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È online, da oggi, la mia intervista con  sul tema dell'  di un     ✔️Al momento puoi trovare lo streaming audio al link...
26/07/2025

È online, da oggi, la mia intervista con sul tema dell' di un ✔️

Al momento puoi trovare lo streaming audio al link sottostante (sono la n.11), ma presto sarà disponibile anche il video completo!

È stata un'occasione preziosa per divulgare e promuovere una cultura della salute mentale attraverso la voce dei professionisti 🗣️

Ascoltala qui: https://www.medicinaregionelazio.it/streaming/

🤯 Pensieri intrusivi e ossessioniI     sono un'esperienza comune a tutte le persone. Quando arrivano, ci infastidiscono ...
23/03/2024

🤯 Pensieri intrusivi e ossessioni

I sono un'esperienza comune a tutte le persone. Quando arrivano, ci infastidiscono e vorremmo solamente farli sparire nel minor tempo possibile.

La loro caratteristica principale è quella di essere fastidiosi, li percepiamo come un intruso, appunto.

Diventano quando la loro importanza per noi diventa così alta che perdiamo tanto tempo ed energie a mandarli via.

L'importanza che diamo ai pensieri che giungono alla nostra consapevolezza dipende da tanti fattori, tra cui gli eventi di vita che abbiamo sperimentato nel corso degli anni.

Vi è mai capitato di avere dei pensieri intrusivi? Quali?

Scrivetelo nei commenti! ⬇️

🤯 Pensieri intrusivi e ossessioniI     sono un'esperienza comune a tutte le persone. Quando arrivano, ci infastidiscono ...
23/03/2024

🤯 Pensieri intrusivi e ossessioni

I sono un'esperienza comune a tutte le persone. Quando arrivano, ci infastidiscono e vorremmo solamente farli sparire nel minor tempo possibile.

La loro caratteristica principale è quella di essere fastidiosi, li percepiamo come un intruso, appunto.

Diventano quando la loro importanza per noi diventa così alta che perdiamo tanto tempo ed energie a mandarli via.

L'importanza che diamo ai pensieri che giungono alla nostra consapevolezza dipende da tanti fattori, tra cui gli eventi di vita che abbiamo sperimentato nel corso degli anni.

Vi è mai capitato di avere dei pensieri intrusivi? Quali?

Scrivetelo nei commenti! ⬇️

⚠️ Solastalgia ⚠️Neologismo che indica la   per un   pur continuando a risiedervi. E' uno stato emotivo contemporaneo ch...
20/03/2024

⚠️ Solastalgia ⚠️

Neologismo che indica la per un pur continuando a risiedervi. E' uno stato emotivo contemporaneo che ha trovato spazio negli ultimi decenni a causa dei mutamenti repentini dell'ambiente e del .

L'individui si sente uno spettatore impotente nei confronti del proprio ambiente che sta cambiando in modi ritenuti profondamente negativi.

Secondo il filosofo australiano Albrecht, la solastalgia genera stati d'animo tipici di quelle persone deportate dalla propria terra d'origine. Dolore e disorientamento sono i più frequenti.

Inizialmente osservata tra gli abitanti della Upper Hunter Valley a seguito dell'estrazione del carbone che aveva modificato il paesaggio circostante, è diventata una condizione globale che sta diventando sempre più condivisa.

E tu? Hai mai provato questa sensazione?

Racconta la tua esperienza nei commenti ⬇️

🔴 Psicopatologia del     Il binomio cambiamento climatico e salute mentale è l'ultima frontiera con cui la psicologia si...
14/02/2024

🔴 Psicopatologia del

Il binomio cambiamento climatico e salute mentale è l'ultima frontiera con cui la psicologia si sta confrontando.

Nuove e nuovi termini stanno emergendo nello scenario contemporaneo. Una di queste è , una sensazione di crescente incertezza e angoscia relativa a situazioni inerenti il cambiamento climatico.
La consapevolezza di quest'ultimo, le preoccupazioni ambientali, l'impegno in azioni individuali e collettive a favore dell'ambiente e l'esposizione alla comunicazione dei media sono fattori psicologici importanti da considerare.

Soprattutto quest'ultima contribuisce notevolmente alla crescente sensazione di angoscia e all'ansia, in particolare nella popolazione giovanile dei Paesi del Nord del mondo, compresa l'Europa 🌎

Vi è capitato di provare l'ecoansia?

Scrivetelo nei commenti ⬇️

24/12/2023

🎄 Il primo Natale de La Psi.

In questi giorni di sospensione dalla routine quotidiana, vi auguro di trovare la vostra dimensione e di potervi sentire semplicemente come vorreste, ognuno con le proprie emozioni!

🎞 La   - una serie tv sulla Sindrome di   per procura🚨 Spoiler alertLa sindrome di Munchausen per procura è un disturbo ...
21/12/2023

🎞 La - una serie tv sulla Sindrome di per procura

🚨 Spoiler alert

La sindrome di Munchausen per procura è un disturbo raro quanto affascinante e distruttivo.

Deve il suo nome al barone di Munchausen, abile narratore di storie mai vissute.

Si tratta di una patologia grave in cui chi ne è affetto provoca un danno – spesso fisico (rottura di un arto, disturbi gastrointestinali da intossicazione, febbricola) – ad una persona cara, al fine di ricevere considerazione per la risoluzione positiva della problematica.

Per Viktor il bisogno è quello di sentirsi in grado di prendersi cura di qualcuno – sua figlia - ma soprattutto di non perdere nuovamente qualcuno perché non è stato in grando di prendersene cura. Ha bisogno di una prova tangibile: la voce di sua figlia che lo ringrazia, gli sguardi degli altri che gli dicono “se non ci fossi stato tu a salvarla, sarebbe morta”.

Quando Viktor si risveglia a Parkum è deciso a fare chiarezza su chi sia Anna Spiegel, quella donna che ha bussato alla sua porta in cerca di cure psichiatriche. Perché ora lo sa che Parkum è solo nella sua mente. Sa anche che qualcuno ha cercato di avvelenare sua figlia, in modo lento e subdolo, e che lui ha tentato di salvarla. Forse anche questo è solo nella sua mente.

Die Therapie – La terapia - è un intreccio di narrazioni parallele, tutte credibili a tal punto che gli stessi protagonisti confondono ciò che reale da ciò che è costruzione mentale.

Un primo elemento è proprio la somiglianza con il reale. In fondo, colui che provoca la malattia nell’altro è spinto da un bisogno e il bisogno è qualcosa di reale, qualcosa che si sente attraverso le emozioni e attraverso le sensazioni corporee.

La miniserie tedesca tiene lo spettatore con il fiato sospeso, ma stupisce l’occhio professionale per la distruttività delicata, ma precisa, con cui vengono toccati tutti gli aspetti necessari in un lavoro di qualità.

La pervasività nel sistema familiare, già provato da disarmonie di coppia e tumulti adolescenziali.

La comprensione dei punti di vista: quello del perpetuatore dell’ , della vittima e delle altre figure coinvolte.

Spunti sulla possibile origine del , un trauma in età evolutiva e parecchi bisogni primari non soddisfatti.

E voi? L'avete vista?

Se l'avete già vista scrivetelo nei commenti, altrimenti la trovate su !

Comunicazione di bad news nella cronaca calcistica ⚽Nuovo appuntamento con Calcio da dietro 💪
21/11/2023

Comunicazione di bad news nella cronaca calcistica ⚽

Nuovo appuntamento con Calcio da dietro 💪

OLTRE VIALLI E MIHAJLOVIC: PER UNA NARRAZIONE DIVERSA DI MORTE E MALATTIE GRAVI

✍️Articolo a cura de La Psi.

La modalità di comunicazione di bad news – le cattive notizie con la C maiuscola, quali morte o gravi mali e malattie – è uno dei fattori che più influenzano la reazione ad esse. Vuol dire che attraverso la modalità comunicativa vengono influenzati i pensieri, le emozioni e i comportamenti conseguenti da parte di chi consuma queste notizie.

In questo articolo proviamo a discutere di come si potrebbe migliorare la loro trasmissione e la conversazione che si sviluppa intorno ad esse.Innanzitutto si può notare come, in ambito calcistico la comunicazione avviene provenga raramente, in prima battuta, dal diretto interessato. Già questo fa riflettere: come cambierebbe la percezione di una bad news che riguarda un professionista del calcio se a condividerla fosse, fin dal principio, il protagonista?

Eppure per le dinamiche del giornalismo da social network di oggi, Una malattia, la perdita di un coniuge o di un figlio, sono fonti imperdibili di click, ancor di più se raccontate con enfasi tragica, al limite del melodramma e del metaforico grottesco. Così Luis Enrique che continua ad allenare dopo la perdita della figlia o, anni prima, Prandelli che poco dopo la morte della moglie è in panchina a fianco della sua Fiorentina, diventano uomini di estremo coraggio e forza d’animo, esempi da cui prendere spunto. Vialli e Mihajlovic che ritornano a lavorare dopo un primo miglioramento delle loro patologie allo stesso modo. Tutti in lotta e/o in guerra come Davide contro Golia.

Cosa accade a questo punto nella relazione comunicativa tra organi di informazione e pubblico? L’immedesimazione con lo stato emotivo dell’altro. Ognuno di noi, come essere umano, si avvicina a quello che è l’esperienza emotiva dell’altro soprattutto nelle difficoltà, si tratta di accudimento, ma anche di cooperazione. La percezione delle vicende dipende anche dalla propria storia di vita, che porta a filtrarle attraverso i traumi e delle debolezze di ciascuno. Chi diffonde queste vicende ha una grande responsabilità verso la società civile in senso lato.

La rappresentazione eroica e invincibile la fa da padrona e quando la malattia purtroppo sovrasta la vita di questi campioni, che sono essere umani dopotutto come chiunque altro, il clickbait trova qualcos’altro: la lotta fino all’ultimo con il sorriso, le interviste fuori dagli ospedali a parenti ed amici. Mai è capitato che si raccontasse di Mihajlovic in accettazione di ciò che accadeva o di Vialli che confidasse di essere in fase terminale.

L’esempio che viene dato per quanto riguarda il coraggio e la forza è lodevole e forse l’unica nota apprezzabile della comunicazione- Quello che manca è la vicinanza alla vita vera. Il dolore fisico delle cure, la fatica emotiva di convivere con l’incertezza e (laddove è presente) quella sana accettazione di come vanno le cose, alle volte non come avremmo voluto. Perché se è vero che avere esempi positivi dà forza a chi guarda da casa, è anche vero che nei momenti peggiori in cui non si vede la luce, sapere che gli altri ce l’hanno fatta e tu no, non sempre è d’aiuto.

Una narrazione più realistica, senza invenzioni zuccherate, favorirebbe la vicinanza emotiva in maniera più sana. I punti chiave della comunicazione di bad news stanno proprio in questo: chiarezza, precisione, tempismo. La notizia va raccontata per quello che è, la malattia va chiamata con il suo nome. Il dolore va passato attraverso. Solo così i campioni del calcio possono essere di esempio per chi li osserva, dentro e fuori dal campo.

Nuovo appuntamento con Calcio e Psicologia: oggi parliamo di violenza di genere. Grazie a Calcio da dietro, come sempre!
25/10/2023

Nuovo appuntamento con Calcio e Psicologia: oggi parliamo di violenza di genere.

Grazie a Calcio da dietro, come sempre!

ALL’INFERNO E RITORNO: LA VICENDA ANTONY COME SPECCHIO DELLA VIOLENZA DI GENERE

✍️Articolo a cura de La Psi.

“Per noi ogni abuso è ignobile. Riconosciamo l’importanza di salvaguardare tutti coloro che sono coinvolti in questa situazione e l’impatto che queste accuse hanno su chi ha subito delle violenze», le parole del Manchester United sulla vicenda che vede protagonista in negativo il brasiliano Antony.

Il tema dell’abuso è senza dubbio complesso. Le parole della società inglese supportano un punto fermo che anche noi accogliamo: ogni abuso è ignobile. I media, a causa di una politica volta ad aumentare gli ascolti più che a fare informazione di qualità, si riferiscono alla violenza contro le donne sempre e comunque parlando di “femminicidio”, una parola dal forte impatto emotivo, talvolta fuorviante. Il fenomeno andrebbe invece trattato come violenza di genere, quando il focus è sullo squilibrio relazionale tra i sessi o come violenza domestica, in cui centrale è il comportamento abusante da parte del partner.

Cerchiamo di mettere qualche punto fermo.

Si parla di abuso quando si ferisce o si fa soffrire una persona mentalmente, emotivamente o fisicamente. Il comportamento abusivo è fatto di una serie di atti che hanno allo scopo di ottenere e/o mantenere il potere o il controllo dell’altro. Esempi di comportamenti abusanti sono le percosse fisiche, gli insulti e le minacce, le tattiche di isolamento sociale, la negazione dell’accesso al reddito. La declinazione di abuso sessuale considera anche la mancanza di consenso di una delle due persone che partecipa all’atto o un consenso ottenuto con l’utilizzo di forza fisica, inganno o minacce.

L’abuso è un atto di potere. La violenza può essere subdola in quando perpetuata da figure gerarchicamente superiori, per età, fisicità e/o status. Le persone violente utilizzano la forza fisica – e ciò avviene spesso da parte di uomini nei confronti di donne e bambini visto il divario delle caratteristiche fisiche – con l’obiettivo di regolarsi emotivamente, ovvero di abbassare l’intensità delle emozioni negative come la rabbia. Parlare di regolazione emotiva permette la comprensione di diversi fenomeni in ambito psicologico, poiché Il bisogno di ritrovare uno stato di equilibrio emozionale è un obiettivo ancestrale che l’uomo, come specie, possiede.

Si legge come la violenza di calciatori brasiliani come Antony o Robinho sia causata dalla loro infanzia passata nelle favelas. Notoriamente, quella di San Paolo dove è cresciuto Antony si chiama Inferninho, “piccolo inferno”, dove ha continuato ad abitare con la madre fino al trasferimento all’Ajax. A prescindere dal degrado, è raro, se non impossibile, determinare una relazione di causa-effetto nei fenomeni sociali. Certo è che la maggior parte delle nostre caratteristiche di adulti si forma durante l’infanzia è l’adolescenza. Le credenze di base su noi stessi, gli altri e il mondo hanno radici profonde. Da piccoli si impara che ad una nostra azione corrisponde una risposta dell’altro e così apprendiamo a osservare e regolare le emozioni. Le favelas non sono di certo il luogo migliore per imparare tutto ciò, o meglio per impararlo in maniera funzionale.

Quando per ottenere un gioco, un po’ di considerazione o addirittura del cibo devi utilizzare la supremazia fisica sull’altro, giorno dopo giorno impari che il sopruso è la migliore strategia da utilizzare, impari che sei anche bravo ad utilizzarla e che, in fondo, senti di essere qualcuno. Nel caso specifico della violenza domestica il controllo avviene da entrambe le parti: chi maltratta controlla attraverso il comportamento violento, chi subisce invece impara come controllare la rabbia del partner, sente in sé la missione salvifica verso l’altro. La vittima imparerà ad accettare con il tempo il dolore, anche quando l’evitamento è possibile ed evidente, diventando totalmente passivo.

Questo non vuol essere un alibi affinché la violenza rientri nelle strategie utilizzabili, anzi è una modalità disfunzionale di relazione con gli altri.

17/10/2023

“Se il sonno non fosse necessario per la sopravvivenza, si tratterebbe del più grande errore che l’evoluzione avrebbe commesso” – Rechtschaffen

Proseguiamo il nostro viaggio nell'universo del .

Il sonno è indispensabile per far riposare il . Il corpo, in fondo, beneficia anche solo di qualche minuto sulla poltrona comoda di casa. Dormire, quindi, è l’unica e sola modalità per far riposare il cervello, ma è utile anche per la sedimentazione dei ricordi e per eliminare quelle informazioni immagazzinate durante la veglia che invece non servono più.

🧠 D’altronde, per quanto ricco di cellule e sinapsi, il cervello è un organo limitato e con una logica di funzionamento economica. Vengono mantenute solamente le connessioni nervose che servono.

Il sonno è un processo universale: tutti dormono, alcuni lo fanno addirittura ad emisferi alternati. I tursiopi (la famiglia dei delfini), ad esempio, poiché bisogna garantire la sopravvivenza della specie, devono dormire e contemporaneamente rimanere allerta in caso di predatori.

In passato il sonno è stato oggetto di grande interesse, anche per il fatto di essere misterioso e inaccessibile. L’inaccessibilità continua ad esistere, nonostante la strumentazione per studiarlo sia all’avanguardia, l’unico modo per sapere cosa accade è chiederlo al soggetto appena svegliato.

La polisonnografia permette di analizzare l’attività neuronale attraverso degli elettrodi posti sullo scalpo, oltre a ciò viene registrata anche l’attività cardiaca e quella muscolare: importanti sono i distretti dei muscoli orbi oculari e del sotto mento.

Un tempo si dava parecchia importanza al sonno (Rapid Eye Movement), poiché sorgente di sogni e utile, quindi, alla loro interpretazione. Oggi quest’ultima è stata declassata, almeno nella prospettiva cognitivista contemporanea. E’ il sonno non rem ad essere fondamentale per tutte quelle funzioni del sonno che abbiamo elencato precedentemente. Il sonno non rem caratterizzato da onde cerebrali molto ampie e molto lente permette il consolidamento delle informazioni apprese in veglia, facilita la creazione di solide connessioni sinaptiche e rafforza quelle esistenti.

Un ciclo di sonno dura all’incirca 90 minuti: la fase di transizione è caratterizzata da onde sempre più lente, ma con ancora onde alfa tipiche della veglia rilassata. In questa fase ci possono essere le cosiddette mioclonie, dei veri e propri spasmi muscolari che noi concettualizziamo spesso come cadute nel vuoto. E’ la macchina del corpo che si sta piano piano spegnendo che produce questi spasmi.

In fase di transizione possono comparire anche allucinazioni uditive e visive, del tutto normali e dette ipnagogiche, mentre quelle del risveglio, in cui può addirittura verificarsi una paralisi si chiamano ipnopompiche.

Gli stadi profondi del sonno sono caratterizzati da una atonia muscolare. Infatti, anche se i sogni ci sembrano così vividi non li mettiamo in pratica perché in quel momento il tono muscolare è nullo. Nel , invece, l’atonia non c’è ed è per questo che è molto pericoloso per l’individuo.

💊 Alcuni farmaci, come gli , possono aumentare il tempo in cui si entra in fase REM, ma ridurne la sua durata, motivo per cui i pazienti possono riferire di non ricordare sogni.

Oggi è lunedì, inizia una nuova settimana e tanti di noi sono seduti alle scrivanie assonnati e con la sensazione di non...
16/10/2023

Oggi è lunedì, inizia una nuova settimana e tanti di noi sono seduti alle scrivanie assonnati e con la sensazione di non essersi riposati abbastanza.

Quindi parliamo di : il grande protagonista della nostra vita.

Sono molte e, troppe volte, fuorvianti le informazioni che si trovano sul sonno. Così tante che proviamo a seguirle tutte con il risultato di un’ansia sempre crescente che, infine, non ci fa .

L’obiettivo è quello di fornire degli spunti pratici per migliorare il rapporto con il momento dell’addormentamento e con eventuali segnali di .

📌 Vai a letto solo quando senti di avere realmente sonno. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo il tempo a letto senza dormire, quindi meglio alzarsi se dopo un tempo ragionevole (mezz’ora circa) non ci si è addormentati.

📌 Crea una tua pre-addormentamento. L’obiettivo è quello di ridurre lo stato di attivazione fisiologica che è nemica del sonno: impegnati in attività che segnalano al corpo la fine della giornata, come fissare la sveglia, lavare i denti, indossare il pigiama ecc. ecc.

📌 Attività fisica sì, ma non prima di addormentarsi. L’esercizio fisico è senza dubbio un buon conciliatore per il sonno, ma solo se svolto nel tardo pomeriggio e non nelle 2-3 ore prima di andare a dormire.

📌 Le attività coinvolgenti andrebbero evitate da 1 ora prima di dormire. Discussioni di lavoro, videogiochi e tutte le attività che aumentano l’attivazione fisica e mentale andrebbero svolte lontane dal momento dell’addormentamento.

📌 Decidi e segui degli orari di addormentamento e risveglio regolari, anche durante i fine settimana. Ognuno ha i propri orari e il proprio bisogno di sonno in termini di tempo. Scegli quelli che soddisfano meglio le tue esigenze.

📌 Evita i durante il giorno. L’obiettivo è quello di ottimizzare il sonno durante la notte, il sonnellino pomeridiano, ad esempio, potrebbe interferire con questo. Concediti al massimo un brevissimo (meno di un ciclo completo di sonno che dura un’ora e mezza) pomeridiano.

📌 Scegli con attenzione cosa bere nelle 6 ore prima di andare a dormire. Alcool, fumo e sostanze eccitanti, come the e caffè modificano l’architettura del sonno, causando agitazione e risvegli frequenti. La mattina ti sentirai meno riposato.

📌 Anche bere molta acqua potrebbe rivelarsi controproducente, poiché, probabilmente, dovrai svegliarti per andare in bagno.

Molte di queste considerazioni fanno già parte del nostro bagaglio di conoscenze sul sonno, anche se non riusciamo a metterle in pratica. Un’abitudine va allenata, come i muscoli.

💪 Non scoraggiarti se in una settimana sei riuscito a seguire anche solo un consiglio, ci vuole tempo e un pizzico di comprensione per noi stessi.

Ci tengo a concludere così: non esiste un tempo di sonno uguale per ciascuno di noi, le 8 ore canoniche che sentiamo raccomandare sono una stima media della popolazione.

Pensare che si debba dormire almeno 8 ore a notte per sentirsi riposati il mattino seguente potrebbe avere l’effetto totalmente opposto.

👀 Osserva le tue del sonno e quanto ti senti energico il giorno dopo, solo così potrai comprendere quanto il tuo corpo e, soprattutto il tuo , necessita di dormire!

Indirizzo

Rome

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