
12/04/2025
"Lo dico da tutta la mia vita professionale: i conflitti sono il miglior antidoto alla violenza ed imparare ad accettarli e a gestirli è una capacità sempre più importante per avere relazioni sane."
Proprio così.
Molte spesso, l'attuale generazione di adolescenti vene presentata come particolarmente aggressiva.
Io penso che troppe volte tendiamo a dimenticaci del passato e di generazioni che avevano fatto dell’aggressività la loro bandiera. Spesso giustificata con varie appartenenze politiche o ideologiche.
Certo, il fenomeno dei ragazzi, maschi in primis, che si gettano nelle risse, magari con coltelli alla mano, è un fenomeno nuovo e che deve essere monitorato. La nostra percezione, però, viene ingigantita dall’apparato mediatico sempre più incline a rilanciare notizie di questo tipo e che ci rimanda un quadro diverso da quello che è in realtà.
Oltretutto, contestualizzando, bisogna ricordare che in questi ultimi tre anni i nostri adolescenti sono stati bombardati da un immaginario di guerra, dall’Ucraina alla Palestina, e da videogiochi che sdoganano l’uso di armi.
Troppo spesso il termine “conflitto” viene equiparato al concetto di guerra mentre dovrebbe essere chiaro come le nuove generazioni abbiano un estremo bisogno di imparare a litigare bene, a gestire bene le contrarietà che sono una parte naturale di tutte le nostre relazioni.
Dobbiamo aiutare le nuove generazioni ad imparare ad accettare i conflitti, le divergenze di opinioni e le differenze di punti di vista. Arrivando a trovare la positività nel dialogo, a superare i momenti di contrarietà accettando l’esistenza degli altri e a rifiutare l’approccio violento che è, a tutti gli effetti, la negazione di ogni forma di comunicazione.
Lo dico da tutta la mia vita professionale: i conflitti sono il miglior antidoto alla violenza ed imparare ad accettarli e a gestirli è una capacità sempre più importante per avere relazioni sane.