07/10/2024
Da leggere con cura per imparare ad accogliere ed essere villaggio
Perché, dopo più di quarant’anni, abbiamo ancora bisogno di un mese interamente dedicato alla consapevolezza del lutto perinatale e infantile?
Perché quarant’anni di attivismo non sono riusciti ad abbattere il tabù, che ancora oggi silenzia la maggior parte delle donne e delle famiglie colpite dalla perdita di un bambino durante la gravidanza o dopo la nascita, in ogni angolo del mondo? Perché inondare i social network di post sul non cambia le cose? Cosa manca, ancora? Dopo lunghe riflessioni, credo di averlo capito.
Mi occupo di lutto perinatale da quasi venti anni: ho ascoltato migliaia di donne e di coppie, studiato lo studiabile, partecipato a congressi in mezzo mondo. Con CiaoLapo abbiamo fatto ricerca, prestato assistenza, prodotto articoli, libri, generato gruppi di automutuoaiuto, avviato percorsi di arteterapia e biblioterapia, formato migliaia di operatori. Le richieste dei genitori, da ogni parte del mondo, sono le stesse: rispetto, ascolto, assistenza appropriata, sostegno, presenza.
Eppure, ricevere tutte queste cose non è affatto scontato: in alcune realtà è praticamente impossibile.
I genitori sono soli anche se sui social network e nei media, tutti, a differenza di venti anni fa, parlano di lutto perinatale, con una certa facilità. Come se non fosse più un tabù. (Soprattutto chi non ci è passato direttamente, ha sempre un sacco di cose da dirci, di consigli da darci..)
Ma i genitori si sentono ancora soli. E sapete perché? Perché lo siamo.
Perché non basta parlarne una tantum, per sgretolare un tabù. Non bastano i post, nè gli incontri in piazza fatti per fare 1 solo giorni su 365, nè il fiocchino sul bavero della giacca, il 15 ottobre.
Ai genitori serve sapere di avere un villaggio che possa accogliere la loro storia, le loro parole e persino i loro silenzi per tutto l’anno, per tutta la vita.
Ai genitori serve sentire di poter essere accolti come sono e aiutati a compiere il loro percorso di rinascita, senza cancellare nulla della loro storia. Senza sbarazzarsi dei loro bambini vissuti solo un soffio.
Quando la società saprà farsi custode delle storie di lutto perinatale e infantile, sconfiggeremo il tabù.
Not today.