Dott.ssa Alexandra Ferretti-Lenz
Alexandra Ferretti-Lenz, nata e cresciuta in Germania,
si è laureata in fisioterapia a Berlino nel 1997. Ha proseguito la sua specializzazione nell’ambito
neurologico-ortopedico, praticando fin dall’inizio
in cliniche specializzate e integrando in seguito la
formazione con corsi specifici sia in Germania che in
Italia, ottenendo titoli riconosciuti a livello nazio
nale ed
internazionale, fra cui il Master in Terapia Manuale. Sposata con due bambini, vive in Italia dal 2001, e ha
aperto il proprio studio professionale a Reggio Emilia,
collaborando inoltre con vari istituti come docente. TERAPIA MANUALE
La terapia manuale ortopedica (OMT=Orthopedic Manipulative Therapy) è una tecnica fisioterapica specifica,
per trattare l’apparato neuro-muscolo-scheletrico. La terapia manuale si basa su una valutazione bio-psico-sociale (EBM=medicina dell’ evidenza scientifica),
una visione a 360° del paziente, individuando il disturbo fisico. Questi disturbi si presentano con sintomi
tipo dolore, debolezza, mobilità alterata e dei cambiamenti tessutali. La valutazione iniziale è la base per i successivi passi terapeutici e del programma riabilitativo che il fisioterapista
(OMT) imposta individualmente sul paziente. Sia la valutazione che il trattamento seguono le linee
guida internazionali derivate dalla ricerca scientifica che il fisioterapista consulta e confronta con il piano di
trattamento stabilito. L’obiettivo principale della OMT è il ripristino della massima funzionalità del sistema
neuro-muscolo-scheletrico, in assenta della sintomatologia dolorosa. Il concetto Kaltenborn-Evjenth nasce in Norvegia negli anni ‘60, dove due professionisti della riabilitazione,
Freddy Kaltenborn ed Olaf Evjenth, riunirono i concetti dell’osteopatia, della chiropratica e della medicina
manuale (Cyriax) presenti nel nord Europa. Una caratteristica tipica del concetto OMT Kaltenborn-Evjenth è la considerazione della meccanica articolare. La valutazione e il trattamento non si basano
soltanto sulla percezione del dolore del paziente, ma anche sulla
disfunzione del movimento osservato dal terapista.