Dott.ssa M. Maddalena Errigo, psicoterapeuta

Dott.ssa  M. Maddalena Errigo, psicoterapeuta Benessere psicologico, ansia, depressione, disturbi di personalità

16/09/2025

"L'adolescenza non è una malattia. Un titolo che è già un manifesto. Un appello che non
possiamo ignorare. Daniela Lucangeli racconta la solitudine, l'ansia, l'autolesionismo tra i giovani. Una pandemia silenziosa, che si diffonde nelle scuole, nelle stanze dei ragazzi, negli smartphone, negli sguardi spenti. A dare vice a questa realtà è Maria, sedici anni: "l mio non è mal di vivere, è consapevolezza. Sono più fragile, più arrabbiata, più delusa, più sola". E la scuola? Può essere la prima medicina o la prima ferita. La scuola, ci ricorda Lucangeli, ha un potere straordinario: ogni giorno, attraverso relazioni, emozioni e segnali, modula
letteralmente il cervello dei ragazzi. Ma solo se smette di trasmettere ansia, giudizio, paura, e inizia a generare fiducia, curiosità, senso. Serve una rivoluzione della forma mentis. Una scuola e una società che dicano: "Tu mi staia cuore". Una frase semplice, ma essenziale alla sopravvivenza affettiva, emotiva e cognitiva dei nostri ragazzi".

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https://www.orizzontescuola.it/ladolescenza-non-e-una-malattia-lurgente-appello-di-daniela-lucangeli-per-una-rivoluzione-educativa-la-pandemia-nascosta-dietro-solitudine-e-autolesionismo-che-nessuno-vuole-vedere/

06/09/2025
02/09/2025

Mia sorella è morta a otto anni, davanti ai miei occhi.
Un guidatore ubriaco passò con il rosso mentre attraversavamo la strada.
Io sono sopravvissuto per un passo. Lei no.

Da quel giorno, in casa mia il silenzio è diventato regola.
I miei genitori smisero di parlare, di ridere, di vivere.
A pranzo la televisione copriva ogni rumore, a cena nessuno diceva una parola.
Non siamo mai stati ricchi, ma con lei tutto sembrava più leggero.
Quando se n’è andata, la vita si è spenta poco a poco.

Mio padre ha cominciato a bere.
Mia madre è diventata un’ombra: cucinava senza sale, fissava il vuoto dalla finestra.
Io avevo dieci anni. E anche se respiravo ancora, era come se non esistessi più.

A tredici ho smesso di mangiare.
Non per vanità, ma perché dentro ero vuoto e il cibo non aveva più sapore.
Un giorno sono svenuto in classe. Ho dato la colpa alla colazione.
Non ho mai detto altro.

A quattordici anni ho iniziato a scrivere lettere che non spedivo mai.
“Mi manca mia madre com’era una volta.”
“Sento che se morissi non sarebbe così grave.”
“Ho paura di diventare qualcuno che guarda la sua vita da lontano.”

A quindici anni mi hanno diagnosticato una grave depressione.
Mia madre piangeva, mio padre non si presentò nemmeno all’appuntamento.
Mi diedero delle pillole, ma nessuno mi abbracciò.
Mi dissero soltanto: “Devi sforzarti, capita a tutti di essere tristi.”
Così imparai a fingere di stare meglio.

La notte del 21 luglio è stata la peggiore.
Non per un fatto preciso, ma per tutto ciò che si era accumulato.
Mi chiusi in bagno. Non per morire, ma per sparire.
Mi sedetti nella vasca, chiusi gli occhi… e mi addormentai.
Quando mi svegliai ero in ospedale.

C’era solo mia madre, con lo sguardo smarrito.
Le dissi:
“Non volevo morire. Volevo solo che qualcuno si accorgesse che stavo morendo dentro.”
Fu la prima volta che mi ascoltò davvero.

Da lì iniziò un cammino.
Terapia familiare. Passeggiate. Lacrime che non potevamo più ingoiare.
Non fu magia, ma un processo.

Oggi ho ventidue anni e lavoro come psicologo clinico.
Quando un ragazzo mi dice:
“Non so perché mi sento così solo”,
io penso sempre la stessa cosa:

“Lo sai. È solo che nessuno ti ha mai insegnato a dirlo.”

Perché ci sono ferite che non sanguinano.
Ferite che urlano piano, ogni giorno.
Finché qualcuno non decide di ascoltarle.

— Andres Molina

Piccole Storie

23/08/2025

Donarsi spazio, affermare il proprio spazio nel mondo significa sentire il proprio cuore come un tempio sacro: un luogo in cui non tutti possono entrare, perché non tutti sanno camminare con delicatezza tra le nostre fragilità. Significa non accontentarsi più di spazi stretti, concessi con sufficienza e mai con considerazione, amore e impegno. Ma significa anche saper guardare oltre la paura della solitudine, oltre il bisogno di essere scelti per comprendere che il vero amore non si mendica, né si conquista. Si riconosce. E quando impariamo ad ascoltare quella verità silenziosa che vibra dentro di noi, scopriamo che non abbiamo bisogno di correre dietro a nessuno. Perché chi sa amare davvero cammina al nostro fianco, senza che dobbiamo inseguirlo.

Scegliere con cura dove mettere il proprio cuore è, in fondo, un atto di fiducia nella vita. È sapere che, anche se il passato ci ha insegnato la durezza della delusione, esiste un luogo – da qualche parte nel tempo – dove il nostro cuore sarà accolto senza condizioni. Ma per arrivarci, dobbiamo prima imparare a custodirlo noi stessi. Con la certezza che il nostro battito non merita di spegnersi per chi non sa sentirne la melodia.

Perché il cuore non è fatto per sopravvivere. È fatto per vivere. E vivere davvero inizia nel momento in cui smettiamo di cercare amore fuori di noi e iniziamo a costruirlo dentro. Solo allora, scegliamo con cura. E solo allora, il nostro cuore trova finalmente casa. ❤️
dal libro: «il mondo con i tuoi occhi»

14/08/2025

A volte si ama per non sparire.

Si ama per sopravvivere, per sentirsi visti, per avere un posto nel mondo.
Non per scelta, ma per bisogno.
Non per libertà, ma per paura.

Chi soffre di dipendenza affettiva non è un debole.
È qualcuno che ha imparato ad aggrapparsi all’amore come a un salvagente,
perché da bambino ha dovuto meritarselo.
Dimostrare. Aspettare. Rimanere anche quando faceva male.

💔 E così, anche da grande, continua a confondere l’amore con l’abbandono.
Continua a scegliere chi non lo sceglie.
A rimanere dove si sente invisibile.
A dare tutto pur di non perdere l’altro — anche a costo di perdersi.

Per questo non serve giudizio, ma cura.
Non servono consigli, ma contenimento.
Non serve dire “mollalo”, serve dire:
“Sei degno d’amore anche quando non lo insegui. Anche quando resti solo.”

🌱 Perché l’amore vero non chiede sacrifici silenziosi,
non ti chiede di rinunciare a chi sei.
L’amore vero ti vede. Ti accoglie. Ti lascia libero.

E tu, lentamente, puoi imparare a riconoscerlo.
A nutrirti di relazioni che ti fanno bene.
A dire “non voglio più perdermi per restare”.
Ma voglio dirti una cosa: non sei nato per rincorrere chi ti fa sentire sbagliato. Non sei nato per mendicare amore. Non sei nato per restare dove ogni giorno ti spegni un po’. Se il cuore ti sussurra che è tempo di andartene, ascoltalo.
Forse non lo farai oggi. Ma ogni verità che riesci a vedere, ti prepara a quel momento. E quando lo farai, quando deciderai di scegliere te stesso, non sarà una fine. Sarà l’inizio della parte più vera della tua vita.

E se senti che tutto questo ti risuona dentro, se avverti che hai bisogno di ricomporre le tue fratture interiori e riscrivere la tua idea di felicità, ti invito a leggere il mio libro “Il mondo con i tuoi occhi”.
È un percorso emotivo e pratico per liberarti dai condizionamenti e imparare a costruire una vita che ti assomigli davvero.

19/03/2025

🔹 “Un padre è un ponte tra il passato e il futuro dei figli.” – Maurizio Andolfi

👨‍👧‍👦 Il ruolo del padre è spesso sottovalutato, ma è una figura centrale nella crescita emotiva e psicologica dei figli. Non è solo colui che provvede materialmente alla famiglia, ma soprattutto un pilastro affettivo, un esempio di forza e sensibilità.

💙 Un padre presente insegna con l’esempio:
✔️ Il valore della responsabilità
✔️ Il coraggio di affrontare le difficoltà
✔️ L’importanza dell’amore e del rispetto

I padri che ascoltano, che abbracciano, che partecipano attivamente alla vita dei figli non solo rafforzano il legame familiare, ma lasciano un’impronta indelebile nella loro identità e autostima. Un padre non è solo un modello, ma un rifugio, un complice, un alleato nella crescita

02/03/2025
24/02/2024

Quali cambiamenti avvengono nella vita domestica quando il disturbo ossessivo compulsivo irrompe in famiglia? E come “aiutare chi aiuta” nell’affrontare la convivenza quotidiana con la sofferenza mentale?

https://www.stateofmind.it/2024/02/doc-familiari/

09/02/2024

"Ho capito che dove non c’è certezza del futuro, serve vivere con più intensità il presente. Ho strappato alla mia fine una manciata di anni e li voglio vivere come un presente allargato.
Cosa darei oggi per suonare davanti a 15 persone.
I numeri non contano. Perché ogni individuo è unico, irripetibile e a suo modo infinito.
Quando tutto crolla e resta in piedi solo l’essenziale, il giudizio che riceviamo dall’esterno non conta più.
Io sono quel che sono, noi siamo quel che siamo.
Come è liberatorio essere se stessi."

Giovanni Allevi , grazie per il tuo immenso dono.

15/01/2024

Indirizzo

Reggio Di
89100

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