
24/10/2022
La plusdotazione è una caratteristica che si riscontra in circa il 2% dei bambini e dei ragazzi (definiti gifted children in ambito internazionale), mentre il 6% dei bambini possiede delle abilità cognitive collocabili nel range delle “alte potenzialità”.
Entrambe queste categorie possiedono delle caratteristiche che li distinguono dal resto della popolazione: uno spiccato e costante bisogno di apprendere nuove conoscenze e di approfondire quelle possedute.
Questo bisogno nei bambini plusdotati è nettamente maggiore.
Come evidenziano le linee guida del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (2018), un elemento necessario, ma non sufficiente, è una prestazione elevata ai test d’intelligenza, in cui risulti un Quoziente Intellettivo (QI) uguale o superiore a 130; questo risultato non è in grado di definire la plusdotazione, ma va interpretato come un indicatore della sua presenza.
Si riscontrano inoltre delle caratteristiche comuni che comprendono aspetti cognitivi, psicologici e relazionali:
•un vocabolario ampio e un linguaggio sviluppato, •processi di ragionamento precoci e avanzati,
•memoria eccellente,
•forte curiosità e interessi ampi, •spiccata empatia,
•tendenza alla leadership, •capacità elevate di elaborazione visiva,
•elevato senso della giustizia e grande impegno in situazioni di sfida.
(Song e Porath, 2005; Clark, 2001).
Nonostante queste caratteristiche ed un elevato QI, è importante specificare che ad un alto livello intellettivo non sempre corrisponde una prestazione ugualmente elevata in ambito scolastico.