19/11/2025
GINA LOLLOBRIGIDA: LA SUA LOTTA FU PER L'AUTODETERMINAZIONE PURA
Gina Lollobrigida. Il suo nome evoca immediatamente un’icona di bellezza italica e hollywoodiana, ma scavando oltre le locandine dei film, si scoprono altre verità interessanti fatte di coraggio, dignità, determinazione.
Penso al suo rifiuto di sottostare alle regole del potente produttore Howard Hughes. Negli anni '50, firmare con lui era il sogno di qualsiasi attrice, il lasciapassare per il successo. Lei, invece, dopo aver firmato un contratto, se ne liberò con una causa legale, sfidando uno degli uomini più influenti del mondo dello spettacolo.
Non fu un capriccio; fu un atto di sovranità sul proprio corpo e sulla propria carriera. Rifiutò di essere un oggetto inerte nelle mani di un magnate, affermando di non voler essere "una marionetta".
Fu un rifiuto dell'oggettivazione femminile, un "no" potentissimo al controllo maschilista, un gesto rivoluzionario per il controllo del proprio corpo e del proprio lavoro.
Gina non fu solo un'attrice. Era una donna che si autodeterminava, molto prima che il termine diventasse di uso comune.
Fotografa di fama mondiale, giornalista (intervistò Fidel Castro, un'altra impresa da "corrispondente di guerra" in un mondo di uomini), scultrice di talento.
Ogni nuova passione non era un hobby, ma una dichiarazione: "Io sono più della figura che vedete sullo schermo".
La sua macchina fotografica non era solo uno strumento, era un occhio critico, un modo per re-inquadrare il mondo da una prospettiva sua, femminile e autonoma.
Una meravigliosa libertà di espressione e di autodefinizione, il diritto a non essere definiti da un'unica etichetta.
La sua grinta non era solo professionale. Vivere una vita pubblica così intensa, gestire carriere multiple in decenni così conservatori, e farlo sempre con un'eleganza feroce, è stato un atto di tenacia quotidiana.
la sua stessa esistenza pubblica fu un manifesto femminista. Dimostrò che una donna poteva essere desiderabile senza essere disponibile, intelligente senza essere minacciosa, ambiziosa senza chiedere il permesso.
La sua lotta fu per l'autodeterminazione pura. Abbracciò la sua libertà di espressione in ogni sua forma, sfidando lo strapotere maschilista con le azioni: un rifiuto, una macchina fotografica, uno scalpello.
(A. Battantier, Mip Lab, 11/25)