I palloncini di Andy

I palloncini di Andy Psicologia dello sviluppo e dell'educazione
Psicomotricità relazionale
Terapia corporea emotiva Perchè rivalutare l'importanza del corpo?

L'IMPORTANZA DEL CORPO
Alla base della Psicomotricità come disciplina educativa e terapeutica sta la convinzione che il corpo e la mente partecipano con lo stesso valore al funzionamento della vita psichica e concorrono in egual misura a determinare uno sviluppo equilibrato della personalità di ognuno. Il bambino fin dai primi momenti della vita si muove, agisce, esplora l'ambiente utilizzando il suo corpo, queste esperienze pratiche sono utili per conoscere ciò che lo circonda e contribuiscono alla formazione del suo pensiero. Il pensiero umano, e quindi l'intelligenza, nascono dall'esperienza vissuta con il corpo; questo infatti è cronologicamente coinvolto per primo nello sviluppo della personalità ed è pertanto il propulsore della mente. USO DEL CORPO NEL GIOCO
Gli studi sull'integrazione tra mente e corpo hanno contribuito allo sviluppo della Psicomotricità come disciplina, la quale privilegia il corpo e la relazione corporea come strumento educativo e di cura. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo armonico della personalità e delle potenzialità dei bambini attraverso il gioco libero e spontaneo con i coetanei, arricchito dalla proposta di materiali e situazioni di gioco opportune. Grazie alla guida dello psicomotricista, i bambini sperimentano varie tipologie di gioco: SENSOMOTORIO, SIMBOLICO, DI SOCIALIZZAZIONE. LA PSICOMOTRICITA' EDUCATIVA
Nelle sedute di Psicomotricità a livello educativo, si parte dall'attività spontanea che il bambino esprime attraverso il suo corpo, ovvero il GIOCO con i materiali e i coetanei, questa esperienza rappresenta per lui uno strumento per perfezionare le proprie potenzialità, per elaborare le ansie e i conflitti relativi alle sue fasi di crescita, alla sua realtà familiare, alla sua vita sociale e relazionale. Il modo in cui il bambino gioca ci permette di cogliere il suo stato d'animo più profondo, le sue paure, i suoi bisogni, il suo malessere. Giocare in un contesto psicomotorio consente quindi al bambino di sperimentare le situazioni più idonee allo sviluppo di una personalità equilibrata. LA PSICOMOTRICITA' A LIVELLO TERAPEUTICO
Il modo in cui il bambino si esprime più facilmente è il gioco, non esistono giochi che il bambino fa che non siano legati alla sua vita, alla sua storia personale. Nel caso di Psicomotricità a livello terapeutico, il gioco e la relazione corporea servono a sbloccare situazioni conflittuali e rielaborarle in modo positivo. La Psicomotricità è considerata una terapia immediata in quanto la situazione di gioco libero e la disponibilità dell'adulto sono molto stimolanti per il bambino e il suo coinvolgimento è molto rapido, inoltre è universale perchè il gioco è un'esperienza comune a tutti i bambini di società e culture diverse. Per i motivi appena elencati, la terapia psicomotoria rappresenta la modalità più adeguata di cura delle difficoltà e problematiche dell'età evolutiva.

Pronti per ripartire con i percorsi di gruppo!
23/09/2025

Pronti per ripartire con i percorsi di gruppo!

28/08/2025
10/06/2025

“Molte, troppe persone non vogliono guarire. Dicono di volerlo, lo raccontano agli altri, a se stessi, ma in fondo non lo vogliono davvero.
Voler guarire, o non volerlo, tocca temi profondi, complessi.

Ci sono persone che si aggrappano alla sofferenza come a un’amaca, dondolandocisi dentro.
Il cambiamento fa paura.
Fa paura alla carne, al corpo, alla storia che ci raccontiamo da anni.
Fa paura lasciare una casa dove non siamo più accolti.
Mollare un lavoro che ci spegne l’anima e il desiderio.
Separarci da chi abusa di noi.
Dire un no. Dire una verità.
Fa paura smettere di pensare che tutta la nostra vita sia rimasta congelata in un evento del passato.

La guarigione richiede sempre un atto di verità e la verità, spesso, fa più male del dolore stesso.
Nietzsche scriveva: “Si ha abbastanza coraggio per soffrire, ma non per cambiare.”
Sì, è così. Per molti, guarire è un atto di infedeltà. Come se guarendo si tradisse qualcuno: una parte di sé, un legame perduto, una storia antica.
E come tutti i traditori, piuttosto che guarire, raccontano un mucchio di bugie, di scuse e pretesti.

Rimanere nell’infelicità, nel piccolo inferno che conosciamo, può sembrare più sicuro, ma ci logora dentro. Ci spegne lentamente, giorno dopo giorno.
A volte, tragicamente, non vogliamo guarire perché il dolore è l’ultimo legame che abbiamo con ciò che abbiamo perso.

Rumi scriveva: “La ferita è il luogo da cui entra la Luce.” La ferita può essere feritoia.
Sia ringraziato il cielo per tutte le volte in cui abbiamo avuto il coraggio di aprire gli occhi e cambiare strada!
E allora forse guarire significa proprio questo: lasciare che la luce entri.
Accogliere la trasformazione.
Permettersi di essere liberi, anche se questo fa maledettamente paura.
Non per dimenticare, ma per vivere pienamente.
Perché la guarigione è un atto d’amore verso se stessi.
É un sì alla vita, un sì al cambiamento, un sì alla verità.

Prima di guarire qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare a ciò che lo ha fatto ammalare.”

Dott. Manera

Siamo pronti per i laboratori estivi!
09/06/2025

Siamo pronti per i laboratori estivi!

10/05/2025

Quando un bambino arriva a scuola, ogni giorno porta con sé due zaini.
Il primo è visibile: contiene libri, quaderni e, anche la merenda. È quello che tutti vedono, quello che si apre facilmente.
Ma ce n’è un altro, invisibile agli occhi, che gli pesa più del primo. Dentro ci sono le emozioni che il bambino prova, che cambiano di giorno in giorno. Ci sono le sue piccole vittorie, le sue paure, le aspettative degli adulti e i desideri che non riesce sempre a esprimere.
Questo zaino nascosto può essere riempito dall'affetto di chi lo ama, da un abbraccio dato al mattino, da un saluto sorridente. Oppure può portare il peso di una discussione appena avvenuta, di un silenzio che fa male, di una solitudine che non sa spiegare.
Ci sono pensieri che un bambino non sa raccontare, ma che si manifestano nei suoi gesti, nei suoi silenzi, nel suo modo di stare con gli altri.
Questo secondo zaino non si apre con una cerniera, ma si può intravedere… se si guarda con attenzione e con amore.🔺️

13/04/2025

Il “no” è un confine sacro che va rispettato.

Non ci si scaglia contro un no.
Non è un castello da conquistare
Non è una porta da abbattere
Il “no” Non è una sconfitta
Il “no” Non è un fallimento.

È rimettere in modo sano ognuno al proprio posto
È non farsi invadere, e non invadere.

Impara a dirlo, puoi farlo sai? Non sei costretto, costretta a dire di sì. Butta giù le pareti che ti costringono. Liberati
E soprattutto impara a riceverlo.

Il No è centratura
Il No è amore per se
Io No è il valore
Non c’è da preoccuparsi che l’altro ci possa rimanere male, tutelati sì, addrizza le antenne. Senti cosa accade al tuo No.

Il No, non è un rifiuto alla persona in generale
È il tuo sentire
È il tuo volere
Il no è tuo diritto!
Fallo valere

Se ricevi un No
Non è perché tu non vai bene in assoluto
Stai al tuo posto
Non ti struggere
Beccati il No come fosse un insegnamento
Abita il No
Stacci dentro

E se ci stai troppo scomodo allora puoi intervenire su di te, puoi lavorarci
Puoi sentire cosa c’è dietro quel rifiuto.
Quale barato che ti si apre

Ma quel “no” che ricevi è sacrosanto
Il baratro invece è tutta roba tua

Alessandro Catanzaro

03/04/2025

Li vogliamo felici, ma li teniamo lontani dalla frustrazione. Li vogliamo forti, ma spianiamo loro la strada per paura che si facciano male. Insegniamo loro a eccellere, ma non a sbagliare.

E così cresciamo generazioni incapaci di sopportare un rifiuto, una critica, una sconfitta. Appena qualcosa non va come vorrebbero, crollano. Perché nessuno ha mai detto loro che il dolore si affronta, non si evita. Che il fallimento è una lezione, non una condanna. Che il successo senza fatica è un’illusione, non una realtà.

Ma nella vita si cade. Sempre. E se non imparano a rialzarsi, resteranno a terra al primo ostacolo.

Prima di proteggerli, dobbiamo insegnare loro a resistere.
Prima di liberarli dalla fatica, dobbiamo aiutarli a trovare il coraggio di affrontarla.

🍎💫
G. Lavenia

Quanto è difficile accogliere certi stati d'animo, vederli sentirli e restarci..Senza paura.È il primo passo verso la co...
12/03/2025

Quanto è difficile accogliere certi stati d'animo, vederli sentirli e restarci..Senza paura.
È il primo passo verso la consapevolezza.

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05/03/2025

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04/03/2025

Formazione personale e professionale attraverso il corpo, il movimento e i vissuti che emergono durante il gioco. Iscrizioni aperte sul sito.

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Le aspettative non sono semi da piantare.

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