Fisioterapia e Trattamento Olistico di Tindaro e Biagio La Macchia

Fisioterapia e Trattamento Olistico di Tindaro e Biagio La Macchia Studio di Fisioterapia (Strumentale-Manuale-Riabilitazione)
Massaggio Olistico
Chinesiologia

20/07/2025
13/07/2025

Ed eccoci nuovamente alle porte del fine settimana, per un nuovo episodio di "Patologie Spiritose, dove affrontiamo i malanni.. tra curiosità e leggerezza!"

Oggi tocca a un ospite ricorrente nelle nostre vite: il mal di schiena. Ma non uno qualsiasi: quello che non ha un colpevole preciso, ma fa comunque danni. Pronti a scoprire la lombalgia aspecifica? 😵‍💫

Cos’è e dov’è?

La lombalgia aspecifica è un dolore localizzato nella parte bassa della schiena (zona lombare) senza una causa medica identificabile come un’ernia, una frattura o una patologia infiammatoria. Si parla di “aspecifica” proprio perché.. non ha un colpevole ben definito. È il classico “mal di schiena comune” che può durare qualche giorno o diventare un fastidio più cronico.

Curiosità divertente

Sapevi che oltre l’80% della popolazione sperimenta almeno un episodio di lombalgia nella vita? E non importa se sei un atleta o un impiegato, un genitore o uno studente: il mal di schiena non fa preferenze! 😅

Come si sviluppa?

Posture scorrette, sedentarietà, movimenti bruschi, sollevamento errato di pesi, stress o mancanza di esercizio fisico possono contribuire alla comparsa della lombalgia. I muscoli si irrigidiscono, le articolazioni si sovraccaricano e la schiena inizia a protestare.. spesso proprio nel weekend, quando pensavi di riposare! 😬

Nella vita quotidiana

Difficoltà a chinarsi, fastidio a stare seduti o in piedi troppo a lungo, rigidità al mattino: sono solo alcuni dei segnali. Ma attenzione: nella lombalgia aspecifica il dolore non si irradia alle gambe, non causa formicolii o debolezza muscolare evidenti.. è più un “generico e scomodo mal di schiena”. 🛋️

Parole complicate, spiegate semplici

Aspecifica: vuol dire che non c’è una causa precisa (tipo ernia o frattura), ma il dolore è reale.

Lombare: la zona bassa della schiena, tra le costole e il bacino.

Accenni di fisioterapia

La fisioterapia è la chiave per il recupero. Esercizi mirati per il rinforzo della muscolatura lombare e addominale, stretching delle catene posteriori, lavoro sulla respirazione e sul controllo motorio sono fondamentali.

In più:

– Educazione al movimento corretto
– Strategie per ridurre la paura del dolore
– Tecniche manuali se necessario, ma sempre integrate in un percorso attivo 🏋️‍♂️

Curiosità scientifica

Secondo le linee guida internazionali, la lombalgia aspecifica NON richiede esami strumentali (come RX o risonanze) nelle prime 4-6 settimane, a meno che non vi siano segnali di allarme. Il miglior trattamento? Movimento, educazione e fisioterapia attiva.

Conclusione

La lombalgia aspecifica può spaventare, ma nella maggior parte dei casi si risolve bene.. se affrontata nel modo giusto. Riposo assoluto? Solo se vuoi peggiorare le cose! Il vero antidoto è il movimento consapevole e graduale.

A sabato prossimo per il prossimo episodio! 🌟

13/07/2025

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

10/07/2025

È di nuovo giovedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di "Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!" 🎉

Oggi scendiamo in profondità nel bacino per incontrare un muscolo spesso ignorato ma decisivo per la rotazione dell’anca e la stabilità pelvica: l’otturatore interno.

🔍 Dettagli anatomici

Il muscolo otturatore interno appartiene al gruppo dei rotatori esterni profondi dell’anca e lavora in squadra con i gemelli superiore e inferiore.

Origina dalla superficie interna della membrana otturatoria e dai margini del forame otturatorio (parte interna del bacino). Esce dal bacino passando attraverso la piccola incisura ischiatica e si inserisce in fossa trocanterica del femore (sulla faccia mediale del grande trocantere)

E' innervato dal nervo otturatore interno (L5–S2)

Funzioni principali

Rotazione esterna dell’anca quando l’anca è in estensione.

Aiuta nell’abduzione dell’anca quando l’anca è flessa.

Stabilizza la testa del femore nell’acetabolo durante i movimenti.

🌡️ Tipi di dolore

L’otturatore interno può essere coinvolto in diverse situazioni.

Dolore profondo gluteo (confuso con piriforme).

Irritazione del nervo pudendo nel passaggio attraverso la piccola incisura ischiatica.

Tensioni miofasciali interne con riflessi al pavimento pelvico.

Limitazione della rotazione esterna dell’anca.

Nota clinica: un trigger point dell’otturatore interno può dare fastidio nel pavimento pelvico, causando sensazioni di peso interno o dolore riferito al perineo.

Funzione quotidiana

L’otturatore interno lavora quando ruoti la gamba verso l’esterno (es. incrociare le gambe), stabilizzi il bacino mentre cammini o corri e ti pieghi e ruoti il busto lateralmente.

Svolge un ruolo importante anche nella propriocezione dell’anca, garantendo stabilità articolare durante movimenti complessi.

🏋️ Esercizio di allungamento (Stretching in rotazione interna supina)

1. Sdraiati sulla schiena con le ginocchia piegate.
2. Appoggia la caviglia destra sul ginocchio sinistro (come nella posizione del “figlio del sarto”).
3. Con una mano spingi delicatamente il ginocchio destro verso il basso, ruotando l’anca internamente.
4. Dovresti sentire l’allungamento profondo nella zona glutea interna.
5. Mantieni per 30 secondi, poi cambia lato.

Aiuta a distendere i rotatori esterni profondi, incluso l’otturatore interno.

🏋️ Esercizio di rinforzo (Rotazione esterna isometrica supina)

1. Sdraiati supino con le ginocchia piegate e i piedi larghi quanto le anche.
2. Metti una fascia elastica o una cintura intorno alle ginocchia.
3. Spingi delicatamente le ginocchia verso l’esterno contro la resistenza.
4. Mantieni la tensione per 5-10 secondi, rilassa e ripeti per 10-12 volte.

Rinforza il gruppo dei rotatori esterni profondi in sicurezza.

🔬 Curiosità scientifica

Sapevi che l’otturatore interno ha un angolo di trazione particolare? Dopo aver attraversato la piccola incisura ischiatica, cambia direzione di 90°, comportandosi come una carrucola naturale. Questa caratteristica gli permette di generare forza rotatoria con un movimento molto breve.

Conclusione

L’otturatore interno è un piccolo ma fondamentale stabilizzatore dell’anca: senza di lui, ogni passo e ogni rotazione sarebbero meno precisi e più a rischio di dolore. Tenerlo in salute significa migliorare mobilità, postura e benessere pelvico.

Ci vediamo giovedì prossimo per un nuovo episodio di Muscolandia! 🌟

26/04/2025

Quel piccolo cerchio blu… può cambiare il destino della tua spalla.

Guarda bene l’immagine.
Quel punto evidenziato, piccolo ma strategico, è l’origine del capo lungo del bicipite brachiale.

Si ancora al tubercolo sovraglenoideo della scapola e… non è un dettaglio anatomico insignificante.
È una bomba clinica pronta a esplodere.

Perché questo tendine è così importante?

1. È il “ponte” tra scapola e omero

Il tendine del capo lungo attraversa l’articolazione gleno-omerale, scivola nel solco bicipitale e agisce come una cerniera stabilizzante nei movimenti del braccio.

Immaginalo come la zip che tiene insieme una giacca: se la zip si inceppa, la giacca si apre.
Se il tendine si stressa, la spalla perde stabilità.

2. È un co-stabilizzatore spesso trascurato

Durante i movimenti sopra il capo (es. lanci, trazioni, sollevamenti), il capo lungo aiuta:

- a centrare la testa omerale nella glena
- a limitare microinstabilità anteriori
- a assorbire parte delle forze di trazione

insieme alla cuffia dei rotatori e al labbro glenoideo.

3. Quando il sistema si inceppa… il tendine urla vendetta

Se c’è instabilità gleno-omerale, conflitto subacromiale, postura anteriore (spalla protratta), sovraccarico funzionale in sport overhead.. il tendine del capo lungo viene sovraccaricato, degenera (tendinopatia) o si infiamma (tenosinovite), o peggio.. partecipa a lesioni del labbro glenoideo (SLAP lesion).

Curiosità clinica

Il dolore anteriore alla spalla non è sempre dovuto alla cuffia dei rotatori.

Molto spesso è il capo lungo del bicipite a protestare, nascosto dietro una diagnosi troppo generica.

Mini-autovalutazione interattiva: è il tuo bicipite a gridare aiuto?

Rispondi rapidamente:

1. Provi dolore pungente sulla parte anteriore della spalla alzando il braccio?

2. Senti uno “scatto” o un “click” interno durante alcuni movimenti?

3. Avverti dolore localizzato premendo davanti alla spalla (solco bicipitale)?

4. Il fastidio aumenta dopo esercizi come curl, pull-up o trazioni?

5. Senti che il dolore non resta localizzato alla spalla, ma tende a scendere lungo il braccio, verso il gomito?

Se hai risposto “sì” a 2 o più domande, in particolare se il dolore irradiato verso il gomito è presente, è fondamentale NON improvvisare:
occorre una valutazione funzionale accurata da parte di un fisioterapista esperto in spalla.

Nota clinica tecnica (per i colleghi)

Il dolore irradiato lungo il braccio in un pattern anteriore è spesso un segno di: tenosinovite bicipitale avanzata, SLAP lesion con trazione sul tendine, alterazione dinamica gleno-omerale che stressa il capo lungo.

Un dolore irradiato vero a mano o a dita invece suggerirebbe radicolopatia cervicale (differenziale da non sbagliare.)

Test clinici correlati (da far eseguire a un fisioterapista o medico):

Test di Speed
Test di Yergason
Test di O’Brien

Solo attraverso una valutazione funzionale approfondita si può capire se:

- il problema riguarda il capo lungo del bicipite

- ci sono instabilità sottostanti

- il dolore è secondario a patologie più complesse (es. SLAP, instabilità multidirezionale)

E ORA UN MESSAGGIO PER I COLLEGHI FISIOTERAPISTI, PERSONAL TRAINER E PREPARATORI:

Non fermatevi alla cuffia dei rotatori. Non allenate solo il gesto finale. Il tendine del capo lungo del bicipite è spesso la chiave nascosta nei dolori anteriori di spalla.

Se sospettate una sofferenza del capo lungo, la priorità è inviare il paziente o l’atleta a una valutazione funzionale da parte di un fisioterapista esperto.

Solo con una valutazione clinica corretta si può:

- differenziare tendinopatia semplice da patologie complesse (es. SLAP, instabilità associata)

- stabilire se è necessario un trattamento conservativo o un rinforzo specifico

- costruire un programma di rieducazione realmente efficace e sicuro

La spalla non va solo rinforzata. Va capita. Va stabilizzata. E va rispettata nei suoi delicati equilibri.

Fisioterapisti, trainer, preparatori: fate rete. Collaborate. Il movimento consapevole nasce da una valutazione consapevole. 💪

E per i curiosi, un articolo sul protagonista di questa storia! 🤭

https://educarefisio.com/2021/05/28/il-capo-lungo-del-bicipite-brachiale-clbb/

23/04/2025

IL SOLEO: IL MUSCOLO CHE NON VEDI MA CHE TI TIENE IN PIEDI

Fermati un secondo.

Sì, proprio ora.

Sei in piedi? Seduto? Camminando? Bene.

Ora chiediti: qual è il muscolo che in questo momento ti sta tenendo eretto, saldo, centrato?

Hai pensato al gastrocnemio, vero? Quello che vedi contrarsi quando salti, che si gonfia dopo le calf raises in piedi. Ma il vero responsabile della tua stabilità non si vede. È profondo. Lavora nell’ombra. E si chiama soleo.

Ora chiudi gli occhi per tre secondi e immagina questo.

Un muscolo largo, piatto, profondo, incastonato tra tibia e perone, che ogni giorno lavora per te, instancabilmente.

Un muscolo composto quasi interamente da fibre lente, specializzato in resistenza posturale.

Un muscolo che p***a il sangue dalle gambe al cuore, come un secondo cuore.

Lo senti?

È lui.
Il tuo alleato invisibile.

TI SFIDO A SENTIRLO

Prova questo, adesso.
Siediti. Solleva lentamente i talloni da terra, tenendo le ginocchia piegate. Fai 10 ripetizioni, lente, con attenzione.

Senti bruciare?
Non è il gastrocnemio.
È lui. Il soleo che finalmente si sveglia.

Questa attivazione, semplice, ma specifica, è l’unico modo per colpirlo direttamente. Perché quando il ginocchio è flesso, il gastrocnemio (che è biarticolare) si disattiva. E il soleo prende il controllo.

Ora lo conosci. Ora puoi ascoltarlo.

E ORA TI FACCIO UNA DOMANDA

Hai mai pensato che il tuo mal di schiena potesse partire dal polpaccio?

Sembra assurdo, vero?
Eppure un soleo rigido, corto, fibrotico… limita la dorsiflessione, cambia la biomeccanica del passo, costringe il bacino a compensare, altera la distribuzione del carico.

E il risultato? Dolore lombare, affaticamento posturale, squilibrio globale.

IL TEST DEL CLINICO (FALLO TU STESSO O USALO IN STUDIO)

🔥 Test di Silfverskiöld
Fai una dorsiflessione passiva del piede con il ginocchio esteso.
Poi rifai la dorsiflessione con il ginocchio flesso.

Se migliora, il problema è il gastrocnemio.
Se resta limitata, il colpevole… è il soleo.

TI ALLENI? ALLORA RISPONDI A QUESTE TRE DOMANDE:
1. Fai solo calf raises in piedi?
2. Hai gambe pesanti alla fine della giornata?
3. I tuoi polpacci non crescono… nonostante tutto?

Se hai detto “sì” almeno una volta, probabilmente stai ignorando il soleo.

UN MUSCOLO, TRE POTERI NASCOSTI

Stabilità posturale: ti tiene su, anche quando pensi che siano solo i glutei o l’addome a farlo.

P***a venosa: aiuta il sangue a risalire, lavora in silenzio per alleggerirti le gambe.

Equilibrio biomeccanico: protegge la colonna, stabilizza la caviglia, regola il passo.

INIZIA A TRATTARLO COME MERITA

Allenalo da seduto, ginocchia piegate, lento e controllato.
Allungalo in dorsiflessione attiva a ginocchio flesso.
Lavoralo manualmente lungo tutta la catena posteriore.
Usalo come strumento di prevenzione vascolare nei pazienti fragili.

E ADESSO DIMMI…

Hai mai valutato il soleo nei tuoi pazienti con lombalgia cronica?
Lo consideri nei percorsi di ritorno alla camminata dopo immobilizzazione?
Lo inserisci nel tuo piano di lavoro per la circolazione periferica?

Se la risposta è “non sempre”, allora questo è il momento per cambiare rotta.
Il soleo ti sta chiamando. Non alza la voce, ma fa la differenza. 🤭

22/04/2025

CV12 – Zhongwan (Centro dello stomaco)

Situato sulla linea mediana, a metà strada tra l'ombelico e il processo xifoideo, più precisamente 4 cun sopra l'ombelico, CV12 – noto anche come Zhongguan (Controllore centrale) – è il punto Mu di Stomaco e il punto Hui di tutti i Fu.

Come origine del Qi del Cielo Posteriore, lo Stomaco e la Milza svolgono un ruolo centrale tra gli Zang Fu, trasformando e distribuendo l'essenza dei cibi e delle bevande in tutto il corpo. Per questo motivo, si può dire che lo Stomaco domina i Fu e la Milza gli Zang. La stretta relazione di Zhongwan con lo Stomaco si riflette ulteriormente nel suo status di punto Hui dei Fu, allo stesso modo in cui Zhangmen (LV13), il punto Mu della Milza, è anche il punto Hui di tutti gli Zang.

Come già ricordato più volte, lo Stomaco e la Milza sono intimamente connessi. Secondo il Pi Wei Lun di Li Dong-Yuan, “quando la carenza di Stomaco provoca il fallimento di Tai Yin nel ricevere ciò che gli è dovuto naturalmente – Tai Yin è il livello energetico della Milza che deve ricevere il puro dallo Stomaco per innalzarlo –, il punto Mu di Yang Ming del piede può aiutare – il meridiano Yang Ming del piede è il meridiano di Stomaco e il suo punto Mu è, per l'appunto, Zhongwan”. Ciò evidenzia l'importante azione secondaria di CV12 nel fortificare il Qi di Milza in caso di deficit.

Zhongwan va utilizzato in caso di indigestione, quando si sente lo stomaco tanto pieno da scoppiare. In questa circostanza è utile massaggiare tutta la zona tra le coste e l'ombelico, approfondendo progressivamente la pressione, senza che questa sia mai percepita come eccessiva. La moxibustione è suggerita, in particolare quando si voglia favorire lo svuotamento gastrico.

Secondo la tradizione, CV12 tonifica e regolarizza il Qi di Stomaco e di Milza, risolvendo l'Umidità e sottomettendo il Qi Ni. Non a caso, questo punto è utile nell'eventualità di nausea, singhiozzo ed eruttazioni, magari in abbinamento a Neiguan (PC6) e a Zusanli (ST36). Allo stesso modo, è prezioso per combattere l'insonnia di chi ha mangiato troppo. Un proverbio cinese recita: “Quando c'è disarmonia dello stomaco, il sonno è agitato”. Provare per credere.

📕 Tratto dal libro "Manuale pratico di agopuntura. La medicina tradizionale cinese per tutti", Edizioni LSWR
👉 Leggi l'estratto gratuito --> https://share-eu1.hsforms.com/1xkZrzfhxT0Wou05QC_GmSwf61qs

Importantissimo!
19/04/2025

Importantissimo!

Sindromi miofasciali: quando il muscolo fa male… anche a distanza! 🎯

Benvenuti a un nuovo episodio di "Patologie Spiritose, dove affrontiamo i malanni… tra curiosità e leggerezza!" Oggi parliamo di un disturbo muscolare tanto comune quanto frainteso: la sindrome miofasciale! Avete mai avuto male in un punto… ma il vero problema era da un’altra parte? Allora siete finiti nel misterioso mondo dei trigger point, quei nodi invisibili che lanciano segnali un po’ confusi al nostro cervello. Scopriamo insieme come funziona questo gioco di prestigio muscolare! 🧩

Cos’è e dov’è?
La sindrome miofasciale è una condizione in cui un muscolo (o la fascia che lo avvolge) sviluppa dei trigger point, ovvero punti molto contratti e dolenti. La cosa buffa? Il dolore può irradiarsi lontano dal punto di origine, confondendo le idee anche ai più esperti. È un po’ come un telecomando muscolare che accende il dolore altrove! 📡

Curiosità divertente

Sai che un trigger point nel trapezio può far male... alla testa? E uno nel gluteo può dare dolore alla gamba come una sciatalgia? Non è magia nera, ma semplicemente neurofisiologia con una spolverata di caos! 🧠

Come si sviluppa?

I trigger point si sviluppano a causa di tensioni croniche, posture scorrette, movimenti ripetitivi o stress emotivo. Quando un muscolo lavora troppo o in modo sbagliato, può andare in protezione, contrarsi in modo anomalo e creare quel famoso “nodo” che, premuto, fa vedere le stelle (e non solo di notte).

Nella vita quotidiana

Se hai un dolore fisso alla spalla, alla schiena o al collo che non passa con nulla e che magari si irradia in zone strane, potresti avere a che fare con una sindrome miofasciale. E no, non sempre il problema è dove senti male… il muscolo birichino può parlare in codice! 🕵️‍♂️

Parole complicate, spiegate semplici

Trigger point: un punto iperattivo in un muscolo che, se stimolato, causa dolore locale o a distanza.

Fascia: una pellicola sottile ma resistente che avvolge i muscoli. Quando si irrigidisce, può trasmettere tensioni a distanza.

Accenni di fisioterapia

Il trattamento della sindrome miofasciale prevede tecniche manuali (come il massaggio dei trigger), stretching mirato, tecniche di neurodinamica e rieducazione posturale per correggere le cause profonde. Anche il lavoro sul respiro e il rilassamento è fondamentale: a volte basta allentare la tensione... per sciogliere il dolore.

Curiosità scientifica

Sapevi che i trigger point attivi sono responsabili di una larga parte dei dolori muscoloscheletrici cronici? Secondo alcuni studi, fino all’85% delle diagnosi di dolore miofasciale può nascondere questi piccoli “interruttori di dolore”.

Conclusione

Le sindromi miofasciali sono come burattinai silenziosi: tirano i fili del dolore da dietro le quinte. Ma con una buona valutazione, trattamenti mirati e un po’ di attenzione alla postura, si può tornare a muoversi liberi… senza più marionette muscolari!

A sabato prossimo per il prossimo episodio! 🎭👋

E se vuoi approfondire più seriamente, ecco un articolo per te!

https://educarefisio.com/2015/11/17/trigger-point-e-sindrome-miofasciale/

18/04/2025

IL GINOCCHIO: IL CAPOLAVORO DI INGEGNERIA DEL TUO CORPO!

Il ginocchio è una delle articolazioni più complesse e affascinanti del nostro corpo. È un vero capolavoro biomeccanico che ci permette di camminare, correre, saltare e inginocchiarci… fino a quando non decide di farci male!

Ma cosa tiene tutto insieme?

La risposta è nei tendini e legamenti, le vere corde di sicurezza che stabilizzano questa articolazione super sollecitata.

LE COMPONENTI CHIAVE DEL GINOCCHIO

1️⃣ Tendine del quadricipite: collega il potente muscolo quadricipite alla rotula e permette l’estensione del ginocchio.

2️⃣ Legamento rotuleo: continua dal tendine del quadricipite e si attacca alla tibia, assicurando la stabilità dell’articolazione.

3️⃣ Legamenti collaterali (mediale e laterale): proteggono il ginocchio dalle forze laterali e impediscono che si pieghi in direzioni sbagliate.

4️⃣ Menischi (mediale e laterale): sono i cuscinetti anti-shock che assorbono gli impatti e proteggono la cartilagine.

PERCHÉ IL GINOCCHIO È COSÌ A RISCHIO INFORTUNI?

Il ginocchio è un’articolazione mobile ma instabile per natura. A differenza dell’anca, che è profondamente incastrata nel bacino, il ginocchio si basa su legamenti e muscoli per mantenere la sua stabilità. Se qualcosa non lavora bene, il ginocchio paga il prezzo!

Squilibri muscolari: un vasto laterale forte e un vasto mediale debole? Ecco il ginocchio che devia e la rotula che grida vendetta!

Tendine del quadricipite sovraccarico: hai mai sentito parlare di ginocchio del saltatore? Il tendine infiammato ti ricorda ogni scalino che fai!

Menisco maltrattato: se sei uno sportivo o fai movimenti ripetitivi in torsione, il menisco potrebbe cedere e urlare di dolore.

Questa meraviglia biomeccanica ha bisogno di muscoli forti, elasticità e mobilità per funzionare al meglio. Non aspettare di sentire dolore per prendertene cura!

Quanti di voi si lamentano di dolori al ginocchio e pensano che sia solo “vecchiaia”? 🧐 se sei tra questi ti consiglio di leggere un articolo inerente.

https://educarefisio.com/2021/07/15/dolore-al-ginocchio-nellartrosi/

17/04/2025

🎉 È di nuovo giovedì! Benvenuti ad un nuovo episodio di "Muscolandia: esplorando la mappa dei muscoli!" 🎉

Oggi risaliamo verso il volto per scoprire un muscolo sottile, elegante e… un po’ teatrale: il platisma! Magari non ne hai mai sentito parlare, ma è lui che tira giù gli angoli della bocca quando siamo tesi, tristi o stressati.

🔍 Dettagli anatomici

Il platisma è un muscolo cutaneo, piatto e sottile, che si trova appena sotto la pelle nella parte anteriore e laterale del collo.

Origine: fascia del muscolo grande pettorale e del deltoide.
Inserzione: margine inferiore della mandibola, angolo della bocca, cute del mento.
Innervazione: nervo facciale (VII nervo cranico).

Funzioni principali

Tira verso il basso la mandibola e gli angoli della bocca.
Tende la pelle del collo (pensa a quando stringi i denti o fai una smorfia).
Contribuisce a espressioni facciali come tensione, paura, tristezza.
Coinvolto in parte nei movimenti della deglutizione e della fonazione.

🌡️ Tipi di dolore e implicazioni cliniche

Il platisma non è un muscolo doloroso in sé, ma può partecipare a diverse condizioni:

- tensioni cervicali e mandibolari (soprattutto nei soggetti stressati o bruxisti)
- rigidità mimica in chi usa molto i muscoli facciali o parla molto
- inestetismi del collo: se perde tono, possono comparire le tipiche bande verticali del collo
- posture alterate del capo (es. forward head posture) possono iperattivarlo in modo compensatorio

Funzione quotidiana

Il platisma entra in azione ogni volta che parli, deglutisci, sorridi forzatamente o sei stressato. Lavora anche in attività inconsapevoli come stringere i denti, stirare il collo o fare facce da “sto sopportando tutto”.

🏋️ Esercizio di allungamento (Stretching del platisma, facile e visibile)

1. Siediti o stai in piedi, con la schiena dritta.
2. Inclina leggermente la testa all’indietro, come se guardassi il soffitto.
3. Spingi il mento in avanti e verso l’alto, come per allungare il collo.
4. Tira leggermente indietro gli angoli della bocca, come se stessi sorridendo forzatamente.
5. Mantieni per 10-15 secondi, rilassa e ripeti 2-3 volte.

Aiuta a distendere la parte anteriore del collo e a migliorare la tonicità della pelle.

🏋️ Esercizio di rinforzo (Attivazione mimica)

1. Guarda dritto davanti a te.
2. Tira con forza gli angoli della bocca verso il basso, come se facessi un’espressione di disappunto.
3. Allunga contemporaneamente il collo e contrai la parte anteriore, notando le bande verticali sotto la mandibola.
4. Mantieni 5 secondi e ripeti per 10 volte.

Ottimo per stimolare il platisma e migliorare la coordinazione mimica e la tonicità del collo.

🔬 Curiosità scientifica

Sapevi che il platisma è uno dei cosiddetti muscoli pellicciai? Significa che non si inserisce sulle ossa, ma direttamente nella pelle. Questo lo rende uno dei principali responsabili delle espressioni facciali, ma anche dei primi a mostrare segni dell’età…

In campo estetico viene spesso coinvolto nei trattamenti di lifting e botulino, e in ambito terapeutico può essere utile nei programmi di rieducazione miofunzionale oro-facciale e posturale.

💬 Conclusione

Il platisma è un muscolo piccolo e sottile, ma con un grande impatto su espressione, postura e tensione cervicale. Prendersene cura con esercizi mirati può portare benefici sia funzionali che estetici.

Ci vediamo giovedì prossimo per un nuovo episodio di "Muscolandia!" 🌟

16/04/2025

IL TUO ILEO-PSOAS: AMICO O NEMICO?

Se hai dolore all’anca, sensazione di blocco, o fastidio quando alzi la gamba, il problema potrebbe essere proprio lui: l’ileo-psoas. Questo muscolo, spesso dimenticato, è il motore del movimento dell’anca e un fulcro fondamentale per la postura. Eppure, quando si irrigidisce, può diventare un vero nemico.

Il labrum acetabolare e il ruolo dell’ileo-psoas

Nella prima immagine vediamo un tendine iliopsoas normale, che scivola dolcemente sopra il labbro acetabolare senza creare problemi. Ma cosa succede quando questo tendine diventa troppo rigido o ipertonico? Nella seconda immagine, vediamo il labbro acetabolare lesionato (labral tear): il tendine, troppo teso, esercita una pressione eccessiva, creando attrito e infiammazione, che nel tempo può portare a una lesione.

💡 Ecco la verità che nessuno ti dice!

Il tuo ileo-psoas può essere il principale colpevole di:
Dolore inguinale inspiegabile
Sensazione di “scatto” nell’anca
Limitazione nei movimenti e rigidità
Problemi posturali e lombalgia

Perché accade?

Vita sedentaria = accorciamento dell’ileo-psoas

Squilibri muscolari = sovraccarico del tendine

Movimento ripetitivo senza compensazione = stress cronico sul labbro acetabolare

La soluzione? Non basta “allungare” l’ileo-psoas a caso! Serve un approccio mirato per migliorare la sua mobilità e il suo controllo attivo. Rinforzarlo e rieducarlo nel movimento è la chiave per evitare danni strutturali e migliorare la biomeccanica dell’anca. Affidati ad un professionista sanitario! 😉

Hai mai avuto fastidi all’inguine o un’anca che “scatta”? Racconta la tua esperienza nei commenti! 🔎

Biagio La Macchia
16/04/2025

Biagio La Macchia

Scopri consigli pratici e approfondimenti sul benessere fisico e la fisioterapia. Leggi i nostri articoli su EduCare Fisio.

Indirizzo

Via Ugo La Malfa 21, Barcellona PG ; Via Vico Ausonia 3, Lipari
Pozzo Di Gotto

Orario di apertura

Lunedì 08:00 - 21:00
Martedì 08:00 - 21:00
Mercoledì 08:00 - 21:00
Giovedì 08:00 - 21:00
Venerdì 08:00 - 21:00
Sabato 08:00 - 21:00
Domenica 09:00 - 13:00

Telefono

+393286231807

Sito Web

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Fisioterapia e Trattamento Olistico di Tindaro e Biagio La Macchia pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Fisioterapia e Trattamento Olistico di Tindaro e Biagio La Macchia:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare