06/09/2025
Confermato il legame tra uso delle Benzodiazepine e rischio di demenza.
Le benzodiazepine (psicofarmaci) sono una classe di farmaci che agiscono sul sistema nervoso centrale (cervello e midollo spinale) modificando alcuni processi chimici fisiologici. Ma i ricercatori ci mettono in guardia: LE BENZODIAZEPINE DOVREBBERO ESSERE UTILIZZATE CON GRANDE CAUTELA ALMENO NEGLI ANZIANI. Le benzodiazepine possono infatti provocare disfunzioni cognitive che possono condurre a forme di DEMENZA DA FARMACI. (Weston et al, 2010).
Se ho l’ansia e la tratto farmacologicamente considero tale ansia la conseguenza di un funzionamento erroneo del cervello.
Ma l’ansia è davvero l’espressione di qualcosa che non funziona nel cervello? L’ansia è primariamente una patologia neurologica?
Io l’ansia la sento, nel mio corpo, nel mio fare esperienza nel mondo, nell’attesa di un esame, al pensiero di dover parlare in pubblico, nel prendere l’ascensore.
Possiamo davvero ridurre tale esperienza ad una mera alterazione neurotrasmettitoriale?
E qui torno all’efficacia. GUARIRE È INGANNARE IL CERVELLO, RIDURRE UN'ATTIVAZIONE FISIOLOGICA, INIBIRE IL SINTOMO O AFFRONTARE LA CAUSA ALLA BASE DEL SINTOMO?
Ed è proprio sulla base della risposta a questo quesito che ci rivolgeremo alla benzodiazepina o allo psicologo.
Il farmaco non comporta impegno ne richiede un cambiamento. E nonostante gli studi ci sottolineino gli effetti deleteri e il trattamento esclusivamente momentaneo del sintomo (e non della causa) essi permangono di primaria scelta. Perché dallo psicologo… “ci vanno i matti!”
Di fronte a tali evidenze è arrivato forse il momento di chiedersi se è possibile agire diversamente. Se è possibile rivolgersi ad un professionista che ci tratti come persona (soggetto) e non che tratti l’ansia (oggetto) come risultato di un inghippo neurale.
L’evoluzione culturale parte da noi.
Neuroscienze