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MIP LAB MIP LAB (PSICOLOGIA E STORIE) di Andrea Battantier

Il MIP, con il supporto di Psicologi abilitati, individua i talenti

GINA LOLLOBRIGIDA: LA SUA LOTTA FU PER L'AUTODETERMINAZIONE PURAGina Lollobrigida. Il suo nome evoca immediatamente un’i...
19/11/2025

GINA LOLLOBRIGIDA: LA SUA LOTTA FU PER L'AUTODETERMINAZIONE PURA

Gina Lollobrigida. Il suo nome evoca immediatamente un’icona di bellezza italica e hollywoodiana, ma scavando oltre le locandine dei film, si scoprono altre verità interessanti fatte di coraggio, dignità, determinazione.

Penso al suo rifiuto di sottostare alle regole del potente produttore Howard Hughes. Negli anni '50, firmare con lui era il sogno di qualsiasi attrice, il lasciapassare per il successo. Lei, invece, dopo aver firmato un contratto, se ne liberò con una causa legale, sfidando uno degli uomini più influenti del mondo dello spettacolo.

Non fu un capriccio; fu un atto di sovranità sul proprio corpo e sulla propria carriera. Rifiutò di essere un oggetto inerte nelle mani di un magnate, affermando di non voler essere "una marionetta".

Fu un rifiuto dell'oggettivazione femminile, un "no" potentissimo al controllo maschilista, un gesto rivoluzionario per il controllo del proprio corpo e del proprio lavoro.

Gina non fu solo un'attrice. Era una donna che si autodeterminava, molto prima che il termine diventasse di uso comune.

Fotografa di fama mondiale, giornalista (intervistò Fidel Castro, un'altra impresa da "corrispondente di guerra" in un mondo di uomini), scultrice di talento.

Ogni nuova passione non era un hobby, ma una dichiarazione: "Io sono più della figura che vedete sullo schermo".

La sua macchina fotografica non era solo uno strumento, era un occhio critico, un modo per re-inquadrare il mondo da una prospettiva sua, femminile e autonoma.

Una meravigliosa libertà di espressione e di autodefinizione, il diritto a non essere definiti da un'unica etichetta.

La sua grinta non era solo professionale. Vivere una vita pubblica così intensa, gestire carriere multiple in decenni così conservatori, e farlo sempre con un'eleganza feroce, è stato un atto di tenacia quotidiana.

la sua stessa esistenza pubblica fu un manifesto femminista. Dimostrò che una donna poteva essere desiderabile senza essere disponibile, intelligente senza essere minacciosa, ambiziosa senza chiedere il permesso.

La sua lotta fu per l'autodeterminazione pura. Abbracciò la sua libertà di espressione in ogni sua forma, sfidando lo strapotere maschilista con le azioni: un rifiuto, una macchina fotografica, uno scalpello.

(A. Battantier, Mip Lab, 11/25)

AMORE, RIMORSI, RIMPIANTI (a 15 anni)Non ci posso credere, stavo per fare lo stesso errore due volte.Alle volte, mi semb...
19/11/2025

AMORE, RIMORSI, RIMPIANTI (a 15 anni)

Non ci posso credere, stavo per fare lo stesso errore due volte.
Alle volte, mi sembra che sto ad aspettare un semaforo verde per attraversare, ma la vita mica è un incrocio. Io a questa festa ci devo andare. Senza pensarci. Io ho già la risposta dentro la pancia. Il rimpianto è una cosa br**ta, ti resta dentro la mancanza di quello che non hai fatto. La paura? E’ normale. Ma se non ci vai, tra tre anni mi ritrovo a pensare: "E se ci fossi andato? E se ci avessi parlato?” A me Giorgia piace. E che faccio? Aspetto che passa la timidezza come fosse un raffreddore? La vita è adesso. Se mi ha invitato un motivo ci sarà. Non devo fare lo sciocco come in prima media. Adesso ho quindici anni, sono cresciuto. La paura passa, il rimpianto resta. Ci vado, ci parlo, ci rido insieme. Poi, come va, va. Almeno non mi sono fermato a guardare il semaforo. Ci ho provato. E questo è già una vittoria.

(A: Battantier, Memorie di un amore, Mip Lab, Ale, 15 anni, 11/25)



L’ARCOBALENOOggi sono uscito di casa che avevo il mondo storto. Quelle volte che tutto ti dà fastidio, il clacson, gli a...
16/11/2025

L’ARCOBALENO

Oggi sono uscito di casa che avevo il mondo storto. Quelle volte che tutto ti dà fastidio, il clacson, gli allarmi, la gente che parla al telefono, persino il modo in cui la tua compagna ti passa il sale. Sembra che il sale ti stia guardando male. Allora ho preso la bici e sono partito. Via, lontano dalla città, che più andavo e più mi sembrava di lasciarmi dietro un peso.

Sono arrivato in un prato, con l'erba alta, mezza secca. Era bello, sembrava un mare giallo che si muoveva piano con il vento. E io in mezzo, che non mi muovevo. Stavo lì, fermo, a sentire questa rabbia che non sapeva più dove andare. Come un cane che abbaia ma ha dimenticato perché.

Poi, il cielo si è fatto scuro. E ha iniziato a piovere. Una pioggia leggera. Mi sono riparato sotto un ponticello del trenino. Solo il rumore della pioggia.

Alle volte il pensiero è il problema. Noi siamo i nostri pensieri, e quando i nostri pensieri sono vecchi, sono sempre passati travestiti da presente, rallentano l’azione.

E la mia rabbia di prima, da dove veniva? Da pensieri vecchi. Rancori di ieri, paure di domani.

Poi, come era iniziata, la pioggia è finita. Sono uscito. E ho visto l'arcobaleno. Il sole, basso, era già di tramonto, illuminava una luce calda. L’erba mezza secca era diventata un tappeto di fuoco freddo.

Non c’era un suono. Dei ragazzi bevevano birre su una panchina, una ragazza palleggiava un pallone mezzo bucato.
In quel momento, non stavo pensando. Guardavo. E basta.

I pensieri, le arrabbiature, i “perché” e i “come sarebbe stato”, se ne sono andati. Non li ho cacciati io; sono arrivati, e poi se ne sono andati, come la pioggia.

Il senso era lì, era quel respiro, quel colore, quella luce sulle palpebre chiuse.

Sono tornato a casa che era sera. La stessa strada, la stessa bici. Ma niente era più storto.

La mia compagna mi ha chiesto: “Tutto ok?”.
Io ho detto: “Sì. Oggi ho visto l'arcobaleno".

Lei mi ha detto: “Lo stesso che ho visto io qui dal terrazzo”. E mi ha sorriso.

(A. Battantier, Memorie di un amore, Mip Lab, 2024)


LE STELLE SONO TANTE (Dialogo tra 2 fratellini, 9 e 6 anni)Vedi, Giamma quella stella luminosa, proprio sopra la magnoli...
12/11/2025

LE STELLE SONO TANTE (Dialogo tra 2 fratellini, 9 e 6 anni)

Vedi, Giamma quella stella luminosa, proprio sopra la magnolia? Quella è la stella della nonna. Ci abita insieme a Mimì.

Ma tu, Iaia, come fai a saperlo? Ci sono miliardi di stelle, ma noi ne vediamo solo un po’. E sulla Terra siamo otto miliardi! E ci sono pure quelli prima, che sono tantissimi. Come facciamo a stare tutti sulle stelline che si vedono?

Forse, Giamma, le stelle girano, oppure, ecco, su ogni stella ci stanno tante persone insieme.

Ah! Quindi, Iaia, nonna divide la stella con altri? Ma se poi litigano? Magari qualcuno vuole giocare a pallone proprio quando nonna vuole fare il dolce e lo sai che lei non sopporta confusione.

Secondo me, Giamma, lassù non si litiga più. O forse sì, ma subito dopo fanno la pace. Perché quando guardi la Terra da lontano, capisci che i litigi sono una cosa stupida.

Mmm…quindi, Iaia, forse a noi non ci danno una stella...forse siamo noi che scegliamo la nostra stella?

Mi sa. La nonna ha scelto quella stella perché da lì si vede benissimo la nostra terrazza. Forse ogni sera ci guarda mentre mangiamo la pizza.

Allora, quando andiamo sulla stella, guardiamo il cielo al contrario.

Diventiamo quello che vogliamo. Nonna amava cucinare, forse ora crea nuove ricette con le nuvole. E Mimì corre sull'arcobaleno.

Ma se la stella è piccola e nonna ha poco spazio?

Ma no, Giamma, lassù le stelle sono elastiche! Più amore porti, più la tua stella si allarga. Quella della nonna deve essere enorme, grande così…

Ahia. Allora devo iniziare ad essere più buono, così quando vado lassù avrò una stella spaziosa. Con una ferrovia gigantesca per 1000 treni, e uno scivolo di comete.

Forse le stelle che vediamo scintillare sono loro, quelli che ci sono andati, che fanno l'occhiolino per dirci: "State tranquilli, qui si sta bene".

Iaia?
Sì?

Secondo te, sulla stella della nonna, ce li hanno i gelati?

Certo. Con i gusti che non esistono sulla Terra. Ora andiamo a letto, che è tardi, papà ha già chiamato. Nonna stasera ci guarda e sorride.

(A. Battantier, Memorie di un bambino, Memorie di un amore, Mip Lab, Iaia e Giamma, 9 e 6 anni)



NINNA NANNA (Quando ci sentiamo capiti)Un neonato quando ha paura, quando qualcosa lo turba dentro, non sa dirlo a parol...
11/11/2025

NINNA NANNA (Quando ci sentiamo capiti)

Un neonato quando ha paura, quando qualcosa lo turba dentro, non sa dirlo a parole. Allora butta fuori qualcosa, un pacchetto disordinato di emozioni, verso la mamma.

La mamma prende quel pacchetto pesante di emozioni, lo stringe tra le mani, lo accarezza con il cuore, e lo trasforma in qualcosa di più leggero.

Poi lo restituisce al bambino, come una carezza, una canzoncina, uno sguardo che dice: “Capisco, sono qui, non sei solo”.

È come se la mamma “sognasse” insieme al suo bambino quello che lui non sa ancora esprimere. Così, lui impara poco a poco a capire ciò che sente, e a non averne più paura.

Se invece la mamma non riesce a ricevere quel pacchetto, perché è stanca, distante, o troppo preoccupata, il bambino rimane con la sua confusione addosso.

Questa magia avviene anche tra due persone che si vogliono bene, tra amici veri, o con qualcuno che ci ascolta fino in fondo.

Quando ci sentiamo capiti, è perché qualcuno ha preso le nostre emozioni confuse e ce le ha restituite più chiare, più dolci.

È come una canzone che parla al cuore, o una battuta che fa sorridere anche quando sei fuori e fa freddo e piove.

È quel posto sicuro dove puoi essere te stesso,
e sai che qualcuno starà lì, ad ascoltare ciò che non dici ancora, ma che già senti.

A volte, la cosa più importante non è parlare, ma trovare qualcuno che sappia ascoltare anche il tuo silenzio.

(A. Battantier, Memorie di un amore, Mip Lab, 11/25)


LA MEMORIA POETICA (e la bellezza dei ricordi) “Nel cervello c'è una zona speciale che potremmo chiamare memoria poetica...
11/11/2025

LA MEMORIA POETICA (e la bellezza dei ricordi)

“Nel cervello c'è una zona speciale che potremmo chiamare memoria poetica: registra tutto quello che ci affascina o ci commuove, cioè che rende bella la nostra vita.” (Milan Kundera, L'insostenibile leggerezza dell'essere)

Affascinante la natura della memoria e dell'esperienza umana.

La "memoria poetica" rinsalda e riformula i ricordi e il significato della vita.

La memoria poetica è l'archivio selettivo dell'esistenza, altro dalla memoria comune, che registra gli eventi in ordine cronologico.

La memoria poetica non si preoccupa di ciò che è accaduto, ma di come ci ha fatto sentire.

Ciò che si fissa in questa zona speciale non è la realtà oggettiva, ma un'immagine trasformata, alleggerita, spesso abbellita dall'emozione che l'ha accompagnata.

La memoria del cuore sa eliminare i cattivi ricordi ed accarezza, amplificandoli, quelli buoni; un sotterfugio che ci permette di superare ed elaborare il passato. La memoria poetica ha potere curativo.

Alberga una lotta in noi, tra la memoria e l'oblio. La vita, vissuta in un continuo canovaccio pasticciato, trova un suo senso nel ricordo dei suoi ricordi più intensi e belli.

Talvolta i ricordi si nascondono e vanno ritrovati.
La memoria poetica definisce chi siamo (o chi desideriamo essere) trasformando il fluire degli eventi nella nostra storia personale dotata di bellezza e significato.

La bellezza della nostra vita non è oggettiva, non è data dagli eventi in sé, ma dalle emozioni che restano nella nostra memoria poetica.

(A. Battantier, Memorie di un amore, Mip Lab, 2024. Art by Stephen Stadif)



09/11/2025

LE CARTE E IL METODO STEPHEN STADIF ©

Le risposte che cerchi sono già dentro di te. 🌌

Ti sei mai chiesto cosa si nasconde dietro le tue scelte, le tue paure, i tuoi talenti più autentici? A volte, ciò che senti ma non riesci a esprimere ha bisogno di una mappa per emergere, per unire i tasselli e crearne di nuovi.

Le Carte Stephen Stadif © sono un test proiettivo che usa simboli e archetipi per aiutarti a fare chiarezza lì dove regna l’ombra.

Le Carte Stephen Stadif © non predicono il futuro: ti aiutano a esplorare il tuo presente per meglio tendere alla tua idea di futuro, al tuo Modello Ideale di Persona.

🔍 Cosa sono?
Uno strumento proiettivo unico, ideato da Andrea Battantier, per:

-Esplorare la tua costellazione interiore di emozioni ed ego, la tua Persona oltre le apparenze
-Mappare i ricordi che ti definiscono per comprendere il loro peso sul presente
-Accedere a prospettive nuove su situazioni che vivi con fatica,
-Portare luce sulle aree della tua vita che chiedono chiarezza

🎴 Come funziona?
Non si tratta di magia, ma di ascolto. Ascolto di te, attraverso un linguaggio visivo e profondo.

Sceglierai alcune carte. Un professionista, formato sul metodo Stadif ©, ti accompagnerà nell’interpretarle, collegandole alle tue domande e alle tue aree di vita.

Ogni sessione (individuale o di coppia) è un viaggio di 30 minuti, guidato da un professionista, in cui le carte che scegli diventeranno specchi di parti di te.

✨ Scopri cosa accade quando dai un linguaggio a ciò che è ancora inespresso.

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GABBIANI Non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace.Io son come loro, in perpetuo volo.La vita la sfioro c...
07/11/2025

GABBIANI

Non so dove i gabbiani abbiano il nido, ove trovino pace.
Io son come loro, in perpetuo volo.
La vita la sfioro com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.

E come forse anch'essi amo la quiete, la gran quiete marina,
ma il mio destino è vivere balenando in burrasca.

(Vincenzo Cardarelli. Ph Jon Sullivan)

poesia

Indirizzo

Studio Corso Trieste: Via Bolzano 15 ; Studio Balduina: Via Lattanzio 15; Studio Formello: Via Monti Di Marvaiata 34
Rome
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Laddove tutto è partito - Il racconto che ha dato vita al MIP

“Questa è la storia di un gruppo di ragazzini tra i 9 e gli 11 anni, che seppero creare una sfida per i boschi, trascorrendo l'estate tra il divertimento di cose perdute. Uno di loro, Emanuele Sepe, diventerà, in età adulta, un noto cronista sportivo. Biagio Verdini un avvocato di successo. Guido Guinetti, detto Guinness, un valente medico chirurgo nelle zone di guerra. I gemelli Pagliaccio hanno dato vita a una catena di ristoranti in America, creando alcune tra le app più note nel settore ristorazione. Azzurro, per tutti Azzù, diverrà una celebre cantante e violinista; a 30 anni cambierà sesso, ma non la sua genialità, regalando successi musicali in tutta Europa. Pion, infine, la ragazzina ecuadoriana con un solo paio di scarpe, conquisterà, per 4 volte consecutive, il titolo di campionessa mondiale dei 10 mila metri, rappresentando l'Italia. Ma come hanno fatto questi ragazzini a conquistare le vette più alte in ciascun campo? Quella del 1977 fu un'estate indimenticabile. Fu quando incontrarono il vecchio e burbero Mario Thompson Nati il quale, un poco alla volta, saprà guidarli verso il loro Modello Ideale di Persona". (M. Thompson Nati e i talenti nel bosco: storia di 6 ragazzini che entrarono nella leggenda, A. Battantier, 1996).