27/05/2024
Giardini di carta: un diorama di primavera
a cura di Stefano Bove e Rita Incantalupo
Residence Galileo Rocca Priora - Maggio 2024
A voi un breve feedback dell'evento pianamente riuscito.
Le partecipanti durante la chiusura del primo incontro si mostrano soddisfatte dei propri lavori.
Anche le situazioni partite con difficoltà fisiche (visive e/o motorie) partecipano attivamente e si dicono soddisfatte dei propri artefatti già dalla prima giornata.
Durante la seconda giornata, rimangono stupite del risultato sia le partecipanti del laboratorio sia altre utenti della struttura che guardano l’opera finale.
Le partecipanti chiedono che l’opera venga messa in un luogo “ dove la possano vedere tutti”.
Viene chiesto loro : “Siete contente del lavoro svolto?” e le risposte sono (Riportiamo testualmente):
Spettatrice A : “Che bello, chi l’ha fatto!?”
Spettatrice B : “Ma guarda che brave tutte, siete stati bravi.”(rivolto agli artisti supervisori);
Partecipante C: "Siete stati bravi a suggerirci e fare voi!”(rivolto agli artisti supervisori);
Partecipante B: “ Si, sulla parete sta bene.”;
Spettatrice C: “Complimenti!”;
Spettatrice D : “Mio figlio non può ve**re sempre, paga per farmi stare qui però lui sta a Roma. Se mi dite faccio pure io ... che è bello che fate.”;
Viene chiesto loro : “Che benefici pensate vi abbia avuto partecipare a questo laboratorio?” e le risposte sono (Riportiamo testualmente):
Partecipante A : “Io sono stata contentissima, ero ansiosa di finire perché il sabato esco a fare giri con mio figlio. Però mi piaceva finire e poi uscire, e abbiamo fatto in tempo.”;
Partecipante B: “Avevamo voglia di farlo, un piacere proprio”;
Partecipante C: “Mi sono sentita meglio.”;
Partecipante A: “Come se avessimo fatto qualcosa di bello per noi stesse.”;
Partecipante D: “Sono stata bene...Ne avevo bisogno.”(dopo racconta la sua situazione personale e di salute);
Partecipante E: “Vale più di 100 medici.” ;
Partecipante A: “Con la giornata di ieri ci avete tanto aiutato.”
Partecipante C: “Grazie. Tu sei bravo. Ti do del TU che sei giovane, ma tu sei bravissimo a insegnare. ”;
Partecipante E: “Parlo poi che ne facciamo ancora perché è bello, ma non uno e basta , ogni mese e pure di
più!! Poi ci parlo io.” (riferito al proporre alla direzione della casa di ripetere il laboratorio di arte per la terapia);
Conclusione:
Le partecipanti chiedono più incontri chiedendo una continuità con altri incontri insieme.
La struttura che le ospita, grazie alla somma di ottimi servizi/personale/ambiente circostante, da loro modo di
non perdere la voglia di mettersi in gioco.
Sia durante che dopo il laboratorio, ci vengono fatte presenti alcune cose negative per loro (Es:
visite di parenti che non ricevono per impegni degli stessi, problemi di salute, fastidiose situazioni in altri luoghi e/o precedenti strutture dove hanno passato tempo, ecc) ma la maggior
parte trova questo tipo di lavoro un momento che avrebbero piacere di vivere più spesso.
Durante l’ora di restituzione di Domenica, secondo incontro, alcune partecipanti ci tenevano a dire che sono
state felici e che il quadro va attaccato (con determinazione nonostante nessuno abbia negato loro questa
opzione).
Nota su Partecipante D:
Partecipante D: “Sono stata bene...Ne avevo bisogno.”(dopo racconta la sua situazione personale e di salute);
La partecipante D viene introdotta al gruppo, anche da lei stessa, come impossibilitata a partecipare poiché,
riporto testualmente : “Nono, io non ci vedo e non ho mai disegnato”;
Dopo un primo timido dialogo con gli artisti, comincia a dipingere e parlare singolarmente prima con Stefano e poi con Rita.
Mentre dipinge più volte manca la tavolozza col pennello confermando l’entità della mancanza visiva, ma nonostante questo, distratta dal dialogare, prosegue e realizza ben due opere.
In corso di lavoro si apre a raccontare della sua malattia e di che , riporto testualmente: “ Sai, è un anno che
aspetto” (in tono malinconico riferito alla morte).
Il giorno seguente ringrazia con la frase citata ed emotivamente presa guarda il quadro dicendo a Rita: “Il mio pesciolino! Non vedo da troppo vicino o lontano ma lo riconosco.”