Simoh - Scuola Italiana Medicina Omeopatica Hahnemanniana ONLUS

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Simoh - Scuola Italiana Medicina Omeopatica Hahnemanniana ONLUS La SIMOH è un’istituzione medico-scientifica fondata nel 1947 dal Prof. Sedi dell'Istituto: ROMA - MODENA - NOVARA - MILANO. In tal senso la S.I.M.O.H.

Antonio Negro e costituita nel 1991 senza scopo di lucro, Cooperativa sociale Onlus Ente del Terzo Settore RUNTS
www.omeopatiasimoh.org
Roma - Modena - Novara - Milano
Tel. 06.5747841 Lo Statuto della Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana prevede che l'Istituto operi senza finalità di lucro, ispirandosi ai principi della mutualità e della solidarietà sanitaria, al fine di divulgare,

applicare e sviluppare l'omeopatia hahnemanniana dal punto di vista scientifico, sperimentale e clinico-medico. I principali obiettivi dell'Istituto consistono nel promuovere la ricerca scientifica, la pratica clinica, l'insegnamento e la formazione post-universitaria nel campo della medicina omeopatica hahnemanniana, così da contribuire ad un sempre maggiore progresso della scienza umana in generale e delle conoscenze biomediche in particolare, alla luce delle metodologie hahnemanniane. Il sapere medico omeopatico, sviluppatosi in oltre duecento anni di ricerche sperimentali e verifiche cliniche, fornisce una particolare guida sia al clinico-medico, sia al ricercatore scientifico, che allo studioso della persona umana in generale, così da poter costituire per ciascuno uno stimolo importante al progresso delle conoscenze scientifiche per la salvaguardia e la cura della singola persona umana. La formazione scientifica post-universitaria, nonché la divulgazione culturale, costituiscono, quindi, per l'Istituto S.I.M.O.H. un punto fermo nell'ambito della propria mission, al fine di promuovere, in particolare in ambito giovanile, il costituirsi di un modello ragionativo particolare, di una forma mentis complessa, capace di coniugare insieme conoscenze multidisciplinari all'interno di un quadro omogeneo, di una visione culturale unitaria, finalizzata alla conoscenza dell'individualità e della irripetibilità umana. da sempre è impegnata al fine di rispondere all'esigenza di formare una classe medica rappresentata da medici omeopatici veri, ossia capaci di curare l'uomo secondo una visione clinica globale e unitaria, agendo nel rispetto della pura omeopatia hahnemanniana, salvaguardata da ogni compromesso e da quelle deviazioni che, usando impropriamente il termine omeopatia, la deformano, la impoveriscono e tradiscono il 1° Paragrafo dell’Organon dell’Arte del Guarire di Samuele Hahnemann: "Compito altissimo e unico del medico è di render sani uomini malati, ciò che si dice guarire" (ed. S.I.M.O.H.).

Medicina Ricerca in Omeopatia. 👉 Alla fine del 2021, sono stati pubblicati su riviste scientifiche sottoposte a revision...
21/08/2025

Medicina Ricerca in Omeopatia.
👉 Alla fine del 2021, sono stati pubblicati su riviste scientifiche sottoposte a revisione tra pari (peer reviewed), 255 studi randomizzati controllati in omeopatia su 136 diverse patologie.

Di questi, 148 articoli erano studi in doppio cieco, randomizzati e controllati con placebo, che coprivano 88 diverse condizioni mediche:

* 44% erano positivi (65 studi) – dimostrando che l’omeopatia è stata efficace
* 3% erano negativi (5 studi) – dimostrando che l’omeopatia è stata inefficace
* 53% erano non conclusivi (78 studi)

(👉 Vedi Grafico A, con 148 RCTs di Omeopatia a fine 2021)

Come si confronta questo dato con gli studi svolti nellambito della medicina convenzionale?

Un’analisi su 1128 revisioni sistematiche di Studi Controllati Randomizzati (RCT) nella medicina convenzionale ha fornito sorprendentemente risultati simili:

* 45% erano positivi – I trattamenti erano verosimilmente efficaci
* 10% erano negativi – I trattamenti erano verosimilmente nocivi
* 45% erano non conclusivi – gli studi non hanno chiarito né vantaggi né svantaggi dei trattamenti.

(👉 Vedi Grafico B con 1128 revisioni sistematiche di RCTs di medicina convenzionale)

Leggi l’articolo completo:
🔗https://www.hri-research.org/de/informationsquellen/homeopathy-faqs/wissenschaftliche-beweise-fuer-die-homoeopathie/

Fonte: Homeopathy Research Institute


World Health Organization (WHO)
OMCEO - Ordine provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri
European Federation of Homeopathic Patients' Associations - EFHPA

📌Omeopatia Ricerca.L'edizione 2023 della rivista CLINICS porta questo articolo: "Prove scientifiche per l'omeopatia", ch...
21/08/2025

📌Omeopatia Ricerca.
L'edizione 2023 della rivista CLINICS porta questo articolo: "Prove scientifiche per l'omeopatia", che descrive centinaia di studi sperimentali e clinici. Questi studi, confermando la scientificità applicata dalla metodologia omeopatica e l'efficacia e la sicurezza delle terapie omeopatiche, costituiscono evidenze incontestabili che "l'effetto omeopatico non è un effetto placebo" e che "ci sono evidenze scientifiche per l'omeopatia", contrariamente al pregiudizio falsamente diffuso da scettici e pseudoscienziati:

👉 https://doi.org/10.1016/j.clinsp.2023.100255

CLINICS” è la rivista scientifica ufficiale dell'Hospital das Clínicas della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di San Paolo in Brasile (HC-FMUSP).

Con un Impact Factor (Clarivate-Analytics) di 2,9 la pubblicazione è posizionata tra le prime 30% delle riviste al mondo nella categoria “Medicina Generale”.

In Brasile, CLINICS si classifica al primo posto in "Medicina generale e interna".


👉 “La ricerca conta, non la rivista!" I Premi Nobel si pronunciano contro gli “impact factors”, ossia gli indicatori bib...
21/08/2025

👉 “La ricerca conta, non la rivista!"
I Premi Nobel si pronunciano contro gli “impact factors”, ossia gli indicatori bibliometrici che misurano l'importanza di una rivista scientifica basandosi sul numero medio di citazioni ricevute dai suoi articoli in un periodo specifico, solitamente due anni.

Nobel Laureates speak out against the role of impact factors in research.

📌L'affermazione secondo cui “l'anatomia umana non è una scienza esatta”,  è corretta! Sebbene l'anatomia umana sia una b...
20/08/2025

📌L'affermazione secondo cui “l'anatomia umana non è una scienza esatta”, è corretta!

Sebbene l'anatomia umana sia una branca della biologia che studia la forma e la struttura degli organismi, in particolare del corpo umano, e si basi su osservazioni e misurazioni, non rientra nella categoria delle scienze "esatte" come la matematica o la fisica.

Questo perché il corpo umano, pur avendo una struttura generale prevedibile, presenta una variabilità individuale significativa e risente di numerosi fattori esterni, rendendo impossibile prevedere con assoluta certezza ogni aspetto della sua forma e funzionamento.

👉 Variabilità individuale:
Nonostante ci sia un modello generale di anatomia umana, ogni individuo è unico e presenta differenze anatomiche più o meno marcate. Queste variazioni possono essere dovute a fattori genetici, ambientali e di stile di vita.

👉 Complessità del corpo umano:
Il corpo umano è un sistema estremamente complesso e interconnesso, con molteplici organi e sistemi che interagiscono tra loro. Questa complessità rende difficile prevedere con esattezza come un cambiamento in una parte del corpo possa influenzare le altre.

👉Fattori esterni:
L'anatomia umana è influenzata da fattori esterni come l'ambiente, l'alimentazione, l'attività fisica e le malattie. Questi fattori possono modificare la forma e la struttura del corpo nel tempo, rendendo difficile fare previsioni precise.

👉Metodi di studio:
Sebbene l'anatomia si basi su metodi di studio come la dissezione e le immagini mediche, questi metodi non sono sempre in grado di fornire una visione completa e accurata della realtà anatomica, soprattutto per quanto riguarda la complessità dei tessuti molli e delle funzioni.

👉 In sintesi, l'anatomia umana è una scienza che si basa su osservazioni e misurazioni, ma la sua natura complessa e variabile la rende una scienza che non può essere considerata "esatta" nel senso tradizionale del termine.

Attualità News 📌India, la medicina omeopatica. «L'Omeopatia è il metodo terapeutico più avanzato e più raffinato che con...
19/08/2025

Attualità News
📌India, la medicina omeopatica.

«L'Omeopatia è il metodo terapeutico più avanzato e più raffinato che consente di trattare il paziente in modo economico e non violento»

Le parole del Mahatma Ghandi testimoniano come la medicina omeopatica, nata in Europa, sia sempre stata molto vicina alla cultura ed alla sensibilità del popolo indiano.

Al contrario del mondo occidentale dove si cerca di ostacolare gli investimenti e la ricerca scientifica in omeopatia, in India, una delle superpotenze emergenti a livello mondiale, si assiste ad una crescita di oltre il 25% negli ultimi anni.

Il Ministro delle Finanze indiano recentemente ha inaugurato otto nuovi ospedali omeopatici ed ha affermato che l'omeopatia è il metodo di cura con il miglior rapporto costo-beneficio, nel fornire cure di miglior qualità ad un minor costo per lo Stato. Si stima che ci siano attualmente 100 milioni di persone in India che in modo continuativo si affidano esclusivamente a cure omeopatiche [1].

Negli ospedali omeopatici come quello di Kerala si effettuano 700 visite mediche ambulatoriali al giorno.

Come nel passato Hahnemann ottenne risultati eccezionali nelle epidemie di scarlattina dell'epoca, così oggi l'efficacia dell'omeopatia viene ribadita dai risultati che si hanno nelle epidemie di Chikungunya, (malattia trasmessa dalla zanzara tigre e di cui si verificarono alcuni casi in Italia lo scorso anno) verso la quale la medicina convenzionale non dispone di armi particolarmente efficaci. Risultati di questo genere hanno spinto il Governo indiano ad investimenti sulla ricerca scientifica in omeopatia anche per patologie gravi presso centri dotati delle tecnologie più avanzate. Grazie a ciò la ricerca omeopatica in India progredisce molto più speditamente rispetto a quanto avviene in Occidente.

Veniamo alla storia e alle radici di questo successo. L'omeopatia, di cui è sempre stata una fervida sostenitrice anche Madre Teresa di Calcutta, fu introdotta in India nel 1810: in quell'anno diversi missionari e medici tedeschi iniziarono a curare la popolazione con rimedi omeopatici.

Il primo di cui si ha notizia certa è tal dr John Martin Honigberger, soprannominato "Dott. Colera" per gli importanti successi ottenuti per la cura delle epidemie di tale grave malattia. Scrisse un libro dal titolo : "Thirty-five Years in the East. Adventures. Discoveries etc. " ("Trentacinque anni in Oriente. Avventure. Scoperte ecc.) pubblicato a Londra nel 1852, in cui descriveva i suoi successi terapeutici. Nel viaggio a Lahore del 1829 curò il cavallo preferito dell'allora sovrano del Punjab, il Maharaja Ranjit Singh, che era affetto da gravi ulcere agli arti posteriori. Nel 1835 si recò a Parigi da Samuele Hahnemann e acquistò una grande quantità di rimedi omeopatici direttamente dal dott. Lehmann di Koethen, l'allora farmacista di fiducia di Hahnemann. Tornato in India nel 1839 si recò a far visita al Maharaja che trovò molto malato: non riusciva a parlare, aveva gli arti inferiori gonfi e poteva esprimersi solo a gesti. I suoi medici non erano stati in grado di aiutarlo. Il sovrano acconsentì a provare i rimedi omeopatici a patto che venissero preparati in presenza delle sue guardie del corpo. Il dr Honigberger prese dalla sua borsa una boccetta contenente la tintura madre di Dulcamara, un rimedio che si ricava da una pianta, ne mise una goccia in una fialetta che fece riempire di alcol e di acqua, la fece scuotere direttamente dalle guardie del corpo; prese una goccia della soluzione e la diluì in un altra fialetta sempre facendola scuotere e così di seguito per diverse volte; cioè diluì e dimamizzò e preparò seduta stante il medicamento omeopatico Dulcamara. Il Maharaja guarì e, riconoscente, nominò Honigberger direttore dell'ospedale del Punjab, cui si rivolgevano anche i pazienti inglesi.

Si deve al chirurgo Samuel Brooking, ufficiale medico inglese in pensione, la costruzione del primo ospedale omeopatico a Tanjore, nel Sud dell'India, nel 1847.

Nel 1851 si inaugurò l'ospedale omeopatico di Calcutta grazie ad un omeopata di origini francesi, il dr CJ Tonnere, al quale dobbiamo la sperimentazione del rimedio "Acalpha indica".

Dal 1857 vennero istituiti degli ambulatori omeopatici gratuiti sotto il patrocinio di Sir John Hunter Littler, in diversi centri del paese.

Un altro personaggio importante per la storia dell'omeopatia indiana fu il dottor Salazar di Calcutta che, nel 1870 curò le cataratte di sua altezza reale Maharaja Bahadur di Joypur. Agli inizi del XX secolo l'omeopatia continuò a diffondersi in India: vi erano ambulatori omeopatici nelle principali città indiane.

Nel 1948 fu istituito The Homoeopathic Enquiry Committee con lo scopo di regolare l'insegnamento gli studi e la pratica dell'omeopatia ed evitare che fosse praticata da ciarlatani o da non medici.

È del 1973 la fondamentale ‘The Homoeopathy Central Council Act’ , legge grazie alla quale l'omeopatia è stata riconosciuta e accettata ufficialmente come uno dei Sistemi Medici Nazionali in India. La legge è stata modificata nel 2002 e l'emendamento - Omoeopathy Central Council Amendment Act, 2002 (n. 51 del 2002) - è stato approvato nel dicembre 2002. Nel 2020 la Council Act è stata abrogata e sostituita dalla legge sulla ‘National Commission for Homoeopathy Act’ ( http://nch.org.in/ ) entrata in vigore con effetto dal 7 ottobre 2020.

Nel 1978 si è formato un Consiglio Centrale per la Ricerca in Omeopatia. Nel 1983 sono stati resi uniformi i programmi dei corsi di laurea in Medicina Omeopatica. Attualmente ci sono circa 186 Homeopathic Medical College in India, di cui 35 pubblici ed il resto privati.
Il corso degli studi di base, al quale si accede dopo il superamento di un test di ammissione, dura cinque anni e mezzo.

👉 Lo sviluppo della medicina omeopatica degli ultimi anni ha portato il numero degli omeopati da 100.000 a oltre 250.000: ogni anno raggiungono il diploma finale 10.000 nuovi omeopati.

L'omeopatia è equiparata dal punto di vista giuridico alla medicina convenzionale. Così come accade di trovare in India una estrema variabilità di condizioni di vita ed ambientali, anche per le strutture omeopatiche si va da piccoli dispensari omeopatici, capillarmente diffusi nelle località più difficilmente raggiungibili, fino a centri medici di eccellenza diretti da omeopati di larga fama, dove si affrontano situazioni sia di pronto soccorso che patologia anche gravi. Tra di essi possiamo menzionare l'Homeopathic Health Center di Mombay (una volta nota come Bombay), l'Homeopathic Medical College che è parte integrante della Facoltà di Medicina dell'Università di Mombay.

In sintesi, per la costruzione incessante di nuovi ospedali, per l'esistenza di un Consiglio Centrale per la Ricerca, la possibilità di effettuare ricerca su pazienti gravi ricoverati in ospedale con terapie esclusivamente omeopatiche, e per la diffusione tra la popolazione, l'India è all'avanguardia nel mondo medico omeopatico.

👉 Per concludere, citiamo nuovamente il Mahatma Ghandi:
«Come la mia ‘non violenza’, così anche l'Omeopatia non fallirà mai, ma i suoi seguaci possono fallire e, quindi, deve essere condannata l'ignoranza della persona».
Severo monito e sfida per la nostra vecchia Europa.

Note:
[1] While Homeopathy Faces Enemies In The UK, It Booms In India, 16 Nov 2007. Christian Nordqvist. Medical News Today

📌La profilassi omeopatica contro la Leptospirosi epidemica. Finlay Institute. Il caso di Cuba: «Large-scale application ...
18/08/2025

📌La profilassi omeopatica contro la Leptospirosi epidemica. Finlay Institute. Il caso di Cuba: «Large-scale application of highly-diluted bacteria for Leptospirosis epidemic control».

PER APPROFONDIRE: https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1475491610000585

👉 “La Leptospirosi è una malattia provocata da batteri (leptospire) che colpisce sia esseri umani sia animali: topi e ratti (spesso portatori sani), varie specie di uccelli, pesci, rettili, anfibi, maiali, ovini, bovini ed equini. I soggetti, animali o uomini, malati o portatori sani, eliminano con le urine i batteri responsabili che si ritrovano in grandi quantità nelle acque, nei fanghi e nel terreno. Ci s'infetta se le leptospire entrano nell'organismo attraverso lesioni della pelle, anche piccole, o cute integra ma macerata per contatto prolungato con l'acqua; ci si può infettare ingerendo acqua contaminata o attraverso le congiuntive, più di rado per morso di animali infetti. La malattia inizia con: febbre alta, violento mal di testa, brividi, dolori muscolari, vomito, ci può essere ittero (colorazione gialla degli occhi e della pelle), congiuntivite, dolori addominali, diarrea, eruzioni cutanee.

Nel giro di una settimana può guarire spontaneamente, ma, non di rado, dopo una fase di apparente guarigione di pochi giorni, riesplode con gli stessi sintomi e può danneggiare i reni, provocare meningite, insufficienza epatica e complicazioni respiratorie. In rari casi provoca la morte.

A Cuba la Leptospirosi è sempre presente e s'incrementa dopo la stagione delle piogge, gli immancabili uragani e le conseguenti inondazioni che creano disagi ben comprensibili, dall'aumento del numero dei senza tetto al peggioramento delle già precarie condizioni igieniche: è una periodica piaga sanitaria che consiste in diverse migliaia di nuovi casi con inevitabili casi mortali.

Le campagne vaccinali si sono rivelate poco efficaci nel controllare gli scoppi epidemici: anno dopo anno si è registrato un aumento dei casi di malattia e ciò sia per la scarsa validità del vaccino (esistono molti tipi di leptospire, un po' come per i virus influenzali, mentre il vaccino protegge solo verso alcuni di essi) sia per l'alto costo della vaccinazione che è, perciò, limitata ai gruppi più a rischio, quali donne incinte, bambini, anziani, lasciando scoperta la maggioranza della popolazione. Pur limitandosi ai gruppi a rischio la vaccinazione costa ogni anno circa 3 milioni di dollari USA.

Nel Dicembre 2008, nel corso di un convegno tenutasi a L'Avana (Nosedes 2008 - Internationals Meeting on Homeoprophilaxis, Homeopathic Immunization and Nosodes against Epidemics) con la partecipazione di omeopati da Cuba, Sud America, Canada, Australia, Regno Unito, Kenya, sono stati resi noti i risultati ottenuti in una campagna di profilassi contro la leptospirosi effettuata utilizzando un medicinale omeopatico.

👉 Il convegno è stato organizzato dal Carlos J Finlay Institute, struttura del Ministero della Sanità di Cuba, che si occupa di ricerca e produzione di vaccini: vanta più di 100 anni, un riconoscimento internazionale da organismi scientifici a cominciare dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, e ha prodotto, tra gli altri, il primo vaccino contro il meningococo B (batterio che provoca molti casi di meningite in Centro e Sud-America. Da noi è più diffuso il meningococco C). Com'è noto, a causa del suo regime politico, Cuba è da molti anni sottoposta da parte degli Stati Uniti a un embargo che riguarda anche medicinali, programmi sanitari ecc. In poche parole, i cubani devono arrangiarsi da soli.

Se ciò crea non pochi problemi in tutti i campi, presenta, però, il vantaggio di non essere sotto la morsa degli interessi commerciali delle grandi multinazionali del farmaco e delle vaccinazioni. Queste due condizioni fanno sì che a Cuba si sia meno prevenuti verso le medicine non convenzionali e, in primis, verso l'Omeopatia, adottata senza pregiudizi nei programmi sanitari nazionali. Ciò premesso e, come sopra esposto, tenuto conto che le campagne vaccinali anti leptospirosi costano molto, che coprono solo una minima parte della popolazione esposta al rischio della malattia e che l'efficacia vaccinale è limitata, nel 2007 l'Istituto Finlay decise di usare l'Omeopatia. Anzi, c'è un ufficialmente dichiarato interesse: "sull'omeoprofilassi come strategia per attenuare l'impatto di malattie prevenibili nel mondo in via di sviluppo, che più ne necessita." (Chissà come reagiranno le multinazionali del farmaco?)

Nell'Ottobre-Novembre 2007, due milioni e mezzo di persone residenti in tre province della parte orientale di Cuba, colpite da piogge torrenziali con inondazioni in aree estese e danni gravi al sistema fognario e alla rete di strutture sanitarie, condizioni ambientali che determinano recrudescenza della leptospirosi, hanno ricevuto a scopo profilattico due dosi alla 200 CH, a distanza di 7-9 giorni, di un medicinale omeopatico preparato da ceppi di leptospira. Il 95% della popolazione residente (due milioni e quattro su 2 milioni e mezzo) è stata trattata (quindi, non solo i gruppi a rischio). Il costo della campagna per i circa 5 milioni di dosi preparate è stato di 200.000 dollari USA, cioè 15 volte in meno del costo sostenuto per la profilassi vaccinale di una piccola parte della popolazione.

Il medicinale omeopatico fu preparato dallo stesso Istituto Finlay secondo le regole della Farmacopea omeopatica. Risultati: marcatissima diminuzione dei nuovi casi di malattia nelle settimane successive alla campagna e riduzione a zero della mortalità tra i pazienti ospedalizzati. Nei mesi successivi il numero di casi accertati di leptospirosi si è mantenuto a livelli (meno di 10 casi al mese) molto più bassi di quelli prevedibili in rapporto all'andamento delle piogge e in base all'esperienza degli anni precedenti, quando si usavano vaccini.

Una terza dose del medicinale omeopatico è stata distribuita alla stessa popolazione dopo il passaggio dell'uragano Ike. Le cifre parlano da sole, ma volendo vestire i panni dell'avvocato del diavolo, potrei argomentare che non è provato sia tutto merito della profilassi omeopatica: in altre parole, affermare che prima della profilassi omeopatica c'erano tot casi e, dopo di essa, zero casi o pochissimi non significa necessariamente che la profilassi abbia funzionato.

Potrebbero esseri intervenuti altri fattori: un'epidemia più leggera o nessuna epidemia, migliorate condizioni igieniche (non esserci state alluvioni per esempio o non ha piovuto per niente o molto meno, miglioramento del sistema fognario) ecc. ecc. Tutto molto logico e corretto. Però, l'argomento delle cifre n**e e crude, senza tenere conto di altri fattori, è quello che utilizzano i produttori e i sostenitori dei vaccini per il loro prodotto: prima del vaccino tot casi, dopo il vaccino tot casi. Quindi, delle due l'uno: o il criterio semplicistico dei numeri non deve valere per nessuno (pertanto, attenzione agli strombazzamenti trionfalistici verso qualsiasi tipo di vaccino, anche il più inutile) o, comunque, una qualche indicazione affidabile esso la fornisce.

D'altra parte l'Istituto Finlay non è fatto di sprovveduti ma di esperti anche in sorveglianza epidemiologica, in grado di valutare i risultati ottenuti in una campagna sanitaria tenendo conto delle variabili ambientali. Nella relazione finale gli esperti dell'Istituto concludono: "Questa esperienza può essere estesa ad altre malattie e ad altri paesi. L'Istituto Finlay mette a disposizione i propri specialisti e i propri mezzi per estendere la profilassi omeopatica a tutte quelle regioni che hanno bisogno di alternative per la prevenzione e il controllo delle epidemie." Ci dobbiamo aspettare a breve una feroce e ben orchestrata campagna di disinformazione contro l'uso dell'Omeopatia nei Paesi più poveri del pianeta? Temo di si!”

Considerazioni del Dr Pietro Gulia | 19/10/2018 Fonte: Il Granulo

📌Libri da Leggere«Per una medicina umanistica: apologia di una medicina che curi i malati come persone».(Giorgio Israel)...
18/08/2025

📌Libri da Leggere
«Per una medicina umanistica: apologia di una medicina che curi i malati come persone».
(Giorgio Israel)

👉 La medicina non è una scienza. Cosa altro è?

“Giorgio Israel insegna Storia della Matematica alla Università “La Sapienza” di Roma e ha esplorato il ruolo della scienza nella storia della cultura. Naturalmente da matematico.

La tesi di questo libretto è che la medicina non abbia le caratteristiche per definirsi una scienza “esatta”, “oggettiva”. Il che, in verità, si è sempre saputo […]

La sostanza è che (si perdoni la semplificazione) non esiste una differenza quantitativa fra normalità e patologia ed è possibile giungere a una identificazione di una anormalità cellulare, e forse genetica, ma non a una anormalità molecolare nella cellula patologica rispetto alla sana.

E, d’altronde, è fondamentale ricordare che non esiste patologia nelle scienze esatte: nessun moto riesce a essere patologico a pena di non essere moto.

Se fosse una scienza esatta esisterebbe una analogia meccanicistica fra l’uomo e la macchina e la malattia si avvicinerebbe a una macchina rotta da riparare.

Neppure la supposta analogia cibernetica del cervello con il computer, secondo la quale il cervello funziona come un calcolatore, ha retto alla critica: il cervello è capace, da solo, di sviluppare nuove strategie perché è capace di produrre pensiero anticipando gli eventi.

Quindi la macchina umana è in grado di autoregolarsi (omeostasi) e la morte è la fine di questa capacità. Una macchina riparata da un abile meccanico funziona come prima, il che a un uomo guarito quasi mai accade.

La “riparazione” qui non rappresenta – se non in una età della vita – una integrale restitutio ad integrum anatomofisiologica.

Manca al guarito sempre qualcosa, piccolo o grande, del precedente stato, ma questo non gli vieta di condurre una vita normale.

Di restitutio ad integrum, in realtà, si parla perché si verifica un aggiustamento fra la coscienza del malato e il suo organismo.

Il guarito “si sente” come prima, ma non è come prima. Astrarre dalle caratteristiche personali del malato significherebbe disperdere informazioni utili alla sua salute.

Egli può sentirsi infatti sano anche se un po’ malato o meglio non eguale a prima.

L’aggiustamento se lo fa da solo o con l’aiuto del medico, e del resto una persona definita malata (con dei livelli altissimi di colesterolo) si sente sana fino a quando non sa, e forse ancora dopo, perché una definizione “quantitativa” della salute non è possibile.

Neppure la famosa definizione dell’OMS è infatti realmente misurabile.

La medicina deve quindi adottare, o tornare a un approccio qualitativo che stia soprattutto in un rapporto umano fra le persone. Come definire, allora, le caratteristiche della medicina fra arte, tecnica e scienza?

Essa è scienza, una tecnica che utilizza tutte le scienze e le arti. È la scienza o l’arte della vita.
(Giancarlo Biasini)

Fonte commento: ACP - ASSOCIAZIONE
CULTURALE PEDIATRI.

🔗 https://acp.it/it/2011/11/la-medicina-non-e-una-scienza-cosa-altro-e.html

Per approfondire:
🔗 https://www.vandaomeopatici.it/it/per-una-medicina-umanistica/

📌”L’ipo-critica e il rischio della medicina ridotta a tecnica”.Augusto Murri e la critica alla riduzione tecnicistica de...
17/08/2025

📌”L’ipo-critica e il rischio della medicina ridotta a tecnica”.
Augusto Murri e la critica alla riduzione tecnicistica della medicina.

👉 Augusto Murri, grande clinico e maestro indiscusso della medicina italiana tra XIX e XX secolo, usava il termine “ipo critica” in un senso che andava ben oltre la semplice registrazione dei sintomi.

Per lui, “ipo critica” non era soltanto una espressione di giudizio nella sola descrizione riduttiva della malattia, ma una speciosa modalità interpretativa, una tendenza della medicina e di alcuni medici, a fermarsi al dato superficiale, al segno isolato, senza cogliere il senso biologico complessivo e unitario della vita del paziente, malato o sano che fosse.

Murri, che nella sua eccelsa pratica professionale e nella sua illuminata capacità di docente, univa il rigore clinico alla visione filosofica, guardava sempre con sospetto a quelle posizioni “ipo critiche” che riducevano la medicina della persona umana ad una scienza di laboratorio, ad una pseudo disciplina statistica di grado minore, priva di profondità umana a tutto campo, in termini prettamente medici.

Per lui, l’osservazione del malato non poteva essere disgiunta dalla comprensione del suo ambiente, del suo modo di vivere, delle reazioni dell’organismo nel tempo. La clinica, in questa prospettiva, diventa non solo raccolta di dati, ma atto interpretativo, quasi ermeneutico, che chiede al medico di andare oltre le ipotesi frammentarie.

In tal senso, l’evidente censura del Murri alla “ipo criticità” di alcune frange della medicina, non era e non è soltanto terminologica: è una denuncia contro il rischio di ridurre la medicina a pura tecnica, in cui il rigore scientifico, tanto decantato da alcuni quanto autoreferenziale, ha solo un'illusoria e inconsistente apparenza di validità.

Il clinico bolognese invitava a non accontentarsi di un sapere “minimo”, esiguo, ma a sviluppare la capacità critica di cogliere, con la forza clinica di uno spirito anamnestico di ampia portata logica, le relazioni, le dinamiche, la storia della malattia nel tempo e nel corpo vivente, personale e familiare oltre che ambientale.

La lezione è del tutto attuale, in un’epoca come la nostra, in cui la medicina - ridotta da alcuni all’esiguo tecnicistico - è spesso iper-specialistica e “parcellizzata”.

L’avvertimento di Murri contro le derive “ipo critiche”, è un richiamo robusto all’unità del sapere medico e alla responsabilità di mantenere uno sguardo integrale e sistemico sulla persona, contro una lettura riduzionista vecchia e superata della medicina.

Simoh - Scuola Italiana Medicina Omeopatica Hahnemanniana ONLUS
Roma, 17 Agosto 2025


📌Uno studio pubblicato su “The Oncologist” dal team di ricerca universitaria del Prof. Dr. Michael Frass, mostra risulta...
16/08/2025

📌Uno studio pubblicato su “The Oncologist” dal team di ricerca universitaria del Prof. Dr. Michael Frass, mostra risultati importanti 👇

📈 I trattamenti omeopatici possono migliorare la qualità della vita e prolungare la sopravvivenza dei pazienti affetti da tumore polmonare non a piccole cellule .

The Oncologist ha rivisto la ricerca originale pubblicata nel
2020 e ne ha recentemente confermato in modo evidente i risultati, validandoli per la seconda volta alla luce della revisione effettuata.

La riprova che tecnica scientifica e clinica medica in omeopatia, possono funzionare insieme, mano nella mano, per individuare sempre più numerose e migliori opzioni di cura. 🌿

👉 Studio prospettico, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, a tre braccia, multicentrico

🔖 Leggi l'articolo completo: “Homeopathic Treatment as an Add-On Therapy May Improve Quality of Life and Prolong Survival in Patients with Non-Small Cell Lung Cancer: A Prospective, Randomized, Placebo-Controlled, Double-Blind, Three-Arm, Multicenter Study”
https://theoncologist.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/onco.13548

Qui è in tedesco 👉 https://loom.ly/gUND8P8

Ministero della Salute OMCEO - Ordine provinciale di Roma dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri
World Health Organization (WHO) European Federation of Homeopathic Patients' Associations - EFHPA

📌Quello a cui stiamo assistendo in queste giornate di Ferragosto nella cronaca sanitaria, si potrebbe definire come una ...
15/08/2025

📌Quello a cui stiamo assistendo in queste giornate di Ferragosto nella cronaca sanitaria, si potrebbe definire come una sorta di teatro del grottesco. La drammatica (o comica, fate voi) messinscena di un potere o meglio, di un sottopotere, che non si vergogna più nemmeno di mostrarsi per quello che è: un’arena di reclamate e pretese spartizioni, in cui i “principia” democratici del rispettoso confronto, anche robusto, tra parti doverosamente opposte, non soltanto sono disattesi in nome di una fantomatica scienza autoreferenziale,
irrefutabile e di “casa nostra”; ma anche deformati attraverso l’uso della maldicenza più bieca e imbastarditi fino a ridursi al loro opposto: pura lottizzazione di posti.

In questo clima assai discutibile, se non francamente becero, anche la Medicina — quella vera, fatta di conoscenza, di esperienza, di attenzione alla persona concreta e non a un “target” teorico ed evanescente di malati — è stata ancora una volta mediaticamente strappata dalle mani di chi dovrebbe custodirla, per essere al contrario piegata alle logiche di un mercato senza futuro.

A leggere bene le cose, si mescolano deliberatamente due piani inconciliabili. Da una parte, il sapere medico-clinico, che da sempre è espresso e testimoniato dal lavoro indefesso e silenzioso di tantissimi singoli medici e rinnovato ogni giorno dalla relazione unica tra medico e malato, quale alleanza indissolubile; e dall’altra parte, una cosiddetta medicina commerciale, strombazzata e in mano a pochi - buoni spesso a nulla ma capaci di tutto - che a mezzo spot sufficientemente grotteschi, sopravvive esercitandosi nei proclami di un marketing aggressivo, quale totem di presunta scientificità confezionata (self-reference effect) ad hoc, per delegittimare gli altri e legittimare il più delle volte strategie di immagine personale o di vendita e basta.

È una sorta di inganno sottile, venefico, che non si regge soltanto, come si suole dire, sull’operato di alcuni colossi del settore; ma anche su una rete di adepti minori: operatori, opinionisti, professionisti, ahinoi. Un manipolo che a volte sembra accontentarsi delle briciole di quel sottopotere o, peggio, è alla ricerca di una “approvazione” sociale, più che di grandi vantaggi; aderendo a un meccanismo che può somigliare più a un esercizio di ingravescente bullismo collettivo, che a un incontro fra “gente di scienza” .

In questo contesto, la disapprovazione ovviamente non trova spazio: non dentro le coscienze, anestetizzate dalla paura di perdere consenso o altro; e non fuori, in una società che sembra spenta, anergica, povera di contenuti, dove l’opinione dissenziente è subito etichettata in modo negativo e isolata.

Così nasce quella che si potrebbe chiamare “pseudolibertà” quasi istituzionalizzata. Una condizione, in realtà, ancor più insidiosa della dittatura, perché mentre quest’ultima è visibile, si riconosce e volendo si può affrontare; la pseudolibertà, all’opposto, mente, inganna la coscienza comune e individuale, delegittima, denigra, fa credere di essere liberi mentre in realtà si è già incasellati, omologati e manipolati. Allineati, avrebbe detto qualcuno, non tanto per convinzione, quanto per timore di essere esclusi o danneggiati.

Di etica, in questo scenario, ovviamente non si parla più. È la grande assente. La si nomina prevalentemente a sproposito. Si tira in ballo il “giuramento di Ippocrate”, ma più come un adorno retorico, un talismano di cui in realtà, spesso, non si conosce neanche il testo, non avendolo letto o tantomeno compreso, riducendolo a un’espressione posticcia e vuota di contenuto.

E il dramma, quello vero, è che nessuno si accorge di questo colpevole agire antidemocratico e antiscientifico, oppure, prudentemente, finge in modo esemplare di non vedere, promuovendo così in se stesso il compimento di una delle tante “banalità del male” di antica e futura memoria.

E intanto, il contesto sociale è dominato dalla impulsiva ossessione di ciò che secondo sondaggio “pensano gli altri”, che per qualcuno diventa uno status così disagevole da essere degno di diagnosi. Una vera scadente condizione che rende ancora più fragili gli animi già fiaccati dal mancato esercizio costruttivo del senso di responsabilità (anche istituzionale), vedendo negli “altri”, con timoroso rispetto, dei giudici implacabili, che sono a determinare chi va innalzato e posto sull’altare della fama e chi invece finisce bruciato nel rogo dell’infamia (o cosi vorrebbero far credere ai più).

Un’ansia di approvazione che tiene quasi tutti inchiodati al loro posto: parte delle istituzioni e del mondo medico, entrambi alla ricerca di una identità persa nell’aver accettato di ossequiare il non ossequiabile; e gli stessi malati, che in molti casi, non sapendo più cosa fare, smarriti e confusi, invece di rivendicare la propria centralità nella cura, restano travolti come spettatori passivi.

Tutti un po’ come i capponi di Renzo, direbbero alcuni endocrinologi illuminati, che continuano a beccarsi fra di loro (sui social, nella vita, ecc.), mentre la pentola è già sul fuoco e la storia va avanti.

In questo panorama miserrimo, serve una nuova alleanza, non solo tra le istituzioni e i cittadini, ma tra il medico e il malato e tra i medici e la loro coscienza, nonché tra la singola persona e il proprio diritto a una medicina che non sia ridotta semplicemente a “farmaco”, ma rimanga scienza clinica sistemica, applicata alla vita e alla cura individuale. Un primato che il malato deve imparare a pretendere e che solo il vero medico conosce esercitandolo ogni giorno; e che non è un “prodotto” da vendere al miglior offerente, sia pur attraverso la lottizzazione dei posti della commissione più rivendicata.

Tutti ovviamente dimentichi del significato vero della parola “servizio”.

È un po’ come la libertà di opinione, che non equivale alla libertà di menzogna. Ma neanche alla libertà di maldicenza. Perché la libertà di menzogna e quella di maldicenza non sono tra quelle rivendicabili . Da nessuno.

È bene che lo ricordino soprattutto quelli che ogni giorno, di questi giorni, mentendo, dicono “male” degli altri, non rendendosi conto che, di fatto, con il loro apparente successo hanno già ben bollato a vita se stessi .

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