
11/09/2025
🧠 "Puoi aiutarmi tu? Tanto ci conosciamo…"
È una richiesta che, prima o poi, arriva ad ogni psicologo.
E che, spesso, nasce da un bisogno sincero, da fiducia e affetto.
Ma c’è un punto fermo: uno psicologo non può prendere in cura un amico o un familiare.
Non per mancanza di volontà o di competenza, ma perché non sarebbe né etico né realmente utile a chi sta soffrendo.
👩⚖️ Lo dice anche il Codice Deontologico degli Psicologi: in presenza di legami affettivi personali, il rischio è quello di compromettere l’autonomia, l’efficacia e la chiarezza della relazione terapeutica.
Per lo psicologo, rispondere "no" non è un rifiuto, ma un atto di responsabilità.
Per chi chiede aiuto, accettare questo confine può diventare il primo passo verso un vero percorso di cura.
🌱 La vicinanza può restare, ma il supporto psicologico ha bisogno di uno spazio neutro, professionale, protetto.
📩 Ti è mai successo di essere in una di queste due posizioni?
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