
29/04/2024
DI VANNACCI, SCUOLA, DISABILITÁ E FINTA INCLUSIONE
internalizzare servizi e lavoratrici per l'inclusione scolastica
Come lavoratrici e lavoratori per gli alunni disabili sentiamo l’esigenza di prendere parola sul grande scandalo che stanno producendo le dichiarazioni del generale Vannacci sulla necessità di dividere gli studenti nelle scuola in base alle capacità.
Come SGB abbiamo denunciato, da sempre, le pessime condizioni di lavoro e salario che vivono le educatrici e gli educatori, assistenti alla comunicazione e all’autonomia, che oggi, in regime di appalto dei Comuni, svolgono le attività necessarie all’inclusione, autonomia e comunicazione degli alunni portatori di disabilità.
Abbiamo sempre denunciato, non da ultimo il 15 Aprile durante lo sciopero nazionale di settore anche al Ministero della disabilità, che ci ha ricevuti, le caratteristiche precarie di questi lavoratori e lavoratici delle cooperative sociali, costretti, nella stragrande maggioranza, a part time involontari e buchi salariali per sospensione del servizio (assenze alunno, festività, servizi chiusi nei mesi estivi). Insomma una condizione lavorativa che ha un’immediata ricaduta sul servizio e sul valore dell’integrazione.
Le educatrice e gli educatori, o chi per loro, (ogni territorio ha definito in modo diverso questa figura lavorativa di connessione e inclusione prevista dalla Legge 104) sono i professionisti che, nelle scuole e nei servizi, devono valorizzare le competenze, potenziare le autonomie e connetterle con quelle degli altri: con i compagni di classe, con le insegnati, con le famiglie, con le asl, allo scopo di facilitare, con un progetto personalizzato, l’inclusione scolastica e sociale.
Spesso nelle condizioni in cui versa la scuola pubblica, carente da tutti i punti di vista, queste figure fondamentali per una società inclusiva e rispettosa delle diversità, spesso vengono delegate da tutti come unica figura responsabile dell’alunno disabile. Questo avviene quando manca il coinvolgimento e il coordinamento di tutte le figure che ruotano attorno al bambino con disabilità, diventa difficile includere realmente e in modo efficace, prevede un grande lavoro di programmazione e progettazione continua (ore non frontali non pagate), con l’unico risultato che l’emarginazione, spesso riguarda sia gli alunni disabili che gli educatori.
In conclusione le pessime condizioni di lavoro, i salari bassi e il mancato riconoscimento della professionalità (ccnl coop sociali) svalutano il lavoro educativo, inficiando anche il percorso educativo personalizzato che resta di fatto un’ inclusione scritta solo sulla carta.
Come SGB abbiamo sempre ribadito che la qualità dei servizi è misurabile dalla qualità del lavoro di chi li svolge, abbiamo sempre denunciato le gravi condizioni lavorative in cui versano i lavoratori e le lavoratrici di questo servizio, e di conseguenza le carenze del servizio stesso.
Per questo da anni chiediamo stabilità e salari adeguati attraverso l’internalizzazione al MIUR dell’educatore professionale che fa parte, a tutti gli effetti, del personale scolastico che ogni giorno entra nelle scuole, ma che oggi lavora in appalto.
Per questo terremo monitorate le proposte di legge in questo senso, sia da parte delle opposizioni che del governo, affinché vadano in una giusta direzione, quella del riconoscimento in termini economici e di professione, e non corrispondano solo a razionalizzazioni di spesa e a tagli continui, che riducono ulteriormente l’impegno per una scuola realmente inclusiva.
PER UNA SCUOLA INCLUSIVA
INTERNALIZZARE SERVIZI E LAVORATRICI!
BASTA APPALTI
15 MAGGIO SCIOPERO METROPOLITANO BOLOGNA