27/07/2025
LETTERA DI UN A SUO FIGLIO
Figlio mio,
non so se sceglierai di fare il farmacista. Non so se il banco ti sembrerà un palco o una gabbia. Ma qualunque sarà la tua strada, voglio che tu conosca il significato profondo di questa professione. Perché dietro ogni camice bianco c’è molto di più di una laurea o di una licenza. C’è una missione.
La farmacia non è un lavoro. È un patto con la comunità.
Quando apriamo le serrande la mattina, non vendiamo semplicemente farmaci: offriamo ascolto, rassicurazione, soluzioni. Facciamo da filtro tra i timori e le diagnosi, tra Google e la realtà, tra la solitudine e la cura. Quando facciamo bene il nostro mestiere, diventiamo un punto fermo. Un riferimento. A volte, un rifugio.
Ma oggi, figlio mio, il mondo è cambiato. Le persone vivono più a lungo, ma non meglio. I medici scarseggiano. Gli ospedali si svuotano. I quartieri invecchiano. E la farmacia, la farmacia di quartiere, quella che sembra invisibile, è diventata l’ultimo presidio sanitario rimasto accessibile, umano, vicino.
Questa è la grande opportunità che la tua generazione può cogliere: ridare alla farmacia il suo ruolo sociale, culturale e sanitario. Puoi decidere di essere un dispensatore di scatole, oppure un creatore di fiducia. Un compilatore di ricette o un coltivatore di relazioni. A te la scelta.
Ci sarà chi ti dirà che questo è un mestiere in crisi. Che Amazon fa i prezzi migliori. Che le catene sono più forti. Ma io ti dico una cosa, figlio mio: nessun algoritmo potrà mai guardare negli occhi una persona e capire cosa non ha il coraggio di dire. Nessun drone consegnerà mai un sorriso, né saprà placare un’ansia con una carezza vocale. Questo è il tuo vantaggio: la tua umanità. Difendila. Coltivala. Usala.
Sì, ama la farmacia. Ma, soprattutto, ama la vita.
E la vita, per essere piena, ha bisogno di una cosa sola: prendersi cura del prossimo. Fallo con intelligenza, con visione, con competenza. Ma fallo, ogni giorno.
Forse non sarai mai ricco. Ma se lo farai bene, un giorno qualcuno tornerà a ringraziarti. E ti assicuro che quel “grazie” avrà il suono più potente del mondo.
Figlio mio, il banco è un confine. Da un lato c’è il commercio. Dall’altro c’è la missione. Scegli dove stare.
Con amore,
tua madre