Francesca Oliveri- Psicologa e Psicoterapeuta della Gestalt

Francesca Oliveri- Psicologa e Psicoterapeuta della Gestalt Psicologa clinica e Psicoterapeuta della Gestalt. Spazio in cui poterci contattare e pensare a come stare bene insieme.

Notizie, curiosità e riflessioni dal mondo della Psicologia

21/09/2025

Una buona parte della seduta di Consiglio dell’Ordine degli Psicologi della Regione Sicilia del 19/09/2025 è stato dedicato a ciò che sta succedendo a Gaza negli ultimi giorni, per non parlare degli anni precedenti.
Sarebbe stato impossibile fare diversamente, perché ciò che accade adesso ci riguarda molto da vicino, in primo luogo in quanto esseri umani, ma anche direttamente come professionisti della salute mentale pubblica.
Abbiamo ritenuto necessario un approfondimento, in continuità con le azioni e la linea comunicativa portate avanti da questo Ordine, nelle ultime settimane.
Durante la seduta del Consiglio, ci siamo collegati online con il dottor Mohammad
Mansur, che vive e lavora tra Nazareth e Haifa e il dottor Alberto Mascena, entrambi direttamente impegnati professionalmente con la popolazione di Gaza da vari anni.
Ascoltare chi è in diretto contatto con il territorio è indispensabile, soprattutto perché la situazione che si è determinata non è facilmente comprensibile con le nostre abituali categorie.
Pensare dopo Gaza, per utilizzare il titolo del libro di Franco Berardi Bifo, è un esercizio a cui tutti dobbiamo prepararci, perché ciò che sta accadendo è uno di quegli eventi che spostano drasticamente la linea di senso e di pensabilità delle cose.
E non riguarda soltanto le persone coinvolte direttamente, ma l’umanità tutta.
In un senso molto radicale, soprattutto per le ricadute che questo ha già e avrà sulla salute mentale di tutti, nuove generazioni in particolare.
Le categorie di trauma o post trauma non sono categorie utilizzabili per comprendere ciò che attraversa quelle persone e quei luoghi, come i colleghi preziosamente ci hanno confermato.
L’esposizione prolungata ad eventi così distruttivi e non terminati oltrepassa le categorie del trauma, e non abbiamo ancora a disposizione nessun termine e nessuna categoria per rendere pensabile la sopravvivenza della mente in queste condizioni. Le dovremo creare.
E come Ordine non possiamo non porci la questione di avviare iniziative di senso, in sinergia con le organizzazioni già attive da anni, non agendo soltanto sull’onda di una, pur comprensibile, rivolta emotiva.
Ci sono infinite cose che si possono fare e dobbiamo e possiamo studiare rapidamente il modo migliore per farle. Ieri è stato un primo inizio, rapidamente ne compiremo altri, perché non c’è più tempo e perché non possiamo stare a guardare.
E dobbiamo anche cominciare a studiare come prenderci cura dell’onda che investe anche noi e i nostri ragazzi.
Non abbiamo ancora deliberato nessuna iniziativa specifica, ma abbiamo tracciato la strada da percorrere, grazie al confronto con i colleghi che conoscono da vicino la realtà di Gaza, che si sono messi a disposizione per affiancarci e che ci hanno chiarito cosa può essere più utile e realistico fare, nell'immediato e in prospettiva futura.

01/09/2025

Ci sono cose da dire ai nostri figli.
Come ad esempio che il fallimento
è una grande possibilità.
Si ricade e ci si rialza.
Da questo s’impara.
Non da altro.

Dovremmo dire ai figli maschi che se piangono,
non sono femminucce.
Alle femmine che possono giocare alla lotta
o fare le boccacce senza essere dei maschiacci.

Dovremmo dire che la noia è tempo buono per sé. Che esistono pensieri spaventosi,
e di non preoccuparsi.

Dovremo dire che si può morire,
ma che esiste la magia.

Ai nostri figli dovremmo dire che il giorno del matrimonio non è il più bello della vita.
Che ci sono giorni sì, e giorni no.
E hanno tutti lo stesso valore.

Che bisogna saper stare, e basta.
E che il dolore si supera.

Ai nostri figli maschi dovremmo dire che non sono Principi azzurri e non devono salvare nessuno.
Alle femmine che nessuno le salva,
se non loro stesse.
Altrimenti le donne continueranno a morire
e gli uomini a uccidere.

Ai nostri figli dovremmo dire
che c’è tempo fino a quando non finisce,
e ce ne accorgiamo sempre troppo tardi.

Dovremmo dire che non ci sono né vinti né sconfitti, e la vita non è una lotta.

Dovremmo dire che la cattiveria esiste
ed è dentro ognuno di noi.
Dobbiamo conoscerla per gestirla.

Dovremmo dire ai figli che non sempre un padre e una madre sono un porto sicuro.
Alcuni fari non riescono a fare luce.

Che senza gli altri non siamo niente.
Proprio niente.

Che possono stare male.
La sofferenza ci spinge in avanti.
E prima o poi passa.

Dovremmo dire ai nostri figli che possono
non avere successo e vivere felici lo stesso.
Anzi, forse, lo saranno di più.

Che non importa se i desideri non si realizzano,
ma l’importante è desiderare.
Fino alla fine.

Bisogna dir loro che se nella vita
non si sposeranno o non faranno figli,
possono essere felici lo stesso.

Che il mondo ha bisogno del loro impegno per diventare un luogo bello in cui sostare.

Che la povertà esiste e dobbiamo farcene carico.

Che possono essere quello che vogliono.
Ma non a tutti i costi.

Che esiste il perdono.
E si può cedere ogni tanto, per procedere insieme.

Ai figli dovremmo dire che possono andare lontano. Molto lontano.
Dove non li vediamo più.

E che noi saremo qui.
Quando vogliono tornare.

✍️Cinzia Pennati

04/08/2025

In una relazione sana non ti prendi cura dell’altro, né pretendi che l’altro ti accudisca. Altrimenti ricrei una dinamica genitore figlio. Non può funzionare. In una relazione sana ci si prende cura ognuno di sé, e insieme si coltiva la relazione, il noi




Ne ho scritto in modo approfondito qui ✅

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16/06/2025

L'unica cosa che ti chiedo in cambio è che quando parli con me, badi alle tue parole.
Che le tue parole siano giuste, che siano della dimensione dei tuoi sentimenti, perché se mi dici no, per me è no, e se mi dici piove,
per me piove.
E se mi dici amore, per me è Amore.

(Rosario Castellanos)

https://pedagogiadinamica.com/il-diritto-del-bambino-allimmaturita/?fbclid=IwY2xjawK6zvFleHRuA2FlbQIxMQABHrvOZoh8BOTSgpT...
14/06/2025

https://pedagogiadinamica.com/il-diritto-del-bambino-allimmaturita/?fbclid=IwY2xjawK6zvFleHRuA2FlbQIxMQABHrvOZoh8BOTSgpTiQcPrOg9hS4H7s1gxEQmsuiGYiMzJdg4z8Ze23-Lv54DX_aem_8c0L35fzisjx5nRoxQGshA

"Il diritto all’immaturità è il diritto del bambino ad esser quel che è, un bambino appunto.
E un bambino è un essere umano in evoluzione, una creatura che si sta preparando.
Un’opera sulla quale l’artista sta ancora lavorando e non bisogna aver fretta.
Il bambino ha diritto all’immaturità emotiva, motoria, cognitiva, fisica, sociale, immaginifica, etica.
Il diritto a non essere una mela ancora pronta, ad essere una ciliegia ancora aspra, una carota ancora troppo corta.
[...]"

📌 Puoi leggere qui l'articolo completo: https://pedagogiadinamica.com/il-diritto-del-bambino-allimmaturita/

06/06/2025

Miley Cyrus told The New York Times that she tried EMDR therapy to help her relieve anxiety and trauma. Our experts break down what exactly EMDR is, how these therapy sessions work, and if its safe for you.

24/05/2025
04/04/2025

METTETEVI NELLA MENTE DI LUCA, CHE DA TRE SETTIMANE HA PERSO TUTTE LE SUE CERTEZZE

Oggi, quando arriverà mezzanotte, saranno passate tre settimane – ribadisco 21 giorni – da quando Luca è stato prelevato dalla sua famiglia affidataria che lo aveva con sé dal primo mese di vita e portato presso una nuova famiglia dichiarata la sua famiglia adottiva, ovvero famiglia per sempre. La continuità affettiva con cui è stato amato e cresciuto per tutto il tempo della sua vita è stata traumaticamente interrotta per adempiere al regolamento in base al quale la famiglia affidataria non può essere famiglia adottiva. Poco importa se tale regolamento negli anni è stato modificato dal principio della continuità affettiva, per quegli affidi – paradossalmente detti “ponte” – la cui durata va ben oltre i termini stabiliti per legge. Luca, in questo caso, è la vittima di un paradosso legislativo: tolto alla famiglia che lo ha amato e cresciuto perché quella famiglia doveva amarlo e crescerlo per non più di due anni. Peccato che la legge si è dimenticata di Luca per ben quattro anni, come ben evidenziato nei fascicoli depositati presso il Tribunale dei Minori di Milano dall’Avvocato Sara Cuniberti che sta assistendo la famiglia affidataria che ha chiesto, senza ottenerne la possibilità, di diventarne famiglia adottiva.
In queste tre settimane, Luca è stato portato nella sua nuova famiglia senza mai – e ribadisco mai – avere un contatto con i genitori affidatari con cui è cresciuto da sempre. Un trauma nel trauma. Immaginatevi di avere quattro anni, di sentirvi dire che da domani avrete una nuova mamma e papà, di essere prelevati dalla casa in cui siete cresciuti per ogni giorno della vostra vita. Immaginate di arrivare in una nuova casa dove ci sono due persone dedite e amorevoli che ti dicono “Da oggi siamo noi la tua mamma e il tuo papà”. immaginate di non avere più il vostro letto, i vostri giocattoli, la vostra tazza della colazione perché tutto è nuovo dentro la vostra nuova vita. E’ vero: tutto è nuovo è bello, ma è spaventosamente sconosciuto. Immaginate di dovervi adattare a tutto questo, continuando a domandare: “ma la mia mamma e il mio papà dove sono? Perché adesso non li vedo più? Mi verranno a riprendere?” E ogni volta sentirti rispondere che la tua mamma e il tuo papà non sono quelli di prima, ma quelli di adesso e che tu lo imparerai presto. Basta avere pazienza. Può un bambino avere questa pazienza, senza che gli si rompa dentro qualcosa di enorme? Tutti noi specialisti di età evolutiva diciamo che questa cosa non ha alcun senso e che ogni giorno in più di lontananza e assenza di Luca dalla sua casa e famiglia affidataria sono un giorno di angoscia, paura, trauma che poteva essere evitato. Siamo tutti in attesa che Luca torni a casa sua. SI’ BISOGNA SCRIVERLO A LETTERE MAIUSCOLE: SIAMO TUTTI IN ATTESA CHE LUCA TORNI A CASA SUA. Questa storia non può dirsi conclusa. E il sistema della Tutela Minorile su questo caso non ha giustificazioni di nessuna specie. Tutte le carte depositate in Tribunale e allegate al fascicolo di Luca – che io ho potuto visionare completamente - esprimono in modo chiaro che sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista clinico l’unico diritto che Luca ha è quello di tornare a casa sua. PERCHE’ DOPO 21 GIORNI CHE QUESTA COSA E’ STATA CHIESTA A GRAN VOCE A TUTTI COLORO CHE AVEVANO IL POTERE DI FARLA AVVENIRE, NON E’ ACCADUTA? Ognuno si metta la mano sul cuore e agisca secondo scienza e coscienza. Queste tre settimane lontano da mamma e papà affidatari, sono stati per Luca un trauma nel trauma. Che poteva essere evitato e prevenuto. E siccome non è stato evitato e prevenuto, il danno procurato al bambino cresce sempre di più. PER FAVORE, CHI HA IL POTERE DI FERMARE TUTTO QUESTO, INTERVENGA OGGI STESSO.
Facciamo rumore: commentate e condividete.

20/03/2025

Quando una madre o un padre decide guarire, non lo fa solo per se stesso, ma anche per i propri figli.

Anche se non viene detto a parole, loro lo sentono nell’anima.

Un padre che guarisce dona libertà a suo figlio, gli mostra che è possibile vivere senza portare il peso delle storie del passato.

Una madre che si trasforma insegna a suo figlio che l’amore può essere leggero, senza colpe né paure ereditate.

Non devi essere perfetto, solo consapevole.

Guarire non significa cancellare ciò che hai vissuto, ma abbracciarlo con amore affinché non pesi più.

Puoi essere tu il cambiamento nella tua famiglia.

Fallo per te, per chi è venuto prima e per chi verrà dopo.

❤️
Dalla pagina “Cuori di neve”

16/03/2025

SONO SOLO UN BAMBINO

Se mi gridi,
mi rendi sordo.
Se mi zittisci,
mi rendi muto.
Se mi ignori,
mi rendi invisibile.
Divento pauroso
quando sono solo.
Diffidente
se mi menti.

Amami!
Sono solo un bambino.

Se mi ascolti,
mi rendi forte.
Quando giochiamo,
siamo amici.
Dammi il pane
se ho fame.
Coprimi
se ho freddo.
Se piango,
consolami.
Se rido,
ridi con me.

Educami
con amore.
Ho bisogno dei tuoi abbracci,
delle tue carezze e delle tue coccole.
Abbi cura di me
se sono malato.

Amami!
Sono solo un bambino.

(María Alonso Santamaría)
I bambini amati diventano adulti capaci di amare.

02/03/2025

Oggi volevo farvi leggere una poesia che forse pochi conoscono, ma che meriterebbe di essere letta riletta un po' da tutti.
Parla di bambini, ma in realtà non parla di bambini: parla di adulti che sono stati amati da bambini.

Ci sono persone che camminano leggere, che non inciampano nel passato, che sanno partire senza paura e arrivare senza rimpianti. Hanno mani che sanno stringere, voci che sanno restare, sorrisi che non chiedono permesso.

E poi ci sono gli altri, quelli che la leggerezza l'hanno solo sfiorata, quelli che non sanno viaggiare senza bagagli, che si fermano sempre un istante prima di fidarsi.

Questa poesia è un sussurro per chi li guarda con meraviglia, per chi vorrebbe toccarli solo un secondo, giusto il tempo di rubarne un po'. Ma la magia dell'essere stati amati non si trasmette per contatto. È un'eredità segreta, un destino già scritto nelle mani che ti hanno preso la prima volta senza farti paura.

Eccola

Li riconosci subito
i bambini bene amati,
sono gli adulti
che arrivano in aeroporto
al tempo giusto,
col bagaglio essenziale.

Li senti splendere
i bambini ben amati,
una volta cresciuti,
parlano al futuro,
frequentano disinvolti
i progetti di vita,
hanno sempre
denti dritti
e paure gestibili.

Anche quando
li ritrovi ai funerali,
i bambini ben amati
venuti su
a trauma ridotto,
hanno lacrime feconde,
mani che rassicurano
nuovi bambini,
temporaneamente tristi.

Quando incontro
queste creature speciali,
le tocco di nascosto,
perché mi resti addosso
un po’ di quella meraviglia.

Ma si tratta di una magia
intransitiva,
a tratti riflessiva,
che va via con loro,
eredi di infanzie preziose.

-Eleonora Scrivo

Indirizzo

Reggio Nell Emilia

Orario di apertura

Lunedì 14:00 - 18:30
Martedì 16:45 - 18:45

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