Noesi

Noesi Sono psicologa clinica e di comunità. Tutte le informazioni dettagliate si trovano su www.noesi.info

19/05/2025
13/07/2024

Ancora una volta un mio post è stato censurato perché non in linea col pensiero della dirigenza Facebook. È un comportamento democratico? Che ne pensate?

10/07/2024

Dall'Apologia di Socrate di Platone
"Vi ripeto che il bene più grande dell'uomo è quello di conversare quotidianamente sulla virtù e su tutto ciò su cui mi sentite esaminare me stesso e gli altri, e che la vita non esaminata non vale la pena di essere vissuta - questo è ancora meno probabile che lo crediate. Eppure quello che dico è vero, anche se è difficile per me convincervi".

29/06/2024

“Non è mai troppo tardi per essere ciò che avresti voluto essere” - George Eliot

Viviamo la nostra vita un po’ come ipnotizzati dalle narrazioni dei nostri pensieri, creazioni della nostra mente che ci raccontano delle nostre esperienze di vita, di chi siamo e delle nostre possibilità nel mondo. Non dubitiamo mai della loro veridicità anche se non ne abbiamo alcuna prova.
Spesso si tratta di storie imprecise, in cui abbelliamo i nostri punti di forza e nascondiamo i nostri difetti, oppure, al contrario, esageriamo i nostri difetti e nascondiamo i nostri punti di forza. Purtroppo, in genere gli eventi che ci raccontiamo non sono mai accaduti o, almeno, non nel modo in cui li raccontiamo.
Prendiamo per vangelo una visione troppo semplificata e pesantemente distorta di noi stessi, degli altri e del mondo e ci conformiamo ad essa finendo per interpretare il personaggio che la storia ci racconta. Così la narrazione diventa una profezia che si autoavvera. Se la storia dice che siamo inferiori recitiamo la parte di chi si sente inferiore, se dice che non troveremo mai il vero amore si passerà la vita senza riuscire a trovarlo, se dice che la vita è una lotta in salita reciteremo la parte di qualcuno in eterna lotta. Affascinati dai nostri racconti, come ipnotizzati, interpretiamo i nostri ruoli da premi Oscar!
Quale personaggio interpreti tu? Sei il romantico dal cuore perennemente spezzato che continua ad avere relazioni sbagliate? Sei il romantico eternamente single che non riesce a trovare un partner adatto? Quale è lo status sociale del tuo personaggio? Sei un personaggio insignificante o un capobranco? Sei sfortunato o fortunato? Sei l'eroe della tua storia o il cattivo o forse la vittima? Porsi queste domande può aiutarti a capire come il tuo cervello tesse la narrazione della tua vita.
Se il personaggio che interpretiamo non ci favorisce, come possiamo abbandonare il ruolo che ci impone “la nostra storia” e liberarci dai suoi condizionamenti?
Ma allora perché ci raccontiamo delle storie?
Sono tentativi di trovare un significato alle cose che ci accadono e di aiutarci a dare un senso al mondo e alla nostra vita, ma anche un modo per cercare di spiegare le nostre emozioni e i nostri comportamenti e, spesso, anche un espediente per addossare delle responsabilità ad altri e sentirci meno colpevoli di cose o tratti personali di cui non andiamo proprio fieri. Come sappiamo, è sempre più facile vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro che il palo nel proprio.
Ovviamente, scoprire che si tratta solo di fantasiose creazioni della nostra mente aiuta a depotenziare le narrazioni e a non seguirle più in quanto non sono reali. Ma siamo in grado di vedere che le storie che ci siamo raccontati per tutta la vita sono solo finzioni, vagamente basate su una storia vera? Siamo in grado di vedere che le narrazioni generalmente condivise dalla società sono altrettanto fittizie? Siamo pronti a lasciare il nostro teatro?
Fare queste scoperte in un ambiente sicuro, con un professionista, insieme ad altre persone rende più facile riconoscere la verità nascosta dentro le storie che ci raccontiamo, comprendere che in realtà sono solo “storielle”. Benché anche gli altri hanno le loro storie, non sono coinvolti nelle nostre e possono offrire punti di vista che ci aiutano ad aprire gli occhi e, parafrasando Shakespeare, scegliere consapevolmente come riscrivere la storia della nostra vita e il ruolo che vogliamo recitare sul palcoscenico della vita.

.info autostima

19/06/2024

A river cuts through rock, not because of its power, but because of its persistence.
Jim Watkins, American Anchor and Journalist

In other words, if you truly care and believe, never give up!🤩

11/06/2024

Si pensa che il lavoro dello psicologo o del psicoterapeuta sia quello di curare qualcuno che sta male; infatti si chiama psico TERAPIA. Anch'io appartengo a questa categoria di professionisti, ma io considero il nostro lavoro più un'attività artistico culturale che una cura simile a una medicina perché lo scopo è di aiutare le persone a svelare a se stessi il capolavoro che è insito in loro e di viverlo. Ognuno di noi sogna di essere un "capolavoro" ma, per tanti motivi, teme di non esserlo e ne soffre. Conoscete il detto "Dio non gioca a dadi"?, ecco, anche la natura non gioca a dadi, cioè non fa le cose a caso!🌹

10/06/2024

"Non siamo qui per temere il futuro, siamo qui per crearlo." -Barack Obama, 44° Presidente degli Stati Uniti

"Non è mai troppo tardi per essere ciò che avresti voluto essere"
- George Eliot

Viviamo la nostra vita di fatto ipnotizzati dalle nostre narrazioni, inconsapevoli di essere persi nelle creazioni della nostra mente. Crediamo ciecamente alle storie che ci raccontiamo delle nostre esperienze di vita, su chi siamo e sulle nostre possibilità nel mondo.

Come i nostri sogni, i nostri pensieri offrono narrazioni avvincenti cui non sappiamo resistere ma, se vogliamo, possiamo imparare a riconoscerle come storie e non essere più limitati da esse.

Diventando consapevoli di come la nostra mente ci racconta delle storie e di come ci spinge a seguirle senza alcuna prova concreta che esse corrispondano alla realtà oggettiva, possiamo liberarci dal loro incantesimo.

Nel tentativo di trovare una spiegazione e di dare un significato alle cose che ci accadono nonché di aiutarci a dare un senso al mondo e alla nostra vita, la mente intreccia continuamente storie con tutto ciò che incontra.

Ma perché ci raccontiamo delle storie?

Passiamo gran parte della nostra vita a raccontare a noi stessi, nella nostra testa, una storia semplificata su chi siamo e perché siamo chi crediamo di essere. Spesso si tratta di una storia imprecisa, in cui abbelliamo i nostri punti di forza e nascondiamo i nostri difetti, oppure, al contrario, esageriamo i nostri difetti e nascondiamo i nostri punti di forza. Le ragioni per cui lo facciamo sono complesse ma per lo più si tratta di un modo per cercare di spiegare quelle nostre emozioni e quei comportamenti che non ci piacciono; di solito incolpiamo gli altri della loro origine accusandoli di esperienze in genere mai accadute o, almeno, non nel modo in cui le raccontiamo! Come si sa, è sempre più facile vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro che il palo nel proprio.

Una volta che ci si è convinti della veridicità delle nostre storie diventa difficile liberarsene; più le raccontiamo più vi ci incastriamo, più il nostro comportamento le riflette. Prendiamo per vangelo una visione troppo semplificata e pesantemente distorta di noi stessi, degli altri e del mondo e ci conformiamo ad essa finendo per interpretare il personaggio che racconta. La narrazione diventa cosi un profezia che si auto-avvera.

Se la storia dice che siamo inferiori recitiamo la parte di chi si sente inferiore, se dice che non troveremo mai il vero amore passeremo la vita senza riuscire a trovarlo, se dice che la vita è una lotta in salita ci troviamo a recitare la parte di qualcuno in eterna lotta. Interpretiamo i nostri ruoli da premi Oscar e non perché siamo bravi attori, ma perché siamo così convinti dalla narrazione che ci dimentichiamo che stiamo solo recitando.

- Quale personaggio interpreti tu?
- Sei il romantico dal cuore perennemente spezzato che continua ad avere relazioni sbagliate?
- O forse sei il romantico eternamente single che non riesce a trovare un partner adatto.
- Quale è lo status sociale del tuo personaggio?
- Sei un personaggio insignificante o un capobranco, sfortunato o fortunato?
- Sei l'eroe della tua storia o il cattivo o forse la vittima?
Porsi queste domande può aiutarti a capire come il tuo cervello tesse la narrazione della tua vita.

Una volta che ci rendiamo conto del personaggio che stiamo interpretando e della storia che ci raccontiamo, cosa succede?

Come possiamo abbandonare il ruolo che ci impone “la nostra storia” e liberarci dai suoi condizionamenti?

Diventare consapevoli significa rendersi conto che ciò che si sta vivendo è interamente una creazione della propria mente e allora la narrazione si arresta perché diventa irrilevante perché non essendo reale non ha più senso seguirla.

Ma siamo in grado di vedere che tutte le storie che ci siamo raccontati per tutta la vita sono solo finzioni, vagamente basate su una storia vera? Siamo in grado di vedere che le narrazioni della società sono altrettanto fittizie? Siamo pronti a lasciare il nostro teatro? Cosa c'è là fuori?

Quelli che sono riusciti a lasciare il loro "teatro" raccontano di grandi tesori fuori da quei teatri, tesori che permettono di trascendere la nostra sofferenza quotidiana, raccontano della capacità di vedere oltre l'illusione di un sé separato dal mondo e di una mente che rimane in contatto con la vera natura della realtà.

Vi propongo di fare queste scoperte insieme ad altri perché è più facile scoprire la verità nascosta dentro le storie che ci raccontiamo, che in realtà sono solo “storielle” con l’aiuto di persone che, si, anche loro hanno le loro storielle, ma non sono coinvolte nelle nostre. Nessuno vede la propria ombra ma tutti possiamo vedere l'ombra dell'altro e fargliela conoscere.

Per l'autunno sto preparando l'inizio di nuovi gruppi che lavoreranno sui seguenti temi.

-Conoscere e riscrivere le storie della propria vita per il futuro che voglio costruire
-Preparazione ipno-gruppo-analitica al parto e alla genitorialità

Potete avere informazione dettagliate sul sito scrivere a: contact@noesi.info

Sono psicologa clinica e di comunità. Tutte le informazioni dettagliate si trovano su www.noesi.info

08/06/2024

“The true test of intelligence is not how much we know how to do, but how we behave when we don’t know what to do.” - John Holt

03/06/2024

I wish to share this beautiful and useful wisdom; I believe we all need to be reminded of it.

A Zen Parable That Puts Everything into Perspective by Andy Murphy

Kevin Kelly once wrote:
“To clean up your city, sweep your doorstep first.”

His words remind me of a wonderful passage from Lao Tzu:

“If there is to be peace in the world,
There must be peace in the nations.
If there is to be peace in the nations,
There must be peace in the cities.
If there is to be peace in the cities,
There must be peace between neighbours.
If there is to be peace between neighbours,
There must be peace in the home.
If there is to be peace in the home,
There must be peace in the heart.”

It is so beautiful and concise and it turns the attention inward instead of outward.

A wonderful Zen parable highlights this further. It goes something like this:
Two men come to visit a Zen teacher to inquire about moving to his village.
The first man enters and says, “I am thinking of moving to this village, how is it here?”
The teacher replies, “Well, how is your current village?”
The man responds, “It’s terrible, I hate it there.”
The Zen teacher answers, “This village is the same, you won’t like it.”
The second man enters and says, “I am thinking of moving to this village, how is it here?”
The teacher replies, “Well, how is your current village?”
The man responds, “It’s wonderful, I love it there.”
The Zen teacher answers, “This village is the same, you will like it.”

The harsh but liberating lesson here is that our internal reality creates our external reality. So, a quick reminder for the day: If you want a beautiful and fulfilling external world, first turn inward and create a beautiful and fulfilling internal world.
To clean up your city (or wherever you find yourself) sweep your doorstep first.

“The only Zen you’ll find on mountain tops is the Zen you bring up there with you” — Alan Watts

15/05/2024

Ogni giorno in TV ci parlano di quanto il PIL dell'Italia stia crescendo o dovrebbe crescere ma tutti sappiamo, per esperienza diretta, che lo standard e la qualità di vita è in discesa da anni e sempre più drasticamente e, perciò, molti si convincono che cercare di realizzare i propri ideali sia ormai solo un'illusione. Pur non ammettendolo, per paura che la vita gli stia fuggendo, finiscono per accettare ciò che "offre il convento".Molti si sono lasciati convincere che la cosa più importante sia divertirsi, andare in bei posti, comprare belle cose e altre cose simili. In realtà sono solo chimere che in poco tempo ci lasciano più delusi, più soli e più sofferenti di prima perché ciò di cui abbiamo tutti bisogno è altro; abbiamo bisogno di sentirci al sicuro perché veramente apprezzati e accettati e amati, abbiamo bisogno di sentire che per qualcuno siamo tutto e che ci vogliono nella propria vita per sempre. Accettare di meno è come ammettere di non meritare il ben che si desidera, di non esserne degni, vuol dire rinunciare a se stessi. Non fatelo.

04/04/2024

Sono molte le storie che ho ascoltato di persone che sono rimaste vittime di personalità della triade oscura. Anche a distanza di anni dalla rottura dei rapporti, e’ possibile rimanere affettivamente legati a persone da cui si è subito psicologicamente e, non così raramente, anche fisicamente.

Una mia cliente mi ha recentemente detto che le informazioni che le ho fornito le hanno permesso di aprire gli occhi sulla relazione avuta con una persona che, a distanza di anni, ancora aveva un posto speciale nel suo cuore, nonostante l’avesse fatta vivere in un incubo.

È importante sapere che è risultato da un campione internazionale che le persone della triade oscura sono una su 14. Pertanto tutti le abbiamo incontrate e le incontreremo. Essere ingannati, restare affascinati o cadere nella loro rete non vuole necessariamente dire che siete fragili o danneggiati.

Per difendersi e’ bene sapere, conoscere, perciò leggete e documentatevi, così potrete fare attenzione, riconoscere i segnali e aiutare altri a farlo. Inoltre, cercate relazioni con persone che hanno caratteristiche opposte a quelle delle personalità della triade oscura.

Condivido l’articolo di Arthur Brooks che ne parla approfonditamente. (Per chi l’inglese non lo mastica bene, basta una traduzione approssimativa per cogliere le informazioni fondamentali, e ve lo consiglio caldamente).

“Forse era un corteggiatore affascinante, un collega carismatico o un nuovo affascinante amico. Ti hanno attratto alla prima impressione, ma in breve tempo hai iniziato a notare comportamenti che ti hanno fatto riflettere”.
https://arthurbrooks.com/how-to-build-a-life/the-sociopaths-among-us-and-how-to-avoid-them

26/02/2024

L’identità può creare o distruggere una persona. Ciò che credi di te stesso è chi sei, ma è solo quando cominci a credere che sei quello che vuoi essere che puoi effettivamente essere quello che vuoi essere. Qualunque cosa tu voglia diventare nella vita, la prima cosa che devi fare è chiederti perché desideri avere quell'identità, poi dovrai trovare la strada – il come – e i mezzi – il comportamento – per raggiungere il tuo obiettivo. La maggior parte delle persone fa esattamente non sanno perché – cosa li motiva – quei comportamenti e percorsi non durano a lungo.

Indirizzo

Via Giuseppe Armellini 30
Rome
00143

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:00
Martedì 09:00 - 19:00
Mercoledì 09:00 - 19:00
Giovedì 09:00 - 19:00
Venerdì 09:00 - 19:00

Telefono

+393339722724

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