08/11/2025
È una sensazione davvero strana e divina, quella di essere estremamente commosso e felice allo stesso tempo, per aver potuto avere l’onore di partecipare con un mio intervento al convegno “L’ultima Medusa” organizzato dalla MaGi Edizioni e dal Centro Studi Psicologia e Letteratura fondato da Aldo Carotenuto, per commemorare i venti anni dalla scomparsa del nostro grande Maestro. Commosso, per la gran quantità di contenuti e aneddoti davvero sinceri e profondi, emersi dagli interventi e dai racconti dei relatori; felice, per aver potuto contribuire alla formazione di quest’evento bellissimo, e per aver avuto l’occasione di vedere di persona alcune personalità tra le maggiori nel panorama attuale della psicologia del profondo.
Ricordo qui che, prima di Carotenuto, la psicanalisi e la psicologia analitica nel nostro paese non avevano nessun rilievo a livello internazionale. Fu lui a scoprire il carteggio - e la fondamentale importanza di questa relazione per la psicologia del profondo - tra Freud, Jung e Sabina Spielrein. È a Carotenuto che dobbiamo non solo il fatto di essere stati suoi allievi, ma di aver sdoganato tutto il moralismo, il dogmatismo e l’ortodossia che la psicologia e la psichiatria si portavano ancora in seno. La sua personalità eccentrica, diverso da tutti e anticonformista, ci ha permesso di riscoprire l’eresia e il tradimento come componente necessaria dell’essere umano per poter amare veramente e per poter diventare davvero sé stessi. Sono e sarò sempre infinitamente grato di aver avuto questo incontro destinico con quella che, almeno per me, fu la prima vera immagine del mio Daimon.