
08/10/2025
Differenza tra acido folico e folati.
In questo articolo la drssa. Coffaro lo spiega molto bene
PERCHÉ DEVI ASSUMERE I FOLATI?
Sono vitali per la nostra salute, ma spesso passa inosservata finché non si spegne qualcosa dentro di noi. È la vitamina B9, o meglio dire folato (non “acido folico”), come continuano a scrivere su molte etichette.
Sono due cose profondamente diverse, e la distinzione non è un dettaglio chimico... è la differenza tra nutrire la vita e caricarla di un surrogato sintetico che può anche diventare tossico.
Negli ultimi anni, sempre più persone si ritrovano con bassi livelli di folati, anche se seguono diete apparentemente sane. La causa? Cibi industriali, farine fortificate, integratori con acido folico sintetico, e una catena metabolica che in molti è geneticamente rallentata... quella del famoso gene MTHFR. E quando la metilazione non funziona bene, il corpo non riesce a “attivare” la B9 nel suo formato biologico, e si innescano processi di stanchezza cronica, infiammazione, disturbi dell’umore, e una rigenerazione cellulare inceppata.
Ma andiamo con ordine. Folato o acido folico? Non è la stessa cosa e vi spiego perché.
La maggior parte delle persone crede che “folato” e “acido folico” siano sinonimi. Non lo sono. Il folato è la forma naturale della vitamina B9, quella che trovi nelle verdure a foglia verde, nei legumi, nell’avocado, nei frutti tropicali. L’acido folico, invece, è una forma sintetica prodotta in laboratorio, più stabile sugli scaffali, ma non sempre riconosciuta bene dal corpo.
E qui c’è l’inganno moderno, molti cibi industriali “fortificati” contengono acido folico, non folato. E chi ha un polimorfismo del gene MTHFR (una persona su due, circa!) non riesce a trasformare l’acido folico nella sua forma attiva, il 5-MTHF.
Risultato?
Accumuli nel sangue una forma “inattiva” che può interferire con la detossificazione, confondere il sistema immunitario e persino confondere il nostro DNA.
Il corpo, invece, quando riceve folati naturali dal cibo, li utilizza subito per quello che serve:
- Costruire e riparare il DNA,
- Creare globuli rossi sani,
- Regolare l’umore e i neurotrasmettitori,
- ...e mantenere in equilibrio la nostra omocisteina, una molecola chiave che, se troppo alta, danneggia i vasi sanguigni e accelera l’invecchiamento.
Non esiste un momento della vita in cui il folato non sia essenziale. Serve al bambino che cresce nel grembo, serve all’adulto stressato che brucia risorse metiliche per tenere insieme il cervello, serve all’anziano che deve proteggere memoria, cuore e sistema immunitario.
Ogni cellula che si divide, ogni tessuto che si rigenera, ogni cicatrice che si rimargina, richiede folati. Eppure, viviamo in un’epoca dove si parla tanto di integratori sofisticati, ma pochissimo del semplice potere di un piatto di spinaci crudi, di una ciotola di lenticchie fumanti, o di un avocado maturo. Cibo vero, vivo, che parla la lingua del corpo.
Quando i livelli di folato sono ottimali, accade qualcosa che si sente, non solo che si misura. Il sangue scorre meglio, il cervello si accende, la pelle si ossigena, l’umore si stabilizza. Ma dietro queste sensazioni ci sono funzioni biologiche precise.
1. Cuore e circolazione: Il folato migliora la salute dell’endotelio, cioè la parete interna dei vasi sanguigni. Li mantiene flessibili, riduce l’infiammazione e impedisce la formazione di placche. Un cuore che riceve abbastanza folati è un cuore che si rigenera meglio e lavora con meno sforzo.
2. Omocisteina sotto controllo: L’omocisteina è un amminoacido che, se non viene “metilato” correttamente, si accumula e diventa tossico per le arterie e il cervello. Il folato, insieme alle vitamine B6 e B12, la trasforma in metionina, che serve per creare serotonina, dopamina, e GABA... i neurotrasmettitori dell’equilibrio emotivo.
3. Metilazione: La metilazione è il grande interruttore biologico del corpo (ho scritto pure un Iibro sulla metilazione. Regola i geni, la detossificazione, l’energia cellulare, e persino la risposta allo stress. Senza folati, questo meccanismo si inceppa. E quando la metilazione rallenta, il corpo accumula tossine, si infiamma, e il cervello si spegne piano piano.
4. Immunità e rigenerazione: Il folato è fondamentale anche per la produzione di globuli bianchi e rossi. Chi ne ha poco si ammala più facilmente, si stanca, e guarisce con lentezza. È come se il corpo non riuscisse più a “copiare” se stesso in modo fedele... l’informazione genetica diventa fragile, e la rigenerazione si fa incerta.
Ora veniamo al pratico, che è sempre la parte più bella. Ecco gli alimenti più ricchi di folati naturali, quelli che dovrebbero comparire spesso nei piatti di chi vuole mantenere un corpo vitale e una mente lucida. Li elenco uno per uno, ma te li racconto anche, perché il cibo non è solo nutrizione... è linguaggio, è memoria, è energia viva.
1. Spinaci, un classico: Ricchissimi di folati, clorofilla e ferro organico. Ma attenzione... meglio crudi o appena scottati. Il calore eccessivo distrugge parte della B9.
2. Asparagi: Tra le verdure primaverili più benefiche per fegato e drenaggio linfatico. Tre asparagi grandi coprono quasi il 20% del fabbisogno giornaliero di folato.
3. Avocado: Un frutto perfetto per la metilazione: contiene folati, grassi buoni e glutatione, il “re” degli antiossidanti endogeni.
4. Fegato (di manzo o pollo bio): Sì, è l’alimento più concentrato di folati e vitamina B12 in assoluto. Ma solo se è di animali sani e allevati al pascolo. E per chi riesce a mangiarlo.
5. Broccoli: Sinergia pura tra folati, zolfo e fibre prebiotiche. Aiutano anche il fegato a eliminare l’eccesso di estrogeni e tossine ambientali.
6. Rucola: Amara, stimolante, perfetta per chi ha digestione lenta. I folati della rucola sono immediatamente biodisponibili.
7. Lenticchie e legumi: Fonte vegetale eccellente di folati e ferro. Ma ricordati di metterli in ammollo e sciacquarli bene per ridurre le lectine.
8. Lattuga romana: Non è la più ricca, ma la più delicata per chi ha intestino sensibile. Ottima base per insalate giornaliere “ricaricanti”.
9. Cime di rapa: Potenti attivatrici del fegato, ricche di zolfo e vitamina K. Hanno un effetto depurativo e alcalinizzante.
10. Papaya: Dolcissima, tropicale e ricca di enzimi digestivi, oltre che di folati. Aiuta anche la flora intestinale e calma l’infiammazione.
11. Cavolini di Bruxelles: Potenti regolatori ormonali, ottimi per chi ha PCOS o squilibri estrogenici. Ma non scuocerli, mai!
12. Cavolfiore: Versatile e depurativo, stimola la produzione di glutatione e mantiene basso l’indice infiammatorio.
13. Piselli verdi: Piccoli ma densissimi di folati, proteine e fibre. Perfetti in zuppe leggere o come contorno primaverile.
14. Barbabietole: Il loro rosso è simbolo di vita... ricche di betaina, che coopera con il folato nel ciclo della metilazione. Mi raccomando, solo vero biologico.
Un segreto che pochi ricordano... i folati sono estremamente sensibili al calore, alla luce e al tempo. Quando congeli o cucini troppo a lungo le verdure, perdi fino al 60% di vitamina B9. Ecco perché, se vuoi davvero ricaricare il corpo, puoi alternare al pasto solido anche un succo verde fresco... spinaci, rucola, sedano, avocado e barbabietola. Bevilo subito dopo averlo estratto, oppure conservalo in un contenitore ermetico e scuro, al fresco, non più di 12 ore. Ogni bicchiere è una “trasfusione” di luce verde per le cellule.
Durante la gravidanza, il fabbisogno di folato aumenta in modo enorme, serve per formare il tubo neurale del feto e per evitare malformazioni come la spina bifida. Ma non è solo un discorso ostetrico, il folato serve anche alla donna dopo il parto, perché attraverso il latte sostiene la crescita del bambino e la salute mentale della madre. Una carenza, in questa fase, può tradursi in anemia, tristezza, affaticamento e difficoltà di concentrazione.
E no, non basta “un integratore con acido folico”. Serve la forma metilata, quella naturale o in 5-MTHF, per chi ha una genetica MTHFR lenta. Il corpo non è una macchina chimica che puoi “riempire” a caso: è un’orchestra, e il folato è uno dei suoi strumenti più delicati.
Come capire se ti manca folato? A volte i segnali sono sottili, altre volte gridano. Se ti senti spesso stanco, confuso, con l’umore altalenante o con unghie che si sfaldano, potresti non avere abbastanza B9. Anche la pelle pallida, l’anemia o la sensazione di “testa ovattata” sono campanelli d’allarme. Chi segue diete povere di verdure che ho descritto sopra o ha problemi intestinali cronici, è più esposto. E anche chi vive in costante stress... la metilazione si consuma in proporzione alla tensione emotiva.
Ogni volta che il corpo ripara un tessuto, copia un DNA o disattiva una tossina, sta usando folati. Quando ce n’è abbastanza, la biologia scorre in silenzio, armoniosa. Quando mancano, si accumulano errori di trascrizione, radicali liberi, e l’invecchiamento accelera.
Il folato è, in fondo, una vitamina che protegge l’informazione vitale. È ciò che permette al corpo di dire:
“so chi sono, e so come rigenerarmi”.
E questa è forse la definizione più alta di salute.. non assenza di sintomi, ma capacità di rinnovamento.
Vuoi più energia, lucidità, resilienza?
Non serve inseguire la formula magica. Serve ricordare la semplicità del cibo vivo, quello che i nostri antenati mangiavano ogni giorno, non come “superfood”, ma come nutrimento sacro. Una manciata di verdure a foglia verde ogni giorno, qualche legume ben preparato, un avocado, una barbabietola, una papaya matura. E la consapevolezza che ogni forchettata è un messaggio al tuo DNA.
Perché il corpo non sbaglia mai, risponde. E se lo nutri di vita vera, lui la restituisce amplificata.
XO – Patrizia Coffaro