16/09/2025
IL RINFORZO MOTIVANTE
Il senso del valore in un bambino si costruisce in modo importante a partire dai primi anni di vita grazie anche al rinforzo, ovvero al commento che riceve in seguito alle proprie azioni che portano a una esperienza di successo o insuccesso, commentata da figure per lui importanti (insegnanti e genitori).
La legge dell’effetto
Per la legge dell'effetto, sviluppata dalla psicologia comportamentale, qualsiasi comportamento che si dimostri efficace nel produrre conseguenze desiderate verrà rinforzato, cioè automaticamente fissato e ripresentato con più probabilità in futuro in circostanze analoghe.
Dunque, per esempio, se indossando un vestito nuovo, ricevessimo un commento a noi gradito, la probabilità di indossare più frequentemente quel vestito aumenterebbe!
La legge dell’effetto appoggia infatti sul desiderio di essere approvati e di essere riconosciuti competenti ma anche sulla necessità di essere considerati all’interno del gruppo sociale di riferimento (famiglia o classe o ambiente di lavoro).
Il ruolo del rinforzo. Siamo animali sociali!
L’immagine che costruiamo di noi stessi, i nostri comportamenti, sono molto legati al feedback è che riceviamo dall’esterno.
Ma quando un feedback o rinforzo attiva la nostra motivazione a mettere in gioco il nuovo un dato comportamento o una nostra scelta? Cioè, quali sono le condizioni tali per cui se, per esempio, voglio che mio figlio/un mio alunno riordini la sua stanza/il suo banco dopo averlo già fatto una prima volta?
Come educatori, genitori e insegnanti, possiamo fare molto, offrendo un rinforzo motivante a seguito di un comportamento che riteniamo utile che venga preso e ripetuto per il bene di nostro figlio o del nostro alunno.
Ma siamo sicuri di saper dare un feedback efficace?
Quando un rinforzo è motivante?
Ci sono alcune regole che determinano se sarà efficace o meno. Dovrà essere:
•contingente alla prestazione, cioè temporalmente vicino al comportamento;
•specifico, cioè relativo ad un preciso e determinato aspetto della prestazione. Rinforzi generici, come le lodi "Bravo", "bene", disorientano il soggetto, il quale non comprende quale aspetto del suo comportamento ha soddisfatto l'insegnante;
•credibile, cioè non contraddetto da atteggiamenti para-verbali o non verbali: è inefficace una lode se, contemporaneamente, l'insegnante aggrotta le ciglia o assume un'espressione di disapprovazione, così come è inefficace una punizione se contemporaneamente l'insegnante sorride o esprime affetto con lo sguardo o la mimica facciale, o ancora con la posizione;
•appropriato, cioè dato quando la risposta è veramente quella desiderata: sono inefficaci come rinforzi un buon voto o un elogio ad una relazione scritta male o a un test di verifica in cui lo studente ha sbagliato una percentuale piuttosto alta di risposte.
Quando un rinforzo è demotivante? Ovvero si ottengono i risultati peggiori con le migliori intenzioni?
•pone l'accento non sull'impegno del soggetto ma sull'approvazione dell'insegnante o del genitore: ad esempio "Bene, hai risposto proprio come volevo io", oppure "Sono contento di te" o "Mi hai dato una grande soddisfazione";
•viene dato a tutti, indipendentemente dalle prestazioni e dal risultato;
•viene accompagnato da confronti tra il risultato del soggetto e quello dei compagni o dei fratelli: ad esempio "Bene, hai analizzato bene il testo proposto, anche se avresti potuto aggiungere considerazioni personali come ha fatto Giovanni", “hai fatto bene ma non come tuo fratello”;
•a parità di prestazione e di risultato, alcuni studenti/figli vengono elogiati ed altri no.
•non c’è feedback positivo sul successo ma c’è feedback negativo sull’insuccesso: le aspettative del genitore o dell’insegnante sono tali da dare per scontato alcune prestazioni poiché il ragazzo dimostra sempre una buona prestazione. Non ci si aspetta dunque una prestazione negativa e su questa si interviene con incredulità o rimprovero.
•non c’è feedback in assoluto qualunque comportamento venga messo in atto dal figlio o dall’alunno. Potrebbe per esempio essere il caso di disinteresse verso quel ragazzo oppure di convenzione di inutilità circa il fatto che il proprio feedback gli interessi
La nostra capacità di motivare attraverso i nostri rinforzi o feedback dati come genitori, insegnanti, educatori, datori di lavoro, ecc. deve essere allenata poiché anche nel dare feedback emerge la nostra umanità, la nostra storia personale, il modo in cui siamo stati educati, i feedback è che abbiamo ricevuto nella nostra vita, motivanti o meno, positivi o meno, rispetto alle aspettative dei nostri adulti di riferimento. Ciò che abbiamo vissuto molte volte si traduce in nostre aspettative rispetto alle persone che ci circondano e dunque della nostra capacità empatica di dare rinforzi motivanti.
Anche in questo esercitiamo la nostra capacità di scelta.
👉Ti è piaciuto l'articolo? Vorresti approfondire l'argomento con un Corso acquistabile anche con Carta del Docente? Scopri di più👉
optin corso p