Dott. Angelo Scordo - Psicoterapeuta

Dott. Angelo Scordo - Psicoterapeuta Blog informativo su vari servizi di psicologia e psicoterapia.

10/10/2025

🟢 10/10: Giornata Mondiale della Salute Mentale

Oggi si parla di salute mentale, ma troppo spesso lo si fa solo una volta all’anno.
Eppure la salute mentale non è l’assenza di malattia, ma una condizione di benessere profondo, in cui ciascuno può riconoscere le proprie capacità, affrontare le difficoltà quotidiane, contribuire alla vita della comunità. Lo dice l’OMS, ma lo sanno soprattutto le persone che ogni giorno vivono da pazienti, da familiari o da operatori, dentro questa realtà.

Io, personalmente, ci sto dentro ogni giorno. La vedo negli occhi di chi chiede aiuto e trova liste d’attesa infinite. La sento nelle parole dei genitori stanchi, dei figli che non capiscono, degli operatori che resistono, spesso soli, schiacciati da un sistema che non regge più.
Un sistema dove mancano risorse, personale, tempo, ma soprattutto ascolto vero.

Troppi farmaci, pochi sguardi.
Troppe pratiche, poca relazione.
Troppa paura del disagio, troppo poco coraggio di starci accanto.

In Calabria, come altrove, la salute mentale rischia di essere la grande dimenticata: famiglie abbandonate, ricoveri lontani centinaia di chilometri, operatori esausti, comunità spesso indifferenti. E mentre celebriamo questa giornata, sento le parole di chi non ha voce e il silenzio di chi non viene ascoltato.

Non voglio che questa sia una giornata di frasi fatte o di celebrazioni vuote.
Voglio che sia un’occasione per dire la verità: che la cura non può essere solo farmacologica, che l’inclusione non è uno slogan, che la salute mentale è una questione di giustizia, non di ca**tà.

Ogni giorno incontro persone che resistono, nonostante tutto. Persone che lottano per un diritto umano fondamentale: quello alla cura, alla dignità, alla possibilità di essere ancora viste come persone, non come diagnosi.

E ogni giorno, anche noi operatori, proviamo a resistere insieme a loro.
Perché la salute mentale non si celebra.
Si costruisce, ogni giorno, con presenza, rispetto e coraggio.

🌿
́

22/09/2025

Le persone autistiche comunicano in modo diverso, non meno efficace. Uno studio lo conferma: le difficoltà nei dialoghi tra autistici e neurotipici derivano da differenze nei codici espressivi, non da un “deficit” di chi è nello spettro. Cambiare sguardo è il primo passo per una comunicazione più inclusiva.
Scopri perché 👉 https://shorturl.at/AmDZe

30/07/2025

Oggi ricorre la Giornata Internazionale contro la Tratta di Esseri Umani, un’occasione importante per riflettere su un fenomeno drammatico che continua a minacciare la dignità e la libertà di milioni di persone nel mondo.

Sfruttamento sessuale, lavoro forzato, accattonaggio coatto e altre forme di schiavitù moderna rappresentano solo alcune delle terribili conseguenze di questa pratica disumana.

In particolare, nel nostro Paese, tante giovani donne, spesso provenienti dalla Nigeria, cadono vittime di reti criminali che le costringono alla prostituzione, approfittando della loro vulnerabilità, della mancanza di alternative e, in alcuni casi, della paura alimentata da pratiche di controllo psicologico e rituali di tipo magico-religioso a cui vengono sottoposte prima della partenza.

Rompere il silenzio su queste storie significa anche restituire voce e umanità a chi, ogni giorno, lotta per liberarsi da una condizione di invisibilità e violenza.

Il trauma più profondo in una condizione di tal genere non è quello della violenza o del lutto, ma l’essere stati tratta...
24/07/2025

Il trauma più profondo in una condizione di tal genere non è quello della violenza o del lutto, ma l’essere stati trattati come meno che umani.
È come un virus che entra nella percezione di sé e la corrompe.
Ed è questo il rischio anche per chi sopravvive a una guerra: non solo la paura, ma la perdita della dignità.

Ci sono dolori così antichi da sembrare normali, e ingiustizie così ripetute da diventare invisibili. Ma chi resiste, ch...
20/07/2025

Ci sono dolori così antichi da sembrare normali, e ingiustizie così ripetute da diventare invisibili. Ma chi resiste, chi cammina, chi testimonia… sta difendendo qualcosa di più raro della pace: la speranza che il futuro possa ancora cambiare

Yaya viene dal Mali. Non conosce bene l’italiano, e forse non lo conoscerà mai del tutto. Ma capisce altre cose: il ritm...
04/07/2025

Yaya viene dal Mali. Non conosce bene l’italiano, e forse non lo conoscerà mai del tutto. Ma capisce altre cose: il ritmo del lavoro, la fatica vera, la fame silenziosa di chi vuole solo un posto. Ha dentro un motore instancabile e una rabbia che non sa dove mettere: è il nervo di chi ha visto troppo, e ora prova solo a stare al mondo. È un trattore, dicono. Ma nessuno vede davvero il terreno che si porta dentro.

Sajatullah viene dal Bangladesh. È sopravvissuto a tre proiettili nel petto. Li porta ancora con sé, nel corpo e nei silenzi. Gli estremisti sono entrati nel suo villaggio e hanno aperto il fuoco. Lui e sua madre colpiti. L’ha scampata per miracolo, la madre no. Ora è qui, per lavorare. Per mandare soldi a casa. Per salvare le sue sorelle. Non cerca futuro: cerca riscatto.

E poi c’è Yoda. Lo chiamano così, un soprannome nato per caso, ma che calza perfettamente. Non parla molto, ma quando lo fa, sembra pesare ogni parola. Osserva, capisce, e a volte sorride come se avesse già visto tutto. Ha lasciato il suo Burkina Faso troppo presto, ha attraversato mari, notti, confini. Tutto a piedi, pescando e facendo l'allevatore di mucche. E ora, qui, è diventato il punto fermo del gruppo. Non ha potere, ma ha autorevolezza. Non guida, ma indica la direzione.

È successo in questo mondo. È successo adesso. Sta succedendo ancora e in maniera ancora più indicibile.

🌍 Ho avuto il privilegio di incontrarli grazie a un progetto di mentoring nei CPIA. Questi e tanti altri ragazzi mi stanno insegnando che l'accoglienza non è solo un gesto buono: è una possibilità concreta di futuro. È la fatica di tradurre mondi diversi, la pazienza di ascoltare un silenzio, la dignità di chi, anche senza niente, non molla.

Le api nascondono un segreto sorprendente.Quando l’alveare perde la sua regina – l’unica in grado di dare vita alla colo...
17/04/2025

Le api nascondono un segreto sorprendente.
Quando l’alveare perde la sua regina – l’unica in grado di dare vita alla colonia e mantenere l’ordine in una società perfettamente organizzata – tutto sembra perduto. La vita nell’alveare rallenta. Senza nuove uova, il futuro scompare. Nel giro di poche settimane, la colonia rischia di estinguersi.

Ma le api non vanno nel panico. Né aspettano la salvezza dall’esterno.
Con un’eccezionale dimostrazione di intelligenza collettiva e istinto profondo, attivano una procedura d’emergenza spettacolare, difficile da immaginare in un mondo governato da insetti.
---
◆ La trasformazione inizia con una scelta semplice, ma essenziale
Le api operaie selezionano alcune larve comuni – le stesse che normalmente sarebbero diventate semplici lavoratrici. Non sono speciali. Non sono nate diverse. Ma ora, il loro destino cambia completamente.
Vengono scelte per ricevere un nutrimento speciale: la pappa reale. Una sostanza rara, prodotta dalle api nutrici, ricca di proteine, vitamine e composti bioattivi. È un cibo regale nel senso più puro.

La larva nutrita esclusivamente con questa sostanza non segue più il percorso ordinario. In pochi giorni, il suo corpo si sviluppa in modo diverso. Le ovaie si attivano. Il corpo diventa più grande, più forte. La durata della vita si moltiplica per quasi venti volte.
Non lavorerà. Regnerà. Non seguirà la routine. Darà vita.
---
◆ La regina non è scelta in base ai geni. Viene creata.
Ciò che rende davvero affascinante questo processo è il fatto che le api operaie e la regina condividono lo stesso codice genetico. Non è il DNA a determinare il destino. È la nutrizione. La cura. La decisione dell’alveare.
È come se, in una società umana, si potesse prendere un bambino comune e, offrendo il giusto nutrimento, l’ambiente adatto e il sostegno necessario, trasformarlo in un leader straordinario. Senza interventi genetici. Senza artifici. Solo grazie a supporto e visione.
---
◆ Un leader nasce dalla crisi
Questa metamorfosi non salva solo la larva. Salva l’intera colonia.
Una volta che la nuova regina è pronta, assume la guida dell’alveare, inizia a deporre uova, ristabilisce l’ordine e dà inizio a un nuovo ciclo vitale collettivo. Da una minaccia di estinzione, la colonia rinasce più forte, più organizzata, più equilibrata.
---
◆ Una lezione silenziosa, ma profonda
Le api ci mostrano, senza parole, che nei momenti di grande crisi non serve la disperazione – ma la chiarezza. Un piano. La scelta giusta. Cura e direzione.
Nel loro mondo, una regina non nasce. Viene sostenuta. Nutrita. Guidata.

E forse, proprio come nell’alveare, anche nella vita – non conta chi sei all’inizio, ma ciò che ricevi, come vieni accudito e quali decisioni prendono gli altri nei momenti difficili.
Perché a volte, nei momenti più duri, nasce il leader più forte.
Non per fortuna. Ma dalla crisi, dalla visione e dalla trasformazione.

Le ferite dell’infanzia non si vedono subito, ma lasciano segni profondi. Riflettiamo su come possiamo essere guide amor...
03/04/2025

Le ferite dell’infanzia non si vedono subito, ma lasciano segni profondi. Riflettiamo su come possiamo essere guide amorevoli per i più piccoli

La   e "Il ritorno del figliol prodigo" 1668,  : un incontro che trasformaC’è un momento nella vita in cui torniamo a ca...
19/03/2025

La e "Il ritorno del figliol prodigo" 1668, : un incontro che trasforma

C’è un momento nella vita in cui torniamo a casa, ma non è un semplice ritorno fisico: è un ritorno a noi stessi. Il ritorno del figliol prodigo di Rembrandt non è solo una scena biblica, ma la rappresentazione profonda di un’esperienza esistenziale: la caduta, la richiesta di accoglienza, l’abbraccio che non giudica ma riconosce.

Il padre non interroga, non recrimina. Le sue mani – una forte, l’altra delicata – si posano sul figlio come se volessero restituirgli un’identità che la vita gli aveva strappato. La paternità qui non è un ruolo, ma un atto di pura donazione: il padre si offre come spazio di accoglienza, permettendo al figlio di ritrovarsi.

Nel buio della tela, una luce colpisce il figlio inginocchiato: è la luce della possibilità, della rinascita. Non siamo solo testimoni di un perdono, ma di un incontro che rende entrambi diversi: il padre, piegato dal tempo, diventa pienamente padre solo nell’atto di accogliere. Il figlio, svuotato dall’esperienza del naufragio, si riscopre figlio solo nel sentirsi accolto.

Rembrandt non ci offre un’immagine, ma un’esperienza: in fondo, tutti noi siamo quel figlio che ritorna. Alcuni, anche quel padre che accoglie.

Buona Festa del Papà!

"Uno studio delle Università Bicocca e Statale di Milano ha dimostrato che visitare un museo può ridurre lo stress del 2...
27/02/2025

"Uno studio delle Università Bicocca e Statale di Milano ha dimostrato che visitare un museo può ridurre lo stress del 25%. È proprio così: osservare le opere d’arte e perderci dentro i loro poetici mondi sospesi ci permette di calmarci, di prenderci cura di noi e di sollevare lo sguardo verso una dimensione più alta, che ci stacca dalla quotidianità e dall’individualismo.

Andare a una mostra o entrare in un museo è come tornare a casa, essere accolti da un abbraccio in cui non c’è giudizio, ma tutti i nostri desideri, tutte le paure più profonde, i vizi e i nostri incubi peggiori vengono espressi ed esorcizzati dal coraggio dell’arte. È come guardarsi in uno specchio, senza la paura del tempo che passa"

La riflessione di Raffaella Arpiani autrice di "Notte di luna con Van Gogh e altri incontri intimi nella storia dell'arte".

IL CROLLO DI NIETZSCHELa vita del filosofo Friedrich Nietzsche è costellata da episodi affascinanti e struggenti, che a ...
26/02/2025

IL CROLLO DI NIETZSCHE

La vita del filosofo Friedrich Nietzsche è costellata da episodi affascinanti e struggenti, che a lungo hanno fatto discutere gli esperti e gli appassionati.

Tra questi, occupa un posto di rilievo il cosiddetto “crollo di Torino”: Nietzsche, dopo una prima visita nell’aprile del 1888, decise di trasferirsi a Torino il 21 settembre di quell’anno, per restarci solo qualche mese, fino al momento del suo crollo psichico, nel gennaio del 1889.

Il filosofo ha scritto numerose lettere ad amici e parenti nelle quali raccontava come a Torino abbia trovato un clima mite, una “...città dignitosa e severa! Niente affatto grande città, niente affatto moderna come avevo temuto: ma una residenza del diciassettesimo secolo, dove su tutto era stato imposto un unico gusto, quello della Corte e della noblesse.”

L’entusiasmo per la città si accompagnò ad una fase di grande creatività; Nietzsche, in pochi mesi, completò tre opere di grande valore filosofico e letterario: “L'Anticristo”, “Il crepuscolo degli idoli” ed “Ecce Homo” (pubblicato postumo).

Questa parentesi di serenità sarà interrotta il 3 gennaio del 1889: giunto in piazza Carignano, vicino al proprio alloggio, il filosofo vide un cocchiero frustare violentemente il proprio cavallo, ormai esausto. Nietzsche, toccato e commosso, si sarebbe avvicinato, con vivaci e accese rimostranze, lamentandosi per il trattamento subito dall’animale; il filosofo, accostatosi all’animale, lo avrebbe abbracciato e baciato, col viso rigato da lacrime.
Qualche istante dopo sarebbe crollato, colto da spasmi e da una crisi convulsiva.

Questo episodio ha acquisito un valore “mitico” nella storia del filosofo: da allora, Nietzsche non sarà mai più lucido, scivolando nel silenzio e nelle nebbie della follia.

Gli anni successivi, il filosofo sarà accudito dalla madre e dalla sorella, fino alla morte sopraggiunta il 25 agosto 1900.
La parentesi di Torino è l’ultimo momento creativo per il filosofo; i messaggi successivi, confusi e sconnessi, sono raccolti nei cosiddetti “Biglietti della follia”: si tratta di messaggi sconnessi, privi di coerenza tra loro, la cui lettura suggerisce il progressivo ed avanzato declino mentale del filosofo.

L’episodio di Torino, per quanto eclatante, ci spinge a considerare con grande attenzione un aspetto centrale della clinica: come distinguere un sintomo medico, organico, da un sintomo psichiatrico o psichico?

All’epoca di Nietzsche non era possibile escludere con certezza la base organica dei disturbi mentali: per questo, intorno alla “follia” del filosofo circolano le più disparate ipotesi; si è trattato forse delle conseguenze della sifilide terziaria? Di una forma tumorale? Degli effetti di una patologia ischemica? Si tratta degli effetti da avvelenamento da mercurio, utilizzato come farmaco all’epoca? Oppure Nietzsche era affetto da un disturbo psichiatrico rimasto a lungo latente ed emerso per il grande sforzo creativo di quei mesi?

In effetti, l’ipotesi che la “follia” di Nietzsche sia emersa, improvvisamente, a Torino, vedendo la brutale violenza subita dall’animale, rimane un’ipotesi affascinante, che arricchisce una storia appassionante.

Per approfondire:
-Friedrich Nietzsche – Ecce Homo;
-Georges Bataille - Su Nietzsche;
-Gianni Vattimo - Introduzione a Nietzsche.

Non da ragazzo che ascolta, ma da adulto che condivide. È strano come certi posti restino uguali mentre noi cambiamo. Re...
14/02/2025

Non da ragazzo che ascolta, ma da adulto che condivide. È strano come certi posti restino uguali mentre noi cambiamo. Resta il compito di fare girare da mano a mano i doni che ti sono stati dati

Indirizzo

Via Degli Arconti 25
Reggio Di
89127

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Dott. Angelo Scordo - Psicoterapeuta pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Dott. Angelo Scordo - Psicoterapeuta:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare