26/08/2023
Le vacanze sono per molti agli sgoccioli, nonostante le temperature ancora marcatamente estive.
Riprendere le fila delle attività ordinarie può essere l'occasione per lavorare ad un riordino interiore, con nuove regole più rispettose dei propri diritti personali.
Il racconto di Nicolò Targhetta è accompagnato dalle grafiche dell'illustratrice Amandine Delclos
Ordine Psicologhe e Psicologi del Veneto
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- Come sta?
- Insomma. Mi sento un po’… perso.
- Fine agosto fa questo effetto.
- Dice?
- Ma certo. C’è lei con la sua spadina e il suo scudino e davanti mesi e mesi armati fino ai denti di fiammeggianti rotture di b***e, pronti a metterla alla prova. Ci sta sentirsi un po’ spaesati.
- Non lo so, è sempre così. Finisce l’estate e io sento di aver perso tutte le direzioni. Sa cosa vorrei?
- Cosa?
- Un regolamento interno.
- Cioè?
- Cioè delle direttive, delle regole, degli… degli articoli costituzionali. A me sembra che tutti ce l’abbiano. Tutti quelli che conosco. Se ne vanno in giro su una specie di sentiero, sapendo cosa vogliono e cosa non vogliono dalla vita. Sanno chi sono.
- Lei non sa chi è?
- È più complicato. Io arrivo all’ultima settimana di agosto come uno studente che non ha mai aperto un libro, solo che i libri riguardavano lui.
- Lo scriva.
- Un libro?
- No, la sua Costituzione. La Costituzione di sé.
- In che senso…
- Tenga sta penna.
- Ma così, su due piedi?
- Così su due piedi. Articolo uno, forza.
- Non capisco come…
- Cominciamo con le basi. Lei cos’è? Cosa vorrebbe essere?
- Cosa sono…
- Si sente repubblica, monarchia, monarchia costituzionale, cosa?
- Certi giorni anche dittatura.
- Avanti, scelga.
- Io non saprei, idealmente vorrei che mi governassero le parti migliori di me, quelle più sagge, più intelligenti, lungimiranti.
- E invece?
- E invece mi sa che c’è ogni tot c’è una voce a comandare, e altre centocinquanta dietro che passano il tempo a litigare.
- Vogliamo provare con repubblica presidenziale?
- Va bene.
- Scriva. Nicolò è una repubblica presidenziale fondata su…
- Su?
- Me lo deve dire lei su cosa è fondato.
- Ci posso pensare un attimo?
- Certo.
- …
- …
- Disagio.
- Sicuro?
- Sicurissimo.
- Bene, Nicolò è una repubblica presidenziale fondata sul disagio. La sovranità a chi appartiene?
- Vediamo… il lavoro, i soldi, le relazioni, mia madre ovviamente, l’apparenza, i sensi di colpa, l’autostima, l’ambizione. Temo appartenga a tutti tranne che a me.
- Sì, va bene, ma cerchiamo di essere un po’ più ambiziosi di così. È una Costituzione, provi anche a tracciare un cammino ideale per se stesso. Se potesse scegliere, a chi vorrebbe che appartenesse questa sovranità?
- Vorrei che appartenesse alla parte di me che non ha paura di essere me.
- Lo vede che comincia a funzionare? Adesso i diritti. Che diritti inviolabili si garantisce lei ogni giorno?
- Giusto un paio a colazione, perché il tè verde da solo mi mette tristezza…
- Va bene, allora mettiamola così: che diritti vorrebbe garantirsi ogni giorno?
- Non so… penso… forse… il diritto di essere me stesso senza dovermi giustificare.
- Bene. Un altro.
- Il diritto di non essere disponibile. Di deludere gli altri e me stesso. Ah, sì! Il diritto di sbagliare. Il diritto di cercarmi in giro finché non mi trovo. Il diritto di essere voluto e di essere voluto bene. Il diritto di valere e di veder riconosciuto quel valore. Il diritto di fare il massimo, no aspetti… mi faccia cancellare… di fare il possibile. Il diritto di dubitare, di sperare, di incazzarmi, di non prendere la vita sul serio e… e… e di fermarmi un attimo se non ce la faccio più.
- Va bene, i doveri?
- Anche i doveri?
- Certo.
- Il dovere di… di…
- Di?
- Di farmi felice. Il dovere di resistere alla tentazione di diventare uno st***zo. Il dovere di non prendermi per il c**o e di imparare a conoscermi. Il dovere di rendere conto quando c’è da rendere conto e il dovere di non usare chi mi vuole bene. Il dovere di non accumulare rimpianti. Il dovere di non ricadere negli stessi schemi. Il dovere di non pensare continuamente di essere solo una cosa finita e fragile in un universo infinito ed eterno e il dovere ogni tanto di pensarci. Più di tutto il dovere, credo, di fornirmi motivi per continuare a guardarmi allo specchio.
- Mi sembra stia andando bene. Ultima cosa? La dignità sociale.
- In che senso?
- Lei ha diritto a essere trattato con dignità da se stesso, lo sapeva?
- Lo ignoravo.
- Scriva. Ed è suo compito darsi i mezzi e rimuovere gli ostacoli che limitano il suo pieno sviluppo.
- Cos’è il pieno sviluppo?
- Questo lo deve decidere lei. La Costituzione ha 139 articoli, si diverta. E mi raccomando, non si dimentichi di firmarla.
- Quando ho finito?
- No, tutti i giorni.