15/10/2025
“Nessun paziente può essere davvero curato da un medico esausto, spaventato o malato.
Se vogliamo che la medicina resti umana, dobbiamo cominciare da qui:
proteggere la salute mentale e fisica di chi ogni giorno tiene in piedi il Servizio Sanitario Nazionale”.
Crisi del benessere psicofisico tra i medici: l’allarme OMS e il caso italiano che non possiamo più ignorare
Secondo la più ampia indagine mai condotta in Europa sullo stato psicologico degli operatori sanitari, lo studio MeND dell’OMS Europa — oltre 90.000 professionisti di 29 Paesi — il personale sanitario europeo è allo stremo.
Violenza nei luoghi di cura, turni estenuanti, precarietà e solitudine professionale emergono come le principali cause di disagio.
Hans Kluge, direttore regionale dell’OMS, ha usato parole inequivocabili:
“Siamo di fronte a una crisi della sicurezza sanitaria. Senza la salute degli operatori, non esiste sistema sanitario sicuro.”
In Italia, il quadro è altrettanto drammatico. I medici e gli infermieri riportano livelli di stress, burnout e senso di abbandono tra i più alti d’Europa. Il paradosso è che chi si prende cura degli altri non ha tutele quando si ammala, spesso né sul piano organizzativo né su quello umano.
Il recente decesso della dottoressa Maddalena Carta, medico di famiglia di 38 anni a Dorgali, ne è un simbolo tragico. Morta dopo un malore improvviso, aveva continuato a lavorare nonostante le difficoltà di salute. Il suo impegno, la sua dedizione e la mancanza di un reale sostegno da parte del sistema sono diventati il riflesso di una categoria lasciata sola.
Oggi l’Accordo Collettivo Nazionale della medicina generale non prevede meccanismi efficaci di sostituzione o tutela in caso di malattia acuta, burnout o fragilità psicofisica del medico. Un’assenza che si traduce, ogni giorno, in medici che lavorano malati, per non lasciare scoperti i propri pazienti.
Questa non è solo una questione contrattuale: è una questione di civiltà.
Nessun paziente può essere davvero curato da un medico esausto, spaventato o malato.
Se vogliamo che la medicina resti umana, dobbiamo cominciare da qui:
proteggere la salute mentale e fisica di chi ogni giorno tiene in piedi il Servizio Sanitario Nazionale.