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Differenza tra acido folico e folati.In questo articolo la drssa. Coffaro lo spiega molto bene
08/10/2025

Differenza tra acido folico e folati.
In questo articolo la drssa. Coffaro lo spiega molto bene

PERCHÉ DEVI ASSUMERE I FOLATI?

Sono vitali per la nostra salute, ma spesso passa inosservata finché non si spegne qualcosa dentro di noi. È la vitamina B9, o meglio dire folato (non “acido folico”), come continuano a scrivere su molte etichette.

Sono due cose profondamente diverse, e la distinzione non è un dettaglio chimico... è la differenza tra nutrire la vita e caricarla di un surrogato sintetico che può anche diventare tossico.

Negli ultimi anni, sempre più persone si ritrovano con bassi livelli di folati, anche se seguono diete apparentemente sane. La causa? Cibi industriali, farine fortificate, integratori con acido folico sintetico, e una catena metabolica che in molti è geneticamente rallentata... quella del famoso gene MTHFR. E quando la metilazione non funziona bene, il corpo non riesce a “attivare” la B9 nel suo formato biologico, e si innescano processi di stanchezza cronica, infiammazione, disturbi dell’umore, e una rigenerazione cellulare inceppata.

Ma andiamo con ordine. Folato o acido folico? Non è la stessa cosa e vi spiego perché.

La maggior parte delle persone crede che “folato” e “acido folico” siano sinonimi. Non lo sono. Il folato è la forma naturale della vitamina B9, quella che trovi nelle verdure a foglia verde, nei legumi, nell’avocado, nei frutti tropicali. L’acido folico, invece, è una forma sintetica prodotta in laboratorio, più stabile sugli scaffali, ma non sempre riconosciuta bene dal corpo.

E qui c’è l’inganno moderno, molti cibi industriali “fortificati” contengono acido folico, non folato. E chi ha un polimorfismo del gene MTHFR (una persona su due, circa!) non riesce a trasformare l’acido folico nella sua forma attiva, il 5-MTHF.

Risultato?

Accumuli nel sangue una forma “inattiva” che può interferire con la detossificazione, confondere il sistema immunitario e persino confondere il nostro DNA.

Il corpo, invece, quando riceve folati naturali dal cibo, li utilizza subito per quello che serve:

- Costruire e riparare il DNA,

- Creare globuli rossi sani,

- Regolare l’umore e i neurotrasmettitori,

- ...e mantenere in equilibrio la nostra omocisteina, una molecola chiave che, se troppo alta, danneggia i vasi sanguigni e accelera l’invecchiamento.

Non esiste un momento della vita in cui il folato non sia essenziale. Serve al bambino che cresce nel grembo, serve all’adulto stressato che brucia risorse metiliche per tenere insieme il cervello, serve all’anziano che deve proteggere memoria, cuore e sistema immunitario.

Ogni cellula che si divide, ogni tessuto che si rigenera, ogni cicatrice che si rimargina, richiede folati. Eppure, viviamo in un’epoca dove si parla tanto di integratori sofisticati, ma pochissimo del semplice potere di un piatto di spinaci crudi, di una ciotola di lenticchie fumanti, o di un avocado maturo. Cibo vero, vivo, che parla la lingua del corpo.

Quando i livelli di folato sono ottimali, accade qualcosa che si sente, non solo che si misura. Il sangue scorre meglio, il cervello si accende, la pelle si ossigena, l’umore si stabilizza. Ma dietro queste sensazioni ci sono funzioni biologiche precise.

1. Cuore e circolazione: Il folato migliora la salute dell’endotelio, cioè la parete interna dei vasi sanguigni. Li mantiene flessibili, riduce l’infiammazione e impedisce la formazione di placche. Un cuore che riceve abbastanza folati è un cuore che si rigenera meglio e lavora con meno sforzo.

2. Omocisteina sotto controllo: L’omocisteina è un amminoacido che, se non viene “metilato” correttamente, si accumula e diventa tossico per le arterie e il cervello. Il folato, insieme alle vitamine B6 e B12, la trasforma in metionina, che serve per creare serotonina, dopamina, e GABA... i neurotrasmettitori dell’equilibrio emotivo.

3. Metilazione: La metilazione è il grande interruttore biologico del corpo (ho scritto pure un Iibro sulla metilazione. Regola i geni, la detossificazione, l’energia cellulare, e persino la risposta allo stress. Senza folati, questo meccanismo si inceppa. E quando la metilazione rallenta, il corpo accumula tossine, si infiamma, e il cervello si spegne piano piano.

4. Immunità e rigenerazione: Il folato è fondamentale anche per la produzione di globuli bianchi e rossi. Chi ne ha poco si ammala più facilmente, si stanca, e guarisce con lentezza. È come se il corpo non riuscisse più a “copiare” se stesso in modo fedele... l’informazione genetica diventa fragile, e la rigenerazione si fa incerta.

Ora veniamo al pratico, che è sempre la parte più bella. Ecco gli alimenti più ricchi di folati naturali, quelli che dovrebbero comparire spesso nei piatti di chi vuole mantenere un corpo vitale e una mente lucida. Li elenco uno per uno, ma te li racconto anche, perché il cibo non è solo nutrizione... è linguaggio, è memoria, è energia viva.

1. Spinaci, un classico: Ricchissimi di folati, clorofilla e ferro organico. Ma attenzione... meglio crudi o appena scottati. Il calore eccessivo distrugge parte della B9.

2. Asparagi: Tra le verdure primaverili più benefiche per fegato e drenaggio linfatico. Tre asparagi grandi coprono quasi il 20% del fabbisogno giornaliero di folato.

3. Avocado: Un frutto perfetto per la metilazione: contiene folati, grassi buoni e glutatione, il “re” degli antiossidanti endogeni.

4. Fegato (di manzo o pollo bio): Sì, è l’alimento più concentrato di folati e vitamina B12 in assoluto. Ma solo se è di animali sani e allevati al pascolo. E per chi riesce a mangiarlo.

5. Broccoli: Sinergia pura tra folati, zolfo e fibre prebiotiche. Aiutano anche il fegato a eliminare l’eccesso di estrogeni e tossine ambientali.

6. Rucola: Amara, stimolante, perfetta per chi ha digestione lenta. I folati della rucola sono immediatamente biodisponibili.

7. Lenticchie e legumi: Fonte vegetale eccellente di folati e ferro. Ma ricordati di metterli in ammollo e sciacquarli bene per ridurre le lectine.

8. Lattuga romana: Non è la più ricca, ma la più delicata per chi ha intestino sensibile. Ottima base per insalate giornaliere “ricaricanti”.

9. Cime di rapa: Potenti attivatrici del fegato, ricche di zolfo e vitamina K. Hanno un effetto depurativo e alcalinizzante.

10. Papaya: Dolcissima, tropicale e ricca di enzimi digestivi, oltre che di folati. Aiuta anche la flora intestinale e calma l’infiammazione.

11. Cavolini di Bruxelles: Potenti regolatori ormonali, ottimi per chi ha PCOS o squilibri estrogenici. Ma non scuocerli, mai!

12. Cavolfiore: Versatile e depurativo, stimola la produzione di glutatione e mantiene basso l’indice infiammatorio.

13. Piselli verdi: Piccoli ma densissimi di folati, proteine e fibre. Perfetti in zuppe leggere o come contorno primaverile.

14. Barbabietole: Il loro rosso è simbolo di vita... ricche di betaina, che coopera con il folato nel ciclo della metilazione. Mi raccomando, solo vero biologico.

Un segreto che pochi ricordano... i folati sono estremamente sensibili al calore, alla luce e al tempo. Quando congeli o cucini troppo a lungo le verdure, perdi fino al 60% di vitamina B9. Ecco perché, se vuoi davvero ricaricare il corpo, puoi alternare al pasto solido anche un succo verde fresco... spinaci, rucola, sedano, avocado e barbabietola. Bevilo subito dopo averlo estratto, oppure conservalo in un contenitore ermetico e scuro, al fresco, non più di 12 ore. Ogni bicchiere è una “trasfusione” di luce verde per le cellule.

Durante la gravidanza, il fabbisogno di folato aumenta in modo enorme, serve per formare il tubo neurale del feto e per evitare malformazioni come la spina bifida. Ma non è solo un discorso ostetrico, il folato serve anche alla donna dopo il parto, perché attraverso il latte sostiene la crescita del bambino e la salute mentale della madre. Una carenza, in questa fase, può tradursi in anemia, tristezza, affaticamento e difficoltà di concentrazione.

E no, non basta “un integratore con acido folico”. Serve la forma metilata, quella naturale o in 5-MTHF, per chi ha una genetica MTHFR lenta. Il corpo non è una macchina chimica che puoi “riempire” a caso: è un’orchestra, e il folato è uno dei suoi strumenti più delicati.

Come capire se ti manca folato? A volte i segnali sono sottili, altre volte gridano. Se ti senti spesso stanco, confuso, con l’umore altalenante o con unghie che si sfaldano, potresti non avere abbastanza B9. Anche la pelle pallida, l’anemia o la sensazione di “testa ovattata” sono campanelli d’allarme. Chi segue diete povere di verdure che ho descritto sopra o ha problemi intestinali cronici, è più esposto. E anche chi vive in costante stress... la metilazione si consuma in proporzione alla tensione emotiva.

Ogni volta che il corpo ripara un tessuto, copia un DNA o disattiva una tossina, sta usando folati. Quando ce n’è abbastanza, la biologia scorre in silenzio, armoniosa. Quando mancano, si accumulano errori di trascrizione, radicali liberi, e l’invecchiamento accelera.

Il folato è, in fondo, una vitamina che protegge l’informazione vitale. È ciò che permette al corpo di dire:

“so chi sono, e so come rigenerarmi”.

E questa è forse la definizione più alta di salute.. non assenza di sintomi, ma capacità di rinnovamento.

Vuoi più energia, lucidità, resilienza?

Non serve inseguire la formula magica. Serve ricordare la semplicità del cibo vivo, quello che i nostri antenati mangiavano ogni giorno, non come “superfood”, ma come nutrimento sacro. Una manciata di verdure a foglia verde ogni giorno, qualche legume ben preparato, un avocado, una barbabietola, una papaya matura. E la consapevolezza che ogni forchettata è un messaggio al tuo DNA.

Perché il corpo non sbaglia mai, risponde. E se lo nutri di vita vera, lui la restituisce amplificata.

XO – Patrizia Coffaro

Meditate gente, meditate.
23/09/2025

Meditate gente, meditate.

CAFFÈ IN CIALDA DI PLASTICA: QUELLO CHE NON TI DICONO

Ti sei mai chiesto cosa c’è davvero dentro la tua tazzina di caffè quando lo prepari con le famose cialde o capsule di plastica?

Lo so, è un tema scomodo. Perché ormai sono entrate in tutte le case: pratiche, veloci, tutte uguali, con mille gusti e marchi accattivanti. Basta un clic e in pochi secondi la tua cucina profuma di bar. Ma… ti sei mai chiesto che prezzo stai pagando in termini di salute per questa comodità?

Perché sì, la verità è questa, quel piccolo contenitore di plastica, sottoposto al getto di acqua bollente a più di novanta gradi, rilascia sostanze tossiche che inevitabilmente finiscono nel tuo caffè. E a quel punto non stai bevendo solo caffeina e aromi, stai introducendo nel corpo anche frammenti invisibili di plastica, interferenti endocrini e residui chimici che il tuo organismo deve gestire.

E ora ti spiego questa realtà, un po’ scomoda, ma necessaria. Perché il caffè dovrebbe essere un piacere, non una fonte quotidiana di tossine.

La plastica, quando è integra e a temperatura ambiente, sembra innocua. Ma il problema nasce quando viene scaldata. E con le cialde di caffè parliamo di acqua a circa 90-95°C, che attraversa un contenitore minuscolo fatto di polimeri.

E qui la chimica non perdona, il calore rompe le catene della plastica e libera nel liquido sostanze che si chiamano microplastiche e composti chimici tossici.

Non è un’opinione... è un fatto. La plastica contiene additivi come ftalati, bisfenoli, stirene e altri composti che non restano fermi al loro posto, ma migrano.

E non illuderti che la scritta “plastica per alimenti” ti protegga. Perché sì, è vero, la legge permette solo materiali “idonei al contatto con gli alimenti”. Ma idoneo non vuol dire sano. Vuol dire che rientra in limiti di legge stabiliti su test brevi, non certo sulla dose quotidiana per anni e anni.

Ora chiediamoci, quante capsule bevi al giorno? E quante ne hai bevute in un anno? In dieci anni? Ecco il punto.

Cosa finisce nel tuo caffè? Ti elenco le sostanze più comuni che possono migrare dalle cialde di plastica al tuo espresso:

- Bisfenolo A (BPA) e suoi “fratellini” (BPS, BPF): interferenti endocrini potentissimi, che imitano gli estrogeni e mandano in tilt il sistema ormonale.

- Ftalati: usati per rendere la plastica flessibile, sono associati a infertilità maschile, disturbi dello sviluppo nei bambini e problemi tiroidei.

- Stirene: un composto che può staccarsi dal polistirene; classificato come “possibile cancerogeno” dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Canc*o.

- Microplastiche: frammenti minuscoli invisibili all’occhio umano, che finiscono nel caffè e poi nel sangue, nei polmoni, nel fegato, perfino nella placenta.

E sai qual è il paradosso? Queste sostanze non hanno né colore né sapore. Tu bevi il caffè convinto che sia puro e aromatico, e intanto ingoi composti che lentamente, goccia dopo goccia, sommati ad altri inquinanti ambientali e alimentari, logorano il corpo dall’interno.

Forse ti starai chiedendo: “Ok, ma quali danni concreti possono provocare queste sostanze?”. Te li spiego in modo chiaro:

1. Sistema ormonale in tilt: Bisfenoli e ftalati sono noti come interferenti endocrini. Significa che disturbano gli ormoni: possono alterare la fertilità, aumentare il rischio di sindrome metabolica, contribuire a obesità e diabete, peggiorare i disturbi tiroidei.

2. Rischio tumorale: Alcuni composti plastici (come lo stirene) sono sotto osservazione per il loro potenziale legame con tumori, soprattutto del sistema digerente.

3. Infiammazione cronica: Le microplastiche, entrando nel corpo, innescano una reazione del sistema immunitario, il corpo le percepisce come corpi estranei e si crea una micro-infiammazione silente. Questo stato infiammatorio di basso grado è alla base di molte malattie croniche moderne.

4. Sistema nervoso e cervello
Alcuni additivi plastici hanno effetti neurotossici, riduzione della concentrazione, disturbi dell’umore, alterazioni cognitive.

5. Salute fetale e infantile: Studi hanno trovato microplastiche perfino nella placenta. Ciò significa che una donna incinta che beve quotidianamente caffè in cialda espone anche il feto a queste sostanze. E un sistema in sviluppo è molto più vulnerabile.

Ecco il punto, nessuno di noi si avvelena con una sola tazzina. Il problema è la somma. È il caffè al mattino, quello dopo pranzo, quello pomeridiano con l’amica. È la plastica che respiriamo, quella che ingeriamo dal cibo confezionato, dalle bottiglie, dalle padelle antiaderenti rovinate.

La tazzina di caffè in cialda non è “il” problema, ma è uno dei tanti canali quotidiani attraverso cui la plastica entra nel nostro corpo. E ogni giorno aggiunge una goccia al vaso.

Il guaio è che questo vaso trabocca senza che tu te ne accorga, disturbi ormonali, infiammazione cronica, stanchezza inspiegabile, allergie, infertilità, malattie autoimmuni. Tutti pezzi di un puzzle che spesso non colleghiamo all’ambiente tossico in cui viviamo.

Capisco perfettamente il fascino delle capsule, niente macinini, niente sporco, tutto rapido e uguale. Ma questa comodità la stai pagando con la moneta più preziosa che hai... la tua salute.

E non solo, pensiamo anche all’ambiente. Ogni anno miliardi di capsule finiscono in discarica, molte non riciclabili, molte bruciate, rilasciando ulteriori sostanze tossiche. Il caffè in cialda non è solo un problema per il corpo, ma anche per il pianeta.

La buona notizia è che non sei condannato a rinunciare al caffè. Ci sono soluzioni:

- Moka tradizionale: la cara vecchia moka in acciaio inox è ancora il metodo più sano.

- Macchine a cialde compostabili: esistono capsule in carta o materiali biodegradabili, molto più sicure della plastica.

- Caffè filtrato: con filtri in carta naturale, senza sbiancanti.

- Macchina da caffè che trita direttamente il caffè e te lo prepara.

Il caffè non deve diventare un veleno quotidiano, basta scegliere il metodo giusto.

Quello che volevo trasmetterti oggi non è una crociata contro il caffè (ci mancherebbe!). È un invito a guardare oltre la superficie. Le capsule di plastica ci hanno illuso che la modernità equivalga a progresso, ma non sempre è così. Spesso il progresso si rivela un boomerang per la salute.

La prossima volta che prepari un caffè in cialda, fermati un attimo e chiediti: “Sto bevendo energia o sto bevendo plastica?”. Il tuo corpo ti ringrazierà per ogni piccola scelta consapevole.

Perché la salute non si gioca sulle grandi rivoluzioni, ma su gesti semplici, quotidiani. Come il modo in cui prepari la tua tazzina di caffè.

XO - Patrizia Coffaro

Oggi ascoltiamo: WOODSTOCKUn viaggio nel 1969Il  più grande avvenimento musicale della storia della musica.Buona giornat...
20/09/2025

Oggi ascoltiamo: WOODSTOCK

Un viaggio nel 1969
Il più grande avvenimento musicale della storia della musica.
Buona giornata

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L'INFIAMMAZIONE CRONICA: IL FILO NASCOSTO CHE LEGA LE MALATTIECiao a tutti,oggi vi porto in un viaggio che, se vi fermat...
13/09/2025

L'INFIAMMAZIONE CRONICA: IL FILO NASCOSTO CHE LEGA LE MALATTIE
Ciao a tutti,
oggi vi porto in un viaggio che, se vi fermate ad ascoltare davvero, potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui guardate alla vostra salute.
Avete mai avuto la sensazione che i medici trattino i vostri problemi come se fossero isole separate? Un farmaco per il colesterolo, un altro per la glicemia, un altro ancora per l’ansia o l’annebbiamento mentale. Un cassetto di pillole per il cuore, un altro per il pancreas, e poi la memoria che sfugge di mano e nessuno che si chieda perché.
Ma se vi dicessi che non si tratta di tre malattie diverse, bensì di rami dello stesso albero malato?
E che quell’albero affonda le sue radici in un terreno che conosciamo bene, ma che preferiamo ignorare... l’infiammazione cronica?
La medicina moderna è geniale nelle emergenze, ti salva da un infarto, ti toglie un’appendice infetta, ti mette una protesi quando non cammini più. Ma quando si tratta di malattie croniche, diabete di tipo 2, ipertensione, cardiopatie, declino cognitivo, il paradigma si inceppa.
Perché?
Perché non guarda alle cause, ma ai sintomi. Ti abbassa la glicemia senza chiedersi perché il corpo sia diventato resistente all’insulina. Ti abbassa il colesterolo con una statina senza chiedersi perché i tuoi vasi siano infiammati. Ti prescrive un ansiolitico senza chiedersi perché il tuo cervello stia urlando di stanchezza.
È come se in una casa piena di muffa ci limitassimo a ridipingere le pareti, per qualche giorno sembra meglio, ma il problema resta.
Vediamo i numeri:
- L’obesità è in crescita continua, anche nei bambini.
-Il diabete di tipo 2 non è più una malattia della vecchiaia... lo vediamo a 30 anni, a 20, persino negli adolescenti.
- Le malattie cardiovascolari restano la prima causa di morte nel mondo occidentale. Oggi, colpiscono a che i giovani e questo aspetto è in aumento.
- E l’Alzheimer viene chiamato “il nuovo diabete di tipo 3”.
Coincidenze? No. Sono manifestazioni diverse della stessa radice infiammatoria.
Quando il corpo è in uno stato di allarme cronico, i vasi sanguigni si irrigidiscono, il cuore lavora male, il pancreas va in tilt, il cervello si spegne lentamente.
La verità scomoda? il 90% dei problemi cardiaci si può prevenire.
Lo ripeto perché merita di essere inciso nella mente:
"Il 90% delle malattie cardiovascolari è prevenibile."
E il diabete di tipo 2? In molti casi è reversibile.
Non con un’altra pillola, non con un altro intervento, ma con scelte di vita che riportano il corpo a funzionare come è stato progettato.
Questo non lo dico per illudervi, lo dico perché la scienza ormai lo dimostra. Ma non conviene al sistema, un paziente che guarisce è un paziente che smette di comprare farmaci.
Il diabete non è solo “troppa glicemia”. È un segnale che le tue cellule non rispondono più bene agli ormoni.
La cardiopatia non è solo “colesterolo alto”. È un segnale che i tuoi vasi sono infiammati e danneggiati.
L’annebbiamento mentale non è “invecchiamento inevitabile”. È un segnale che il cervello sta soffrendo la stessa infiammazione che colpisce il cuore e il pancreas.
Eppure li trattiamo separati. Un endocrinologo, un cardiologo, un neurologo. Ognuno guarda il suo pezzo e intanto l’albero continua a seccarsi.
Che cos’è questa infiammazione cronica?
Non è la febbre che sale quando hai l’influenza, non è la caviglia che si gonfia se prendi una storta. Quella è infiammazione acuta, utile, protettiva.
Qui parliamo di una fiamma bassa che brucia senza spegnersi mai, invisibile ma costante.
È il fuoco che nasce da:
- Alimenti industriali, pieni di zuccheri, grassi ossidati e additivi;
- Tossine ambientali che il corpo fatica a smaltire;
- Stress cronico che tiene il sistema nervoso sempre in allarme;
- Sedentarietà che spegne il metabolismo;
- Sonno disturbato che non permette al corpo di ripararsi.
Questa fiamma, giorno dopo giorno, logora silenziosamente i nostri organi.
E se la vera terapia fosse… la semplicità?
La parte che più mi sorprende, e che spesso suscita scetticismo, è che le soluzioni sono semplici.
Non facili da applicare sempre, certo, ma semplici.
- Movimento consapevole: non parlo di ore di palestra, ma di attività regolari, meglio se all’aperto, che riaccendono la sensibilità insulinica. Bastano poche settimane per vedere i valori cambiare.
- Messa a terra: camminare a piedi nudi sull’erba o sulla sabbia riduce l’infiammazione sistemica più di tanti farmaci. Il corpo si ricollega al campo elettrico naturale della Terra e scarica il suo stress ossidativo.
- Erbe e nutraceutici: alcune piante, conosciute da secoli, hanno un impatto migliore delle statine sul colesterolo e sull’infiammazione vascolare, senza i loro effetti collaterali.
- Respirazione e gestione dello stress: il sistema nervoso è il grande regista dell’infiammazione. Rilassarlo significa calmare il fuoco interno.
- Alimentazione anti-infiammatoria: ridurre zuccheri e farine raffinate, scegliere grassi buoni, aumentare fibre e polifenoli. È una medicina quotidiana, tre volte al giorno.
Non sono promesse vuote, sono scelte che la scienza conferma e che chiunque può iniziare ad adottare.
Uno degli aspetti più affascinanti che emergono dagli studi è che cuore e cervello non sono separati. Hanno un dialogo costante. Un cuore malato porta sofferenza al cervello, un cervello in infiammazione peggiora la salute del cuore.
Ecco perché la demenza è così legata al diabete e alle malattie cardiovascolari. Se curi uno, migliori anche l’altro. E se ignori entrambi, acceleri il declino.
Quante volte sento frasi come:
“Eh, invecchiare è così.”
“Il diabete è genetico, non ci puoi fare nulla.”
“Il colesterolo alto lo hanno tutti.”
Sono frasi che tolgono potere. Frasi che trasformano la malattia in destino. La verità è che la genetica è un potenziale, non una condanna. Quello che fa la differenza sono le scelte quotidiane, l’ambiente, lo stile di vita.
Non posso non dirvelo, la malattia cronica è diventata un’industria. Ogni pastiglia, ogni esame, ogni ricovero genera profitti. Un paziente che guarisce è un cliente perso. Per questo si parla tanto di “gestione” e poco di “guarigione”.
Ma non dobbiamo accettare questo paradigma. Abbiamo il diritto, e il dovere, di conoscere le vere cause e di invertire la rotta.
Questo discorso non è solo per chi è già malato. È per chiunque voglia prevenire. Perché l’infiammazione cronica si costruisce anni prima che i sintomi compaiano. Ogni scelta di oggi è un mattone che costruisce la salute, o la malattia, di domani.
Non aspettate l’infarto, non aspettate la diagnosi di diabete, non aspettate la memoria che se ne va. Agite ora.
Non ci sono tre malattie diverse da combattere con tre ricette diverse. C’è un unico terreno da guarire... l’infiammazione cronica.
E lo si può fare con strumenti che non costano miliardi, che non richiedono brevetti, che non hanno effetti collaterali, il movimento, il cibo vero, la connessione con la natura, il riposo, le erbe, la respirazione, il sostegno emotivo e spirituale.
È tempo di smettere di ridipingere pareti ammuffite e di iniziare a bonificare la casa.
La vera prevenzione e la vera guarigione passano di qui.
Dalla pagina XO - Patrizia Coffaro

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11/09/2025

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06/09/2025

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05/09/2025

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LINEE GUIDA D'INVECCHIAMENTOIn Italia il peso delle malattie croniche è estremamente rilevante.Diabete e malattie cardio...
20/08/2025

LINEE GUIDA D'INVECCHIAMENTO

In Italia il peso delle malattie croniche è estremamente rilevante.
Diabete e malattie cardiovascolari incidono economicamente sul comparto sanità per circa un 66% della spesa.
Se poi aggiungiamo le malattie oncologiche (cancro) e le malattie neurodegenerative il SSN non riesce a sostenere il carico con conseguente collasso del sistema, che è quello cui stiamo assistendo.

Esiste solo una via da percorrere ed è quella della PREVENZIONE

A tal proposito segnalo che il dottor Valter Longo ha ideato la DIETA DELLA LONGEVITA' (DDL).
Se vi soffermate a leggere lo schema proposto nella foto noterete che la strategia alimentare per migliorare la qualità dell'invecchiamento ed aumentare la longevità ( in Italia l'aspettativa di vita, tanto per i maschi che per le femmine, si attesta attorno agli 84 anni) si basa su una dieta prevalentemente vegetale e a basso apporto di proteine animali.
Inoltre, sempre secondo lo schema, è importante notare come il digiuno serale (12 ore) riesca addirittura a portare alla rigenerazione cellulare.

Forse è il caso di apportare qualche cambiamento alimentare.

SAPETE QUAL'E' IL FARMACO PIU' RICHIESTO IN FARMACIA?Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una richiesta sempre maggior...
15/08/2025

SAPETE QUAL'E' IL FARMACO PIU' RICHIESTO IN FARMACIA?

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una richiesta sempre maggiore di Paracetamolo ( cito il nome scientifico per non fare pubblicità alla ditta che lo produce).
L'incremento di tale farmaco si è avuto con la pandemia e dal 2019 i consumi sono lievitati.
Il sentimento popolare sembra essere quello di una panacea per tutti i mali ( rimedio buono per tutto).

Attenzione, però, perchè i rischi sono dietro l'angolo e l'argomento merita una riflessione.

IL PARACETAMOLO ABBASSA L'ATTIVITA' DEL GLUTATIONE

A cosa serve il GLUTATIONE?
Il glutatione chimicamente è un tripeptide ( molecola proteica formata da 3 aminoacidi) e nell'organismo svolge funzioni ANTISSODANTI e non solo.

-Neutralizzazione dei radicali liberi (funzione antiossidante diretta). La proprietà riconosciuta per prima è proprio quella di antiossidante. Il suo ciclo metabolico è fondamentale per rendere innocui i radicali liberi.

-Disintossicazione da xenobiotici2-3 (sostanze estranee all’organismo) e metalli pesanti4-5. Queste sono attività importantissime per il mantenimento della funzionalità del fegato e per evitare l’eccessiva produzione di radicali liberi promossa da alcuni metalli pesanti.

-Mantenimento delle membrane cellulari2. Una delle principali cause di un danno alle membrane cellulari è proprio l’ossidazione. La presenza di glutatione (sia all’interno che all’esterno delle cellule) protegge le membrane da questo tipo di fenomeno mantenendone l’integrità. Perché è importante? L’integrità delle membrane è fondamentale per le cellule umane per fare in modo che siano garantiti i corretti scambi di nutrienti e sostanze di scarto con l’ambiente che le circonda.

-Modulazione della risposta immunitaria6-7. In particolare sembra che il glutatione eserciti un ruolo importante nella proliferazione dei linfociti T, cellule fondamentali per la difesa specifica dell’organismo nei confronti di agenti esterni.
Ruolo secondario nella comunicazione del segnale8-9. Un’altra proprietà che è emersa in tempi più recenti è quella di fare parte di alcuni processi di comunicazione fra le cellule. In particolare il glutatione sembra avere un ruolo nella regolazione della morte cellulare.

Altri benefici del glutatione, sempre più oggetto di studio in ambito clinico, sono:
PROTEZIONE DEL FEGATO
PROTEZIONE SISTEMA NERVOSO.
Diversi studi hanno sottolineato l’importanza del glutatione nelle cellule cerebrali in particolare sembra essere utile per:

mantenere l’equilibrio e l’integrità della barriera emato-encefalica, una struttura funzionale che regola selettivamente il passaggio di sostanze da e verso il cervello dal sangue, proteggendo così il sistema nervoso da avvelenamenti e intossicazioni;
proteggere le cellule endoteliali cerebrali da lesioni traumatiche;
proteggere l’ippocampo in particolare a seguito di un evento ischemIco.

PROTEZIONE CARDIOVASCOLARE.
Gli squilibri fra radicali liberi e antiossidanti sono tipici nei disordini cardiovascolari come l’ipertensione

REGOLAZIONE del profilo e dell’attività dell’insulina in pazienti obesi.

Forse, ora, chi leggerà l'articolo si renderà conto del perchè il PARACETAMOLO 1000 mg.è soggetto ad obbligo di ricetta medica

09/08/2025

…e dopo 2 mesi di assenza (ingiustificata) Rachele ritiró il premio

COS'E' LA CANDIDA?La candidosi (o candidiasi) è un’infezione fungina causata da lieviti appartenenti al genere Candida. ...
24/07/2025

COS'E' LA CANDIDA?

La candidosi (o candidiasi) è un’infezione fungina causata da lieviti appartenenti al genere Candida. Si possono individuare almeno 20 specie diverse in grado di causare un’infezione negli esseri umani, ma la più comune è la Candida albicans.

Le infezioni va**nali da candida sono molto comuni tra le adolescenti e le donne adulte, si stima infatti che il 75% circa delle donne prima o poi nella vita sarà colpita dalla candidosi.

I sintomi dell’infezione va**nale da candida possono comprendere:

- Prurito e irritazione che interessa v***a e va**na
-Perdite va**nali spesse, bianche e inodori, con la consistenza
di ricotta
- Sensazione di bruciore, soprattutto durante i rapporti sessuali
e la minzione
-Rossore e gonfiore della v***a
-Dolore
- Perdite va**nali acquose.

Non sempre sono presenti tutti i sintomi, così come variabile è anche la severità con cui si presentano.

CAUSE E FATTORI DI RISCHIO

-Stress psicofisico,
-Trattamenti antibiotici
-L’uso di prodotti per l’igiene intima non appropriati e troppo aggressivi,
-Disturbi ormonali,
-Una vita sessuale promiscua,
-L’assunzione di contraccettivi,
-ma anche il diabete e una dieta poco sana e varia possono alterare il normale equilibrio fisiologico, esponendo il corpo a infezioni acute da candida, tendendo a sviluppare una forma ricorrente.

PREVENZIONE CANDIDA RICORRENTE

Il 5-8% delle donne in età adulta va incontro a forme recidive di candida. Per prevenire il disturbo bisogna:

- Indossare biancheria intima di cotone, evitandopreferibilmente
le fibre sintetiche come il nylon perché contribuiscono a creare un ambiente umido, ideale per la proliferazione del microrganismo responsabile della candidosi.

- Mantenere pulite e asciutte le parti intime.
-Tenere sotto controllo i livelli della glicemia.
- Scegliere con molta attenzione il detergente intimo, evitando prodotti aggressivi, spray irritanti, l’uso del talco oppure di profumi che potrebbero danneggiare la normale flora batterica e aggravare i sintomi. A tal proposito, in farmacia sono disponibili diversi detergenti a base di lattobacilli ad azione antibatterica o antimicotica, capaci di creare una barriera protettiva contro le infezioni e la candida ricorrente.

TERAPIA FARMACOLOGICA CANDIDA RICORRENTE

Non sempre modificare le cattive abitudini può rivelarsi un rimedio efficace contro la candida ricorrente. Pur non essendo pericolosa, nel tempo, l’infezione può interferire negativamente sulla qualità della vita, compromettendo anche i rapporti sessuali.

A tal proposito, è possibile ridurre l’infiammazione, la secchezza va**nale, il prurito e il dolore con degli ovuli da applicare localmente, delle apposite creme e degli unguenti a base di clotrimazolo o di fluconazolo, principi attivi efficaci contro la candida. In alternativa, è possibile ricorrere a farmaci da assumere per via orale.

La durata del trattamento è direttamente proporzionale alla gravità del disturbo. In ogni caso, completare la cura è indispensabile per sconfiggere davvero il problema ed evitare le recidive.

Può essere utile anche assumere fermenti lattici sotto forma di capsule, bustine orosolubili oppure di pratici flaconcini. I batteri buoni sono in grado di produrre l’acido lattico, un grande alleato dell’organismo utile per mantenere il pH va**nale a livelli fisiologici. Inoltre, bisogna fare attenzione all’alimentazione prediligendo il consumo di frutta, verdura, legumi e cereali integrali, in quanto sono alimenti di supporto nella prevenzione della candida ricorrente.

Infine, si suggerisce un controllo specialistico di coppia. La candida, infatti, è una malattia facilmente trasmissibile. Per evitare l’effetto ping-pong, bisogna seguire la terapia, portandola a termine fino alla scomparsa dei sintomi. Durante questo periodo è bene astenersi dai rapporti sessuali.

Indirizzo

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Precenicco
33050

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Martedì 08:30 - 12:30
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