Studio Oculistico Dr Giulio Bamonte

Studio Oculistico Dr Giulio Bamonte Pagina Facebook dello studio oculistico del Dottor Giulio Bamonte, Oculista.

🔬 Sicurezza in chirurgia vitreoretinica: oltre la tecnicaCome chirurgo vitreoretinico, so bene che non basta eseguire un...
27/09/2025

🔬 Sicurezza in chirurgia vitreoretinica: oltre la tecnica

Come chirurgo vitreoretinico, so bene che non basta eseguire una tecnica perfetta. La nostra responsabilità non si ferma alla precisione chirurgica: dobbiamo anche considerare le possibili tossicità degli strumenti e dei mezzi che utilizziamo.

Negli ultimi 30 anni la chirurgia vitreoretinica ha fatto passi da gigante. Ma la comunità scientifica ci ricorda che ogni strumento – gas, olio di silicone, perfluorocarbonati – può avere effetti collaterali se non usato con attenzione.

👁 Gas: utile e sicuro, ma può dare complicanze se la concentrazione è sbagliata o la pressione oculare sale troppo. Per questo, nei distacchi semplici, oggi preferiamo sempre più spesso l’aria: dura meno, è meno inquinante, e riduce i rischi di complicanze pressorie.

👁 Perfluorocarbonati: straordinari nei casi complessi, ma nei distacchi semplici preferisco evitarli. Se anche una minima quantità resta nell’occhio, può dare fastidio o, raramente, essere tossica.

👁 Olio di silicone: rivoluzionario nei casi complessi con PVR o traumi, ma sappiamo che può dare complicanze gravi – emulsificazione, aumento della pressione, e in rari casi anche tossicità retinica con perdita visiva permanente. Per questo nei distacchi macula-on o nei pazienti giovani evito l’olio, se possibile, e uso soluzioni meno invasive.

Il nostro obiettivo rimane sempre lo stesso: salvaguardare la vista del paziente con la massima sicurezza possibile, riducendo i rischi senza rinunciare all’efficacia della chirurgia.



Cataract Surgery Session 👁️Oggi qualche scatto dalla sala operatoria.Lo ammetto: pensavo di essere più fotogenico… invec...
25/09/2025

Cataract Surgery Session 👁️

Oggi qualche scatto dalla sala operatoria.
Lo ammetto: pensavo di essere più fotogenico… invece le sopracciglia contratte raccontano la verità. Non è tensione, è concentrazione.

Un collega mi raccontava di un chirurgo in Brasile che fa 140 cataratte al giorno. 140?! Con 4 tavoli operatori che girano intorno a lui. Due minuti a occhio.
Sarà anche possibile… ma come mantieni la concentrazione per 6-8 ore di fila?

Un intervento di cataratta non è lungo né complicato. Ma per farlo perfetto serve attenzione assoluta.
Io in 3-4 minuti termino l’intervento, ma le sopracciglia non mentono: sto dando tutto, ogni singolo caso merita la massima cura…e ne ho fatti solo 8.


📸 Distacco del vitreo dalla macula ma non dal nervo ottico: cosa significa?Nel caso che vedete qui, il vitreo si è stacc...
24/09/2025

📸 Distacco del vitreo dalla macula ma non dal nervo ottico: cosa significa?

Nel caso che vedete qui, il vitreo si è staccato dalla macula, ma non ancora dal nervo ottico. 🧐

Per il paziente i sintomi possono essere simili a quelli di un distacco posteriore del vitreo completo:
• comparsa improvvisa di corpi mobili vitreali (“floaters”);
• a volte anche lampi di luce (“flash”), ma in questi casi sono meno frequenti.

👁️ Il punto cruciale
Quando il vitreo si stacca solo dalla macula, all’esame con la lampada a fessura il distacco posteriore del vitreo può non essere visibile. In questi casi un OCT come questo è fondamentale per chiarire la diagnosi.

🗣️ Cosa dire al paziente
Il paziente va rassicurato:
• il fenomeno è comune,
• ma con il tempo il vitreo si staccherà anche dal nervo ottico, e allora i sintomi (floaters e lampi) potrebbero aumentare.

Niente panico, ma controlli regolari e informazione corretta sono fondamentali.

📞 Per info e visite
📍 Roma: Viale di Villa Massimo 37 – Tel. 0664220334
🌐 www.giuliobamonte.it | www.giuliobamonte.com | www.giuliobamonte-floaters.com

✨ Foro maculare: meno discomfort, stesso risultato! ✨Questa signora si è presentata con un foro maculare e la necessità ...
22/09/2025

✨ Foro maculare: meno discomfort, stesso risultato! ✨

Questa signora si è presentata con un foro maculare e la necessità di volare quattro settimane dopo l’intervento. Di solito utilizziamo un gas che dura più a lungo, ma in questo caso avrebbe rischiato di non potersi imbarcare in sicurezza.

Negli ultimi anni sto usando l’aria per i fori maculari, e i risultati sono eccezionali:
• Il foro si chiude nei primi tre giorni 🕒
• Il paziente deve semplicemente guardare verso il basso (io consiglio una serie Netflix 😉) e dormire con la schiena sollevata di 45°
• Niente più posizionamenti scomodi a faccia in giù per settimane!

Il caso di oggi:
• Operata il 2 settembre
• Dopo meno di 3 settimane, il foro è già chiuso ✅
• L’OCT mostra un piccolo sollevamento dei fotorecettori, come un ponte levatoio che si è chiuso ma deve ancora appiattirsi del tutto.
• La vista è già migliorata a 6/10 e continuerà a migliorare nei prossimi mesi, mano a mano che la retina recupera la sua forma naturale.

Quindi: tamponamento con aria, tre giorni di posizionamento e risultati eccellenti, con miglioramenti che continuano anche a distanza di tempo.

Cosa mi ha insegnato Roma questo weekendSettembre è sempre un mese intenso a Roma. In pochi giorni ho eseguito diverse v...
20/09/2025

Cosa mi ha insegnato Roma questo weekend

Settembre è sempre un mese intenso a Roma. In pochi giorni ho eseguito diverse vitrectomie, soprattutto per la rimozione di corpi mobili vitreali, e due casi mi hanno colpito particolarmente.



1️⃣ Il ragazzo dagli Stati Uniti

Era arrivato dopo tre vitrectomie parziali senza successo. La visita pre-operatoria era complessa, ma l’OCT parlava chiaro:
🔹 il vitreo non era mai stato completamente rimosso, né dalla macula né dal nervo ottico.
🔹 ecco perché la vitrectomia parziale non dovrebbe essere considerata una soluzione definitiva per i floaters: lascia spesso i pazienti delusi e con sintomi persistenti.

Una vitrectomia completa ha risolto il problema di questo ragazzo.



2️⃣ Il paziente “estremamente sensibile”

Dopo due vitrectomie (una in un altro centro e una da noi), continuava a lamentare un “filamento” molto fastidioso che disturbava la sua vista in ogni momento della giornata.

Grazie a un OCT molto accurato eseguito dalle mie ortottiste presso lo Studio MVM (Microchirurgia Villa Massimo), abbiamo individuato un sottilissimo residuo a livello maculare.

Abbiamo concordato con il paziente una terza vitrectomia con peeling maculare.
È ancora presto per cantare vittoria, ma le prime impressioni sono incoraggianti.



Cosa ho imparato

Questi casi mi hanno ricordato che:
• la dedizione e la costanza contano più del talento o dello sforzo estremo;
• bisogna lavorare con calma, ascoltare ogni paziente, non minimizzare nulla e dare tempo a ciascuno;
• certo, contano anche migliaia di interventi chirurgici eseguiti nel tempo, che permettono di affrontare ogni caso con esperienza e sicurezza.

Non a caso forse, negli ultimi giorni ho ricevuto tante recensioni positive, email e messaggi di gratitudine da pazienti che hanno ritrovato la serenità dopo interventi ben pianificati e accurati. Ed è questa la parte più bella del mio lavoro.



Incontri speciali

A Roma ho anche ritrovato due cari colleghi con cui avevo condiviso gli anni di specializzazione (ahimè… più di 20 anni fa!):
• Dott. Arezzo, esperto di strabismo e orbita;
• Prof.ssa Ziccardi, specialista nelle distrofie retiniche.

Due grandi professionisti che consiglio con stima e amicizia.



Conclusione

Roma mi ha insegnato che bisogna lavorare con umiltà, ascoltare e fare bene ciò in cui si crede, senza inseguire guadagni o scorciatoie. La consistenza e la dedizione vincono sempre.

E ora pronti a tornare a casa in Olanda, l’Aia, HagaZiekenhuis, alle partite di calcio dei miei bambini, ai miei allenamenti di surf (dove faccio schifo, ma dove un giorno..farò un po’ meno schifo..😉), ai concerti degli artisti smielati con mia moglie. Ci rivediamo il 9-10-11 ottobre!

📍 Studio MVM – Microchirurgia Villa Massimo, Roma
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Retinopatia diabetica: un  caso difficile, una lezione di chirurgia, umanità e vitaQualche mese fa ho incontrato un raga...
17/09/2025

Retinopatia diabetica: un caso difficile, una lezione di chirurgia, umanità e vita

Qualche mese fa ho incontrato un ragazzo di 38 anni con un diabete molto severo.
Si era presentato alla mia attenzione con una retinopatia diabetica proliferante e un distacco trazionale di retina all’occhio destro, una situazione già allora molto grave.

Era un paziente che da mesi aveva lavorato tanto sulla propria salute, ma forse aveva trascurato un po’ gli occhi, e quando si è presentato la situazione era già critica. Il primo intervento era stato lungo e complesso: membrane molto aderenti, un piccolo distacco retinico regmatogeno durante la chirurgia, olio di silicone per tamponare e preservare il più possibile l’anatomia. Alla seconda operazione avevamo rimosso l’olio e messo il gas, la retina era rimasta attaccata, ma la funzione visiva era purtroppo limitata: la macula presentava molta atrofia e scarring, conseguenza del ritardo con cui la malattia era stata affrontata.

Purtroppo, durante l’estate, la vista nell’occhio destro era di nuovo peggiorata. Il paziente aveva aspettato, convinto che fosse normale, e si è presentato a settembre con un nuovo distacco di retina, un emovitreo totale e pressione intraoculare molto bassa. La mia preoccupazione era che ci fosse un distacco del corpo ciliare e una massiva PVR (proliferative vitreoretinopathy).

La situazione non era semplice, e capisco bene lo scoraggiamento del paziente: dopo due interventi si ritrovava ancora in questa condizione. Sono casi in cui la medicina non offre certezze: possiamo fare il massimo, ma non esiste una terapia farmacologica che fermi la PVR, e quando la retina si distacca di nuovo, il tempo è cruciale. Più si aspetta, più la PVR peggiora, meno possibilità ci sono di salvare l’occhio.

Abbiamo deciso insieme per un terzo intervento, in anestesia generale, non solo per cercare di recuperare un po’ di vista, ma anche per preservare l’anatomia dell’occhio, perché con pressione bassa e distacco del corpo ciliare il rischio era l’atrofia bulbare (ftisi) e quindi dolore e perdita dell’occhio stesso.

Una volta entrato in sala operatoria, mi sono trovato davanti a una retina completamente staccata, deformata, con cicatrici ovunque e sangue. Ho rimosso tutti i coaguli, dissezionato le membrane della PVR, completato una retinectomia inferiore quasi a 360°, ho eseguito un laser accurato e tamponato con olio di silicone.

Alla fine dell’intervento, il mio fellow mi ha fatto i complimenti per come era andata, dicendomi: “Io non avrei saputo neanche da dove cominciare”. E questo mi ha fatto pensare.

Mi sono ricordato di quando, quasi vent’anni fa, ero io il fellow e guardavo il mio maestro, Marco Mura, affrontare casi come questo. Lo osservavo con ammirazione e mi sembrava incredibile che qualcuno potesse risolvere situazioni così complesse. Oggi, in qualche modo, ero io nella posizione in cui lui era allora.

Eppure non mi sento affatto “orgoglioso” di fare interventi così complessi. Sì, sono grato di avere le capacità per affrontarli, ma vorrei sinceramente che non ci fossero pazienti costretti a soffrire così tanto. Vorrei avere una medicina che potesse fermare la PVR, vorrei che i pazienti arrivassero prima, vorrei essere cento volte migliore per risolvere tutto con uno schiocco di dita. Ma la realtà è diversa: possiamo solo fare del nostro meglio, con etica, trasparenza e dedizione assoluta.

Lo stesso giorno ho parlato con una giovane ragazza che inizierà medicina quest’anno, alla Cattolica, nel corso internazionale. Mi sono rivisto trent’anni fa, nel 1996, al mio primo giorno di medicina, senza sapere nulla di ciò che mi avrebbe aspettato: interventi complessi, pazienti che ti segnano dentro, vittorie e sconfitte, notti insonni a chiederti se avresti potuto fare di più.

Le auguro di vivere questo viaggio incredibile con passione, perché la medicina ti porta dove non puoi immaginare: a volte ti delude, a volte ti esalta, ma sempre ti ricorda che il nostro compito è prenderci cura degli altri, con competenza ma anche con umanità.

E forse questa è la lezione più grande: non possiamo controllare tutto, ma possiamo controllare la dedizione, la correttezza, l’impegno e la voglia di combattere per ogni paziente.

📍 Dr. Giulio Bamonte
👁 Chirurgia Vitreoretinica –
Microchirurgia Villa Massimo, Roma
HagaZiekenhuis, L’Aia
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📞 Tel. Roma: 06 64220334

🦢 Un "cigno nero" in chirurgia vitreoretinicaQuello che vedete in queste immagini è un distacco di retina totale causato...
09/09/2025

🦢 Un "cigno nero" in chirurgia vitreoretinica

Quello che vedete in queste immagini è un distacco di retina totale causato da una rottura gigante all’ora serrata (11-12 ore), comparsa dopo una precedente vitrectomia.

La paziente era stata inviata al primo chirurgo per un emovitreo. Durante l’intervento, il collega aveva notato del to***co dust e sospettato una rottura, ma non ne aveva trovata alcuna. Con sorpresa aveva visto che il vitreo era venuto via molto rapidamente, senza bisogno di un vero shaving, quasi come se la base vitreale fosse estremamente sottile.

Non avendo trovato rotture, non aveva eseguito un laser a 360°. Purtroppo, una settimana dopo la paziente si è ripresentata con un calo visivo improvviso: la retina era totalmente staccata, con i lembi accartocciati, facendo pensare a una rottura estesa quasi a 360°.

Durante il secondo intervento abbiamo trovato una rottura gigante dell’ora, evenienza tipica dei traumi, ma qui comparsa dopo distacco del vitreo e dopo vitrectomia, circostanza estremamente rara. Non era una complicanza chirurgica del primo intervento, ma un vero e proprio cigno nero: un evento che non avevamo mai visto né previsto.

La chirurgia è stata sorprendentemente agevole:

iniezione di perfluoron con ridistensione immediata della retina

laser 360°

air-fluid exchange

tamponamento con olio di silicone per ridurre il rischio di PVR

La retina è ora perfettamente attaccata, la paziente sta bene, e tra un paio di mesi rimuoveremo l’olio.

🔹 Questo caso ci ricorda che ogni occhio è unico, che la chirurgia vitreoretinica può riservare sorprese inaspettate e che competenze ed esperienza permettono di gestire anche le situazioni più imprevedibili.

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05/09/2025

🎥 Vitrectomia per Floaters: totale o parziale? Ecco due casi reali

Negli ultimi mesi ho visitato due pazienti arrivati dall’estero, uno dall’Egitto e uno dagli Stati Uniti, entrambi sotto i 40 anni (uno addirittura 25 anni), che avevano già subito una vitrectomia per floaters nei loro Paesi.

Il problema? In entrambi i casi era stata eseguita una vitrectomia parziale, senza rimuovere completamente il corpo vitreo:
• Nel primo paziente il vitreo era stato staccato solo in parte, lasciando ancora molto materiale vitreo attaccato oltre l’equatore.
• Nel secondo caso il vitreo era stato staccato parzialmente e in seguito si era distaccato spontaneamente, portando a nuovi sintomi e persino al rischio di distacco di retina.

📊 Cosa ci insegna la letteratura
Molti pazienti mi chiedono se sia meglio una vitrectomia parziale o totale. La risposta, supportata anche dall’ultimo studio di Sebag (pubblicato a maggio 2024), è chiara:
• La vitrectomia parziale non solo è inefficace (perché lascia vitreo residuo, e quindi sintomi),
• ma può essere anche pericolosa, con un rischio di distacco di retina del 2,4%.

💡 Conclusione
Se la vitrectomia viene eseguita, deve essere:
1. Indicata correttamente → pazienti con sintomi cronici (>6-12 mesi), invalidanti e refrattari ad altre terapie (occhiali, YAG laser, ecc.).
2. Completa → il vitreo va rimosso totalmente, oltre l’equatore, per ridurre il rischio di recidive e complicanze.

👁️ In altre parole, una chirurgia già delicata di per sé deve essere fatta bene. Farla “a metà” espone il paziente a rischi inutili e non garantisce la risoluzione del problema.

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✈️ Monovisione: il multitasking dei nostri occhiEccomi in aereo, alle prese con un esperimento che in realtà è una soluz...
24/08/2025

✈️ Monovisione: il multitasking dei nostri occhi

Eccomi in aereo, alle prese con un esperimento che in realtà è una soluzione molto diffusa in oculistica: la monovisione.

👉 Cos’è?
Si corregge un occhio per la distanza e l’altro per il vicino. Il cervello “impara” a combinare le due immagini e ti dà una visione funzionale a più distanze senza dover mettere/togliere continuamente gli occhiali.

💡 Esistono diversi tipi di monovisione
1. Naturale
Alcune persone hanno spontaneamente un occhio un po’ più miope dell’altro e riescono a leggere senza occhiali.
2. Con lenti a contatto (il mio caso)
Ho 47 anni e dovrei portare -4,00 su entrambi gli occhi per vedere bene da lontano.
Sull’occhio non dominante metto una lente -3,50 invece di -4,00: riducendo 0,50 di “meno” è come aggiungere +0,50 da lettura su quell’occhio.
– Risultato: lontano con il destro (-4,00), cellulare/lettura con il sinistro (-3,50).
– In futuro arriverò fino a -2,50 sull’occhio non dominante per dare ancora più “spinta” al vicino.
(Con l’età la presbiopia aumenta: servirà più addizione da vicino, che posso simulare riducendo ulteriormente la miopia corretta su quell’occhio.)
3. Dopo la chirurgia della cataratta
Si può scegliere di lasciare intenzionalmente un occhio un po’ miope, evitando l’obbligo degli occhiali o delle lenti intraoculari multifocali. Due esempi pratici:

• Lontano + vicino leggero: occhio dominante 0,00 (lontano) e non dominante -1,50 D (vicino soft).
• Vicino + intermedio: -2,50 D su un occhio (lettura a ~40 cm) e -1,25 D sull’altro (intermedio ~80 cm).
Nella vita quotidiana spesso non servono occhiali; per dettagli molto fini o guida si può usare una correzione di supporto.



⚖️ Pro e contro
• Vantaggio: grande libertà dagli occhiali in molte situazioni.
• Svantaggio: non tutti si adattano; cervello e occhi devono “accordarsi”. Si può provare prima (con lenti a contatto/prove in studio) e, se non piace, un semplice occhiale rifinisce tutto.



📸 Nelle foto si vede bene la differenza
• Quando funziona: leggo il cellulare senza occhiali 😎
• Quando non funziona: si è appannata la lente -3,50 e avevo solo una -4,00 di ricambio → ho perso la monovisione: vedevo meglio da lontano, ma da vicino ho dovuto usare gli occhiali.

Morale: la monovisione non è magia, è un compromesso intelligente, antico ma modernissimo per gestire la presbiopia, anche dopo cataratta, senza ricorrere per forza alle multifocali.



📞 Info & visite
Dr. Giulio Bamonte – Oculista, Chirurgia Vitreoretinica
📍 Roma, Viale di Villa Massimo 37
☎️ 06 64220334
🌐 www.giuliobamonte.it
💻 Consulti online: www.giuliobamonte.com

14/08/2025

Il periodo post-operatorio: quando la pazienza è la miglior medicina 🕰️👁️

Anche quando ci si è informati bene prima dell’intervento e si sa che il recupero può richiedere giorni, settimane o mesi… dopo l’operazione, la pazienza sparisce in fretta.
Se nei primi giorni la vista peggiora, c’è un po’ di dolore, prurito per i punti, una bolla d’aria o qualche traccia di sangue, è facile andare nel panico e chiedersi: “È andata male?”

La verità è che questo è normale.
Il corpo ha bisogno di tempo per guarire e l’occhio non fa eccezione.

👉 Cosa fare in questi momenti:
• Restare in contatto con il chirurgo e segnalare eventuali sintomi.
• Ricordare che i risultati si valutano sul medio-lungo periodo.
• Fare un “atto di fiducia” nella competenza di chi vi ha operato.

Roma non è stata costruita in un giorno… e nemmeno il recupero dopo un intervento agli occhi.
Serve tempo. E la pazienza è spesso la miglior medicina. 💙

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12/08/2025

Vitrectomia per floaters

Quando mi trovo a valutare con un paziente, particolarmente se giovane, se valga la pena consigliare una vitrectomia, mi rendo conto di essere sempre in prima base.

Eppure dopo tanti anni dovrei sapere bene cosa dire. E invece no. Per questo cerco di ascoltare cosa mi viene detto. Per trovare un appiglio, qualcosa a cui aggrapparmi per dire no, o si.

Quando poi vedo le lacrime scendere ogni volta mi sorprendo. Come è possibile che un problema così apparentemente triviale possa scatenare queste reazioni?

Avere i floaters, per alcuni, è come stare dentro a una gabbia da cui non c’è uscita. Ti giri a destra e li vedi, a sinistra pure, se c’è il sole non ne parliamo. Insomma sono la che ti aspettano in ogni momento. Mi viene raccontato.

E quando tutto il giorno lotti con un tale nemico, è difficile trovare la forza. Per lavorare, per studiare, per accudire i figli, dare retta ai i mariti, corteggiare le fidanzate. Per dare agli altri il proprio affetto. Per essere chi si vuole essere. Qualcuno dice.

Ogni volta mi sorprendo. E ogni volta dico con ritrovato ottimismo: vedi questi sono i rischi, ed è bene che tu li conosca. Ma devi anche sapere che la vitrectomia i floaters li elimina. Senza troppe discussioni.
La decisione è tua. È come fare un piccolo tuffo. Ma se decidi di saltare io salto con te.

Poi certo possiamo decidere se fare un intervento in locale o generale, se 25 o 27g, se mettere l’aria o i punti. Un occhio solo o tutti e due. E un po’ di altre cose.

Ma sappi che quando siamo lì, io metto la musica in sala operatoria, dico fesserie per far ridere tutti (è il mio modo di controllare lo stress) e non ci penso più. Faccio quello che devo fare. E lo faccio al meglio. Che vuoi fare?

La verità è che siamo piccoli puntini in mezzo all’universo, tappi di sughero in mezzo all’oceano. Avere paura è normale. Ma è con la paura che vogliamo vivere la vita?
Io non credo.

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🎯 Vitrectomia e rischio di glaucoma: facciamo chiarezza 👁️‍🗨️“Dottore, ma dopo una vitrectomia rischio di sviluppare il ...
07/08/2025

🎯 Vitrectomia e rischio di glaucoma: facciamo chiarezza 👁️‍🗨️

“Dottore, ma dopo una vitrectomia rischio di sviluppare il glaucoma?”
È una domanda che mi viene fatta spesso.

La risposta breve è: dipende.
La risposta vera è: sì, la vitrectomia può influenzare la pressione oculare, ma con alcune importanti distinzioni da fare.

✅ Nel breve termine, è normale osservare un rialzo della pressione oculare dopo l’intervento.
Il motivo? L’equilibrio interno dell’occhio viene temporaneamente alterato: liquidi, gas, manipolazioni.
Ma nella maggior parte dei casi, tutto si stabilizza nel giro di qualche settimana o al massimo pochi mesi.

🔍 Nel lungo termine, la situazione è più interessante (e delicata).
Alcuni studi – come questo: 🎯 Vitrectomia e rischio di glaucoma: facciamo chiarezza 👁️‍🗨️

“Dottore, ma dopo una vitrectomia rischio di sviluppare il glaucoma?”
È una domanda che mi viene fatta spesso.

La risposta breve è: dipende.
La risposta vera è: sì, la vitrectomia può influenzare la pressione oculare, ma con alcune importanti distinzioni da fare.

✅ Nel breve termine, è normale osservare un rialzo della pressione oculare dopo l’intervento.
Il motivo? L’equilibrio interno dell’occhio viene temporaneamente alterato: liquidi, gas, manipolazioni.
Ma nella maggior parte dei casi, tutto si stabilizza nel giro di qualche settimana o al massimo pochi mesi.

🔍 Nel lungo termine, la situazione è più interessante (e delicata).
Alcuni studi – come questo:–https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/40770211/ -mostrano che una percentuale significativa di pazienti sviluppa un aumento della pressione oculare anche a distanza di tempo.
Ma guardando bene i dati, si scopre che:
• I pazienti più a rischio sono quelli che hanno subito interventi complessi, come per distacco di retina, e quelli che già avevano una pressione elevata nell’altro occhio.
• I pazienti operati per miodesopsie (floaters), pucker o membrane epiretiniche hanno un rischio molto più basso.

💡 Il mio punto di vista, basato su centinaia di interventi ogni anno, è questo:
La vitrectomia non causa il glaucoma.
Ma può essere un “trigger” in soggetti già predisposti: se un occhio è “geneticamente” destinato a sviluppare glaucoma, l’intervento può far emergere prima il problema.

Ricordiamoci:
🔹 Il glaucoma non è solo pressione alta, ma una malattia del nervo ottico.
🔹 L’aumento della pressione è un fattore di rischio, non una condanna.

📌 Conclusione?
La vitrectomia è un intervento sicuro, ma – come ogni atto medico – va valutato caso per caso, soprattutto quando l’indicazione è borderline (come nei floaters).
In pazienti con occhi già predisposti (pressione borderline, familiarità per glaucoma), può essere utile fare un follow-up più attento, anche a distanza di mesi o anni.

Se ti interessa approfondire questi temi, seguimi sulla pagina.
E se il video ti è piaciuto, lascia un like o condividilo. 🙏

To assess intraocular pressure (IOP) changes and the development of ocular hypertension (OH) following pars plana vitrectomy (PPV), evaluating short- and long-term outcomes and risk factors. This is a retrospective study of 216 patients (432 eyes) who underwent primary unilateral PPV between April 2...

Indirizzo

Viale Di Villa Massimo 37
Rome
00161

Orario di apertura

Lunedì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30
Martedì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30
Mercoledì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30
Giovedì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30
Venerdì 09:30 - 19:30
21:00 - 21:30

Telefono

+390664220334

Sito Web

http://www.giuliobamonte-floaters.com/, http://www.giuliobamonte.com/

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Studio Oculistico Bamonte-Tucci

Lo studio Oculistico Bamonte-Tucci vanta una tradizione lunghissima nell’oculistica romana.

Fondato dal dott. Ugo Silvio Tucci negli anni quaranta, lo studio prosegue con la figlia, Marina Tucci, allieva del Prof. G. B. Bietti, e assistente universitaria presso la clinica oculistica e l’istituto di neuro-psichiatria infantile dell’Università’ La Sapienza.

Con il marito, dott. Gabriele Bamonte, già primario incaricato dell’Ospedale Bambino Gesu’, prima in via Conte Verde 4 e poi in Via Cola di Rienzo 163 nasce l’associazione professionale G.Bamonte-M.Tucci.

Dai primi anni 2000, lo studio prosegue (dal 2018 in Viale di Villa Massimo 37) grazie alla presenza del dott. Giulio Bamonte, specializzatosi in Oculistica presso l’Università’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma e perfezionatosi in Chirurgia della Retina presso l’Università’ di Amsterdam in Olanda.