo giusto. 👏

Indirizzo

Via Amidei Barbiellini 34
Portoferraio
57037

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