18/09/2025
Durante i miei studi universitari, mi sono imbattuto in una frase che lì per lì non ho capito. Era una frase di Nietzsche, e diceva: “Posso credere soltanto a quei pensieri che sono una festa per i muscoli”.
Mi colpì molto, perché era la prima volta che non solo qualcuno non contrapponeva mente e corpo tra loro, ma addirittura li legava assieme, in un vincolo di reciprocità.
Per secoli, infatti, dalla religione alla filosofia, abbiamo sempre separato la dimensione fisica, cioè il corpo, da quella spirituale, cioè l’anima. Come se fossero due entità diverse, il corpo era considerato fonte di peccato, l’anima di grazia.
Forse, questo ripudio intellettuale della fisicità spiega perché, per tanto tempo, lo sport è stato svalutato.
Di recente, come un cerchio che si chiude, sono entrato in contatto con un’altra frase di Nietzsche. Rispondendo a un’affermazione di Flaubert, secondo cui “Non si può scrivere che da seduti”, Nietzsche replicò: “Le migliori idee vengono camminando”.
E qui ho capito qualcosa in più, su di me e sullo sport.
Quando faccio attività fisica, per qualche strano motivo ragiono a mente più lucida. Mi vengono riflessioni e pensieri che, stando seduto, non mi sarebbero mai venuti. È come se, per un attimo, la vita si rischiarasse e diventasse più limpida.
Ragionando di meno per via dello sforzo, paradossalmente finisco per ragionare di più. In un certo senso, fare sport mi aiuta a togliere il superfluo.
Così, ora ho compreso il significato di quella frase che lessi anni fa. Non solo, ho scoperto che vale anche il contrario: “Posso credere soltanto a quelle azioni fisiche che sono una festa anche per il pensiero”. E lo sport, in fondo, è proprio questo. Una festa per il pensiero. Perché non serve solo per allenare i muscoli, ma anche per allenare la mente.
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Il Saggio dello sport