
15/03/2024
"Sono piena,
No, grazie, davvero, prima ho mangiato non sai quanto ...
Nono, non sono a dieta figurati, sto solo attenta ai dolci!
No poi in realtà ultimamente non sto bene, non digerisco niente !
Si sto facendo degli esami, mi hanno sconsigliato di mangiare certi alimenti ..."
Quante scuse, quanta fatica, quanto dolore.
Il 15 marzo mi porta a fare i conti con un passato spesso negato.
Attività fisica ossessiva, controllo maniacale di ogni caloria ingerita, amenorrea, negazione totale.
"Ti stai rovinando, sei tutt'ossa; non lo vedi che sei terrorizzata dal cibo?".
Ogni frase, ogni giudizio, ogni commento non richiesto mi dava la carica per continuare la sfida malata contro me stessa.
Ricordo gli sguardi dei miei amici più strette, la preoccupazione costante e le mille strategie per cercare ilmodo di starmi accanto senza mettermi pressione.
"State tranquilli, altri 2 kg ed ho raggiunto l'obiettivo che mi ero prefissata".
2,5 - 3 - 3,5 ... non bastava mai.
Il peso diminuiva, tenevo tutto sotto controllo e continuavo l'estenuante lotta con la percezione di me stessa.
Non ero felice e non riuscivo più ad essere me stessa.
Oggi è il 15 marzo, sono passati anni da quel capitolo della mia vita ed oggi, come tutti gli altri giorni e forse un pò di più, sono vicina a tutti voi che state lottando contro questo mostro.
Potrei condividere foto di quel periodo fatto di costole sporgenti, viso scavato ed occhi spenti ma no, non lo farò.
Non cancello ciò che è stato ma tengo stretti a me tutti i luoghi e le persone che mi hanno aiutata a tornare a respirare, ad assaporare la vita.
E no, non si tratta solo di mangiare o di avere un rapporto conflittuale con la propria madre: magari fosse "solo" questo.
Un disturbo del comportamento alimentare, qualsiasi esso sia, è una gabbia ma ... ricordate sempre: le uniche persone ad avere la chiave per uscirne siamo noi.