06/10/2023
Quali sono i motivi per cui si va dallo psicoterapeuta? Per molti rappresenta un’occasione per sfogarsi e per trovare un supporto di fronte ad un momento di crisi, legato ad un evento o come punta di un iceberg di un “mal di vivere”. E spesso, andando dallo psicoterapeuta, si ha la sensazione che di questi bisogni si è ricevuta risposta, quella risposta che amici e parenti non sono stati in grado di dare o ai quali è stato troppo difficile rivolgersi per vergogna o difficoltà a comprendersi. A quel punto, a volte, si percepisce il percorso come concluso. “Rispetto a quando ho iniziato la psicoterapia mi sento molto meglio, sono molto più tranquillo”. Lo psicoterapeuta, che in quel caso grazie agli strumenti di cui dispone avrebbe fatto meglio del confidente, in fondo in fondo sta confermando che “sì, si è tutti un po’ psicologi”, solo che quelli propriamente detti sanno offrire supporto meglio degli altri.
E invece no. Le cose sono un po’ più complesse di così. Non è lo sfogo o il supporto l’obiettivo ultimo di un percorso psicoterapeutico. La psicoterapia si propone una meta più ambiziosa, forse più difficile da perseguire, di sicuro meno lineare nel suo dispiegarsi. E’ il cambiamento. Trasformarsi, riorganizzare la propria esperienza di vita, procedere in avanti.
La ricerca del cambiamento può non offrire immediatamente sollievo, o risposte, proprio perché l’obiettivo è spostato più in là, verso una conquista duratura. Implica la messa in gioco di entrambi, del paziente e del terapeuta. Il cambiamento rappresenta una sfida impegnativa e per questo motivo qualcuno (sia l’uno che l’altro) potrebbe decidere di fermarsi prima. Ed è, almeno nel caso del paziente, un diritto farlo. Ma se egli invece scegliesse di proseguire per scoprire cosa si nasconde al di là delle nuvole, si riapproprierebbe di una qualità dell’essere umano, che è quella di scrivere da sé il proprio futuro.