12/10/2022
LA FRATELLANZA: TRA CONFLITTI E COLLABORAZIONE
La fratellanza e' il modello iniziale di qualsiasi societa':sconvolta da tensioni che possono spingersi fino alla guerra aperta, alla tortura e all'omicidio, essa e' anche la collettivita' per eccellenza,con i suoi ideali di amore, condivisione e collaborazione proficua.
Il mito di Caino e Abele, ad esempio, e' passibile di diverse interpretazioni; alcuni commentatori vi vedono addirittura la traccia di antiche rivalita' fra le tribu' sedentarie (come Caino) e nomadi (come Abele, il pastore). Ma se si legge il testo alla lettera, si possono isolare diversi elementi interessanti:
- Caino e' il primogenito,e diventa agricoltore: metaforicamente prende possesso della terra, come il figlio maggiore di una famiglia prende possesso di tutto lo spazio fisico e psichico disponibile. Una delle etimologie possibili del suo nome in ebraico e': “io ho acquisito”. Abele, il secondo genito (la cui etimologia del nome potrebbe essere “esistenza precaria”), arriva su un terreno gia' conquistato e diventa pastore: in altri termini, si organizza per sopravvivere con quello che ha a disposizione, adattandosi e prendendosi cura di una moltitudine di esseri viventi.
- E' Caino, il primogenito, che prende l'iniziativa di fare un'offerta a Dio. Il suo fratello minore, Abele, lo imita,ma con una variante: se Caino sacrifica soltanto “dei frutti del suolo”, Abele gli offre “i primogeniti del suo bestiame”. Si puo' interpretare in due tempi: sacrificando i primogeniti, Abele sacrifica metaforicamente il fratello,che e' il maggiore, considerandolo come “il meglio che possiede”. Il che rimanda all'ammirazione che i secondogeniti provano per i fratelli maggiori, un sentimento frammisto al desiderio di eliminarli. Ma se Abele sacrifica quello che ha di meglio, Caino, il primogenito – che e' il legittimo possessore del territorio – non e' pronto a offrire un sacrificio autentico: la condivisione e' gia' fin troppo per lui.
- Dio preferisce l'offerta di Abele, vale a dire le vite di cui ha versato il sangue (prefigurando il proprio sacrificio). Il che rimanda al fatto che paradossalmente il figlio prediletto in una famiglia e' sempre sacrificato: la preferenza e' un fardello che lo priva dell'affetto dei fratelli e delle sorelle.
- Quando Caino, mosso dalla gelosia, mostra un “volto dismesso”, Jahve' se ne accorge subito. Allora gli offre una possibilita' di scelta: “Se agisci bene, non dovrai forse tenere alta la faccia? Ma, se non agisci bene, il peccato e' alla porta come un demone in agguato. Esso si sforza di conquistare te, ma tu lo devi dominare”.
Sara' questa scelta fondamentale a decidere la guerra o la pace: il primo movimento (il “peccato”, la ”colpa” o la “bestia acquatta” secondo altre traduzioni) e' quello della gelosia di Caino che alla fine trionfa spingendolo all'omicidio.
Ma la scelta esiste, e la richiesta dell'Eterno nei confronti di Caino trasforma questa decisione in una decisione dell'umanita' intera: se Caino accetta di sacrificare il proprio ego, il desiderio di possedere tutto, di essere il primo in tutto (come aveva fatto Abele sacrificando gli agnelli), anche lui sara' l'eletto e rinunciando alla soddisfazione personale del possesso illimitato scoprira' la gioia transpersonale della condivisione.
D'altronde, dopo che Caino ha compiuto l'omicidio ed e' stato esiliato, la sua stirpe imparera' la lezione perche' la sua discendenza sara' UNA TRIBU' di allevatori nomadi, come Abele.
E da Set, terzo figlio di Eva, arrivera' la stirpe che conduce a Davide e a Giuseppe, il padre (adottivo) di Gesu': superata la lotta fraticida, il terzo figlio, colui che ha imparato la lezione, potra' GENERARE UNA UMANITA' COSCIENTE.
Questo mito fondante della cultura giudeo-cristiana ci ricorda che la fratellanza e' il primo luogo dell'alterita' e delle complementarieta', della rivalita' e della condivisione...
Tratto da "Metagenealogia di Alejandro Jodorowsky"