25/06/2025
Pubblicità nelle canzoni per ragazzi!
PERCHE’ SEMPRE PIU’ SPESSO NEI TESTI DELLA CANZONI CI SONO MARCHI DI PRODOTTI E DI SI*****TE? Storia di una pratica occulta e non etica.
Sempre più spesso nei testi della canzoni rivolte ai giovanissimi, si trovano incorporati marchi di qualsiasi genere di prodotto. Vestiti, lingerie, profumi, alcolici. Ultimamente ho constatato che molto spesso i testi delle canzoni includono specifici marchi di si*****te. Il product placement (piazzamento di prodotto) è una strategia di marketing indiretto. Tu non te ne accorgi, ma mentre ascolti una canzone, nel suo testo hanno incorporato la pubblicità di un prodotto. Non viene fatto solo nei testi delle canzoni, ma anche nei video musicali. Il product placement di prodotti a base di tabacco nelle canzoni rappresenta un modo con cui le multinazionali del tabacco cercano in tutti i modi di convincere i giovanissimi a usare uno dei prodotti più dipendentigeni e dannosi per la salute presente sul mercato. Devono usare il product placement, perché la pubblicià diretta dei loro prodotti è vietata per legge. Trovate marche di sigaretta in tanti testi di canzoni da hit parade: per esempio nell’ultimo successo di Naska con JAx, di Olly(addirittura la marca di si*****te da il titolo alla canzone), di Alessandra Amoroso e Serena Brancale. Giusto per fare qualche citazione. Annalisa nell’immagine che sulle piattaforme si accompagna alla sua ultima hit è fotografata in posa e vestito mascolino con la sigaretta in bocca, in un trionfo di rappresentazione di stereotipi di genere da far rabbrividire. La domanda è: ma tutto questo tabacco compare nelle canzoni e nei video degli artisti di pop, rap, trap per caso? oppure sotto c’è un lavoro di agenzie di marketing che stringono accordi commerciali con le major musicali, i produttori e gli artisti? Il giro di denaro deve essere molto grande. Perché se tu metti il tuo marchio dentro una canzone, poi lo sentirai cantato alla radio, in tv negli spettacoli musicali. E giorno dopo giorno ne provocherai una diffusione e una penetrazione nella mente e poi nelle vite dei giovanissimi. Questa pratica non è etica. Perché in casi come questi, ovvero se esistono accordi commerciali e guadagni legati a strategie di marketing, tutto questo deve essere detto in modo esplicito al pubblico, ai follower di questi artisti, agli spettatori dei programmi musicali in cui questi brani vengono presentati. E’ importante che i nostri figli sappiano che i loro artisti, quando li invitano ad ascoltare le loro canzoni, in realtà li trattano come prodotti da vendere a questo e a quello sponsor. Scrivono brani ultratragressivi, dichiarandosi paladini di libertà e liberazione e poi stringono accordi commerciali con le mutlinazionali che vendono prodotti finalizzati a generare dipendenza. Non è un paradosso usare un messaggio di libertà per venderti dipendenza? Spiegare queste cose ai nostri figli e studenti significa sviluppare pensiero critico. Dobbiamo mettere queste informazioni all’interno dei programmi di prevenzione primaria da diffondere a scuola. Ma dobbiamo anche chiedere che vengano emanate leggi e regolamenti, in questi casi, che avvertano l’ascoltatore del brano allo stesso modo con cui la televisione avvisa gli spettatori di un programma che al suo interno sono collocati prodotti a scopo promozionale. Anche questo è un ulteriore esempio di come il mondo “del Gatto e della Volpe” manipola il desiderio inconsapevole dei nostri figli, che come Pinocchio vengono guardati dai loro artisti preferiti, quelli da cui meriterebbero rispetto e affetto, non per il valore che hanno, ma per il profitto che garantiscono ad un mercato che dietro alla parola “arte” fa marchette come se non ci fosse un domani. Lascio a voi la ricerca delle infinite canzoni in cui trovate marchi di questo e di quello. Se volete condividete e commentate qui sotto. Magari citando altri esempi di questa ignobile casistica. Magari Selvaggia Lucarelli su questo potrebbe farci una delle sue inchieste e svelare l'arcano.