24/08/2025
In un'epoca in cui siamo ossessionati dall'autodeterminazione e dal successo personale, Zygmunt Bauman ci offre una riflessione illuminante sulla più antica delle aspirazioni umane: la ricerca della felicità. "L'arte della vita" non è il solito manuale di auto-aiuto, ma un'analisi lucida e provocatoria di come la società liquido-moderna abbia trasformato la felicità da dono divino a progetto personale.
Bauman, con la sua caratteristica acutezza, esplora come la responsabilità di essere felici sia diventata un peso sulle spalle dell'individuo moderno. Siamo passati, ci dice, dal destino alla vocazione: non accettiamo più passivamente la nostra sorte, ma siamo chiamati a essere "artisti della vita", architetti del nostro benessere.
Il paradosso che emerge è affascinante: più ci sforziamo di raggiungere la felicità attraverso il consumo, l'autoaffermazione e il successo professionale, più questa sembra sfuggirci. La società dei consumi ci promette soddisfazione istantanea, ma genera solo desideri sempre nuovi e mai appagati.
La prosa di Bauman, elegante e accessibile nonostante la complessità dei temi trattati, ci guida attraverso questa esplorazione con esempi concreti e riferimenti culturali che spaziano dalla filosofia antica alla cultura pop contemporanea. Il risultato è un'opera che non offre facili risposte, ma ci invita a ripensare criticamente il nostro rapporto con la felicità e il significato stesso di una "vita ben vissuta".
Un libro essenziale per chiunque voglia comprendere le contraddizioni della nostra epoca e riflettere sul vero significato dell'arte di vivere nel XXI secolo.
Zygmunt Bauman (1925-2017) è stato uno dei più influenti sociologi del XX e XXI secolo. Nato in una famiglia ebrea a Poznań, Polonia, la sua vita fu segnata dalle grandi tragedie del '900: dovette fuggire in Unione Sovietica con la famiglia per scampare all'invasione nazista, e lì si arruolò nell'Armata Rossa per combattere contro Hi**er.
Nel dopoguerra, tornato in Polonia, divenne un brillante accademico ma nel 1968 fu costretto all'esilio a causa dell'antisemitismo di stato. Si stabilì in Gran Bretagna, dove insegnò all'Università di Leeds fino al pensionamento.
Bauman ha analizzato con straordinaria lucidità la condizione dell'uomo contemporaneo, coniando concetti divenuti celebri come quello di "modernità liquida" - una società dove tutto è fluido, instabile, precario. I suoi studi hanno spaziato dall'Olocausto alla globalizzazione, dall'amore nell'era di Internet alla crisi dei legami sociali.
Pensatore prolifico e anticonformista, ha sempre mantenuto uno stile accessibile e una profonda empatia verso gli "emarginati " della società. La sua opera, tradotta in tutto il mondo, continua a illuminare le contraddizioni e le sfide della nostra epoca.
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