Germana Verganti Psicoterapeuta Milleriana-Analista Transazionale EMDR

  • Casa
  • Italia
  • Rome
  • Germana Verganti Psicoterapeuta Milleriana-Analista Transazionale EMDR

Germana Verganti Psicoterapeuta Milleriana-Analista Transazionale EMDR Analista Transazionale, Terapeuta TIST 2° livello(J. Fisher), EMDR, Facilitatore Mindfulness (MBSR)

Perché altrimenti perdiamo tutti tempo. Noi e altri a cui ho detto che non avevo più spazio. Si chiama rispetto verso sé...
19/09/2025

Perché altrimenti perdiamo tutti tempo. Noi e altri a cui ho detto che non avevo più spazio. Si chiama rispetto verso sé e verso gli altri.

😅effettivamente
19/09/2025

😅effettivamente

Ogni nevrosi può essere intesa come un tentativo culturalmente sbagliato di liberarsi da un senso di inferiorità per pro...
18/09/2025

Ogni nevrosi può essere intesa come un tentativo culturalmente sbagliato di liberarsi da un senso di inferiorità per procacciarsi un senso di superiorità
A. Adler

‼️
17/09/2025

‼️

Dalla FERITA narcisistica al Disturbo Narcisistico di PersonalitàIl terreno di origine: l’INFANZIA Ogni disturbo di pers...
16/09/2025

Dalla FERITA narcisistica al Disturbo Narcisistico di Personalità

Il terreno di origine: l’INFANZIA

Ogni disturbo di personalità ha radici precoci. Nel caso del narcisismo patologico, l’elemento scatenante è la cosiddetta ferita narcisistica:
• Un bambino esposto troppo presto al giudizio, alla vergogna o alla derisione.
• Oppure un bambino ridotto a proiezione dei desideri del genitore, trattato come un’estensione e non come un individuo.
• Talvolta, il contrario: un’idealizzazione eccessiva (“sei speciale, invincibile, superiore”) che nega comunque al bambino la possibilità di sentirsi autentico.

In entrambi i casi, il messaggio implicito è lo stesso: “Non vali per ciò che sei, ma solo per ciò che rappresenti per me o per gli altri.”

La ferita narcisistica

La ferita nasce nel momento in cui il Sé del bambino viene colpito da un insulto profondo alla sua dignità:
• Vergogna tossica: sentirsi esposto, ridicolizzato, tradito nel bisogno di protezione.
• Senso di invisibilità: non essere riconosciuto, non esistere nello sguardo dell’altro.
• Confusione identitaria: non capire se ciò che sente è legittimo, perché il genitore lo nega o lo manipola.

La ferita non è un singolo episodio, ma un pattern ripetuto, che lascia cicatrici nella costruzione del Sé.

Meccanismi di difesa precoci

Per sopravvivere, il bambino impara presto a non sentire, a costruire una corazza:
• Scissione: separare il Sé fragile (nascosto e vulnerabile) da un Sé apparente (forte, brillante, ammirato).
• Negazione: cancellare il dolore interno sostituendolo con l’immagine di forza.
• Iperadattamento: cercare di essere ciò che gli altri vogliono, a costo di smarrire la propria autenticità.

Nasce così il falso Sé, un guscio scintillante costruito per difendere la ferita.

L’adolescenza: il bisogno di conferma

Con la crescita, quel falso Sé viene investito di energia:
• Compulsione a ottenere approvazione, successo, ammirazione.
• Difficoltà a tollerare critiche, frustrazioni, insuccessi (che risvegliano la ferita primordiale).
• Relazioni già caratterizzate da dinamiche di potere, controllo e manipolazione.

Ogni critica, ogni abbandono, ogni fallimento diventa una riattivazione della ferita originaria: il dolore che il narcisista farà di tutto per negare, restituendolo all’altro sotto forma di aggressività, svalutazione, indifferenza.

Età adulta e la cristallizzazione del disturbo

Se queste dinamiche non vengono elaborate, si struttura il Disturbo Narcisistico di Personalità:
• Grandiosità: convinzione di essere speciale, superiore, unico.
• Dipendenza dallo sguardo altrui: senza approvazione esterna, il Sé crolla.
• Assenza di empatia autentica: l’altro non è un soggetto, ma un oggetto funzionale.
• Relazioni distruttive: oscillazione continua tra idealizzazione e svalutazione.
• Vulnerabilità estrema: dietro la corazza, un vuoto abissale.

Il paradosso finale

Il narcisista vive prigioniero del suo stesso meccanismo difensivo:
• Ha costruito un’armatura per non soffrire, ma quell’armatura lo condanna all’eterna ricerca di un applauso che non basta mai.
• La sua ferita originaria non guarisce, ma viene continuamente alimentata da relazioni fallimentari e da un bisogno ossessivo di conferme.

Dietro la maschera della forza, c’è un bambino che non è mai stato visto davvero.

Roberta Bruzzone

La persona narcisista possiede spesso una notevole capacità di “leggere” gli altri, ma non nel senso di comprensione emp...
15/09/2025

La persona narcisista possiede spesso una notevole capacità di “leggere” gli altri, ma non nel senso di comprensione empatica: non entra davvero nel dolore o nei bisogni altrui, bensì comprende come essi possano reagire e come utilizzarli per confermare la propria immagine. È uns capacità di lettura strategica, non affettiva.
Il nucleo del narcisismo, come hanno sottolineato autori come Heinz Kohut e Otto Kernberg, è una ferita originaria: la mancanza di un amore stabile e autentico nell’infanzia. Per questo la persona narcisista non si sente mai sufficientemente amata. Anche quando riceve affetto e attenzioni, rimane convinta che non siano abbastanza, o svaluta chi ama pensando che il suo valore sia inferiore proprio perché è “troppo preso da lui/lei”.
In realtà, la p.narcisista vive costantemente con il bisogno di restaurare un sé fragile e ferito. Come osserva Kohut nella sua psicologia del Sé, cerca nell’altro non tanto un partner, ma uno “specchio” che confermi la propria esistenza e il proprio valore. Questa dinamica la rende incapace di amare genuinamente: il suo desiderio di essere amata è talmente forte da impedire l’apertura affettiva verso l’altro.
Ne deriva il paradosso: la p. narcisista sa molto sugli altri, sulle loro reazioni e sui loro bisogni, ma conosce molto poco se stesso. La sua vita affettiva è guidata da una continua riparazione di un danno antico, legato alla carenza nell'infanzia di amore primario, che lo condanna a cercare incessantemente ciò che teme di non aver mai ricevuto.

I traumi non elaborati continuano a farsi sentire, spesso con un costo altissimo sul piano relazionale e personale,  non...
15/09/2025

I traumi non elaborati continuano a farsi sentire, spesso con un costo altissimo sul piano relazionale e personale, nonché in termini di salute fisica. Quando si porta dentro una ferita profonda, specialmente se inflitta da una persona amata, si rimane profondamente segnati. La paura di essere nuovamente feriti diventa così dominante da spingerci, inconsciamente, a innalzare dei muri per proteggerci e non far avvicinare nessuno. In questo stato di ipervigilanza, capita persino di trattare male gli altri prima ancora che possano farci del male.
Questo meccanismo, per quanto doloroso, è la conseguenza di un bisogno di sopravvivenza. Il cervello emotivo ci avvisa di pericoli, reali o presunti, cercando di proteggerci da ulteriori esperienze dolorose. A lungo andare però questa difesa ostacola il nostro processo di guarigione e ci impedisce la costruzione di legami sani, sicuri e nutrienti.
Bisogna avere il coraggio di ascoltare la propria “musica interiore” ovvero di riconoscere che quelle reazioni non sono segni di debolezza, ma sono tentativi di protezione. Una volta presa coscienza di ciò, diventa possibile affrontare la propria “musica interiore” che spesso è tutt'altro chr armoniosa, anzi è formata da un insieme di di emozioni spiacevoli, come rabbia e paura e da voci critiche e spaventanti.
Per guarire serve una guida: qualcuno di cui fidarsi abbastanza da lasciarsi accompagnare. Una persona che sia capace di contenere anche le emozioni più spaventose, capacd di restare di fronte al terrore o alla rabbia, e capace di custodire l’integrità della persona mentre questa esplora le esperienze frammentate rimaste sepolte a lungo.
La maggior parte delle persone traumatizzate ha bisogno di un’ancora esterna e di un vero e proprio “allenamento” interiore per affrontare questo cammino. La guarigione, infatti, non è un processo lineare né rapido: richiede TEMPO, dedizione, COSTANZA e soprattutto la possibilità di sentirsi al SICURO.

COME OSTACOLIAMO IL CAMBIAMENTO?
15/09/2025

COME OSTACOLIAMO IL CAMBIAMENTO?

COME OSTACOLIAMO IL CAMBIAMENTO? "Il DONO D'AMORE"

15/09/2025

Dipendenza affettiva, codipendenza e contropdipendenza, distinzioni.

15/09/2025

Photo by Jordan Rowland on Unsplash

Un infinito numero di ricerche dimostra che disporre di una buona rete di supporto costituisce, di per sé, la più potent...
15/09/2025

Un infinito numero di ricerche dimostra che disporre di una buona rete di supporto costituisce, di per sé, la più potente protezione contro la traumatizzazione. Sicurezza e terrore sono incompatibili. Quando siamo terrorizzati, niente ci calma come la voce rassicurante e l’abbraccio deciso di qualcuno di cui ci fidiamo. Gli adulti spaventati rispondono allo stesso tipo di accudimento dei bambini terrorizzati: un abbraccio affettuoso e cullante e la sicurezza che qualcuno più grande e più grosso si stia occupando di tutto il resto consentono di dormire tranquilli. Per guarire, mente, corpo e cervello hanno bisogno di convincersi che ci si possa quietamente lasciare andare. Ciò accade soltanto quando ci si sente sicuri a un livello viscerale e ci si può permettere di connettere quel senso di sicurezza a un passato di impotenza.
..Gli esseri umani traumatizzati guariscono in contesti relazionali: famiglie, persone amate, gruppi di auto-aiuto, organizzazioni di veterani, comunità religiose, o con la psicoterapia. Lo scopo di queste relazioni è di dare sicurezza emotiva e fisica, come, per esempio, la sicurezza rispetto a sentimenti di vergogna, di rimprovero o di giudizio, e di sostenere il coraggio di tollerare, affrontare ed elaborare la realtà di ciò che è successo.
..La guarigione dal trauma implica una (ri)connessione con gli altri esseri umani. È per questa ragione che il trauma relazionale è, generalmente, più difficile da trattare del trauma derivante da incidenti stradali o disastri naturali. Nella nostra società, i traumi più comuni di donne e bambini avvengono per mano dei genitori o dei partner. L’abuso infantile, la molestia e la violenza domestica sono tutti inflitti da persone che dovrebbero amarci.Tutto ciò invalida la più importante difesa contro la traumatizzazione: la protezione da parte delle persone che amiamo.
..La remissione dei sintomi non può avvenire finché non si comprende ciò che accaduto e si riconoscono i demoni invisibili contro i quali si sta lottando.

Bessel van der Kolk

J. Fisher afferma che la cosiddetta ferita narcisistica non riguarda l’orgoglio, ma la vulnerabilità dei bambini. Ogni b...
14/09/2025

J. Fisher afferma che la cosiddetta ferita narcisistica non riguarda l’orgoglio, ma la vulnerabilità dei bambini. Ogni bambino nasce vulnerabile e ha bisogno di un attaccamento sicuro: quando questo manca, la vulnerabilità diventa pericolosa e dolorosa.
Per proteggere quella fragilità, la psiche sviluppa parti difensive molto forti, legate all’attacco o alla fuga. Non si tratta quindi di una “ferita dell’ego”, ma di una ferita infantile profonda, che nasce nelle relazioni precoci con figure genitoriali spesso percepite come spaventose.
Il vuoto che deriva da questa esperienza può assumere due forme: da un lato la sensazione di non valere nulla, dall’altro un bisogno intenso di connessione che resta insoddisfatto. Prima di accedere a quella vulnerabilità nascosta, è necessario riconoscere e rispettare le difese che la proteggono.
Parlare di ferita narcisistica, quindi, rischia di essere fuorviante in quanto non si tratta di un danno all’orgoglio, ma di una ferita al cuore, che ha origine nella primissima infanzia.

Indirizzo

Rome
00137

Telefono

+393290487465

Sito Web

https://tistitalia.it/terapeuti/germana-verganti/

Notifiche

Lasciando la tua email puoi essere il primo a sapere quando Germana Verganti Psicoterapeuta Milleriana-Analista Transazionale EMDR pubblica notizie e promozioni. Il tuo indirizzo email non verrà utilizzato per nessun altro scopo e potrai annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Contatta Lo Studio

Invia un messaggio a Germana Verganti Psicoterapeuta Milleriana-Analista Transazionale EMDR:

Condividi

Share on Facebook Share on Twitter Share on LinkedIn
Share on Pinterest Share on Reddit Share via Email
Share on WhatsApp Share on Instagram Share on Telegram

Digitare

Chi sono...

Sono Psicologa-Psicoterapeuta Analista Transazionale Certificata, iscritta all’Ordine degli Psicologi del Lazio. Ho conseguito la Laurea in Psicologia dello Sviluppo, presso l’Ateneo Salesiano di Roma. Successivamente ho proseguito gli studi specializzandomi alla Sspc-IFREP di Roma, diventando Psicoterapeuta. Durante la mia formazione ho svolto attività come psicologa al il CRARL- Centro Alcologico Regione Lazio, presso il Policlinico Umberto I di Roma, e mi sono occupata di pazienti acuzie e post acuzie ricoverati in una RSA, facendo valutazioni psicodiagnostiche e colloqui di sostegno. Attualmente mi occupo di terapia individuale e di gruppo con adulti. Ricevo presso lo studio di Corso Trieste 59 A e presso Via Chiana 35, a Roma.