01/07/2022
Le parole di Calhum Johnston, ci raccontano attraverso queste righe pubblicate sul British Journal of Sport Medicine, nella sezione Patient's voice, le difficoltà che un atleta si trova ad affrontare quando ha a che fare con problematiche molto fastidiose come le tendinopatie, in questo caso quella rotulea.
Trovo la sua, una testimonianza preziosa, per tutti i colleghi, amici ed atleti che si sono trovati, almeno una volta nella loro vita, a fronteggiare simili situazioni.
Buona lettura.
[Post lunghetto, tempo di lettura 5 minuti c.a.]
"Durante gli anni della mia giovinezza ho sempre amato giocare a calcio. Non avevo ne infortuni ne alcun tipo di pressione; solo la libertà e il piacere di praticare questo sport. Tuttavia, crescendo, più diventavo alto e forte, maggiori erano le complicazioni che mi trovavo ad affrontare riguardo agli infortuni correlati a questo sport.
Nel gennaio 2020, dopo un lungo viaggio verso Aberdeen, in Scozia, il dolore davanti al mio ginocchio era diventato insopportabile. Questo dolore mi aveva afflitto per mesi prima di questa gara, ma nessuno aveva avuto un’idea chiara su cosa potesse essere, mi avevano solamente detto di prendermi delle settimane di riposo e di riprovare di nuovo. Non so cosa avrei dato per una corretta diagnosi e piano di management per questa situazione !
SENTIMENTI CONTRASTANTI
A questo punto della mia carriera, mi trovavo a sperimentare emozioni contrastanti, sia positive che negative riguardo il gioco: la gioia della notizia che a breve avrei iniziato il pre-season e che avrei avuto la mia chance di giocare con le riserve era stata una delle più belle notizie che potessero darmi, ma questo non prese mai forma a causa della problematica che stavo avendo al ginocchio e al covid.
I continui stop dal calcio non mi stavano di certo aiutando con le mie problematiche fisiche. Dopo poco il paese andava in lockdown. L’incertezza dei tempi a ve**re mi aveva sfidato ulteriormente dal punto di vista mentale. Fino a quel momento, infatti, mai avrei potuto immaginare come gli infortuni o altri problemi della vita potessero minacciare la salute mentale di una persona.
Non poter correre sul campo con i miei compagni di squadra era un qualcosa che non avevo mai provato prima. Si era creato un distacco tra me e loro: non allenandomi a causa dell'infortunio non avevo modo di interagirci e via via le ragioni per le quali loro potessero anche solo parlare con me andavano via via scemando.
Mi sentivo come se fossi stato privato di metà della mia vita e ancor peggio avevo come la sensazione che non mi sarei riappropriato di quella metà poi così tanto presto... Nel mentre ci ritrovavamo ad affrontare la pandemia e il mio isolamento sportivo e sociale diventava più marcato, accompagnato da un deterioramento della mia salute mentale.
Il mio infortunio non era ancora stato diagnosticato con precisione e mi avevano detto solo di aspettare. A questo punto stava sempre prendendo sempre più piede l'idea che non avrei mai più giocato e che, se anche lo avessi fatto non sarei mai più tornato ai livelli precedenti. Stavo, infatti, iniziando a prendere in considerazione altri possibili percorsi di vita. Sembrava come se mi fossi impantanato in questo loop di pensieri e sensazioni negative da cui era impossibile uscirne.
UNA NUOVA VISIONE… E SPERANZA!
Dopo pochi mesi dall'inizio del lockdown il mio club aveva organizzato una chiamata su Zoom con tutti i giocatori per annunciare che ci sarebbe stato un nuovo membro dello staff che si sarebbe aggiunto al club per gestire il settore medico dell'accademia. Questo fù un punto di svolta per quanto riguarda il mio atteggiamento, speravo infatti che fosse in grado di potermi aiutare a sciogliere questa matassa intricata in cui mi trovavo. Lo contattai subito. Attraverso chiamate zoom e messaggi, mi sembrava che avesse immediatamente capito quale fosse il problema... e quale fosse il piano per risolverlo: avevo una tendinopatia rotulea.
Durante il lockdown, lui mi avrebbe dato degli esercizi da remoto da eseguire da solo e quando le restrizioni sarebbero terminate avrei iniziato a fare di più sul campo. Dopo più di un anno di stop stavo spingendo il mio corpo oltre i suoi limiti, con non poca fatica, e iniziavo a vedere che riuscivo a raggiungere alcuni dei miei obiettivi. La mia mente si era placata e il focus era ritornato sul mio sogno sportivo dopo aver combattuto sfide fisiche e mentali.
PROSPETTIVA
Una cosa che ho imparato durante il mio percorso riabilitativo è stata l'alternarsi di emozioni positive quando raggiungevo i miei goals, dandomi l'impressione che stavo lasciando l'infortunio alle mie spalle e quelle negative, quando questo sembrava ripresentarsi... L'ho appreso, nel momento in cui, la problematica al ginocchio era riapparsa e con essa il solito loop di pensieri negativi che non mi facevano ben sperare sul mio futuro e sulla mia carriera sportiva.
Questo ha impattato nuovamente sulla mia salute mentale: mi sentivo come se avessi fatto tutto quello che avevo potuto per recuperare dalla tendinopatia del ginocchio ma mi ritrovavo nuovamente a dover riaffrontare tutto da capo.
Il supporto della mia famiglia è stato fondamentale, dal momento che sapevano quanto difficili erano quei momenti per me, così come l'inestimabile valore dell'aiuto ricevuto dal nuovo staff medico. Avere una diagnosi e un piano di trattamento mirato è stata la chiave.
INSEGUIRE IL MIO OBIETTIVO
Mi chiesero di allenarmi con le riserve per la pre-season estiva. La mia famiglia aveva già prenotato una vacanza per le date della preparazione, ma io presi la decisione di rimanere e allenarmi per dimostrare quanto fossi motivato e quanto fortemente volessi raggiungere il sogno che avevo sin da quando calciai la palla per la prima volta.
Mi sentivo forte e in forma, ma dopo questi infortuni ero stato informato che la problematica al ginocchio si sarebbe potuta ripresentare. Mi posi l'obiettivo di essere più allenato dei miei compagni, senza risparmiarmi nelle sedute in campo e in palestra e facendo degli extra insieme allo staff dei preparatori atletici.
Da quel momento, ho dovuto più volte fermarmi e ripartire a causa del mio problema e tutt'ora mi trovo mentalmente in difficoltà quando ho a che fare con questi infortuni.
Ci sono stati, nel tempo, molto commenti sul mio conto e sul fatto che fossi spesso infortunato, fatti da persone che non capiscono veramente la difficoltà che può causare un infortunio, in particolare la tendinopatia rotulea, o le problematiche tendinee in generale, il tempo (tanto) che ci vuole per recuperare e le recidive da mettere in conto.
Quelle stesse persone non sono, e non sono state, in grado di capire, quanto gli infortuni possano intaccare la tua salute mentale e quanto male ti possa sentire per una situazione che non puoi controllare.
L'infortunio mi ha permesso di conoscere meglio il mio corpo e come proteggerlo. Ma la cosa che ho maggiormente appreso da ciò è stata la quantità di ups e downs attraverso cui devi passare e quanto questo possa provarti dal punto di vista mentale.
Grazie allo staff medico adesso sto bene, mi sento più forte e più in forma, ma molto più importante, mi sento mentalmente inattaccabile e continuerò a mettercela tutta per raggiungere i miei obiettivi.
Non mi importa le difficoltà e i problemi che potrò incontrare lungo il percorso perchè ho con me l'esperienza della mia riabilitazione e so, adesso, quello che devo fare per superare le avversità."
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Johnston C. Br J Sports Med 2022;56:770.
Accepted 29 April 2022
Published Online First 9 June 2022
Br J Sports Med 2022;56:770.