Andrea Bartoli

Andrea Bartoli Notaio, fondatore di Farm Cultural Park e Referente Movimenta in Sicilia.

31/07/2025

Burgio ci ha stupiti. La bellezza dell’ex stazione ferroviaria, la maestosità dell’ex scuola di via Vittorio Emanuele e soprattutto il gigante palazzo nobiliare affacciato sulla piazza principale — oggi svuotato, ma con tutta l’aria di voler diventare la nuova foresta urbana di Burgio, emulando l’incredibile esperienza di Palazzo Miccichè. Grazie al Sindaco Vincenzo Galifi per l’accoglienza e la disponibilità. Nei prossimi 30 giorni torneremo a Burgio con la comunità di Farm per immaginare insieme nuovi scenari di bellezza e rigenerazione.

Video realizzato da Giuseppe De Michele.

A PLATFORM FOR CHANGE - LE CITTÀ CAMBIANO PERCHÉ LE PERSONE LE FANNO CAMBIARE è una mostra-laboratorio diffusa prodotta da Farm Cultural Park per Castronovo di Sicilia, Burgio, Montallegro e Bisacquino, sul tema della rinascita dei centri urbani.

Ogni tappa è pensata come un’esposizione partecipativa, che unisce narrazione identitaria, scambio con le esperienze di rigenerazione urbana e attivazione culturale di farm.
Il progetto si muove tra memoria e futuro, con l’obiettivo di trasformare la mostra in una piattaforma concreta di cambiamento, in cui cittadini, giovani, artisti, architetti e sognatori immaginano insieme nuovi modi di abitare i luoghi.

A Platform for Change è un invito ad agire.
E’ uno spazio aperto dove la cultura non si contempla, ma si pratica.
Un gesto politico e affettivo, che restituisce dignità e visione ai luoghi dell’Italia che resiste e che sogna.
A Platform For Change è un progetto fatto in collaborazione con il Gal Sicani che opera in un territorio interno compreso tra le province di Agrigento e Palermo, segnato da sfide strutturali come lo spopolamento e la carenza di servizi, ma ricco di potenzialità culturali, ambientali e relazionali. la sua strategia di sviluppo locale mira a valorizzare i beni comuni materiali e immateriali attraverso l’attivazione delle comunità, la creatività e l’innovazione sociale.

Nell’ambito del progetto inn.rete – poli per l’innovazione delle comunità rurali, il Gal promuove l’azione locale “rural creative lab”, uno spazio collaborativo per la valorizzazione del patrimonio culturale tramite la creazione di capitale sociale dinamico e l’attivazione di imprese culturali e creative. Il laboratorio rappresenta un ambiente abilitante dove giovani, associazioni, scuole e operatori culturali possono co-progettare soluzioni e narrazioni per rigenerare il territorio.

RURAL CREATIVE LAB prende il via, e noi di Farm Cultural Park siamo felici e orgogliosi di lavorare a questo straordinar...
26/07/2025

RURAL CREATIVE LAB prende il via, e noi di Farm Cultural Park siamo felici e orgogliosi di lavorare a questo straordinario viaggio collettivo nei territori dei Sicani!

Cultura, innovazione e comunità diventano i motori della rigenerazione dei borghi rurali grazie al progetto di cooperazione internazionale INN.Rete, promosso dal GAL Sicani.

Dopo l’energia travolgente del Sicani Creative Festival, il progetto si espande in nuovi luoghi meravigliosi: Burgio, Montallegro, Bisacquino e Castronovo di Sicilia.

Cuore pulsante di questa nuova fase sarà "A Platform for Change", una mostra-laboratorio diffusa che trasformerà ogni borgo in un cantiere creativo e partecipativo, dove cittadini, studenti, giovani creativi e sognatori potranno immaginare e co-progettare il futuro dei propri luoghi.

Installazioni pubbliche, rassegne musicali itineranti, lectures, piattaforme digitali, esperienze condivise. Non un evento da osservare, ma un processo da vivere. Insieme.

Nel frattempo abbiamo attivato una campagna di ascolto con un brevissimo sondaggio per chi vive o conosce bene questi territori ci dedicate pochi minuti del vostro tempo?

Castronovo di Sicilia
https://farmculturalpark.typeform.com/to/KkU6Zzuz
Burgio
https://farmculturalpark.typeform.com/to/z1LybIYk
Montallegro
https://farmculturalpark.typeform.com/to/tIyOHxiz
Bisacquino
https://farmculturalpark.typeform.com/to/XOBsjOom
Aiutateci per favore a diffonderli tra i vostri amici di Castronovo di Sicilia, Burgio, Montallegro e Bisacquino.

Grazie al Gal Sicani - Distretto Rurale di Qualità Sicani per averci scelto come compagni di viaggio.
Noi siamo pronti. E voi?

19-20 Dicembre torna Opp Festival - Energie U18 a Mazzarino!Con  , Il festival intende celebrare e promuovere il potenzi...
16/12/2024

19-20 Dicembre torna Opp Festival - Energie U18 a Mazzarino!

Con , Il festival intende celebrare e promuovere il potenziale e le aspirazioni dei giovani, creando un ambiente in cui si possono realizzare i loro sogni e accendere infinite possibilità.

In questo contesto, “Youthopia” rappresenta un ideale utopico in cui la gioventù è valorizzata e supportata in ogni aspetto della vita.
Un movimento che mira a creare spazi, programmi e iniziative che aiutino i giovani a perseguire i loro sogni.
Un evento, che celebra i giovani, promuovendo i loro talenti e offrendo piattaforme per l’espressione e l’innovazione.

Dove? Mazzarino - (CL)
Palazzo Tortorici📍
Ist.Carlo M.Carafa📍
Un progetto è sostenuto da Laboratorio di Creatività Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Mostra meno

"Un viaggio che sfida la mente, trasforma lo spirito e rivela il mistero. Non perdere l’opportunità di vivere la mostra ...
11/12/2024

"Un viaggio che sfida la mente, trasforma lo spirito e rivela il mistero. Non perdere l’opportunità di vivere la mostra dedicata a Varanasi per Agrigento Capitale 2025. Un viaggio verso l'infinito."

"Varanasi: A Journey into the Infinite"
Agrigento Villa Genuardi, 14 dicembre ore 19
Ingresso gratuito

Il primo grande Padiglione di Countless Cities 2025, la Biennale delle Città del Mondo, giunta alla sua quarta edizione é dedicato alla Città Sacra di Varanasi, in India.

"Un viaggio che sfida la mente, trasforma lo spirito e rivela il mistero. Non perdere l’opportunità di vivere la mostra dedicata a Varanasi per Agrigento Capitale 2025. Un viaggio verso l'infinito."

"Varanasi: A Journey into the Infinite"
Agrigento Villa Genuardi, 14 dicembre ore 19
Ingresso gratuito

Il primo grande Padiglione di Countless Cities 2025, la Biennale delle Città del Mondo, giunta alla sua quarta edizione é dedicato alla Città Sacra di Varanasi, in India.

Curata da Farm Cultural Park, con un reportage fotografico di Andrea Marchegiani e un contributo video di Salvatore Izzo, la mostra offrirà un viaggio visivo e sensoriale attraverso una delle città più antiche e misteriose del mondo. Varanasi, conosciuta anche come Benares, è un centro di spiritualità e cultura unico, in cui il sacro e la preghiera scandiscono i momenti più importati della giornata e della vita di tutti i fedeli. I visitatori saranno accompagnati in un'esperienza immersiva che svela la città nei suoi contrasti: dai vivaci vicoli, ai templi, ai ghat che costeggiano il Gange, fino alle cerimonie sacre e alle cremazioni quotidiane. La mostra invita a riflettere sull’essenza di una città che, come suggerisce il titolo, sembra sfuggire al tempo e ai limiti del finito.
Il progetto è finanziato dalla Regione Siciliana e realizzato in collaborazione con il Comune di Agrigento, il Parco della Valle dei Templi, la Soprintendenza dei Beni Culturali di
Agrigento e il Comune di Aragona.

"Astana, una città futuristica che simboleggia la trasformazione del Kazakistan, ma è davvero un modello di vita per il ...
07/12/2024

"Astana, una città futuristica che simboleggia la trasformazione del Kazakistan, ma è davvero un modello di vita per il futuro o un sogno di potere?
" New Cities, built from scratch: Astana, Forest City, Nusantara, Songdo, e The Line”
Aragona Auditorium Incompiuto, 15 dicembre ore12
Ingresso gratuito

Un nuovo Padiglione di Countless Cities 2025, la Biennale delle Città del Mondo, giunta alla sua quarta edizione é dedicato alle Città di nuova fondazione di diverse parti del mondo.

Curata da Analogique e Farm Cultural Park, questo progetto espositivo per Agrigento Capitale 2025 è finanziato dalla Regione Siciliana e realizzato in collaborazione con il Comune di Agrigento, il Parco della Valle dei Templi e la Soprintendenza dei Beni Culturali e il Comune di Aragona.

Ogni città rappresenta una risposta visionaria ai problemi urbani contemporanei, dalle tecnologie smart city di Songdo, alla verticalità radicale di The Line in Arabia Saudita. Attraverso installazioni, video e immagini, il Padiglione svela le promesse e le sfide di queste utopie urbane, interrogandosi su quanto siano davvero sostenibili e inclusivi i loro modelli di sviluppo.

La mostra, ospitata all'interno di un'opera pubblica incompiuta da trent’anni ad Aragona, invita i visitatori a riflettere su come le città costruite da zero potrebbero rappresentare il futuro o rischiare di trasformarsi in distopie sociali e ambientali. Sarà un'opportunità unica per esplorare i lati più nascosti di questi progetti avveniristici e chiedersi: come possiamo costruire città che siano davvero a misura d’uomo?

Foto di Filippo Venturi

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Andrea Marchegiani intervistato da Alessandro Cacciato racconta del suo lavoro fotografico su Varanasi che verrà inaugur...
01/12/2024

Andrea Marchegiani intervistato da Alessandro Cacciato racconta del suo lavoro fotografico su Varanasi che verrà inaugurato il 14 dicembre a Villa Genuardi ad Agrigento, nell’ambito della preparazione ad Agrigento Capitale 2025.

Varanasi è il primo Padiglione della quarta edizione di Countless Cities la Biennale delle Città del Mondo di FARM CULTURAL PARK.

Agrigento Capitale della Cultura 2025 | Non avere la solita fretta e prenditi il tuo tempo per leggere questo testo.

Il 14 dicembre a Villa Genuardi - Agrigento, si inaugurerà una mostra fotografica immersiva dal titolo | Varanasi: A Journey into the Infinite organizzata da FARM CULTURAL PARK e curata dal fondatore Andrea Bartoli.

Ho avuto il piacere di dialogare con il fotografo protagonista della mostra Andrea Marchegiani.

1. Andrea, la tua mostra "Varanasi: A Journey into the Infinite" è il frutto di un’esperienza molto personale e profonda. Puoi raccontarci come è nato il progetto e cosa ti ha spinto a raccontare questa città in modo così intimo?

Nei miei viaggi mi piace visitare luoghi remoti, angoli di mondo che mi sono alieni e sconosciuti. So che è lì che sarò sfidato a superare i miei limiti. Le mie foto e i miei racconti di viaggio riportano la crisi che attraverso e il modo in cui tento, se posso, di risolverla dentro di me. A volte la sfida è puramente climatica, come in Dancalia, che ho visitato quando le temperature diurne raggiungono i 50 gradi e le notti non rinfresca oltre i 35. Varanasi mi ha messo alla prova da un punto di vista diverso: è famosa per essere la città dei morti e ne avevo avuto racconti divergenti da parte di amici che l'avevano visitata prima di me. Volevo scoprire cosa avrei provato a guardare la morte per le strade, trovandomi faccia a faccia con la perdita per eccellenza – quella della vita propria o dei propri cari. Sarei stato capace di trovare un posto dentro di me in cui collocare questo aspetto così terribile dell'esistenza? Mai avrei pensato di trovarmi invece davanti a tanta vita e vitalità!

2. Nel testo che accompagna la mostra, parli di come Varanasi sembri giocare a nascondino con i suoi visitatori, avvolgendola nella nebbia e nel caos. Come questa percezione della città ha influenzato il tuo approccio fotografico? Quali difficoltà hai incontrato nel cercare di "catturare" la sua essenza?

Sono stato a Varanasi una settimana a dicembre, a cavallo tra Natale e Capodanno. Il clima è rigido, con le dita dei piedi che cercano di scaldarsi nelle scarpe. E Varanasi era avvolta dalla nebbia, con il sole che usciva solo a sprazzi. Una circostanza a dir poco fortunata, che mi ha consentito di giocare con le rive del Gange, con i ghat che scomparivano all'orizzonte e i pellegrini che sembravano materializzarsi e smaterializzarsi, fugaci come sogni. Poterli fotografare a bordo delle barche che costeggiano i ghat è stato a dir poco emozionante. A livello fotografico, la difficoltà è stata catturare il momento, ovviamente, ma anche gestire la messa a fuoco in un contesto di scarso contrasto. Ma sono difficoltà che si superano con un po' di tecnica, impegno e un pizzico di fortuna.

3. In che modo la tua visione del viaggio e della fotografia si intrecciano in questo progetto? Qual è la tua filosofia come fotografo quando ti immergi in un luogo così ricco di storia, spiritualità e contraddizioni?

Viaggio alla ricerca di un contatto intimo, di una connessione. Il mio motto è “Ogni luogo è casa”. Anche i posti più ostili sono abitati e le popolazioni indigene li conoscono, li respirano, li considerano “casa”. Home is where the heart is, recita il noto proverbio. E io vado a caccia di immagini che mostrino questo aspetto. Cerco di coniugare il territorio con le persone che lo abitano, e di sbirciare nel legame affettivo che si instaura tra loro. Il mio sguardo caccia emozioni e la macchina fotografica scatta solo quando ne individuo una.

4. Una delle immagini che emerge dalla tua descrizione di Varanasi è quella di un luogo dove sacro e profano si mescolano continuamente. Come hai cercato di trasmettere questa dualità nelle tue fotografie? Ci sono immagini che per te rappresentano al meglio questo equilibrio?

Io non cerco di trasmettere niente. Apro i miei sensi e capto. Non è compito mio imporre una narrazione mentre scatto. Però sono convinto che riusciamo a vedere fuori solo quello che abbiamo dentro. Quindi in un certo senso, la Varanasi che ho restituito è la “mia” Varanasi, quella che ha fatto vibrare le mie corde. Ho un'educazione cattolica che mi ha lasciato una visione un po' manicheista del mondo. Divido le cose in un sistema duale, anche senza volerlo, inconsciamente. Ma Varanasi non funziona in questo modo! C'è uno scatto in cui due pellegrini fanno le abluzioni nel Gange. Il primo è assorto in contemplazione, la sua immagine parla di spiritualità e ascensione. Accanto a lui, un altro giovane prega, le mani giunte al petto e l'espressione seria, ma i capelli sono ricoperti di schiuma di shampoo. D'istinto, sono portato a credere che il pellegrino senza shampoo sia più devoto dell'altro. Ma è davvero così? Ecco, Varanasi mi ha regalato questo tipo di riflessioni, perché mescola le carte in continuazione. Forse per questo alcuni la trovano insopportabile. Toglie ogni certezza intellettuale. L'India devi saperla vivere di pancia, o il rifiuto scatta in automatico.

5. Durante il tuo soggiorno a Varanasi, hai vissuto esperienze che ti hanno profondamente colpito, come il contrasto tra il caos della città e la solennità dei riti religiosi. C’è un momento o una scena che ti è rimasta particolarmente impressa e che pensi abbia segnato la tua percezione della città?

Al mio arrivo in albergo, la connessione internet era assente. Ho chiamato in reception e una voce gentile mi ha detto che le scimmie camminano sopra i cavi del telefono e li rompono di continuo. Ha aggiunto di tenere le finestre chiuse, se non volevo che un macaco entrasse a rubare le mie cose. Ne ho fotografate molte, in seguito, di queste creature mentre saltavano da un cavo elettrico all'altro. Nessuno le allontana, ci si limita a riparare i danni. C'è una grandissima accettazione della natura in questo ed è stato il primo momento in cui ho sentito che Varanasi sarebbe stato un viaggio in un'altra dimensione.

6. Varanasi è famosa per la sua spiritualità e il Gange è un elemento centrale in questo. Come hai interpretato la relazione tra il fiume sacro e i suoi abitanti attraverso la fotografia? In che modo il fiume è diventato un simbolo del tuo racconto visivo?

A Varanasi la vita scorre sui ghat. Non si può prescindere dalla presenza del Gange, nemmeno se si provasse. È al Gange che devi rivolgere lo sguardo se desideri scattare un paesaggio o se vuoi dedicarti a un ritratto. Le cerimonie sacre più importanti, le cremazioni, la pratica dello yoga, persino i ristoranti – tutto avviene al cospetto sul fiume. Si tratta di una presenza reale, prima che simbolica. Si impone al viaggiatore, lo ingloba, potrei quasi affermare che lo mastica e lo digerisce coi suoi enzimi. Non penso di aver avuto meriti particolari nell'interpretare Varanasi. Così come sono felice di far parte di una mostra che non ha come tema le foto di Andrea Marchegiani. A Villa Genuardi le persone si troveranno immersi nella città, potranno camminarci dentro e respirarla, colmando idealmente la distanza geografica. Le mie foto, il mio lavoro sono solo uno strumento.

7. In uno dei passaggi del tuo testo, descrivi la scena di un pellegrino che si immerge nel Gange, mostrando una miscela di gioia e timore. Come riesci a rappresentare questi stati emotivi contrastanti in una fotografia, dove il momento è così fugace e soggettivo?

Sesto senso, raffiche di scatti continui, e un pizzico di fortuna. Sono attratto dalle emozioni, ho come un radar, quindi il mio occhio si volge istintivamente dove accade qualcosa che apre il mio cuore. Nel caso della foto che descrivi, un uomo adulto tremante di freddo e immerso nel Gange fino alla vita, si è accorto della mia presenza su una barchetta e mi ha rivolto uno sguardo di complicità. Come a dire: “Muoio di freddo, ma cosa posso farci?”. L'intimità che si crea con gli sconosciuti è uno dei motori del mio lavoro. Mi dà una fiducia illimitata sull'essere umano. Vivere un attimo come questo bilancia mesi di cattive notizie sui giornali.

8. La tua esperienza a Varanasi ti ha anche portato a riflettere sulla povertà, la pulizia delle strade e le condizioni sociali che riguardano anche le caste. Quanto queste contraddizioni sociali sono state parte integrante del tuo lavoro fotografico e come le hai affrontate nell’immagine?

Con il massimo rispetto. Quando giudico una realtà, non scatto. Solo se mi allineo con quello che vedo, se dialogo e mi interrogo riesco a farlo. Quando mi sono trovato di fronte a un paria che mi rispondeva con uno sguardo impaurito, non ho scattato. Non mi piace usare la macchina fotografica come un'arma per esercitare violenza. Fotografo solo se la persona che ritraggo accetta di aprirmi uno spiraglio sulla sua vita. La povertà, le disuguaglianze, sono una realtà che va sicuramente denunciata. Ma io non sono un reporter di guerra. Con il mio lavoro voglio avvicinare le persone a culture differenti dalla propria. Mi interessa stabilire un legame di fratellanza. Rispetto a Varanasi, quindi, la povertà e la divisione in caste sono per me ponti da varcare, non muri da abbattere.

9. C’è una fotografia in particolare che ritieni rappresenti il cuore pulsante della tua esperienza a Varanasi? Se sì, quale e perché?

Un ritratto di un sadhu con gli occhi azzurri. Era sulla sponda sacra della città, dove non si possono costruire edifici. Abbiamo parlato un po', ci siamo sorrisi, poi gli ho chiesto una foto e lui si è messo in posa seria e distaccata, ma rideva di continuo tra uno scatto e l'altro. È stato uno dei momenti in cui mi sono sentito più accettato e accolto da Varanasi.

10. Varanasi è un luogo che sembra sfuggire a chi la osserva, tanto che tu stesso hai scritto di non essere mai del tutto sicuro di averla visitata davvero o di averla solo sognata. Pensi che la fotografia, pur cercando di fissare un attimo, possa mai catturare davvero l’essenza di un luogo come questo?

I veri fotografi sanno più di chiunque altro quanto la realtà sia ineffabile. Un'immagine coglie solo l'ombra di un momento. Quando mi manca Varanasi, non corro a rivedere le mie foto. Chiudo gli occhi e richiamo alla memoria i momenti che ho vissuto là. Poi desidero tornarci fisicamente. Spero che le immagini di Varanasi possano invitare chi le guarda a recarvisi di persona. Oggi siamo così sommersi di video e fotografie che ci illudiamo di conoscere tutto, dimenticando il valore formativo dell'esperienza.

11. Parlando del futuro, come vedi la tua evoluzione come fotografo dopo questa esperienza? Quali sono i progetti futuri che ti entusiasmano particolarmente e come pensi che questo viaggio a Varanasi influenzerà la tua fotografia?

Varanasi mi ha cambiato come essere umano. Mi ha dato modo di guardare per ore le cremazioni sulla sponda del Gange. Pensavo avrei provato disagio e orrore. Al contrario, mi sono sentito pervaso da accettazione. Forse un viaggio a Varanasi è un ottimo modo per bruciare il nostro ego. Da questo punto di vista, il mio lavoro di fotografo è cambiato. Non lo vivo più come un trampolino di lancio verso una visibilità personale. Se a Villa Genuardi si recassero un milione di persone, trovando le foto di Varanasi interessanti ed emozionanti, e uscissero cambiati dalla visita senza aver prestato attenzione al mio nome neanche per un istante, non proverei un briciolo di delusione. Tutt'altro.

12. Una domanda finale sul tuo rapporto con Farm Cultural Park: la tua mostra verrà inaugurata il 14 dicembre ad Agrigento a Villa Genuardi, un luogo ricco di storia e di bellezza. Qual è stata la tua impressione la prima volta che hai visitato Favara e Farm Cultural Park? Cosa pensi che possa nascere dall’incontro tra la tua mostra e il progetto di Farm per Agrigento Capitale della Cultura 2025?

Quando Andrea Bartoli mi ha invitato a visitare il Farm Cultural Park, ne sono rimasto a dir poco affascinato. Il suo progetto ha qualcosa di unico e profondamente speciale. Il modo in cui la cultura si stia riappropriando di spazi “ai margini” a Favara è di grande ispirazione per me. Tornando al mio motto, “Ogni luogo è casa”, posso dire che grazie ad Andrea Bartoli ho sentito Favara un po' come una casa. Sono grato di averlo incontrato e più che mai onorato che le mie fotografie siano state scelte per avanzare di un passo in questo suo splendido percorso.

"Varanasi: A Journey into the Infinite" Agrigento  Villa Genuardi, 14 dicembre ore19Ingresso gratuito
24/11/2024

"Varanasi: A Journey into the Infinite"
Agrigento Villa Genuardi, 14 dicembre ore19
Ingresso gratuito

Astana, una città futuristica che simboleggia la trasformazione del Kazakistan, ma è davvero un modello di vita per il f...
23/11/2024

Astana, una città futuristica che simboleggia la trasformazione del Kazakistan, ma è davvero un modello di vita per il futuro o un sogno di potere?

New Cities, built from scratch: Astana, Forest City, Nusantara, Songdo, e The Line”
Aragona Auditorium Incompiuto, 15 dicembre ore 12
Ingresso gratuito

Un nuovo Padiglione di Countless Cities 2025, la Biennale delle Città del Mondo, giunta alla sua quarta edizione é dedicato alle Città di nuova fondazione di diverse parti del mondo.

Curata da Analogique e Farm Cultural Park, questo progetto espositivo per Agrigento Capitale 2025 è finanziato dalla Regione Siciliana e realizzato in collaborazione con il Comune di Agrigento, il Parco della Valle dei Templi e la Soprintendenza dei Beni Culturali e il Comune di Aragona.

Ogni città rappresenta una risposta visionaria ai problemi urbani contemporanei, dalle tecnologie smart city di Songdo, alla verticalità radicale di The Line in Arabia Saudita.
Attraverso installazioni, video e immagini, il Padiglione svela le promesse e le sfide di queste utopie urbane, interrogandosi su quanto siano davvero sostenibili e inclusivi i loro modelli di sviluppo.
La mostra, ospitata all'interno di un'opera pubblica incompiuta da trent’anni ad Aragona, invita i visitatori a riflettere su come le città costruite da zero potrebbero rappresentare il futuro o rischiare di trasformarsi in distopie sociali e ambientali.
Sarà un'opportunità unica per esplorare i lati più nascosti di questi progetti avveniristici e chiedersi: come possiamo costruire città che siano davvero a misura d’uomo?

Foto di Filippo Venturi
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John Blond insieme a FARM CULTURAL PARK per Opp Festival - Energie U18 Foggia con ENEA - Agenzia nazionale.
17/11/2024

John Blond insieme a FARM CULTURAL PARK per Opp Festival - Energie U18 Foggia con ENEA - Agenzia nazionale.

Indirizzo

Via Vespri 21
Riesi
93016

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 20:00
Martedì 09:30 - 20:00
Mercoledì 09:30 - 20:00
Giovedì 09:30 - 20:00
Venerdì 09:30 - 20:00

Telefono

+390934924055

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Happiness is Everywhere.

Ho deciso di dedicare la mia vita alla bellezza, alla creatività e alla ricerca della felicità.

Mi chiamo Andrea Bartoli, ho 48 anni.

Mia moglie si chiama Flo; è una creatura meravigliosa ma purtroppo ha il brutto difetto di non confondersi mai e di assecondarmi e coadiuvarmi in ogni iniziativa che mi viene in mente.