20/10/2023
Credo una delle robe più belle mai scritte, e quindi per me mai lette. Lessi questo se non sbaglio la prima volta su un Project Nutrition e da allora ogni volta lo ricerco, e lo rileggo quando ne sento il bisogno. E mi emoziona sempre un po'
QUELLO CHE RIMANE (di Andrea Biasci 2012)
Da bambino mi sdraiavo in montagna a guardare il cielo, vedevo le nuvole libere passare. Il vento pettinava l'erba che si increspava come onde sul mare.
Tutto si muoveva ma era come se rimanesse fisso, immobile, perenne.
Quando si è giovani tutto passa lentamente, ogni esperienza ti segna, rimane impressa nella memoria, indelebile. Mano a mano che si cresce la vita prende la rincorsa, i giorni iniziano a galoppare e gli anni scorrono veloci come le nuvole in montagna.
La vita è così, un ba***re di ciglia, e alla fine cosa rimane? Ricordi, sensazioni, sapori che affiorano dal profondo della bocca, rumori lontani.
A volte mi chiedo perchè mi alleno, perchè lo faccio? Da anni, ogni giorno, sfido me stesso, a volte vinco altre perdo, eppure sono sempre li con 40° o -10°, col sole e la pioggia.
Ogni giorno costringo il mio corpo alla fatica, lo annego nel dolore, alla ricerca di quella ripetizione in più, di quel kg da aggiungere al bilanciere, di quel tempo da ba***re.
Ogni giorno miro a salire un gradino più in alto, come se volessi arrivare a toccare le nuvole che stanno in cielo.
Quand'ero ragazzo mi allenavo perchè volevo essere il migliore, volevo fare il pugile professionista, poi un giorno ai campionato regionali sono finito al tappeto al primo round; in un'altro incontro mi sono accorto alla terza ripresa che il mio avversario si stava limitando a portare a casa il match senza infierire.
Allora mi sono reso conto che non sarei mai potuto diventare il migliore.
Ho continuato, tuttavia, ad allenarmi, ho smesso di ricercare le sfide nel ba***re gli altri ed ho deciso di gareggiare solo contro me stesso.
Sono passato dall'esercitarmi in palestra per poi finire a farlo a casa, in camera, in un metro quadro. La notte accanto al letto avevo i kettlebells, la magnesite rimaneva nell'aria, si appoggiava sulla scrivania, sulla sedia e sulle coperte. I miei occhi, alla luce della lampada, guardavano la polvere galleggiare ma vedevano le nuvole in montagna.
Cosa rimane dell'allenamento? Muscoli indolenziti? Una fatica che ti cade addosso e ti sprofonda nel sonno? Oppure rimane qualcosa di più?
Perchè, in fondo, noi siamo la nostra storia, e se questa è fatta da mille allenamenti passati, noi siamo anche quelli. Siamo la nostra passione che ci scorre impetuosa dentro come sangue. Siamo le nostre aspettative, la nostra voglia di migliorare e di toccare le nuvole in cielo.
Non so cosa mi regalerà la vita ma posso ritenermi fortunato. Ho conosciuto uomini di una forza incredibile che mi hanno fatto sentire piccolo e mi hanno stimolato a crescere. Ne ho conosciuti altri che hanno fatto assieme a me questo percorso e sono diventati Master Sport, persone COMUNI che hanno ottenuto risultati ECCEZIONALI. Ho incontrato tanti ragazzi simili a me, con gli occhi che vedevano quello che vedevo io.
Un giorno da vecchio, davanti al camino, mi accorgerò che al mantello della vita, come foglie, sono rimasti attaccati tutti i trionfi, le sfide portate a casa, le vittorie ottenute. Mentre davanti agli occhi,nascosti dal fumo della legna, ci sono ancora i sogni irrealizzati, le sconfitte cocenti, le delusioni mai dimenticate. Tra le scintille, che salgono, tutte le nuvole che non sono riuscito e non riuscirò mai a prendere.
Allora mi dico che oggi vale ancora la pena di lottare, vale ancora la pena di stringere i denti, di rincorrere i sogni.
Tutto passa, per questo è meglio lasciarsi alle spalle un passato glorioso fatto di piccole vittorie personali, di risultati indimenticabili ottenuti col sudore e la costanza.
Il futuro è più importante del presente, soffrire oggi per goderne domani, senza rimproverarsi niente.
Ricordatevi che siete la vostra storia, fate in modo che sia una storia di successo.
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