19/07/2025
STORIE DI RINASCITA: LA TESTIMONIANZA DI ANNAMARIA
Dicembre 2023. Per Annamaria e sua figlia Michela, tutto cambia con una diagnosi ricevuta in silenzio, senza spiegazioni: adenocarcinoma pancreatico con sospette metastasi epatiche. Un ricovero per ittero, uno stent biliareposizionato, e poi solo una lettera di dimissioni. Nessuna parola da parte dei medici. Solo quella riga fredda e tagliente letta da Michela, in macchina.
È lì che inizia davvero la loro storia: una madre e una figlia sole contro una montagna immensa. Ma Michela reagiscecon una determinazione rara. Si informa, studia, cerca ogni possibile via. Inizia a proteggere sua madre, corpo e anima, anche ispirandosi al libro “Affamare il cancro” di Jane McLelland.
Un consulto al San Raffaele conferma: si deve iniziare con la chemioterapia. Ma la strada non sarà solo quella. A luglio 2024 arrivano alla Fondazione AMOR, e da lì tutto prende una nuova direzione. Conoscono la dottoressa Margherita Luongo e, attraverso una visita online, scoprono un modo diverso, umano e integrato, di affrontare la malattia.
Quello che la dottoressa offre non è solo una terapia, ma una presenza: una luce nel buio, un punto fermo a cui aggrapparsi. Insieme iniziano un percorso fatto di ascolto, di scelte condivise, di speranza concreta.
Con lei, Annamaria inizia l’ozonoterapia seguita dalla dottoressa Colpani, che fin da subito la accoglie con sorrisi sinceri, dolcezza e rispetto. Per Annamaria, quello studio diventa un luogo dove non è più una paziente qualunque. È una persona, guardata negli occhi. Grazie all’ozono, gli effetti collaterali della chemio si attenuano. Il corpo si risveglia. La forza ritorna. E anche il sorriso.
Quando la dottoressa Colpani non c’è, è il dottor Brozza a prendersi cura di lei. Gentile, attento, sempre positivo: è una presenza silenziosa ma essenziale, che completa un’équipe dove la cura è anche relazione, accoglienza, dignità.
A novembre 2024, Annamaria affronta un ciclo di radioterapia stereotassica con il dottor Fanelli, e da allora non c’è più evidenza di malattia attiva. È una tappa fondamentale. Ma il viaggio continua. A febbraio arriva una grave colangite: lo stent non funziona più. L’intervento tempestivo dell’oncologo e del dottor Fugazza dell’Humanitas, con la procedura “stent in stent”, permette di superare anche questo ostacolo.
A maggio, un nuovo ricovero: ematemesi e due trasfusioni. Ma Annamaria è ancora qui. E vuole restarci il più a lungo possibile. Lo dice con serenità, forza e lucidità. Ogni giorno è un dono prezioso.
Annamaria e Michela non sono solo madre e figlia. Sono una squadra. Una piccola grande famiglia che ha resistito al dolore più profondo: la perdita del papà, anni fa. Da allora sono state una per l’altra tutto il mondo. E oggi affrontano ogni tempesta insieme, mano nella mano, senza mai lasciarsi andare.
Se anche tu stai cercando una strada nuova, che unisca scienza e umanità, contatta la Fondazione AMOR.
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🤝 Uniti si può!