17/06/2025
In Europa spirano venti di guerra: il divario tra i bisogni popolari e le pretese della borghesia cresce a dismisura.
Dopo 15 anni di austerity e vincoli, manovre lacrime e sangue, tagli indiscriminati alla spesa sociale e “non ci sono i soldi” ripetuti a reti unificate, Von der Leyen annuncia in p***a magna il piano “ReArm EU” (ora Readiness 2030).
Si tratta di 800 miliardi di euro da destinare alla difesa (leggasi alla guerra): 650 miliardi ottenuti permettendo -in deroga al patto di stabilità (!)- agli stati dell’UE di aumentare, in media, dell’1.5% del proprio PIL la spesa destinata alla difesa (leggasi guerra), con la possibilità di utilizzare perfino i fondi di coesione europei (!!) e 150 miliardi ottenuti tramite l’apposito programma “SAFE”, essenzialmente nuovo debito comune legato a sistemi d’arma interoperabili tra i vari paesi membri; per contestualizzare l’enormità di un tale investimento, è sufficiente sottolineare che la spesa annuale di tutti i paesi UE in sanità si attesta intorno ai 1600 miliardi (poco più del doppio!).
Intanto, in Italia, il governo Meloni si affretta -tramite Crosetto- a sottolineare che la spesa militare italiana (attualmente attestata all’1.57% del PIL, vale a dire circa 33 miliardi di euro) è insufficiente di fronte alle richieste NATO e dichiara di buon grado di avere tutta l’intenzione di aumentare i fondi ad essa destinati, non solo fino al 2% del PIL, ovvero circa 44 miliardi di euro (impegno già preso da Conte, che oggi si scopre pacifista), ma addirittura fino al 3.5%, ovvero circa 70 miliardi di euro.
Il quadro, già rivoltante nelle intenzioni, diventa criminale se rapportato alla realtà socio-sanitaria del nostro paese: tra il 1975 e il 2020 i posti letto pubblici e convenzionati sono diminuiti di più di 300.000 unità (da 500.000 a 184.000), tra il 2011 e il 2021 hanno chiuso ben 125 ospedali, nel 2010 (in piena crisi del debito sovrano!) destinavamo alla sanità il 7.0% del PIL, mentre per il 2024/25 la percentuale si ferma al 6.3%, tra il 2010 e il 2019 sono stati tagliati complessivamente 37 miliardi di euro di finanziamento al SSN (in pratica la stessa cifra che oggi viene destinata al raddoppio della nostra spesa militare!); le conseguenze sono presto dette, ogni anno, in Italia, circa 4.5 milioni di persone (quasi il 10% della popolazione) rinunciano completamente alle cure mediche per difficoltà economiche e/o liste di attesa interminabili e quasi 20 milioni di persone (1/3 della popolazione!) sono costrette a pagare le cure di tasca propria.
La foglia di fico del “no hay plata” si manifesta in tutta la sua inconsistenza: i soldi ci sono, purché si prendano dalle tasche dei lavoratori e non da quelle dei padroni e le rigide regole di bilancio non valgono più quando si tratta di riarmarsi e favorire i signori della guerra targati NATO e UE e se per farlo c’è bisogno di continuare a smantellare il SSN e a tagliare la spesa sociale… pazienza.
Eppure, i bisogni delle classi popolari vanno in direzione diametralmente opposta e noi, i 35 miliardi promessi da Crosetto, sapremmo come spenderli davvero:
➡️ con la stessa cifra potremmo costruire 150 ospedali (più di quelli chiusi negli ultimi 15 anni!), ➡️ il costo di ogni F-35 coprirebbe quello di due ospedali,
➡️ il costo di ogni carro armato Leopard coprirebbe quello di 100 posti letto per un anno, ➡️ il costo di ogni obice CAESAR coprirebbe quello di due sale operatorie,
➡️ il costo di ogni missile Patriot coprirebbe lo stipendio di 100 medici per un anno,
➡️ il costo di ogni APC Puma coprirebbe lo stipendio di 1000 infermieri per un anno…
MEDICI NON BOMBE
MAI PIÙ SPESE MILITARI: CASE, LAVORO, OSPEDALI!