Centro Clinico Eufeme

Centro Clinico Eufeme Un nuovo approccio terapeutico:"bio-psico-sociale"

L’antica saggezza orientale affermava che “L’acqua va al mare”, per cui non insisterebbe a forzare un bambino ad approfo...
22/09/2025

L’antica saggezza orientale affermava che “L’acqua va al mare”, per cui non insisterebbe a forzare un bambino ad approfondire la matematica se è portato a suonare. Dobbiamo riflettere sul fatto che ormai la tendenza è di standardizzare piuttosto che promuovere la diversità. Un argomento delicato che meriterebbe un approfondimento.
Dott. Marco Franceschini

📌 Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD)Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è...
16/09/2025

📌 Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD)

Il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è un disturbo del neurosviluppo che riguarda il controllo dell’attenzione, dell’impulsività e dell’attività motoria.

Si distinguono tre forme:
• prevalentemente disattento (difficoltà a concentrarsi e organizzarsi),
• prevalentemente iperattivo-impulsivo (agitazione, irrequietezza e scarsa capacità di attendere),
• combinato (presenza di entrambe le caratteristiche).

L’ADHD deriva da un diverso funzionamento delle reti neuronali che regolano i processi attentivi ed esecutivi e non è causato da fattori educativi, psicologici o ambientali.

🧠 È una condizione con solide basi neurobiologiche. Studi scientifici hanno evidenziato differenze nelle dimensioni e nella funzionalità del cervello — particolarmente nelle aree frontali, gangli della base e cervelletto — oltre a squilibri nei neurotrasmettitori come dopamina e noradrenalina.
Non esistono biomarcatori diagnostici certi; la diagnosi è clinica, basata su criteri validati e consolidati, e formulata da operatori sanitari esperti.

🎯 Interventi psicoeducativi, supporto scolastico, strategie comportamentali e farmacologiche possono ridurre sensibilmente l’impatto del disturbo, migliorare i risultati e la qualità di vita.

Dott. Danilo Di Pietro

🎶Il linguaggio dei suoni prenatali 🎶Il mondo prenatale è un universo fatto di ritmo, suono e movimento 🎼.L’origine di qu...
03/09/2025

🎶Il linguaggio dei suoni prenatali 🎶

Il mondo prenatale è un universo fatto di ritmo, suono e movimento 🎼.

L’origine di questa sinfonia risale persino ai primi istanti della vita: dal movimento vibrante della coda dello spermatozoo 🧬, alla fusione con la cellula uovo, fino alla divisione cellulare 🔬 scandita da un ritmo preciso che porterà alla formazione della morula e al suo impianto nell’utero.

Con l’annidamento si forma il liquido amniotico 💧, un mezzo in grado di amplificare le onde sonore con un’intensità tripla rispetto all’aria, esaltando i suoni gravi e smorzando quelli acuti.

Il liquido amniotico, oltre a proteggere e nutrire, diventa un amplificatore naturale dei suoni del corpo materno: il battito cardiaco ❤️, il respiro 🌬, i movimenti intestinali, la voce 🗣.

Il suono investe ogni parte del corpo del feto fin dal concepimento, interagendo con lo sviluppo del programma genetico 🧠.

Così, il dialogo e l’ascolto, lungi dall’essere capacità apprese soltanto dopo la nascita, si rivelano come funzioni radicate profondamente nell’esperienza primaria della vita 🌍: quella che si svolge nel grembo materno 🤰, dove il primo linguaggio è fatto di vibrazioni, ritmi e silenzi ✨.

Dott.ssa Veronica Socionovo

🌱 Le radici del dialogo e dell’ascolto 🌱Il dialogo e l’ascolto, fondamentali nella comunicazione umana, affondano le lor...
28/08/2025

🌱 Le radici del dialogo e dell’ascolto 🌱

Il dialogo e l’ascolto, fondamentali nella comunicazione umana, affondano le loro radici ben prima della nascita 👶, in un tempo in cui la vita si sviluppa silenziosa, ma non muta, all’interno dell’utero materno 🤰.

Negli ultimi decenni, grazie ai progressi della tecnologia medica 🩺, strumenti come l’ecografia, la fetoscopia e la cardiotocografia hanno permesso di esplorare in modo sempre più dettagliato il mondo sensoriale del feto.

È emerso così che il nascituro non è un essere passivo, ma un soggetto dotato di competenze specifiche 💡, capace di percepire stimoli interni ed esterni e di rispondere ad essi, ponendo le basi per una forma primordiale di ascolto e di dialogo 🎶.

Le ricerche condotte negli ultimi trent’anni 📚 hanno dimostrato che i nove mesi di vita intrauterina giocano un ruolo decisivo nella formazione della personalità.

In questo periodo il feto vive la sua prima e più profonda relazione ❤️: quella con la madre. Attraverso il corpo materno riceve segnali costanti fatti di ritmi, vibrazioni e suoni 🎵, che influiscono sia sulla sua crescita fisica, sia sulla sua futura capacità di relazionarsi con il mondo 🌍.

Come osserva Bertolino (1992), il feto esplora l’ambiente che lo circonda 🌌 e integra le esperienze grazie a quelle che Mancia definisce “costanti ontogenetiche”: funzioni motorie, sensoriali e integrative che testimoniano il progresso della maturazione.

Dott.ssa Veronica Socionovo

A PROPOSITO DI UOMO NARCISISTA. Ascoltate questo video. Beh, ascoltando G. Agnelli , ovvio che parliamo di un uomo con t...
04/08/2025

A PROPOSITO DI UOMO NARCISISTA.
Ascoltate questo video. Beh, ascoltando G. Agnelli , ovvio che parliamo di un uomo con tratti narcisisti (SANI) così come il padre e il nonno. E voi potete pensare che loro potessero essere violenti e isterici per una questione emotiva/affettiva/ relazionale? Certo che no!! Perché la persona che ha un grande problema nelle questioni affettive/relazionali , non è certo narcisista, ma è verosimilmente una persona che soffre di un disturbo BORDERLINE di personalità. (Vedi DSM4-5) Attenzione a quelli che vi parlano dei narcisisti patologici sui social , perché per disperazione ( sono a caccia di pazienti ignari) fanno leva sulla vostra legittima ignoranza in materia di Psicopatologia , ma evidentemente lo sono anche loro, ma che altro non sono che Borderline… verosimilmente…
E come disse il mio Prof. Vittorio Lingiardi che non ha bisogno di presentazioni, Un "uomo narcisista sano", più propriamente definito come un individuo con un sana autostima e un senso di sé stabile, possiede un'elevata autoefficacia, è empatico, ha una visione realistica di sé e degli altri, ed è capace di autoregolazione emotiva e di stabilire relazioni sane. Questa forma di narcisismo favorisce il benessere personale e relazionale, distinguendosi da quella patologica per la mancanza di un bisogno costante di ammirazione o di manipolazione emotiva.
Caratteristiche di un narcisista sano
Autostima e consapevolezza di sé:
Possiede un senso di sé positivo e stabile, con un'autostima realistica, e una forte fiducia nelle proprie capacità.
Empatia e rispetto per gli altri: un
È in grado di riconoscere e rispettare i bisogni e i sentimenti altrui, mostrando un genuino interesse verso le persone.
Resilienza:
Ha la capacità di gestire le critiche e i fallimenti, mantenendo un senso di sé coeso.
Autoregolazione:
È in grado di autoregolare le proprie emozioni e di gestire le relazioni interpersonali in modo equilibrato.
Autenticità e fiducia:
Agisce in modo autentico, con un concetto equilibrato che gli permette di perseguire i propri obiettivi con sicurezza, senza bisogno di primeggiare sugli altri.
Capacità relazionali:
È in grado di instaurare rapporti autentici, con generosità e capacità di tollerare le imperfezioni, sia proprie che altrui. “
Dott. Marco Franceschini

Intervistato da Enzo Biagi per una rubrica del programma "Il caso" dedicata alle grandi dinastie, l'avvocato Agnelli ricorda la propria infanzia e in partico...

❗️Ma cosa sono i Dsa?❗️I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono disturbi del neurosviluppo che riguardano la c...
28/07/2025

❗️Ma cosa sono i Dsa?❗️

I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono disturbi del neurosviluppo che riguardano la capacità di leggere, scrivere e/o calcolare, e si manifestano con l’inizio della scolarizzazione. Si distinguono in: dislessia (difficoltà nella lettura accurata e veloce), disortografia (errori nella scrittura legati ad aspetti linguistici), disgrafia (problemi nella componente motoria della scrittura) e discalculia (difficoltà nella gestione dei numeri e nei calcoli). I DSA derivano da un diverso funzionamento delle reti neuronali coinvolte nei processi di apprendimento e non sono causati da deficit intellettivi, sensoriali, ambientali o psicologici. Non sono una malattia, ma una condizione neurobiologica che richiede tempi più lunghi e maggiore sforzo per apprendere. I DSA non si superano completamente, ma le difficoltà possono essere compensate con interventi mirati e strategie adeguate. Il disturbo è permanente, ma l’impatto può diminuire grazie a percorsi educativi e riabilitativi efficaci. La legge 170 dell’8 ottobre 2010 riconosce i disturbi dell’apprendimento e sottolinea la necessità di diagnosi rapide e affidabili.

Dott. Danilo di Pietro

Nietzsche mi ha insegnato una lezione di vita fondamentale: "amor fati", l'amore per il proprio destino. Ad un certo pun...
17/07/2025

Nietzsche mi ha insegnato una lezione di vita fondamentale: "amor fati", l'amore per il proprio destino. Ad un certo punto della sua vita, Nietzsche concepì questa idea potente: qualunque sia il tuo destino, qualunque cosa accada, devi dire a te stesso: "Questo è ciò di cui ho bisogno." Anche quando tutto sembra andare storto, affronta ogni situazione come un'opportunità, una sfida da affrontare con amore e non con scoraggiamento. Portando amore in quei momenti difficili, scoprirai che la forza per affrontarli è già dentro di te Ogni disastro che superi diventa un miglioramento nel tuo carattere, nella tua statura e nella tua vita. Che privilegio incredibile! Ripensando al tuo passato, ti renderai conto che quei momenti che sembravano grandi fallimenti, seguiti dal caos, sono stati in realtà quelli che hanno plasmato la tua vita oggi. E ti renderai conto che è proprio così: non ti può succedere nulla che non abbia un lato positivo. Anche quando tutto sembra una crisi negativa, in realtà non lo è. La crisi ti costringe a reagire e, in quel momento di bisogno, emerge la tua forza interiore. - Joseph Campbell

❗️Il ruolo della famiglia nel DSA: contenere, riconoscere, valorizzare❗️La famiglia è il primo e più potente “contenitor...
14/07/2025

❗️Il ruolo della famiglia nel DSA: contenere, riconoscere, valorizzare❗️

La famiglia è il primo e più potente “contenitore emotivo” per un bambino con DSA. Ma spesso i genitori si trovano impreparati: travolti dalla diagnosi, preoccupati per il futuro scolastico, confusi tra sigle, relazioni cliniche e piani didattici personalizzati. In questo scenario, il rischio è che il figlio venga visto solo attraverso le sue difficoltà, come un problema da risolvere, un progetto da “recuperare”.
Il primo passo, invece, è proprio quello di cambiare sguardo. In un’intervista del 2007, Giovanni Bollea sottolineava l’importanza di comprendere un bambino guardandolo negli occhi, suggerendo che questo sguardo diretto è fondamentale per una vera comprensione del bambino stesso. I genitori devono imparare a riconoscere il bambino come una persona intera, con pregi, limiti, emozioni, intelligenze differenti. Il messaggio da trasmettere non deve mai essere: “se non studi bene, non vali”, ma piuttosto: “tu vali sempre, anche quando fai fatica”.
Essenziale è anche il modo in cui i genitori gestiscono le emozioni negative dei figli: frustrazione, rabbia, ansia. Minimizzare (“non è niente”), colpevolizzare (“non ti impegni”) o sostituirsi al bambino (“ci penso io”) non aiuta. Occorre invece imparare a legittimare le emozioni, ad accompagnarle con empatia e, quando necessario, ad aiutare il bambino a trovare parole e strategie per esprimerle. Bollea ci ricorda che “Ogni persona è portatrice di risorse, non di problemi. Spetta a noi, educatori e famiglie, riconoscerle e valorizzarle”.
Non meno importante è il dialogo costante con la scuola. Una famiglia presente, che collabora senza contrapporsi agli insegnanti, costruisce un clima di fiducia che ha ricadute positive dirette sull’autostima del figlio. In questo senso, diventa fondamentale ricordare che “Non è la scuola che
deve adattarsi agli studenti, ma la scuola deve diventare il luogo dove ogni studente può sentirsi accolto nella sua unicità”.

Dott.ssa Veronica Socionovo

❗️Il ruolo degli insegnanti nel benessere degli studenti con DSA❗️In classe, gli insegnanti sono i primi responsabili no...
07/07/2025

❗️Il ruolo degli insegnanti nel benessere degli studenti con DSA❗️

In classe, gli insegnanti sono i primi responsabili non solo dell’apprendimento, ma anche del clima emotivo. Un docente consapevole dell’impatto emotivo dei DSA può cambiare radicalmente la traiettoria scolastica di uno studente. Viceversa, un insegnante che ignora o sottovaluta queste dinamiche può involontariamente amplificare il disagio.
Essere insegnanti di alunni con DSA significa prima di tutto essere mediatori emotivi. Occorre saper personalizzare gli obiettivi, valorizzare i progressi, evitare confronti umilianti e, soprattutto, trasmettere fiducia. I voti, le griglie di correzione e le verifiche strutturate non bastano: ciò che
costruisce o distrugge l’autostima è la qualità della relazione educativa.
Le strategie didattiche inclusive, come l’uso degli strumenti compensativi, il tutoraggio tra pari, la flessibilità nelle consegne, sono importanti non solo per facilitare l’apprendimento, ma per ridurre la frustrazione e prevenire l’evitamento scolastico. Quando un ragazzo con DSA si sente capito, accettato e accompagnato, ritrova la motivazione. Si sente autorizzato a provare, a sbagliare, a
migliorare.
Un altro compito fondamentale degli insegnanti è quello di educare la classe alla diversità.
Spiegare ai compagni che ognuno ha il suo modo di imparare, e che usare un tablet o avere più tempo in una verifica non è un privilegio, ma un diritto, contribuisce a costruire un ambiente meno giudicante e più empatico. Un ambiente accogliente e comprensivo offre allo studente le condizioni ideali per crescere e svilupparsi.
Come sottolinea Howard Gardner: “La nostra capacità di apprendere è molteplice e unica per
ciascuno di noi”.

Dott.ssa Veronica Socionovo


🧠 Il percorso psicologico per l’adolescente prende in considerazione come l’adolescenza sia una fase delicata del percor...
18/06/2025

🧠 Il percorso psicologico per l’adolescente prende in considerazione come l’adolescenza sia una fase delicata del percorso di crescita 🌱.
In questo periodo il ragazzo deve affrontare importanti cambiamenti corporei, emotivi, relazionali e identitari 💭

👨‍👩‍👧‍👦 L’adolescente si confronta con il rapporto con la famiglia, con il gruppo dei pari 🤝 e con i modelli adulti di riferimento (insegnanti, amici, allenatori…).
🏃‍♂️ I cambiamenti fisici, il bisogno di autonomia, il desiderio di sentirsi accettati, la ricerca di sé rendono questa fase complessa e a volte dolorosa.

🧑‍⚕️ Lo psicologo aiuta a:
• Comprendere le difficoltà emotive e comportamentali
• Affrontare problemi relazionali con pari e adulti 🧍‍♂️↔️🧍‍♀️
• Gestire il rapporto con la scuola 📚
• Supportare disturbi specifici dell’apprendimento 🔍
• Offrire uno spazio sicuro di ascolto e rielaborazione 🛋️🗣️

🎯 L’obiettivo? Dare voce al disagio e trovare insieme strategie per affrontarlo 🌈✨.

💬 Perché ogni adolescente merita uno spazio dove essere ascoltato, senza giudizio.

Dott.ssa Annalisa Fronzoni

PSICOSOMATICA DELL’ETA’ EVOLUTIVA. L’oppressione.LASCIA STARE, LO FACCIO IO! Quante volte ci rivolgiamo ad una persona, ...
10/06/2025

PSICOSOMATICA DELL’ETA’ EVOLUTIVA. L’oppressione.
LASCIA STARE, LO FACCIO IO! Quante volte ci rivolgiamo ad una persona, in genere all’interno delle mura domestiche o in altre situazioni come al lavoro e nel tempo libero. Una frase apparentemente innocua, ma in realtà, quando viene ripetuta diverse volte da un genitore al figlio, può causare disturbi psichici e somatici. Già la Montessori, raccomandava di non usare questa frase, perché può compromettere seriamente il senso di auto-efficacia del bambino. Infatti, questa frase alimenta la ferita dell’oppressione, causando malattie del mesoderma (apparato cardio circolatorio, ossa e muscoli). Riguardo all’importanza del linguaggio e dei suoi effetti, uno dei maggiori fondatori della Psicoanalisi, Sandor Ferenczi, aveva sottolineato il potente effetto che poteva avere il linguaggio, in quanto “veicolo di significati psicologici“ che si vanno ad insinuare nella mente del bambino in modo irreversibile. La frase, ‘lascia stare, lo faccio io’, veicola inevitabilmente un chiaro messaggio all’inconscio del bambino: ”lo faccio io perché non ho fiducia in te” oppure, semplicemente “non sei capace”. In ogni caso, il messaggio che si cela dietro questa frase è comunque svalutante. Il risultato è che durante la crescita, il bambino avrà più probabilità di sviluppare malattie a carico del mesoderma e sul piano psicologico delle difficoltà, talvolta importanti, nel prendere liberamente delle decisioni.
Dott. Marco Franceschini
(immagine da: pixabay)

🎲 Il gioco è l’attività quotidiana per eccellenza nei bambini: si gioca ovunque e con tutto — a casa, a scuola, al parco...
07/06/2025

🎲 Il gioco è l’attività quotidiana per eccellenza nei bambini: si gioca ovunque e con tutto — a casa, a scuola, al parco — da soli, con i coetanei o con gli adulti.

💡 Attraverso il gioco i bambini scoprono il mondo e se stessi, crescendo in ogni area del loro sviluppo: affettivo, cognitivo, sociale.

👶 Sviluppo affettivo e gioco
• 0-1 anno: i primi interessi si rivolgono al corpo, alla mamma, agli oggetti intorno.
• 2 anni: compaiono i primi oggetti transizionali, si affrontano le ansie da separazione.
• 3 anni in su: emergono immaginazione, imitazione e inizio della socializzazione.
• 6-10 anni: i giochi diventano strutturati e con regole condivise, si gioca in gruppo.

🧠 Sviluppo cognitivo e gioco
Il gioco stimola memoria, attenzione, concentrazione, capacità di confronto e relazione.

📌 Tre fasi principali
1. Gioco solitario – nei primi mesi, senza interazioni sociali.
2. Gioco parallelo – tra 1 e 3 anni: si gioca vicini, ma separati, con primi segnali di cooperazione.
3. Gioco sociale – dai 4 anni: maggiore interazione, regole condivise, collaborazione.

🧠 Ma il gioco è anche mente.
Favorisce pensiero, consapevolezza, immaginazione. Aiuta a costruire mondi interiori e relazioni autentiche.

🎨 È uno spazio in cui ogni bambino può essere tutto ciò che vuole:
un eroe, un animale, un esploratore, un genitore, un sogno.

❤️ Nel gioco non conta il risultato, ma il viaggio.
Un viaggio fatto di libertà, di regole scelte insieme, di significati creati con la fantasia.

E forse, è proprio per questo che Jean Piaget disse:

“Il gioco è la più spontanea abitudine del pensiero infantile.”

💬 Lasciamo che i bambini giochino.
Perché quando giocano, pensano. Vivono. Crescono.

Indirizzo

Via G. Coppola Di Musitani 34
Rome
00139

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