
19/09/2025
Nessuno ci dice che per diventare morbidi e felici bisogna attraversare il dolore, scendere in profondità per emergere trasformando il dolore e la sofferenza in pienezza e consapevolezza. Non dobbiamo avere paura di provare le emozioni difficili perchè fanno parte del nostro percorso, della lezione da imparare per evolverci, crescere e tornare a noi stessi.
POSITIVO E NEGATIVO
"La letteratura self-help invita spesso a non esprimere le emozioni negative e a non lasciar emergere i pensieri negativi: "Pensa positivo, crea la tua realtá eliminando il negativo" é l'insegnamento standard attraverso cui, insieme al negativo, perdiamo contatto anche con il positivo. Rinunciando alle emozioni negative eliminiamo anche le altre, perché la differenziazione é del tutto arbitraria.
La rabbia, in certi casi, puó essere molto piú positiva della gioia, e il disgusto piú della speranza. Non esiste davvero un'emozione negativa: esistono soltanto emozioni. Costretti alla felicitá, siamo vincolati alla produzione: felice, dal verbo greco 𝘱𝘩𝘺𝘰, significa infatti "fecondo", "produttivo".
Ma la nostra é una felicitá intensiva, d"allevamento, i cui frutti troppo grandi e numerosi piegano l'albero che siamo sotto il peso della paura di vivere. In questa massificazione della felicitá, in quest'obbligo all'abbondanza soltanto la tristezza puó salvarci: l'inquinamento luminoso della nostra fame chimica di conoscenza ci impedisce di guardare dritti alle nostre stelle polari. La parola "tristezza" (dal sanscrito 𝘵𝘳𝘴𝘵𝘢, "oscuro", "torbido") racconta quel ritorno all'oscuritá che é il solo a permettere una chiara visione del cielo"...
Andrea Colamedici, Maura Gancitano
Lezioni di meraviglia. Viaggi tra filosofia e immaginazione, Tlon
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