🧸Psicoterapeuta ad indirizzo sistemico-relazionale e familiare multigenerazionale. Roma~Villa d’Agri Trovo nella scrittura il mio posto sicuro.
Rivedo nell'acqua il mio elemento, amo la libertà e non solo come ideale ma come allenamento dello spirito e della mente. Sono felice all'idea che sono innumerevoli i libri ancora da leggere, le storie da conoscere, le vite da scoprire. Amo la natura, il rumore dei ruscelli e del mare. Sogno davanti ad un tramonto e dietro agli aquiloni.
20/06/2025
🌸 Ed io, come sono arrivata fino a qui?
Nei giorni successivi alla specializzazione, mi sono guardata spesso indietro ed ho ripercorso, con la mente e con il cuore, gli anni che mi hanno portata fino a questo momento.
Anni fatti non solo di obiettivi e traguardi raggiunti ma anche di vita, che non sempre è stata indulgente.
Proprio per questo, è stato importante fermarmi, volgere lo sguardo a quanto lasciavo alle spalle, sorridere e dirmi con orgoglio: è stata dura, infinitamente lunga ma ce l’hai fatta 🫂
14/06/2025
Siamo spesso abituati a passare da un obiettivo all’altro senza fermarci, come se ogni conquista fosse solo una tappa da superare in fretta. Anche la cultura in cui viviamo non aiuta: ci spinge ad andare sempre “oltre”, come se la soddisfazione fosse qualcosa da inseguire all’infinito.
Celebrare ciò che abbiamo raggiunto — anche quando sembra “poco” — ci permette di riconoscere l’impegno, la costanza, i progressi. Seppure imperfetto e piccolo, ogni traguardo è il risultato di scelte - talvolta anche dolorose - fatica, dubbi e continui tentativi di adattamenti.
Ogni traguardo, piccolo o grande, merita uno spazio dentro e fuori di noi: è anche lì che si costruisce l’autostima, è anche lì che ci ricordiamo di essere capaci, che ce la possiamo fare.
FesteggiarSI significa dare valore al proprio percorso, riconoscere che, nonostante tutto, ce l’abbiamo fatta!
👉 Quindi, oggi ti invitiamo a fermarti un attimo: guardati intorno, guarda dove sei arrivatə. Respira, sorridi, sii orgogliosə, congratulati con te stessə: ce l’hai fatta!
🎉 Qual è il traguardo che hai voglia di festeggiare oggi?
10/05/2025
Nelle famiglie spesso si costruiscono racconti condivisi, che si tramandano di generazione in generazione e diventano veri e propri miti.
I miti definiscono chi siamo, il nostro ruolo, cosa ci si aspetta da noi, secondo quali regole dovremmo comportarci e vivere, cosa è giusto e cosa non lo è.
È un po’ come se si tramandassero dei copioni, ciascuno con una propria sceneggiatura, specifici attori ed azioni, ad esempio:�“Nella nostra famiglia le donne non chiedono aiuto, "Noi non falliamo mai”, "L’amore va guadagnato”, “Non è consentito esprimere la rabbia”, “Dobbiamo essere forti”, “Nella nostra famiglia non ci si separa”.
Con il tempo, queste credenze condivise si trasformano in regole implicite che condizionano ed orientano le nostre scelte.
Se, da un lato, il mito rappresenta un’eredità simbolica che dà radici, coesione e continuità alla propria storia, dall’altro potrebbe rappresentare un conflitto tra ciò che si “vorrebbe” fare/essere e ciò che si “deve” fare/essere, limitando l’espressione più autentica di Sé.
Il mito non è solo una storia che ci raccontiamo ma una lente attraverso cui impariamo a guardare il mondo e ci portiamo nelle relazioni!
�👉 Riconoscerlo può essere il primo passo per riscrivere il proprio copione, scegliendo finalmente da protagonisti.
14/03/2025
È sempre un po’ difficile spiegare ai genitori che la terapia richiesta per il loro figlio sarà una terapia familiare. Io, infatti, non incontro mai il bambino da solo ma sempre insieme ai genitori!
Ma perché è così importante coinvolgerli? 🤔
Le ragioni sono innumerevoli. Tuttavia, quelle che mi stanno più a cuore sono tre:
1. se accettassi di vedere il bambino da solo, passerebbe fin da subito un messaggio di squalifica nei confronti dei genitori. Come se io, professionista, fossi più competente nel prendermi cura del loro figlio. No! ❌ Il mio compito è quello di aiutare “anche” i genitori a ritrovare le risorse per prendersi cura del loro bambino proprio nel momento in cui stanno chiedendo aiuto!
2. Comprendere un sintomo, un comportamento, una relazione al di fuori del suo contesto è pressoché impossibile. È un po’ come se ci chiedessero di comprendere i comportamenti della tribù Ilongot con le lenti della cultura italiana 🧐😵
3. Il bambino si fa spesso carico di una sofferenza che non è solo la sua, di non detti e nodi mai sciolti nella storia dei genitori e la terapia diventa un’occasione per tornare nel “lì e allora”, concedendosi una narrazione rinnovata della propria storia 💕
Ti è mai successo che un terapeuta ti proponesse una terapia familiare? Cosa hai pensato? 🌺
24/02/2025
Quando si ha una malattia cronica, a causa dei suoi sintomi oppure delle terapie, il corpo può subire dei cambiamenti importanti ed evidenti.💫
Prima riuscivi a fare tutto, ti dimenavi tra le mille attività della giornata senza cedere il passo e adesso ti stanchi anche dopo aver cucinato. Oppure, prima eri abituatə a riconoscerti in una sua determinata forma che adesso è cambiata e non riesci sempre a guardarla allo specchio. O, ancora, fai fatica ad addormentarti, a svegliarti riposatə, a trovare un prodotto adatto alla tua pelle.
Quando il corpo cambia, anche nelle sue più piccole caratteristiche, può sembrare che ci stiamo allontanando dalla versione di noi stessi che conoscevamo e che anche gli altri conoscevano.
In un certo senso, la sfida a cui siamo chiamati è quella di riconoscerci a dispetto di tutti questi cambiamenti, accogliendoli ed integrandoli in una immagine nuova.
Di dire “sono sempre io, nonostante oggi mi veda così”.🌑🌜
Ci sano giorni in cui questo è più facile ed altri più difficile, e va bene così.
Questi cambiamenti possono essere l’occasione per imparare a conoscerlo, a prenderci cura di lui, a rispettarlo, a rivolgergli parole più gentili e compassionevoli, aprendoci alla possibilità di una narrazione di noi stessi diversa, forse addirittura più bella, più ricca.❤️🩹
Anche se a volte può essere difficile, il corpo è il nostro più fedele alleato anche nel viaggio della malattia.
E tu, come ti prendi cura del tuo "nuovo" corpo?
15/02/2025
🧸Desiderare di sentirsi “normali” è un tema tipico dei bambini o degli adolescenti che affrontano una diagnosi di malattia, in aggiunta potenzialmente mortale come nel caso dei tumori.
Ma che vuol dire, per loro, sentirsi normali? Semplicemente, essere come gli altri, poter fare le cose che tutti gli amici della loro età continuano a fare: andare a scuola, continuare a praticare lo sport preferito, trascorrere la domenica dai nonni, andare al parco con gli amici, anche litigare con i genitori per i compiti da finire o giocare al loro gioco preferito senza fili, aghi o mascherine da indossare.
È naturale ma, soprattutto, è comprensibile che un genitore o altre persone intimamente vicine cerchino di proteggerli ma continuare a sentirsi come tutti gli altri, anche nelle piccole cose e in una realtà che non è più come quella di tutti gli altri né come quella di “prima”, è importantissimo per loro perché ne influenza profondamente l’ autostima, il senso di autoefficacia e perciò la percezione nelle proprie competenze.
Anche, e soprattutto, in una situazione come quella della malattia.
Perciò, oggi, nella giornata mondiale contro i tumori infantili, vorrei celebrare il diritto alla normalità, anche solo per un giorno 💕
E tu, ci avevi mai pensato?
29/01/2025
☝️Se non lo vedi, non vuol dire che non esiste!
Molte malattie sono oggi definite "malattie invisibili" perché i segni non sono evidenti né osservabili dall'esterno e i dolori sono all' "interno" della persona, pur essendo i suoi sintomi molto invalidanti.
👀 Purtroppo, nella nostra società l'occhio gioca sempre una parte importante e tutto ciò che non è osservabile non trova lo stesso riconoscimento, non ha lo stesso valore di ciò che, al contrario, è visibile.
Questo crea terreno fertile a frasi come "è tutto nella tua testa", "stai esagerando", "suvvia, stai così bene", “c'è chi sta peggio" instillando il dubbio anche in chi, quel dolore, lo vive davvero. "Forse sono pazzə", pensi. “Forse hanno ragione loro, non sono in grado di sopportare un po' di dolore". Eppure tu lo sai, dentro di te, che non è "un po'" di dolore.
Non trovare un riconoscimento nei medici, nel partner, nei familiari, nei coetanei, nei colleghi o nel datore di lavoro può esacerbare quel dolore, fisico o psicologico che sia. Perché non essere capita, non essere vista e riconosciute può far sentire solə, sbagliatə, tristə, arrabbiatə, delusə e molto altro.
Questo post è per te. Per te che hai una malattia che non si può vedere, non si può toccare ma si può sentire.
Ascoltati. Non dubitare mai di quello che senti. Vai fino in fondo. Affidati alla tua pancia.
Non sei sola.
Prenditi cura di te ❤️🩹
21/01/2025
🧸 Succede spesso, a chi si occupa di bambini, che la richiesta arrivi per un comportamento sintomatico che desta comprensibilmente preoccupazione nei genitori.
In questi casi (in realtà, non solo con i bambini ma anche con gli adulti), la domanda che mi guida è: cosa stai cercando di comunicarci? 🔎
Il sintomo, infatti, svolge sempre una funzione adattiva. Per quel bambino (e per quella persona) rappresenta una soluzione nel tentativo di adattarsi ad un contesto o ad una relazione che genera malessere, che non funziona così tanto bene.
I bambini, poi, si fanno spesso carico di una sofferenza che non è -solo- la loro e diventano portavoce di un dolore che gli adulti difficilmente si autorizzano a toccare, a vedere, a condividere.
Ad esempio, può succedere che, durante una terapia richiesta per un bambino, ci rendiamo conto che c’è una difficoltà oppure un conflitto latente nella coppia genitoriale e/o coniugale. In questi casi, parliamo di “terapia di coppia camuffata” perché, alle volte, è più semplice chiedere aiuto per un figlio che per se stessi.
Uno degli obiettivi della terapia diventa quello di ridistribuire il sintomo del bambino affinché ciascuno, in quella famiglia, possa prendersi cura del suo dolore 🫂.
In altre parole, la richiesta PER il bambino diventa un’occasione per lavorare CON tutta la famiglia, aiutandola a ritrovare le sue risorse, e non lo so…ma io questo lo trovo meraviglioso 🥹🎈
17/01/2025
🍕Oggi è il ! Ed io, che ho una storia d’amore con la fin dai tempi della vita intrauterina (o, almeno, così dicono 🤣), potevo non dedicarle un post per celebrarla?
🍕 Alta o bassa, tradizionale o gourmet, è un piatto che mette d’accordo quasi sempre tutti ed è anche quello che, secondo me, fa rima con “Italia” più degli altri comunemente definiti tipici 🇮🇹
🍕Sappiamo (credo) tutti, ormai, che tra e c’è una relazione altrettanto significativa e stretta. Spesso, non utilizziamo il cibo solo per nutrire il nostro corpo ma anche per nutrire le nostre e la nostra . In altre parole, spesso il cibo diventa una strategia per gestire e controllare come ci sentiamo in termini di emozioni, di umore.
🍕 Ecco, la pizza è il mio unico , il mio unico cibopostosicuro. Non c’è emozione che la pizza non possa lenire, almeno temporaneamente. Spesso, per me, ha proprio il sapore di una carezza rassicurante 🙈
🍕 Non c’è partita, quando concorre la pizza. Non esiste “preferisci salato o dolce?” se in ballo c’è la pizza. Io preferisco solo la pizza. Sempre e ovunque.
🍕 E tu, ce l’hai un comfort food? Fammelo sapere nei commenti ☺️
🍕 Buon a tutti gli amanti della pizza!!
02/01/2025
Oggi vi invito a pensare al matrimonio e, in generale, alle relazioni di coppia come ad un gioco di squadra 😌
Quale sport vi viene in mente se pensate ad un gioco di squadra in coppia? Ecco, fermate quell’immagine e tenetela a mente mentre leggete il post!
A me è venuto a mente il doppio a tennis 🎾, di cui ne parla Carl Whitaker nel suo libro “Considerazioni notturne di un terapeuta della famiglia”.
In questo sport il campo è diviso a metà e ciascuno è responsabile dei colpi che giungono nella propria metà: quelli che prende, quelli che lascia cadere e quelli che lascia al compagno di squadra. È responsabile nella misura in cui rappresenta la squadra, ovvero la coppia, in ognuna di queste scelte.
A volte, queste decisioni sono immediate; altre, invece, più difficili da prendere. A volte, una di queste decisioni può condurre alla vittoria; altre, invece, alla sconfitta.
Tuttavia, aver sviluppato un senso di “appartenenza” tanto forte a quella squadra (e, dunque, a quella coppia), essere arrivati alla fine della partita senza che nessuno abbia tentato di sfoggiare un assolo a discapito dell’altro e senza aver dubitato della sua presenza, fa sì che il vincere e il perdere siano meno importanti della soddisfazione e della gioia di essere una squadra. Insieme. 🫂
Il “noi” diventa più importante e più potente della somma dei singoli individui 😌
E per te, cosa vuol dire essere una squadra?
28/12/2024
È quasi tempo di bilanci 😶🌫 ma solo se lo vuoi!
Per quanto possa sembrare un gesto banale, ogni inizio d'anno porta con sé il bisogno di sicurezza e progettualità.
Abbiamo deciso di condividere con te 5 cose che proveremo a portare con noi nel nuovo anno, e che forse anche tu desideri portare nel tuo.
C'è altro che vorresti portare con te nel nuovo anno?🫣 Faccelo sapere nei commenti!🍾
15/12/2024
🌸 Ieri abbiamo inaugurato lo sportello del Comitato Regionale Basilicata Komen Italia ( ) alla presenza delle istituzioni, dei sanitari, dei volontari e delle tante persone che hanno voluto condividere con noi questo momento importante!
🌸 Lo sportello accoglierà tutte le pazienti del dh oncologico-ematologico dell’Ospedale San Pio da Pietrelcina (Villa d’Agri) e saranno a loro disposizione:
1️⃣ uno spazio di condivisione, svago, supporto con i nostri volontari;
2️⃣ consulenze nutrizionali ogni martedì (gratuite)
3️⃣ colloqui psico-oncologici su prenotazione (gratuiti)
4️⃣ trattamenti con l’estetista oncologica una volta al mese (gratuiti)
Questo traguardo rappresenta un tassello importante del nostro progetto, ormai iniziato diversi anni fa: la prevenzione nel nostro territorio lucano. E, come tutti i traguardi, non è la fine ma solo un altro inizio ☘️
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Ciao! Grazie per aver visitato la pagina e...molto piacere, sono Eleonora Malta! Ti racconto un po’ di me. Provengo da un piccolo paese della Basilicata, Montemurro, che ho lasciato molto presto per frequentare il Liceo Classico ad Arezzo. Sono sempre stata molto curiosa, andando alla ricerca di stimoli che, purtroppo, un paese così piccolo non offre. Arezzo è stata un’incredibile esperienza che ha segnato gli anni più delicati nella vita di una persona: quelli dell’adolescenza. Non so ancora se la rifarei ma certamente mi ha reso quella che oggi sono e, tutto sommato, non mi dispiace essere così: ambiziosa, determinata, amante della vita in tutte le sue forme e le sue sfumature.
Formazione: Ho conseguito con Lode la Laurea Magistrale in Psicopatologia Dinamica Dello Sviluppo presso la facoltà di Medicina e Psicologia della Università Sapienza di Roma, discutendo una tesi dal titolo I bambini e il tumore: chi sono i “fratelli d’ombra”?, relatrice Dott.ssa Cristina Trentini. Ho vinto e partecipato al Percorso d’Eccellenza nell’anno accademico 2018/2019, un percorso integrativo che consiste in attività formative, aggiuntive a quelle del corso di studio, nell’ambito della Psicopatologia Dinamica dello Sviluppo che mi ha permesso di partecipare ad incontri seminariali di carattere teorico – metodologico e applicativo – professionale, tenuti da docenti della facoltà e di ogni altra istituzione qualificata nazionale o internazionale. Ad Ottobre 2020 mi è stato conferito il riconoscimento di Laureato Eccellente per l’anno accademico 2018-2019.
Sono attualmente iscritta alla scuola di specializzazione ad indirizzo sistemico relazionale presso l’Accademia di Psicoterapia Della Famiglia (direttore M. Andolfi) e al Master di II livello in Psicologia Pediatrica organizzato dall’Università Lumsa in collaborazione con l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e collaboro con il quotidiano Il Mattino di Puglia e Basilicata, pubblicando settimanalmene articoli in materia di psicologia evolutiva. Ho svolto il tirocinio post – lauream presso il servizio di Psiconcologia dell’Ospedale S.Andrea e 75 ore di Attività Formative Professionalizzanti presso la UOC di Neuropsichiatria Infantile – Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale del Policlinico Umberto I, sotto la supervisione della Dott.ssa Roberta Penge. Ho partecipato al corso di formazione in Acquamotricità Neonatale con Mammole School e sono volontario ABIO (Associazione per il Bambino In Ospedale), sede di Roma, nel reparto Pediatria – Lattanti del Policlinico Umberto I.
In attesa di abilitarmi all’esercizio della professione di psicologo e di iniziare la scuola di specializzazione in psicoterapia, continuo a studiare, a formarmi e ad approfondire soprattutto il tema su cui ho scelto di incentrare la mia tesi di laurea: l’esperienza psicologica dell’essere fratelli di un bambino che riceve una diagnosi di cancro.
Mi sento molto vicina alle tematiche che riguardano la famiglia e, ancor più nello specifico, l’età evolutiva in un’ottica psicoanalitica e sistemico-relazionale. Per questa ragione, i contenuti che verranno pubblicati sul mio sito (https://eleonoramalta.it/) e condivisi su questa pagina saranno affrontati secondo queste due prospettive e saranno basati sulla discussione di letteratura scientifica nazionale e/o internazionale; verranno, inoltre, espressamente citati i relativi riferimenti bibliografici.
Il mio sito e il suo blog nascono dalla volontà di accompagnare chi vorrà seguirmi alla scoperta e alla comprensione di una realtà palpitante ma misconosciuta agli occhi di molti e ancora poco esplorata anche dalle ricerche scientifiche.
Spero, infine, che il blog diventi un punto di riferimento ed uno spazio di confronto per tutti coloro che vivono l’esperienza di essere un fratello sano e, più in generale, per tutte le famiglie che vivono l’esperienza del cancro infantile.
…anche se meno illuminati e visibili, i fiori crescono anche all’ombra e, se non curati con attenzione e amore, potrebbero non sbocciare più.