Dr. Rebecca Cataldo - Psicologa Psicoterapeuta

Dr. Rebecca Cataldo - Psicologa Psicoterapeuta Psicologo Psicoterapeuta Divulgatore Scientifico Dott.ssa Rebecca Cataldo Psicologa Psicoterapeuta iscritta all'Ordine degli Psicologi del Lazio n° 19700.

Orientamento Gestalt Analitico e Breve Strategico. Divulgatore Scientifico

🧠✨La Neuroplasticità! ✨🧠Hai mai sentito dire "Io sono fatto così"? Beh, la scienza ci dice una cosa diversa! Il nostro c...
27/05/2025

🧠✨La Neuroplasticità! ✨🧠

Hai mai sentito dire "Io sono fatto così"? Beh, la scienza ci dice una cosa diversa! Il nostro cervello è incredibilmente plastico, il che significa che può cambiare e adattarsi in base alle nostre esperienze. 🌱

Ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo o affrontiamo una sfida, il nostro cervello crea nuove connessioni neurali. Quando cambiamo idea su qualcosa, in realtà stiamo cambiando il nostro cervello, creando nuove connessioni neurali. Quando ascoltiamo qualcuno parlare in modo.diverso dal nostro , quando vediamo una cosa nuova, qua do faccio esperienze.diverse,.stiamo nutrendo il nostro cervello!
E siamo in grado di avere trasformazioni potenti!

Tutte le esperienze che abbiamo avuto rimangono con noi e creano un correlato neurobiologico attraverso queste connessioni neurali. Ma ciò che ci è successo e ciò che siamo oggi non è detto che debba definirci per sempre. Tendiamo a ripetere ciò che conosciamo, anche se a volte può essere disfunzionale. Ma non significa che non possiamo cambiare! Possiamo migliorare, cambiare idee e atteggiamenti per diventare la versione migliore di noi stessi.

Possiamo sempre e in qualsiasi momento cambiare e riscrivere la nostra storia.
Ogni piccolo cambiamento può portare a grandi trasformazioni.

E tu che ne pensi? Siamo in grado di cambiare?

📌Museum Fatigue: quando il museo diventa troppo! Durante una visita al museo, può capitare che a un certo punto, l’atten...
14/04/2025

📌Museum Fatigue: quando il museo diventa troppo!

Durante una visita al museo, può capitare che a un certo punto, l’attenzione cali, il corpo si affatichi, e la mente smetta di assorbire ciò che vede. È un’esperienza comune, ma raramente riconosciuta. Si chiama museum fatigue ed è un fenomeno complesso, che coinvolge il sistema cognitivo, corporeo ed emotivo.

📌 Non si tratta di semplice noia, ma di un sovraccarico percettivo dovuto alla quantità di stimoli visivi, informazioni testuali, posture statiche e tempi di fruizione troppo lunghi, spesso senza pause o zone di decompressione.

🧠 Studi neuroscientifici hanno dimostrato che, dopo circa 30 minuti di visita continua, la capacità di attenzione e memorizzazione cala drasticamente. Il cervello entra in uno stato di difesa e può addirittura confondere ciò che ha visto, costruendo ricordi parziali o errati.

👣 Anche il corpo partecipa a questo processo: camminare per ore, restare in piedi davanti alle opere, muoversi in spazi sovraccarichi senza possibilità di pausa, affatica la muscolatura e incide sull’esperienza estetica.

💡 Per contrastare la museum fatigue, un approccio efficace è modulare l’esperienza:
• visitare una sola ala alla volta,
• concentrarsi su pochi oggetti per volta,
• prendersi pause frequenti,
• tornare più volte, se possibile.
L’obiettivo non è “vedere tutto”, ma sentire e ricordare meglio.

🌿 Un museo può essere un ambiente arricchito, ma solo se rispetta i ritmi neurofisiologici del visitatore. E anche noi, come fruitori, possiamo imparare a concederci il tempo giusto per assorbire, elaborare e lasciarci attraversare da ciò che vediamo.

L’arte non ha bisogno di fretta, ma di respiro, attenzione e presenza.

💬 Ti è mai capitato di sentire questa stanchezza durante una visita? Hai mai pensato di suddividere l’esperienza in più momenti?

📌Cosa succede al cervello quando si interrompono sostanze psicoattive o stimoli intensi?Il nostro sistema del piacere si...
05/04/2025

📌Cosa succede al cervello quando si interrompono sostanze psicoattive o stimoli intensi?
Il nostro sistema del piacere si anestetizza, si depotenzia e senza la sostanza o lo stimolo eccessivo, non sentirai più nulla innescando così un meccanismo disfunzionale rispetto al piacere!
Se insicuro di volere proprio questo?


📌Cosa succede al cervello quando si interrompono sostanze psicoattive o stimoli intensi?Il nostro sistema del piacere si...
05/04/2025

📌Cosa succede al cervello quando si interrompono sostanze psicoattive o stimoli intensi?
Il nostro sistema del piacere si anestetizza, si depotenzia e senza la sostanza o lo stimolo eccessivo non sentirai più nulla innescando così un meccanismo disfunzionale rispetto al piacere!
Se insicuro di volere proprio questo?


CONNETTOMA PLASTICITA' NEURONALE E CAMBIAMENTO📌Il  , ossia l’insieme dei neuroni e delle connessioni neuronali che compo...
31/03/2025

CONNETTOMA PLASTICITA' NEURONALE E CAMBIAMENTO

📌Il , ossia l’insieme dei neuroni e delle connessioni neuronali che compongono il nostro sistema nervoso🧠, non è una struttura rigida ma al contrario è una struttura flessibile. Parliamo quindi di . Ciò significa che il cervello può modellarsi grazie agli stimoli e alle interazioni ambientali.
✔️I primi momenti di vita vanno a costituire le basi del nostro connettoma. In età evolutiva, quindi nei primi anni di vita, questa plasticità neuronale è ai suoi .
I primi 1000 giorni sono i più importanti nello sviluppo del bambino. Né Indirizza lo sviluppo sia fisico che mentale. Il bambino in queste fasi deve essere facilitato e stimolato per sviluppare competenze e abilità.
Il bambino come diceva già la Montessori è una mente assorbente e anticipava il concetto di .
✔️La dispone l' propone.Questo sottolinea l'importanza dell'ambiente nella formazione di ogni singolo individuo.
Ognuno di noi è il nostro connettoma (stabilito geneticamente) ma si modifica e si sviluppa (plasticità neuronale) grazie alle e gli .
✔️Quindi il ruolo dell'adulto in questo assume un'importanza fondamentale. L'adulto genitoriale ma anche l'adulto educativo ha il dovere di facilitare e stimolare il connettoma del bambino.
Diventa quindi importante , , sviluppare competenze e abilità nel bambino👶 in via di sviluppo.

📌La percezione di sé non è un dato innato, ma il risultato di un processo relazionale: il bambino costruisce la propria ...
30/03/2025

📌La percezione di sé non è un dato innato, ma il risultato di un processo relazionale: il bambino costruisce la propria immagine interna a partire dagli sguardi, dalle parole e dalle definizioni che l’altro e I'm mondo gli rimanda.

✅Attraverso il linguaggio, verbale e non, l’adulto trasmette non solo contenuti, ma anche significati relazionali che incidono profondamente sulla formazione del Sé. Gli aggettivi usati per descriverlo, i messaggi impliciti, le modalità con cui viene nominato o corretto diventano, nel tempo, elementi interiorizzati che definiscono il tono del dialogo interiore e della sua immagine.

✅Se vogliamo favorire un senso di sé positivo, è necessario essere consapevoli del potere trasformativo delle relazioni e delle parole: ciò che l’altro pensa e dice di noi, soprattutto in età evolutiva, contribuisce a strutturare la nostra identità psicologica e la percezione di noi stessi attraverso un processo di interiorozzazione in quanto nell'infanzia non si possiede ancora una consapevolezza di sé, se non quella che ci viene attribuita dagli altri.

📌L’importanza dei confini nella salute psicologica e nelle Relazioni con gli altri ✅In ambito psicologico, i confini per...
28/03/2025

📌L’importanza dei confini nella salute psicologica e nelle Relazioni con gli altri

✅In ambito psicologico, i confini personali rappresentano i limiti emotivi, mentali e fisici che definiscono ciò che è accettabile o meno per noi nelle relazioni.
Stabilire confini chiari è fondamentale per preservare l’equilibrio interiore e favorire relazioni basate sul rispetto reciproco.

✅Nella nostra vita relazionale, imparare a stabilire confini chiari è un atto di cura verso noi stessi e verso gli altri.
Non è egoismo, ma consapevolezza: sapere dove finiamo noi e dove inizia l’altro ci permette di costruire relazioni più sane, autentiche e rispettose.

✅Un confine può essere un “no” detto senza sentirsi in colpa,
un tempo che ci concediamo per noi stessi, distinguere i propri bisogni da quelli altrui, mettere una sana distanza da ciò che ci ferisce.

✅Difendere i nostri confini significa riconoscere il nostro valore.

✅Quando i confini vengono ignorati o costantemente superati, significa che l'altro non ci sta rispettando e questo può portare ad una perdita di contatto con noi stessi.

✅Educare ai confini, fin dall’infanzia
significa promuovere una cultura del rispetto e della consapevolezza relazionale.

“Non ti voglio più bene, vattene.”Parole che, se accolte da un genitore che è rimasto bambino, diventano minaccia.Un gen...
27/03/2025

“Non ti voglio più bene, vattene.”

Parole che, se accolte da un genitore che è rimasto bambino, diventano minaccia.

Un genitore adulto le accoglie. Non si lascia travolgere. Non si vendica con silenzi, minacce o senso di colpa.
Perché sa che il suo compito non è essere amato incondizionatamente, ma offrire amore incondizionato.

Un figlio ha il diritto di sbagliare, urlare, arrabbiarsi… sapendo che la relazione con il genitore è salva.

Quando un genitore pretende amore per colmare un vuoto antico, rischia di tramandare quel vuoto.
Perché quando un genitore pretende amore dai figli per riempire quello che non ha ricevuto, sta mettendo i propri bisogni prima di quelli del bambino.
E in quel momento, il trauma passa di generazione.

Ma se riesce a riconoscerlo e a farsene carico, può interrompere la catena

Essere genitori significa scegliere di non reagire, ma di comprendere.
Non aspettarsi amore per sentirsi completi, ma offrire uno spazio sicuro in cui l’altro può essere intero, anche quando è fragile, anche quando urla, anche quando dice vattene.

📌"Adolescenza: un viaggio tra indipendenza e appartenenza"✅L’adolescenza è un momento unico e complesso, un ponte che co...
14/01/2025

📌"Adolescenza: un viaggio tra indipendenza e appartenenza"

✅L’adolescenza è un momento unico e complesso, un ponte che collega l'infanzia all'età adulta. In questa fase transitoria, i ragazzi vivono un conflitto interno profondo: da una parte, cercano indipendenza e autonomia; dall’altra, dipendono ancora dalla famiglia. sia economicamente che emotivamente.

✅La famiglia, che fino ai dodici anni era la "base sicura", lascia spazio al gruppo dei pari, che diventa il nuovo punto di riferimento. L’appartenenza al gruppo è fondamentale: sentirsi esclusi può diventare un’esperienza traumatica, perché in questa età il bisogno di affiliazione e di riconoscimento sono centrali e fondamentali.

✅All'interno del gruppo emergono dinamiche di affiliazione e rango, dove non solo si cerca di "appartenere", ma anche di trovare il proprio posto.

✅Anche i conflitti con i genitori aumentano. Servono a preparare il ragazzo a confrontarsi con i confini e i limiti della realtà. È un ruolo difficile per i genitori, ma cruciale: contenere, supportare e guidare. Diverso è nei casi di violenza nei confronti dei genitori. In questi casi è sempre presente una dinamica disfunzionale nella relazione genitore-figlio

✅L’adolescenza è un viaggio fatto di scoperte, sfide e cambiamenti, che porta alla costruzione della propria identità. Un viaggio difficile e Complesso ma fondamentale per il processo di crescita e individuazione

" e tu come hai vissuto questa fase della vita? Cosa ti ha aiutato a trovare il tuo posto? O come la vivi da genitore?

📌I Sistemi Motivazionali Interpersonali ✅Sin dai tempi più antichi, la sopravvivenza degli esseri umani è dipesa dalla c...
12/01/2025

📌I Sistemi Motivazionali Interpersonali

✅Sin dai tempi più antichi, la sopravvivenza degli esseri umani è dipesa dalla capacità di entrare in relazione con gli altri.
Questi sistemi si sono evoluti per favorire la sopravvivenza: i nostri antenati vivevano in comunità dove la capacità di cooperare, proteggersi a vicenda e stabilire legami solidi era cruciale per affrontare pericoli e carenze di risorse.
I Sistemi Motivazionali Interpersonali (SMI) sono quindi veri e propri "programmi innati" del nostro cervello, attivi fin dalla nascita e condivisi con molti mammiferi.
Regolano i nostri comportamenti sociali e si attivano in modo inconsapevole influenzando profondamente il nostro modo di vivere le relazioni.

✅Vediamo quali sono:
🔸Attaccamento: alla base di tutte le relazioni, si manifesta come il bisogno di sentirsi protetti e sicuri grazie alla vicinanza di una figura di riferimento. Questo sistema è evidente nei neonati, ma rimane attivo per tutta la vita.
🔸Accudimento: è il sistema che ci spinge a prenderci cura degli altri, in particolare di chi è più vulnerabile. È fondamentale per il legame genitore-figlio, ma si estende anche a relazioni più ampie.
🔸Affiliazione al gruppo: rappresenta il bisogno di sentirsi parte di un gruppo. È una spinta che promuove la coesione sociale e riduce il senso di esclusione.
🔸Rango: ci aiuta a posizionarci all'interno di una gerarchia sociale, cercando riconoscimento, rispetto e un ruolo definito. Questo sistema regola la competizione e la ricerca di status.
🔸Cooperazione: ci porta a collaborare per raggiungere obiettivi comuni, basandoci su fiducia e mutuo supporto.
🔸Sessualità: orienta i comportamenti legati alla riproduzione e alla creazione di legami intimi.

✅Gli SMI influenzano le nostre relazioni e il nostro benessere in base anche alle esperienze precoci che abbiamo vissuto. Ad esempio, un attaccamento sicuro durante l’infanzia porta a relazioni adulte più stabili.
Questi sistemi ci ricordano che siamo esseri profondamente sociali: il modo in cui ci connettiamo agli altri non è casuale, ma radicato in meccanismi antichi

📌ADHD e neurodivergenza: attenzione alle diagnosi FAI DA TENegli ultimi tempi, sui social e online, vediamo spesso app e...
11/01/2025

📌ADHD e neurodivergenza: attenzione alle diagnosi FAI DA TE

Negli ultimi tempi, sui social e online, vediamo spesso app e test che propongono domande tipo: "Sei distratto? Hai difficoltà a concentrarti? Sei un procastinatore? Potresti avere l'ADHD!". È importante sfatare questo mito: l'ADHD non si diagnostica con un'applicazione o con test improvvisati.

✅Per diagnosticare l'ADHD è necessario:
La valutazione da parte di un esperto qualificato, come uno psicologo o un neuropsichiatra infantile.
L'utilizzo di test standardizzati e criteri diagnostici scientifici, non di semplici questionari online.
Non basta essere distratti o iperattivi per parlare di ADHD. È fondamentale che vengano valutate diverse aree, come le difficoltà attentive, l'iperattività e l'impulsività, tenendo conto dell'impatto che queste hanno sulla vita quotidiana. Solo un professionista può fare una diagnosi accurata e proporre strategie di intervento adeguate

✅ Inoltre oggi sembra che tutti abbiano l'ADHD, ma questa semplificazione rischia di sottovalutare la complessità del disturbo e di invalidare le difficoltà reali di chi ne è affetto. Accettare e comprendere la neurodiversità significa anche rispettare il percorso diagnostico e terapeutico di chi vive davvero questa condizione.
Ricorda: una diagnosi non è mai un'etichetta casuale, ma un passo fondamentale per capire e supportare in modo efficace chi ne ha bisogno.

✅E tu, eri a conoscenza di questa distinzione? Condividi la tua opinione nei commenti!

📌ADHD e Neurodivergenza: cambiare prospettivaL'ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) non è solo un dis...
11/01/2025

📌ADHD e Neurodivergenza: cambiare prospettiva
L'ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività) non è solo un disturbo ma piuttosto una condizione, è una manifestazione della neurodivergenza ossia un modo diverso di funzionare del cervello.
Comprendere questa prospettiva significa valorizzare le unicità di ogni individuo, senza però ignorare le difficoltà che l'ADHD comporta.

✅Caratteristiche principali dell’ADHD:
- Disattenzione: difficoltà a mantenere la concentrazione, spesso legata al funzionamento alterato del Default Mode Network (la rete cerebrale che gestisce il “pensiero a riposo”), che interferisce con la capacità di mantenere il focus sul presente.
- Iperattività: un bisogno costante di muoversi o agitarsi, che spesso nasconde un tentativo di regolare le proprie emozioni o pensieIri
- Impulsività: difficoltà nel frenare risposte immediate, agendo senza riflettere sulle conseguenze.

✅Inoltre l'ADHD è principalmente un disturbo delle funzioni esecutive, ovvero quelle abilità che ci aiutano a:
-Pianificare e organizzare le attività
-Regolare i comportamenti per raggiungere un obiettivo
-Gestire il tempo e portare a termine compiti complessi.

✅Un altro aspetto cruciale riguarda la disregolazione emotiva, che si manifesta con difficoltà a tollerare attesa, frustrazione e stress e spesso si manifesta con reazioni emotive intense e, talvolta, dirompenti

✅Queste difficoltà possono avere un impatto significativo nella vita quotidiana, soprattutto in ambito scolastico, dove i problemi di attenzione possono portare a difficoltà nell'apprendimento.

✅La Neurodivergenza è un valore da riconoscere.
L’ADHD non è solo una lista di difficoltà, ma anche un modo unico di percepire e interagire con il mondo. Riconoscere e accettare la neurodiversità ci permette di vedere oltre le etichette.
Accettare la neurodiversità significa riconoscere che l'ADHD non è solo una lista di deficit, ma un modo unico di percepire e interagire con il mondo. Con il giusto supporto, strategie mirate e un ambiente che valorizza i punti di forza, è possibile permette la piena espessione di ognuno.
ADHD

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