
25/07/2025
🚩GUERRA ALLE COSCIENZE :
cognitive warfare
C’è una piaga silente, una senza fucili né feriti visibili, ma che colpisce le menti.
Oggi in terapia un giovane paziente mi raccontava di sentirsi intrappolato nello smartphone. Abbiamo descritto questo strumento infernale come una flebo di veleno che stilla il liquido mortifero. Sa che lo sta svuotando, che lo rende apatico, lo priva della motivazione e persino della capacità di provare entusiasmo. Non riesce a smettere. “È come una "COMODA PRIGIONE” mi ha detto. Mentre parlava, non potevo fare a meno di pensare a quanto questa sensazione sia diventata comune.
Scene di guerre, violenza, sangue scorrono ogni giorno davanti ai nostri occhi insieme a luoghi da favola e drink al tramonto e con il tempo ci scivolano addosso e mentre il pollice scorre velocemente sullo fagocitiamo suoni, immagini e come in una bulimia collettiva, sazi e gonfi non ci emoziona più nulla. È una desensibilizzazione lenta che ci toglie tutto ciò che è profondamente : la capacità di provare empatia, di sentirci ispirati, di inventare, di reagire alle atrocità, ecc.
Nel 2023 il Ministero della Difesa ha pubblicato un documento sulla cognitive warfare, descrivendo questa come la nuova frontiera dei conflitti, cito le parole che introducono l'argomento :
" La Difesa è da tempo consapevole della necessità di dover
affrontare in modo sistemico e lungimirante le sfide poste da tecnologie
ed ambienti emergenti, come quelle derivanti
dalla dimensione cognitiva.
Una dimensione parte integrante del “campo di battaglia”
nel quale operiamo quotidianamente, basata su armi contemporanee
capaci di condizionare l’opinione comune, e, in ultima analisi,
manipolare le decisioni,
influenzando, interferendo e
alterando le dinamiche cognitive ad ogni livello
....."
Una guerra che non vuole colpire corpi, ma percezioni. Che non distrugge città, ma erode coscienze. Una guerra invisibile che ci divide, ci manipola, ci addormenta.
Mi sono chiesta come possiamo evitare di diventare dei robot biologici; credo che il punto di inizio sia la consapevolezza ma la da sola non basta. Occorrono iniziative concrete individuali e collettive: tagliare l'appendice tecnologica confinata nelle nostre tasche e riappropriarsi della dimensione sociale; quella fatta delle "storie raccontate davanti al camino al suono della legna che scoppietta insieme a risate fragorose", di volti imperfetti e luoghi comuni. Sporcatevi le mani di vita vera!