31/03/2022
”La società contemporanea è governata in ogni luogo dai dettami del narcisismo. I valori che ispirano la cultura, l’educazione e le relazioni spingono alla realizzazione di Sé ad ogni costo, al raggiungimento di traguardi e successi che sono in grado di corrispondere e soddisfare il bisogno di riconoscimento e valorizzazione, cui sempre di più anelano gli individui (…) La cultura educativa più diffusa prevede che ai bambini molto sia concesso, pur di non interferire con la realizzazione del loro Sé nascente (…) Gli affetti sono i principali regolatori delle dinamiche familiari, orientano i figli verso una crescita, in cui a fare da regia ai comportamenti non è più il senso di colpa legato alla trasgressione di regole e norme sociali prestabilite, ma la vergogna connessa alla mancata realizzazione delle aspettative che il contesto familiare e quello sociale ripongono nel soggetto.
La realizzazione o il fallimento dei figli diventa, quindi, testimonianza della buona o cattiva riuscita del proprio progetto esistenziale (…) In questa commistione di investimenti, la confusione tra ciò che si fa o si persegue per far contenti i propri genitori, per non deluderli e non farli soffrire diventa un dilemma centrale nel corso dello sviluppo (…) Le esperienze di fallimento, o più semplicemente, la non corrispondenza tra le proprie aspettative e la realtà in adolescenza generano quote molto intense di dolore e smarrimento nei ragazzi, ma anche nei loro genitori. Per questo motivo, spesso gli adolescenti faticano ad esprimere in modo chiaro e visibile il loro dolore, tanto intenso, quanto impresentabile, come testimonianza della mancata riuscita, non solo ai propri occhi, ma anche a quelli dei loro amati genitori (…).”
Da “I mille volti di Narciso” di Fabio Madeddu
Questo conflitto, espresso magistralmente dall’autore, si espliciterà in modo ancora più netto nella vita adulta dell’individuo, che percepirà una discrepanza nella sua vita, a cui non riesce a dare un nome, una connotazione chiara. Generalmente è in questo momento che arriva in terapia, desideroso di comprendere cosa sta accadendo e cercando il modo di rimettersi sui binari. E’ durante il percorso che la confusione si dipana, si riescono finalmente a distinguere i propri e unici bisogni dagli obiettivi predefiniti. Si esplicitano i sensi di colpa, i ruoli familiari, le credenze culturali. Si trova la propria autenticità.
Finalmente, la conquista del proprio personale posto nel mondo.