15/09/2025
CONTRO UN MURO
Meno 7%. È questo il dato che fotografa le nascite nel primo semestre del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024. Dodicimila bambini in meno in soli sei mesi. Un calo mai registrato prima, che segna una discesa molto più rapida di quanto ci fossimo abituati a vedere negli ultimi anni.
Ho aspettato qualche giorno prima di commentare questi numeri, perché ero curioso di ascoltare le reazioni di chi ha responsabilità istituzionali e politiche, a tutti i livelli. È un silenzio che fa riflettere: forse perché si tratta di un tema che non si presta a soluzioni semplici e immediate, e che proprio per questo richiede uno sguardo più ampio e condiviso.
Perché dire “qualcosa” non basta. Non è un comunicato, una dichiarazione d’intenti o un nuovo titolo istituzionale a fare la differenza. La vera sfida è trasformare l’analisi in sintesi e le idee in azione. E questo comporta lavoro, tanto lavoro.
Serve fare simulazioni serie per capire l’impatto delle misure.
Servono incontri e tavoli di confronto.
Serve ascoltare idee innovative e studiarne di nuove.
Serve portare avanti con costanza una proposta politica coerente.
Serve saper dialogare e convincere anche chi parte da posizioni diverse.
Serve trovare risorse reali e non solo annunciate.
Serve guardare a ciò che altri Paesi hanno fatto e che ha dato risultati.
Serve coinvolgere le famiglie, le associazioni, la società civile.
Serve mettere insieme le politiche già avviate da ministeri, regioni, comuni o aziende, per coordinare e armonizzare ciò che esiste, evitando la frammentazione. Perché spesso le risorse ci sono, ma vengono disperse.
Serve, infine, uscire dalla logica del “si è sempre fatto così” e avere il coraggio di aprire nuove strade.
In una parola: serve politica e lavoro.
Altri Paesi si stanno muovendo in questa direzione: la Francia, la Germania, la Svezia, e persino la Grecia – pur partendo da condizioni economiche più fragili – hanno deciso di investire miliardi, sperimentare nuove politiche, assumersi dei rischi. In Italia, invece, restiamo troppo spesso fermi, e intanto i numeri peggiorano.
Un -7% non è soltanto una statistica: è un segnale che deve interpellare tutti. Perché se le nascite continuano a calare, non basterà più parlare solo di come far ripartire la natalità: sarà inevitabile affrontare anche il tema dell’immigrazione in modo intelligente e lungimirante.
Il tempo dell’analisi è finito. Ora è il momento della concretezza, del coraggio politico e del lavoro condiviso.