11/12/2025
ELASTICITÀ MUSCOLARE
Come mai perdiamo “elasticità” muscolare?
Il nostro corpo lavora in economia, cioè quello che non viene usato viene tolto, così da non doverlo nutrire, riparare, proteggere o far funzionare.
Nella nostra quotidianità abbiamo perso, crescendo, la facilità con cui eravamo soliti muoverci.
A partire dalla disabitudine, arrivando fino allo stile di vita, tutto ha contribuito a farci perdere mobilità e l’uso di componenti muscolari (leggi sarcomeri) oltre il “quotidiano”.
Il corpo questo lo sa, quindi, complice il lavoro, lo studio e la sedentarietà della vita moderna, avviene che le posture di riposo assunte diventano deleterie.
Ci abituiamo a stare troppo tempo in posture in cui il corpo si “accorcia”.
Sedute comode, poltrone, divani: hanno contribuito a rendere il nostro tempo nella stessa posizione sempre più lungo.
Prima le sedute erano scomode e, per forza di cose, ci si muoveva, ci si alzava, ci si stiracchiava.
La posizione da seduto, per il nostro corpo, infatti, non è naturale.
Il muscolo, prima forte e lungo, diventa forte sì (perché deve sostenere), ma corto, perché non si muove o rimane sempre in contrazione.
Un muscolo forte ma corto provoca l’accorciamento della catena muscolare posteriore, quindi l’avvicinamento di una vertebra all’altra, con forte pressione di spinta; se non si interviene invertendo la rotta, il muscolo continua ad accorciarsi e, questo, aggiunto al peso che la forza di gravità costantemente ci pone, porterà facilmente a schiacciamento del disco tra le vertebre.
E all’inevitabile dolore che ne deriva.
In tutto questo regna sovrana la componente emotiva: stress, ansia, pesi non nostri da portare, inversione dei ruoli all’interno della famiglia, traumi, ferite dell’anima.
“La psiche influenza la postura e, a sua volta, la postura influenza la psiche.”
Questa affermazione era il mantra costantemente ripetuto da Françoise Mézières ai suoi allievi negli anni ’50 e ’60.
Stress, ansia, depressione e bassa stima di sé incidono fortemente sulla postura.
Da un lato portano alla contrazione dei principali muscoli flessori (muscolo ileo-psoas compreso), portandoci a inarcare in modo scorretto la schiena; dall’altro ci portano alla chiusura delle spalle, alla compressione della cassa toracica e all’affondamento del cuore.
Questo atteggiamento posturale ci predispone a una respirazione disfunzionale e a problemi d’ansia.
Ecco, per riassumere:
Più non ti muovi, più non ti va di muoverti.
E vale anche al contrario.
Quindi è una decisione che spetta a te: alzati e inizia.
Non importa come o quanto, ma inizia.
Il resto verrà da sé.
Porta il cambiamento.
®️Alessandro Catanzaro