16/02/2021
Ecco perché non si deve utilizzare la candeggina per la pulizia dei bagni o di altre superfici
In nuovo questo articolo sfaterò un mito… per la scontentezza di qualcuno!
Sto parlando della candeggina.
Alcuni clienti mi hanno chiesto prodotti con la candeggina, in merito all’utilizzo della candeggina per la pulizia dei bagni.
Vorrei spiegarvi alcune cose, alcune di quelle che non conviene dire a chi è interessato al vostro portafoglio, piuttosto che a trovare le soluzioni ideali per ottenere il massimo risultato, col giusto prodotto, eliminando totalmente gli sprechi e senza causare danni alle superfici.
Analizziamo allora la candeggina, ovvero l’Ipoclorito di Sodio (NaClO), componente chimico usato anche per la fabbricazione di altre materie prime.
Il suo impiego naturale è quello di ossidante, perché l’ipoclorito è in grado di modificare, attraverso meccanismi di reazione, le caratteristiche di altre materie chimiche.
Ma quali sono gli usi efficaci di questo prodotto e quali, invece, quelli inutili o addirittura dannosi?
In realtà l’uso più diffuso dell’ipoclorito di sodio è quello legato all’ambiente della lavanderia, per l’eliminazione delle macchie dai tessuti. Da questo punto di vista possiamo dire che la candeggina svolge egregiamente la sua funzione, grazie alla capacità di eliminare anche a basse temperature certi tipi di macchie difficili. Inoltre per il basso costo e, quello che possiamo definire, il pungente “odore di pulito”, la candeggina è preferita ad altri prodotti.
Posso affermare con certezza che il candeggio della biancheria è l’unica utilizzazione consentita senza rischi, nelle giuste dosi e seguita da un intervento di neutralizzazione.
Per quanta riguarda la situazione disinfettante, la questione è un po’ più complessa.
La candeggina libera facilmente cloro, uno dei migliori ma più pericolosi disinfettanti presenti in natura.
Se si vuole ottenere un’azione veramente efficace nei confronti dei batteri, bisogna fare attenzione alla diluizione ed alla concentrazione di impiego, facendo attenzione anche al tempo di contatto.
Attenzione, però, l’ipoclorito venduto nelle famose “bottiglie gialle” del supermercato o quello che, solitamente, viene distribuito a qualche fornitore, hanno una concentrazione di cloro che va da un valore che si attesta tra il 3 e il 5%, percentuale assolutamente insufficiente per raggiungere il risultato di disinfezione prefissato!
I problemi maggiori, inoltre, sorgono quando si vuole usare l’ipoclorito come detergente.
Facciamo un piccolo passo indietro.
Perché un detergente….deterge?
Un detergente deterge grazie ai tensioattivi ed altri componenti minori presenti nel prodotto. Il tensioattivo è composto da due parti: una testa ed una coda.
La testa si attacca allo sporco mentre, la coda all’acqua che funge da veicolo per staccare lo sporco alla superficie.
E’ cosi’ che funziona ed è per questo che la candeggina non pulisce: non contiene né tensioattivi né nessuna delle componenti che permettono di asportare lo sporco.
Anzi l’azione detergente della candeggina è del tutto marginale ed addirittura dannosa: sulle superfici porose trattate con candeggina, lo sporco tende ad accumularsi di volta in volta con effetti igienici negativi.
Ma neppure sulle superfici non porose abbiamo un buon risultato: il colore bianco smagliante delle piastrelle si deve al potere ossidante e sbiancante della candeggina e non all’effettiva pulizia della superficie, come erroneamente si crede.
Senza contare il fatto che la candeggina contiene elementi ad alta tossicità che sono irritanti al contatto, tossici per inalazione, inutilizzabile in miscela con altri liquidi perché possono provocare reazioni assolutamente pericolose.
Insomma, l’antica e “sicura” candeggina dall’odore rassicurante, che ci fa ve**re in mente un ambiente pulito e disinfettato, non e’ cosi’ utile come sembra: il suo unico vero vantaggio e’ di costare poco.