09/04/2025
La “buona madre” è quella che diventa inutile col passare del tempo.
Arriva sempre un momento in cui occorre reprimere l'impulso naturale materno di voler mettere il piccione sotto l'ala, protetto da tutti gli errori, tristezze e pericoli.
È una battaglia difficile.
Se ho fatto il mio dovere di madre correttamente, devo diventare inutile. Non si tratta di disamore o incuria. Essere "inutile" è non lasciare che l'amore incondizionato di madre, che esisterà sempre, provochi vizio e dipendenza nei figli, come se fosse una droga, a tal punto, che loro non siano in grado di poter essere autonomi, fiduciosi e Indipendenti. Devono essere pronti a tracciare la loro rotta, a fare le loro scelte, a superare le loro frustrazioni e a commettere i propri errori in ogni fase della vita; una nuova perdita è un nuovo traguardo: per entrambe le parti, madre e figlio.
L'amore è un processo di liberazione permanente, e quel legame continua a trasformarsi nel corso della vita. Fino al giorno in cui i figli diventano adulti, costituiscono la loro famiglia e ricominciano il ciclo. Quello di cui hanno bisogno è di avere la certezza che saremo con loro, fermi, nell'accordo o nella divergenza, nel trionfo o nel fallimento, pronte e presenti, l'abbraccio stretto, e il conforto nei momenti difficili. I genitori e le madri, in sostanza, allevano i loro figli affinché siano liberi e non schiavi delle nostre paure. Questa è la più grande sfida e la missione principale.
Quando impariamo ad essere "inutili", ci trasformiamo in un porto sicuro dove loro potranno attraccare se e quando lo vorranno.