11/12/2023
Le parole del neurologo che in questi giorni hanno smosso un lecito polverone nella nostra comunità professionale ci lasciano attoniti e preoccupati.
Al di là della questione specifica, quello che ci appare evidente è la squalifica della professione psicologica, ridotta secondo il medico "per prassi" a ve**re in seconda battuta dopo la diagnosi medica.
La legge 56/89 specifica chiaramente che la DIAGNOSI è una competenza dello psicologo, non una specificità medica.
Nel mondo dei sogni social, si lascia però credere che esista una prassi dove prima si agisce farmacologicamente e poi si agisce terapeuticamente. E che nel caso di Turetta questa prassi non sia stata seguita, con le drammatiche conseguenze che tutti conosciamo.
Questo è FALSO.
Ovviamente siamo seri, professionali e collaborativi e crediamo che in molti casi sia necessario il supporto farmacologico e che la relazione con i medici specialisti sia sacrosanta, nel rispetto reciproco delle competenze professionali.
Ma se fosse vero quello che scrive il neurologo, non ci potremmo spiegare i numeri dei suicidi delle persone seguite farmacologicamente, ad esempio dei detenuti in carcere. Né avrebbero ragione i numeri di pazienti psichiatrici che commettono reati nonostante la stabilizzazione farmacologica.
La realtà è che la mente è complessa, non è ascrivibile solo al cervello e alle sue variazioni; le relazioni lo sono molto di più, e gli psicofarmaci non sono tachipirina che ha un effetto semplice e immediato sul sintomo. Anche gli psicofarmaci hanno bisogno di tempo e vanno saputi somministrare. Non sono medicine preventive, non sono cure certe. Lo dice la scienza, noi siamo qui solo a sottolinearlo.
Registriamo da più parti vari attacchi alla nostra professione, che si vorrebbe ancillare a quella medica, e rispondiamo con un forte NO a queste manipolazioni mediatiche.
Checché ne dicano i facili influencer della psiche, non esistono pilloline magiche o ricette semplici, e l'unica risposta alla violenza è uno strenuo lavoro di prevenzione e cura, a partire dalla prima infanzia e dall'adolescenza.