13/07/2025
Attenzione! Non tutte le costruzioni sono adatte per le piante calde secche 🌿
Con le piante vietato il Fai da te!
L’OLIO DI ORIGANO: QUELLO CHE NON TI DICONO PRIMA DI ASSUMERLO
L’olio di origano è ormai salito sul podio delle sostanze naturali più osannate nel web. Viene presentato come una sorta di elisir universale... combatte i batteri, elimina i funghi, spegne le infiammazioni, neutralizza i virus, detossifica il corpo, ti libera da Candida, SIBO, parassiti, e magari ti cambia pure la vita. Ma nessuno ti dice cosa può succedere davvero dopo averlo preso.
E il problema non è l’olio in sé. È il modo in cui lo si propone, con leggerezza, superficialità, e spesso anche con un certo fanatismo da marketing travestito da “scienza naturale”. Basta fare un giro nei gruppi di medicina alternativa, o leggere le newsIetter di certi “esperti del momento” per vedere l’effetto valanga: “olio di origano per tutto”, “olio di origano microincapsulato”, “olio di origano a rilascio enterico”. Nessuno però spiega cosa comporta assumerlo davvero, su un corpo reale, che magari ha già subito anni di stress, infiammazione, carenze, farmaci, o traumi.
Mi scrivono persone disperate, che dopo averlo preso si sono sentite peggio di prima. Digestione a pezzi, stomaco in fiamme, nausea, debolezza, sfoghi cutanei, insonnia. E la cosa più grave? Che nessuno le aveva avvertite. Anzi, il più delle volte chi ha prescritto o suggerito il prodotto è sparito nel nulla. Pouf... Prima visita, qualche consiglio, generico, arrivederci e grazie. Senza follow-up, senza reale presa in carico, senza capire che ogni persona è un mondo.
L’olio essenziale di origano è un estratto altamente concentrato, ricco di composti attivi come timolo e carvacrolo, che hanno un potente effetto antibatterico e antifungino. Ma proprio perché è potente, non è per tutti, e non è da prendere alla leggera.
Chi ha gastrite, reflusso, ulcere, o anche solo una mucosa gastrica sensibile, può sperimentare un aggravamento dei sintomi. Il bruciore peggiora, la digestione rallenta, e ci si ritrova a prendere gastroprotettori per colpa di un rimedio che doveva “guarire”. Anche l’olio microincapsulato, spesso presentato come “più tollerabile”, può essere irritante. Perché? Perché l'incapsulamento può proteggere lo stomaco solo parzialmente, se l'intestino è già infiammato o disfunzionale, l’arrivo diretto del principio attivo può comunque causare irritazione, spasmi o disbiosi peggiorata.
E lo ripeto con chiarezza, il microincapsulamento non è una garanzia di tollerabilità. È una tecnologia utile, ma non risolve il problema se manca una valutazione individuale della persona che lo assume.
Molte persone scoprono di essere allergiche o sensibili all’olio di origano solo dopo averlo assunto. È un parente stretto di menta, timo, salvia, lavanda e basilico (tutti appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae). Se sei allergico a uno di questi, potresti reagire anche all’origano. E non serve applicarlo sulla pelle per avere una reazione, anche solo assumerlo può scatenare orticaria, gonfiore, o sensazioni di malessere sistemico.
In più, il timolo e il carvacrolo, se usati in modo continuativo o in dosi troppo alte, possono sovraccaricare fegato e reni, due organi già messi a dura prova da uno stile di vita infiammatorio o da farmaci assunti in passato.
Ecco i possibili segni di tossicità epatica:
- Stanchezza cronica senza motivo
- Ittero (pelle o occhi giallastri)
- Dolore sotto il costato destro
- Urine scure
- Sensazione di “pesantezza” o nausea persistente
E quando il carvacrolo raggiunge i reni in soggetti predisposti, può contribuire a un peggioramento della funzionalità renale. Chi ha creatinina alta, glomerulonefrite, ipertensione, o nefropatie pregresse, dovrebbe evitarlo del tutto o assumerlo solo sotto strettissimo controllo medico. Ma non con quei medici che poi spariscono e ti lasciano da solo con i peggioramenti dei sintomi.
Un altro aspetto ignorato è che l’olio di origano interagisce con molti farmaci. Agisce come fluidificante del sangue, e può quindi aumentare il rischio di sanguinamenti se usato insieme ad anticoagulanti naturali (come l’aspirina) o farmacologici (come il warfarln).
Abbassa la glicemia, quindi in chi prende antidiabetici può potenziare l’effetto ipoglicemizzante e causare cali pericolosi di zuccheri nel sangue.
Ha un’azione vasodilatatrice e ipotensiva, che può far crollare la pressione in chi prende farmaci antipertensivi.
Stimola anche il sistema ormonale, può anticipare il ciclo, provocare spotting, o interferire in donne con endometriosi, fibromi o ovaio policistico.
Durante la gravidanza è assolutamente sconsigliato, può stimolare le contrazioni uterine e attraversare la barriera placentare. E sì, passa anche nel latte materno.
Ma il problema vero è il “fai da te”
Troppo spesso l’olio di origano viene proposto senza spiegare nulla di tutto questo. Viene consigliato perché “è antibatterico”, “fa bene al microbiota”, “cura la Candida”, “uccide l’Helicobacter”, ecc.
Ma nessuno spiega perché la persona si è ammalata in primo luogo.
Perché ha sviluppato Candida? Perché ha una SIBO? Perché ha una disbiosi intestinale o infezioni croniche? Se non si risponde a queste domande, ogni trattamento diventa un rattoppo. È come mettere un cerotto su una ferita infetta senza prima disinfettarla.
Molti professionisti consigliano l’olio di origano basandosi solo sull’analisi del microbiota. Ma il microbiota è una fotografia parziale, non spiega tutto. Una persona può avere una disbiosi grave per traumi, malnutrizione, stress cronico, metalli pesanti, muffe ambientali, disfunzione mitocondriale. Non basta uccidere i batteri cattivi...serve prima riparare e rafforzato il sistema.
Inoltre, l’uso di oli essenziali come “modulatori del microbiota” andrebbe sempre contestualizzato. L’effetto varia da persona a persona, in base alla permeabilità intestinale, alla funzionalità epatica, allo stato nervoso e all'infiammazione sistemica. Eppure si continua a vedere il copia-incolla: “hai questo batterio? Allora prendi quest’olio”. È riduttivo, è fuorviante e in certi casi, è pericoloso.
La vera medicina funzionale va oltre l’intestino!
Il motivo per cui tante persone non guariscono, nonostante integratori, test, analisi e decine di “esperti”, è che si continua a guardare il corpo a pezzi. L’intestino, il fegato, la tiroide, il sistema nervoso... come se fossero separati.
Ma la vera medicina funzionale guarda l’organismo nella sua interezza. Capisce che l’intestino riflette lo stato immunitario, ma anche quello emotivo, neuroendocrino e ambientale. Che una Candida può essere la spia di un sistema nervoso in pericolo, una digestione bloccata dalla paura, un trauma non digerito.
Ed è per questo che serve un accompagnamento vero, non un consiglio su social o una consulenza di 30 minuti seguita dal silenzio. Troppe persone si affidano a “esperti” che spariscono dopo la prima visita, lasciandole con un elenco di integratori e nessun supporto reale. Ma questo non è prendersi cura. Questo è marketing.
La natura è potente, ma non è sempre dolce. Serve conoscenza, buon senso e umiltà per usarla bene. Se vuoi curarti davvero, smetti di inseguire l’ultimo rimedio virale e inizia a chiederti:
“Perché il mio corpo è arrivato fin qui?”
Solo lì inizierà la guarigione.
XO - Patrizia Coffaro